Infrastrutture ferme, mercato del lavoro in perdita e sviluppo del Paese bloccato: l'analisi dell'Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro sugli effetti della crisi del settore edile negli anni 2008-2018 e le proposte della Categoria per rilanciare occupazione e investimenti Dal 2008 al 2017 sono oltre 3,4 milioni i posti di lavoro persi nel settore delle costruzioni a livello europeo, di cui 539 mila solo in Italia. E mentre gli altri Paesi dell'area euro hanno visto, dopo la crisi, un aumento degli occupati nel settore edile, il Belpaese ha continuato a perdere posti di lavoro registrando un esiguo aumento di 5 mila unità nel 2017.
La flessione di mezzo milioni di occupati ha coinvolto principalmente i lavoratori italiani (-498 mila), specie i più giovani, mentre è nettamente inferiore tra gli stranieri extra-comunitari (-41 mila) e soprattutto tra gli stranieri comunitari, in gran parte romeni, che registrano una flessione di sole mille unità (-0,8%). Allo stesso tempo il lavoro irregolare nel settore è passato dall'11,4% del 2008 al 15,8% del 2016, rendendo l'edilizia il secondo settore produttivo, dopo quello agricolo, con il più alto livello di irregolarità.
Un fattore registrato soprattutto nel Mezzogiorno dove quasi un edile su quattro lavora in nero (23,7%); quota che scende al 27,9% nelle regioni del Centro e al 10,4% in quelle del Nord. A causare il crollo dei posti di lavoro la flessione degli investimenti: negli anni presi in considerazione si registra una diminuzione di oltre 70 miliardi di euro, di cui 65 solo nel comparto delle costruzioni. È la fotografia scattata dall'Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro nel report "Edilizia, una crisi inarrestabile" sugli effetti della crisi nel settore edile negli anni 2008-2018, che sarà presentato domani a Genova in occasione di "Verso il Festival del Lavoro", l'evento di anteprima della decima edizione del Festival del Lavoro, che si terrà a Milano dal 20 al 22 giugno 2019.
L'evento nel capoluogo ligure, organizzato dal Consiglio nazionale dell'Ordine e dalla Fondazione Studi, oltre a manifestare la vicinanza della Categoria alla città dopo il crollo del Ponte Morandi, vuole tenere alta l'attenzione sull'urgenza di un piano per ritornare a investire in infrastrutture per far ripartire economia e lavoro. La ripresa incompiuta dell'Italia, infatti, può essere attribuita principalmente ad investimenti insufficienti: la quota di PIL persa durante i nove anni di recessione economica è pari complessivamente a 8,1 punti percentuali e avrebbe incentivato la creazione di 1,2 milioni di posti di lavoro, con il conseguente abbattimento del tasso di disoccupazione. Dal report elaborato dall'Osservatorio di Categoria si osserva che a subire la contrazione più pesante, pari al 51,3%, sono gli investimenti per la realizzazione di nuove costruzioni, di opere pubbliche e di edilizia non residenziale privata. Una spinta al settore, anche a livello occupazionale, giunge dagli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria delle infrastrutture esistenti (+74%). Ad incentivare tali interventi per la riqualificazione del patrimonio edilizio gli incentivi fiscali, che hanno svolto un'azione anticiclica, anche se non risolutiva, rispetto alla recessione registrata nel settore.
Su 701 miliardi di euro investiti dal 2007 al 2017 in manutenzione straordinaria, 218 miliardi sono stati mossi dagli incentivi fiscali - pari al 31,1% del totale -, che per ciascun anno hanno attivato circa 300.000 posti di lavoro.
Si conferma quindi l'importante ruolo di rilancio del settore giocato dagli sgravi. Aumentare di circa 1 miliardo di euro gli sgravi fiscali – si evidenzia nel rapporto - permetterebbe di ridurre il costo del lavoro e di creare una domanda aggiuntiva diretta e indiretta di circa 2 miliardi e 292 milioni di euro, con una ricaduta complessiva sul sistema economico di 3 miliardi e 513 milioni di euro. Questo produrrebbe inoltre un incremento di circa 15-18 mila unità nette di lavoro, di cui 10-12 mila direttamente nel settore delle costruzioni e il restante nei comparti collegati.
"Investire in infrastrutture e ridurre il costo del lavoro sono le direttrici principali con cui fare ripartire l'economia italiana creando occupazione", ha commentato il Presidente della Fondazione Studi, Rosario De Luca. "L'esempio del Ponte Morandi ha drammaticamente sottolineato come il sistema delle infrastrutture viarie in Italia sia fermo da oltre 50 anni". "Sono rari gli esempi - ha continuato - sia di realizzazione di nuove costruzioni, sia di manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere pubbliche esistenti. Riprendere ad investire in questo settore significherà far ripartire l'economia, fare il bene delle aziende, dei lavoratori e dei cittadini italiani, che finalmente potranno godere di un Paese più moderno e sicuro", ha poi concluso.
(In allegato il documento completo dell'Osservatorio, scaricabile in pdf)
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 18 - n° 8 24 febbraio 2019 -
Editoriale: - Con il cerino in mano e pochi spazi di manovra. - Lattiero caseari. Prezzi in discesa salvo per le due DOP principali - Pomodoro: senza accordo, a rischio l'oro rosso in Emilia-Romagna. - Parmalat - Le rassicurazioni di Bernie -
SOMMARIO Anno 18 - n° 08 24 febbraio 2019
1.1 editoriale
Con il cerino in mano e pochi spazi di manovra.
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Prezzi in discesa salvo per le due DOP principali.
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. Prezzi in discesa salvo per le due DOP principali. GRAFICI TENDENZA
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Nell'incertezza i fondi alleggeriscono le posizioni
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni - grafici di tendenza
6.1 salute e integratori Richiamati integratori alimentari GINKGO SIMUL CPS e BIOGIN CPS
6.2 appennino Difesa attiva Appennino-Bonifica Parmense.
7.1 campagna pomodoro Pomodoro: senza accordo, a rischio l'oro rosso in Emilia-Romagna.
7.2 lambrusco Lambrusco: Cantina Formigine Pedemontana nella top ten italiana web reputation
8.1 sicurezza idraulica Emilia Centrale: presentati i primi 19 progetti per 36 milioni di euro
9.1 latte e parmalat Parmalat - Le rassicurazioni di Bernier
10.1promozioni "vino" e partners
11.1 promozioni "birra" e partners
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Il legislatore nell'introdurre il nuovo codice della crisi e dell'insolvenza si è concentrato molto nell'individuare le modalità per rilevare l'emersione anticipata delle difficoltà economico-finanziarie dell'impresa.
Di Mario Vacca Parma 23 febbraio 2019 - Una delle novità è l'introduzione degli Organismi di Composizione della Crisi (Ocri), che assumono un importante ruolo nel far suonare quel campanello d'allarme e rilevare in tempo gli scompensi aziendali.
L'organismo è costituito presso ciascuna Camera di Commercio ed avrà il compito di ricevere e gestire le segnalazioni effettuate dagli organi di controllo interni della società e dai creditori pubblici qualificati, dirigere il corso del procedimento di allerta e assistere l'imprenditore, su istanza di quest'ultimo, nel procedimento di composizione assistita della crisi.
Il segretario generale della camera di commercio avrà il compito di individuare il referente dell'organismo come da D.Lgs. 14/2019. Quest'ultimo sarà destinatario della segnalazione e dovrà attivarsi per darne immediata comunicazione agli organi di controllo della società oltre che nominare un collegio di tre esperti tra quelli iscritti all'Albo dei curatori (Art. 358 D.Lgs 14/2019) di cui, uno designato dal presidente della sezione specializzata in materia di impresa del tribunale, un altro designato dal presidente della camera di commercio, naturalmente diverso dal referente stesso e l'ultimo appartenente all'associazione rappresentativa del settore di riferimento del debitore.
Il collegio avrà l'obbligo di ascoltare il debitore e valutare sia gli elementi forniti da quest'ultimo che i dati assunti da terzi e, nell'eventualità ritenesse insussistente la crisi o anche ritenesse trattarsi di imprenditore non soggetto agli strumenti di allerta, potrà archiviare la procedura. L'archiviazione opererà anche nel caso in cui un professionista indipendente attesti l'esistenza di crediti di imposta o di altri crediti verso pubbliche amministrazioni per i quali sono decorsi novanta giorni dalla messa in mora, per un ammontare complessivo che, portato in compensazione con i debiti, determina il mancato superamento delle soglie previste dall'articolo 15 D.Lgs. 14/2019.
Nel caso opposto, nell'eventualità il collegio dovesse rilevare l'esistenza della crisi, potrà individuare con il debitore le possibili misure di rimedio fissando un termine non superiore a tre mesi (prorogabile fino a sei in caso di positivi riscontri delle trattative), per la ricerca di una soluzione concordata della crisi dell'impresa, incaricando il relatore di seguire le trattative.
Il debitore che presenta istanza per la soluzione concordata della crisi può chiedere al tribunale delle imprese le misure protettive necessarie per condurre a termine le trattative in corso; inoltre può chiedere al giudice competente che siano disposti il differimento degli obblighi in materia di riduzione del capitale per perdite, e la non operatività della causa di scioglimento della società per riduzione o perdita del capitale sociale.
Il tribunale potrà revocare in ogni momento le misure concesse laddove rilevi – in proprio o per segnalazione del collegio - atti di frode nei confronti dei creditori o se si manifestasse l'impossibilità di attuare le misure adottate.
Allo scadere del termine ed in mancanza di una risoluzione il debitore - entro 30 giorni - potrà presentare domanda di accesso ad una delle procedure previste dall'art. 37 D.Lgs. 14/2019, scelta in pratica obbligata dal momento che in assenza di quest'ultima il collegio potrà segnalare lo stato di insolvenza al pubblico ministero che potrà attivare il ricorso per la liquidazione giudiziale.
Come anticipato le segnalazioni potranno essere effettuate tanto dagli organi interni della società quanto dai creditori pubblici qualificati quali gli istituti di credito; Considerando le difficoltà che le banche attraversano in questo periodo nel finanziare o rifinanziare debiti in scadenza di tante aziende, è unanime il consiglio per tutti gli imprenditori grandi e soprattutto per piccole imprese – di adottare un sistema di efficace di controllo di gestione, magari governato da un Temporary Manager.
Parmalat. L'assessore Palma Costi incontra l'amministratore delegato di Lactalis Italia, Bernier, che conferma: "Emilia-Romagna strategica per il Gruppo. Sostegno all'economia locale e niente delocalizzazioni, nemmeno sull'approvvigionamento della materia prima". Il faccia a faccia richiesto dell'assessore, accolto dei vertici del Gruppo. Italia fondamentale nella nuova riorganizzazione operativa.
Bologna – Rafforzare la presenza nei mercati, mantenere l'Italia come area strategica del Gruppo industriale, sostegno all'economia locale attraverso la propria presenza produttiva, senza alcuna delocalizzazione, compreso per ciò che riguarda l'approvvigionamento della materia prima. Sono gli impegni presi dall'amministratore delegato di Lactalis Italia, Jean-Marc Bernier, nell'incontro che si è svolto nei giorni scorsi a Modena con l'assessore alle Attività produttive della Regione Emilia-Romagna, Palma Costi,e il management di Galbani e Parmalat, in merito alla riorganizzazione annunciata nelle scorse settimane. Un incontro richiesto dalla stessa Costi, con i vertici del Gruppo che hanno risposto in pochissimo tempo, dando una disponibilità pressoché in tempo reale al faccia a faccia.
Durante l'incontro, Bernier ha confermato il fatto che una volta completata l'uscita di Parmalat dalla Borsa, il Gruppo Lactalis avrà una nuova organizzazione operativa composta da nove zone (geografiche e di prodotto), con l'obiettivo di rafforzare la vicinanza nei vari mercati migliorando così la sua performance globale.
In questo quadro, una delle nove aree strategiche sarà rappresentata dall'Italia, seconda per importanza nel Gruppo con un giro d'affari di circa 2,5 miliardi di euro e circa 5.000 collaboratori diretti: raggrupperà tutte le attività e i marchi appartenenti a Lactalis nel Paese, facenti capo a Galbani e Parmalat. Questa nuova realtà rappresenterà il più grande acquirente di latte italiano, con circa 1,3 miliardi di litri di latte lavorati, 16 stabilimenti produttivi sul territorio nazionale, apportando un grande contributo economico a tutto il Paese, dove l'azienda continuerà a sostenere le economie locali in maniera significativa, attraverso la propria presenza produttiva e approvvigionandosi della materia prima, senza delocalizzare.
L'assessore Palma Costi ha preso atto della volontà dell'azienda di continuare a investire sui marchi, sul mantenimento degli attuali perimetri produttivi e sul proseguimento dell'attività dei due centri di ricerca e sviluppo italiani oggi esistenti, uno per il latte a Collecchio e l'altro per i prodotti caseari. Inoltre, ha richiamato l'attenzione sull'impatto occupazionale diretto e indiretto derivante dalla presenza del Gruppo in Emilia-Romagna, ed informando sulle opportunità che le politiche industriali regionali offrono al sistema produttivo.
Molto importante la volontà sottolineata dall'azienda di proseguire il confronto con le Organizzazioni Sindacali e le RSU in merito al processo di riorganizzazione, confronto già iniziato e che seguiremo con attenzione.
L'incontro si è concluso con la disponibilità di entrambe le parti a proseguire il dialogo positivo avviato in merito al futuro assetto dell'azienda sul territorio.
Confcooperative Parma presenta il bando "IMPRESE RIGENERATE DA LAVORATORI SOSTEGNO A PROGETTI IMPRENDITORIALI DI WORKERS BUYOUT COOPERATIVI"
Il giorno MERCOLEDI' 27 FEBBRAIO 2019 alle ore 11.00, presso gli uffici di Confcooperative Parma, verrà presentato il nuovo bando messo a disposizione da FondoSviluppo SpA, rivolto ad assistere e sostenere le nuove cooperative costituite da lavoratori di aziende in crisi, nella delicata fase di avvio dello start up cooperativo (WBO – Workers Buy Out).
Il sostegno alle imprese rigenerate dai lavoratori rappresenta l'impegno concreto di Confcooperative al sostegno all'occupazione, alla valorizzazione e preservazione delle conoscenze, del know how e
dell'avviamento, in sostanza del patrimonio economico, sociale e culturale dei territori interessati. Infatti, attraverso i processi di Workers Buy Out, vengono rigenerate non solo le imprese ma anche le persone e l'intera comunità.
Il bando rappresenta per il territorio di Parma e provincia uno stimolo e un acceleratore dei percorsi di costituzione e di avvio di Workers Buy Out cooperativi. Tramite il bando si intende, da una parte, offrire un sostegno finanziario a cooperative costituite da WBO, a fronte di esigenze di liquidità; dall'altra parte supportarle, tramite l'Unione provinciale di Confcooperative, nella gestione delle crisi aziendali. Il bando intende fornire assistenza ai lavoratori in difficoltà accompagnandoli nel percorso di costituzione della cooperativa. Inoltre, si intende assicurare un percorso di formazione imprenditoriale cooperativa ai neo cooperatori, indispensabile per lo sviluppo imprenditoriale e per la qualità cooperativa della nuove cooperative.
L'obiettivo del bando è dunque quello di supportare il tessuto economico e sociale del territorio, affrontando in maniera virtuosa situazioni di crisi aziendale attraverso la cultura imprenditoriale cooperativa.
La scadenza per la presentazione delle proposte progettuali è fissata al 15 maggio 2019; il bando mette a disposizione, a livello nazionale, 1 milione di euro di risorse economiche, che verranno utilizzate per il sostegno finanziario alle WBO tramite varie tipologie di intervento (interventi finanziari diretti, servizi di accompagnamento allo start-up, formazione e tutoraggio, specifiche agevolazioni per facilitare l'accesso al credito).
All'incontro parteciperanno: Andrea Gennari (Direttore Confcooperative Parma); Simone Taddei (referente bandi di contributo e finanza agevolata di Confcooperative Parma); Andrea Pisseri (responsabile Sindacale di Confcooperative Parma).
Editoriale: - Sanremo, dove son finite le canzonette - Lattiero caseari. Grana Padano in leggera ripresa - Cereali e dintorni. Dai Dati USDA nessuna sorpresa. - Parmigiano, Lambrusco , Pera e industria hanno bisogno della bretella - 2018 anno nero della ristorazione italiana - "Marchesi Antinori" contraffatto. La procura di Parma smantella l'organizzazione. - Parmigiano Reggiano: record di medaglie ai World Cheese Awards -
SOMMARIO Anno 18 - n° 07 17 febbraio 2019
1.1 editoriale
Sanremo, dove son finite le canzonette?
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Grana Padano in leggera ripresa
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. Grana Padano in leggera ripresa Grafici tendenza
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Dai Dati USDA nessuna sorpresa.
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni - grafici di tendenza
6.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Trump anima i mercati
7.1 infrastrutture e imprese Parmigiano, Lambrusco , Pera e industria hanno bisogno della bretella
7.2 Maltempo e irrigazione Post esondazione del Reno, i danni al Canale Emiliano Romagnolo stoppano l'irrigazione
8.1 Animali e spazi comuni Cane lasciato libero in cortile: inquilino condannato.
8.2 ristorazione 2018 anno nero della ristorazione italiana
9.1 World Cheese Awards Parmigiano Reggiano: record di medaglie ai World Cheese Awards
10.1 contraffazione vino Antinori "Marchesi Antinori" contraffatto. La procura di Parma smantella l'organizzazione.
11.1promozioni "vino" e partners
12.1 promozioni "birra" e partners(per seguire gli argomenti correlati clicca QUI)
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Editoriale: -Il termometro del dolore. - Lattiero caseari. Stabilità diffusa - Cereali e dintorni. Mercati sulle montagne russe -Bonifica Parmense, riqualificato l'impianto di Casino a Colorno - Agugiaro & Figna presenta la nuova linea retail -Il post piena di Enza e Secchia causa danni ingenti - Listeria nella Gorgonzola dolce -
1.1 editoriale
Il termometro del dolore.
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Stabilità diffusa.
2.1 Bis lattiero caseario. Stabilità diffusa. Grafici tendenza
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati sulle montagne russe.
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni - tendenze
6.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati in leggero rialzo.
7.1 bonifica parma Bonifica Parmense, riqualificato l'impianto di Casino a Colorno
7.2 Maltempo e fiumi Il post piena di Enza e Secchia causa danni ingenti
8.1 bonifica e difesa idraulica Sifone del torrente Recchio, intervento strutturale della Bonifica Parmense
8.2 farine e retail - novità Agugiaro & Figna presenta la nuova linea retail
9.1 eventi wino Pesaro Wine Festival 2019 - un evento di vignaioli e di persone
10.1 sicurezza alimentare Listeria nella Gorgonzola dolce
11.1promozioni "vino" e partners
12.1 promozioni "birra" e partners
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La riorganizzazione di Parmalat spa preoccupa amministratori locali e sindacati. Se ne è discusso lo scorso venerdi a Collecchio su iniziativa della UGL parmense. Alla chiamata di Matteo Impagnatiello, segretario Ugl Utl di Parma, oltre a numeroso pubblico hanno risposto Giancarlo Tagliaferri, consigliere regionale Emilia Romagna di Fratelli d'Italia; Patrizia Caselli, Francesco Fedele e Walter Civetta, consiglieri comunali di minoranza del comune di Collecchio.
Di Virgilio 10 febbraio 2019 - Parmalat è sopravvissuta a tutto. Nel 2003 è sopravvissuta a un crack record (13 miliardi) da Guinness dei Primati senza che la sua posizione sui mercati venisse scalfita. Un miracolo o meglio la forza della "Qualità" che da Collecchio si era diramata in ogni angolo del mondo dove Parmalat aveva messo le basi. Un pregio e un valore che può solo essere assegnato alle dirigenze e maestranze nazionali.
Valori che si sono sempre mantenuti e raforzati all'interno del gruppo con sede a Collecchio, mentre non è stato altrettanto per il marchio Lactalis, colpito tra il 2017 e il 2018 da uno scandalo connesso al latte per neonati che aveva contagiato ben 85 paesi (italia esclusa) e solo in Francia la salmonella "lactalis" aveva colpito 35 neonati.
Se l'impianto qualitativo e il tasso di serietà della costellazione Parmalat, non fosse stata dell'eccellenza dimostrata, quell'8 dicembre del 2003, sarebbe stata la data del tracollo. Sin dalle prime ore del mattino, notizie infauste si rincorrevano su ogni mezzo e non lasciavano spazi a aspettative positive. Parmalat, la prima azienda italiana a essere stata quotata alla borsa statunitense, si era macchiata di un delitto finanziario dalle dimensioni inimmaginabili che le cronache internazionali raccontavano essere superiore a quello che pochi mesi prima aveva coinvolto un altro colosso, l'ENRON, gigante finanziario dell'energia e del trading, simbolo americano della new economy e poi considerata la più grande truffa dei tempi moderni.
Ma la Parmalat spa era risorta, grazie a Enrico Bondi il quale aveva potuto operare, con strumenti straordinari, su un substrato industriale e di competenze altrettanto straordinario.
Poi venne Lactalis e ora il colosso francese di Laval fagociterà tutto e tutti e da lì non ci sarà più ritorno.
"Abbiamo ritenuto opportuno porre l'accento sul processo di riorganizzazione della Parmalat, - ha commentato Matteo Impagnatiello - avanzato dalla proprietà francese Lactalis. In Italia, la deindustrializzazione ha determinato impoverimento e, nel nostro caso, la destabilizzazione del sistema produttivo emiliano: sta accadendo in Emilia-Romagna, che sembrava immune da queste dinamiche, che provocano scomposizione socio-economica, incidendo in modo notevole sull'occupazione e modificando il PIL non solo della nostra regione e dell'Italia intera, ma anche del singolo lavoratore.
Tale situazione è dovuta sia per le politiche liberiste, sia per la poca attenzione della governance per la problematica Parmalat.
Invito, pertanto, tutti i soggetti, politici ed economici, a seguire la questione, cercando di difendere gli interessi italiani. Perché di questo si tratta. Siamo diventati territorio di consumatori e non più di produttori".
"PARMALAT: si sparecchia la nostra tavola dell'industria alimentare – interviene Giancarlo Tagliaferri -Purtroppo, dopo il crack di Callisto Tanzi e il tentativo di sopravvivenza dell'azienda di Enrico Bondi, si rischia ora di perdere un altro importantissimo pezzo della nostra storia industriale agroalimentare, che si traduce non solo nell'evidente gravissimo rischio occupazionale, ma anche nello smantellamento di un fondamentale segmento della nostra stessa economia, a livello regionale e non solo.
Il nostro Paese è universalmente conosciuto per le sue eccellenze gastronomiche, smantellare Parmalat è come sparecchiare la nostra stessa tavola dell'industria alimentare."
La situazione preoccupa tutti i diretti interessati ma anche una comunità e tutto il pesante indotto che ruota attorno al colosso che fu di Callisto Tanzi e ora rischia definitivamente di scomparire e con esso anche l'occupazione. Per tale ragione, i tre consiglieri di minoranza in consiglio Comunale di Collecchio presenti al dibattito, Patrizia Caselli, Francesco Fedele e Walter Civetta, hanno dichiarato che chiederanno "un consiglio comunale monotematico dedicato a Parmalat" nel quale vorranno incontrare gli alti dirigenti del Gruppo.
"Il Gruppo francese Lactalis – ha concluso Tagliaferri - ha annunciato l'intenzione di acquisire il restante 3% di proprietà azionaria di Parmalat SpA per uscire da Piazza Affari e quindi procedere con una riorganizzazione aziendale. La riorganizzazione creerà 9 divisioni di cui riservata all'Italia, che accorperà Parmalat con Galbani di Milano, mentre le direzioni strategiche, commerciali e produttive, saranno assorbite dalla sede generale del Gruppo industriale con sede a Laval in Francia.
Parmalat Spa con 68 stabilimenti nel mondo, ma con il suo centro operativo a Collecchio – che ora già versa nel degrado - era radicata nella provincia di Parma, con un gran impatto occupazionale di dipendenti propri e nell'intera filiera agroalimentare della Regione Emilia Romagna. La perdita di autonomia gestionale di Parmalat metterà a rischio posti di lavoro e avrà ripercussioni su tutto l'indotto dell'ex azienda parmense."
Editoriale: -Blocco navale e ordine di sparare. Andreotti e Prodi applauditi... -Lattiero caseari. Grana Padano e Parmigiano Reggiano si prendono una pausa - Cereali e dintorni. Prezzi in flessione negativa - Polonia, inchiesta giornalistica svela possibile scandalo della carne - Torrente Enza: presentazione a Vetto della tabella di marcia - Lactalis-Parmalat-Galbani, la preoccupazione dei sindacati.-
SOMMARIO Anno 18 - n° 05 03 febbraio 2019
1.1 editoriale
Blocco navale e ordine di sparare. Andreotti e Prodi applauditi...
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Grana Padano e Parmigiano Reggiano si prendono una pausa
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. Grana Padano e Parmigiano Reggiano grafici tendenza
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Prezzi in flessione negativa
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni - tendenze
6.1 bonifica parma Corsetto, riqualificato l'impianto a servizio di un territorio di 700 ettari
6.2 scandalo carne polacca? Polonia, inchiesta giornalistica svela possibile scandalo della carne
7.1 bonifica e difesa idraulica Bonifica Parmense, impianti in funzione e maestranze a lavoro
7.2 formaggi DOP ONAF – Un movimento che cresce e porta alto un patrimonio italiano
8.1 ambiente Torrente Enza: presentazione a Vetto della tabella di marcia.
8.2 caseifici aperti 13 e 14 aprile Caseifici Aperti: un week-end alla scoperta del Parmigiano Reggiano DOP
9.1 ceta e export CETA e la Guerra dei Dazi. Claudio Guidetti, Mulino Formaggi srl, a Presa Diretta al minuto 38 circa.
10.1 parmalat Lactalis-Parmalat-Galbani, la preoccupazione dei sindacati.
11.1promozioni "vino" e partners
12.1 promozioni "birra" e partners
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di Mario Vacca Parma 3 gennaio 2019 - Rivestono sempre più importanza per i tanti imprenditori i chiarimenti delle Entrate in risposta agli interpelli presentanti da singole aziende.
Nel caso specifico in risposta all'interpello n. 10/2019 l'Agenzia delle Entrate disamina quando i benefit concessi ai dipendenti risultano esclusi dalla tassazione in busta paga e non formano oggetto di base imponibile INPS.
Anche in questa occasione l'Agenzia ha menzionato che i benefit devono riguardare esclusivamente erogazioni in natura e perseguire specifiche finalità e devono essere messi a disposizione della generalità dei dipendenti o di categorie di dipendenti confermando il principio secondo il quale perché i benefit riconosciuti ai dipendenti non generino imponibile è necessario che non siano rivolti al singolo o costituiscano vantaggi solo per alcuni lavoratori.
Con la circolare n 5/2018 l'Agenzia delle Entrate chiarisce che tale apsetto non va inteso solo con riferimento alle categorie previste nel codice civile (dirigenti, operai etc.), ma a tutti i dipendenti di un certo tipo (di un certo livello o di una certa qualifica oppure, ad esempio, tutti i dipendenti del turno di notte), purché tale inquadramento sia sufficiente a impedire la concessione di erogazioni ad personam in esenzione da imposte.
Nel caso specifico una società che gestisce un'attività di ristorazione ha presentato l'interpello per domandare il corretto trattamento fiscale di un piano di welfare comprendente una serie di servizi destinati a diverse categorie di lavoratori.
Il piano ha previsto - per la categoria dei "manager" - il diritto all'assistenza domiciliare ai familiari anziani e alla frequenza a un corso privato di lingua per i figli mentre - per la categoria degli "addetti alla sala" - (diversi collaboratori in libro matricola, di cui uno in somministrazione a tempo determinato e uno stagista extracurriculare, percettore di un'indennità inquadrabile tra i redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente), un servizio di check-up cardiaco presso una struttura sanitaria convenzionata, mentre il programma ha lasciato esclusi gli addetti alla cucina e l'addetto alla cassa.
Salta immediatamente all'occhio che il programma di welfare prospettato non offra servizi alla generalità dei dipendenti, lasciandone fuori alcuni. In questi casi ai fini della non concorrenza dei benefit alla determinazione del reddito di lavoro va verificato l'eventualità che i destinatari rappresentino una "categoria di dipendenti".
L'Agenzia nella risposta evidenzia che per quanto riguarda amministratore della società e direttore di sala l'esenzione non può essere attuabile in quanto i due beneficiari non possono essere considerati categoria omogenea dal punto di vista dell'inquadramento giuridico e contrattuale. Per quanto concerne invece gli addetti alla sala si possono considerare categoria omogenea dal punto di vista contrattuale, incorporando anche lo stagista (titolare di reddito assimilato) e all'addetto alla sala assunto con un contratto di somministrazione a tempo determinato, cosi come previsto dall'art. 51 del TUIR
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