Verstappen trionfa ed allunga nel mondiale. La Ferrari fa scelte insensate e distrugge la gara di Leclerc, solo sesto al traguardo. Sainz è quarto. Sorridono i piloti Mercedes, con Hamilton secondo davanti a Russell.
di Matteo Landi
Scuse. Alle fine di una gara disastrosa, a causa principalmente di terribili errori strategici che hanno spento le ambizioni di Leclerc e reso difficile la vita di Sainz, sono mancate ancora una volta loro, le scuse. Moderato, equilibrato, il team principal Binotto, nelle dichiarazioni. Nonostante una batosta non da poco, subìta proprio nella gara che avrebbe potuto, nelle previsioni dell'ingegnere di Losanna, segnare una sonante doppietta Rossa. Mattia non si tira mai indietro, ed è sempre pronto a metterci la faccia. Però mancano sempre loro, quelle scuse che dovrebbe rivolgere ai tifosi e soprattutto ai suoi piloti. La Ferrari ha affrontato oggi le condizioni peggiori per le caratteristiche della sua vettura. Venerdì la F1-75 volava, mentre con temperature più basse è assai vulnerabile. Nonostante questo Leclerc è riuscito, al 31esimo giro, ad infilare Russell, e portarsi in testa alla gara. Ma al secondo pit stop del monegasco il box Rosso ha deciso di montare sulla n°16 le gomme più dure. Gli pneumatici che persino Pirelli non credeva che le squadre avrebbero usato, tanto più in condizioni di asfalto freddo, e con una leggera pioggia che andava ad intensificarsi. La gara di Charles è naufragata in quel momento. Costretto pure ad un'ulteriore sosta, per montare le gomme più morbide, preso dalla disperazione. La Ferrari aveva l'opportunità di colpire, nel giorno in cui Verstappen scattava solamente decimo, a causa di problemi tecnici patiti dalla sua Red Bull in qualifica. Ma neache Sainz è riuscito a contenere la rimonta di Mad Max. Lo spagnolo, partito come Leclerc con pneumatici a mescola media, al contrario dei principali rivali, non ha dovuto compiere alcun giro con gomme dure, ma non è riuscito comunque a brillare. Nel complesso è parso comunque distante dalle prestazioni di Leclerc (nonostante la grande prima fila in griglia conquistata), fino a quando il monegasco ha potuto rendere al meglio. Quarto Sainz, sesto Leclerc, sul podio hanno festeggiato Verstappen, Hamilton e Russell. E mentre in Red Bull festeggiano la grande rimonta del campione del mondo in carica, ed in Mercedes gioiscono per una ritrovata competitività, in Ferrari si leccano le ferite. Ed adesso in classifica costruttori la squadra della Stella a Tre Punte soffia sul collo del Cavallino Rampante. Nonostante il team di Maranello abbia potuto disporre per la maggior parte del campionato della migliore vettura. Ed illuso che questo potesse bastare per sognare il titolo.
Verstappen: un uomo solo al comando
Ancora vincente. Sempre più al comando. Verstappen ha trionfato anche oggi. Il Max sconsolato di Melbourne, abbattuto dal secondo arresto a vuoto subìto nelle prime tre gare, è un lontano ricordo. Ottanta punti adesso lo separano dal secondo in classifica. I tifosi orange sono pronti a godersi una lunga cavalcata finale, all'interno di un campionato dominato nonostante non abbia spesso disposto della migliore monoposto. Ed oggi Max ha pure sbagliato, quando è malamente finito in testacoda subito dopo aver superato Leclerc. L'olandese ha però mantenuto il sangue freddo ed ha immediatamente infilato nuovamente il pilota Ferrari, in crisi con la mancanza di aderenza generata dagli pneumatici duri. A Verstappen tutto gira bene, anche quando sembra nella giornata più difficile. E questo grazie alle capacità sue, ed agli errori compiuti dal box Ferrari.
Mercedes seconda e terza
Rinata. Non sanno esattamente perché, ma in alcune circostanze la Mercedes si trasforma da ranocchio a principe. Sabato Russell ha segnato un'incredibile pole position, la prima della sua carriera, asfaltando il compagno Hamilton. Il sette volte iridato si è rifatto oggi, nel giorno in cui si assegnano i punti, superando nel finale il team mate. Seconda e terza, Toto Wolff, considerando le difficoltà fin qui incontrate quest'anno, ha festeggiato il doppio podio con la stessa enfasi con cui negli scorsi anni salutava una vittoria. La "lunga" pausa estiva, il mondiale tornerà l'ultimo weekend di agosto in Belgio sulla stupenda pista di Spa, arriva nel momento più sereno per Red Bull e Mercedes, ed in quello più tormentato per la Ferrari, messa di fronte all'impossibilità di chiarirsi i tanti dubbi, a causa dello stop obbligatorio delle attività aziendali.
Grazie di tutto Seb
La stupenda vittoria di Mansell ottenuta nel 1989 dopo una rimonta da antologia, il trionfo di Schumacher del 1998, arrivato con una strategia applicabile solo dal Campione tedesco, sono solo due delle tante soddisfazioni che sull'Hungaroring la Ferrari si è tolta. L'ultimo successo del Cavallino avvenne nel 2017, grazie a Vettel. Un pilota che tanto ha dato alla Scuderia italiana, seppur non riuscendo a cogliere con essa quel titolo iridato che ha artigliato ben 4 volte con Red Bull. Oggi il campione tedesco ha corso per l'ultima volta con una F1 sul tracciato ungherese, terminando decimo ed a punti nonostante un'Aston Martin recalcitrante. Pochi giorni fa ha infatti annunciato il ritiro dal Circus, che avverrà al termine di questa stagione. La gioia sua e del box Toro Rosso dopo la prima vittoria a Monza 2008, i trionfi in serie ottenuti su Red Bull, il suo salto sul podio, a replicare quanto faceva il suo idolo Michael Schumacher, vestito di Rosso. Ci mancherai. Così come sentiremo le mancanze di quell'Uomo capace di alzare la voce contro le ingiustizie, pronto a prendere una chiara posizione, a differenza di tanti più timidi colleghi. Ti attendono le ultime nove gare della tua gloriosa carriera, e noi sogniamo un tuo ultimo lampo. Intanto, grazie di tutto Seb!
Sulla pista Red Bull trionfa la Ferrari con Leclerc, che finalmente ritrova il successo al termine di una gara emozionante. Sainz si ritira con il motore in fiamme. Mick Schumacher, eletto pilota del giorno, è gran sesto.
Verstappen è implacabile, non sbaglia e resiste ad un grande Sainz, per una volta nelle vesti del caposquadra. Leclerc rimonta, dopo essere scattato dal fondo della griglia, e termina in quinta posizione. Hamilton torna sul podio.
Al muretto azzeccano la strategia giusta ma la power unit tradisce Leclerc. Anche Sainz stoppato da un problema tecnico. La classifica Rossa ora piange. A Baku trionfa la Red Bull, che si invola nel mondiale.
di Matteo Landi
In casa Ferrari temevano la maggiore velocità delle Red Bull sul rettilineo di Baku. Ma con la meravigliosa pole position conquistata sabato da Leclerc, l'ennesima, si dimostra la velocità del pilota, senza dubbio il più rapido fra i venti del massimo campionato, e la performance di una vettura nata veramente bene. Binotto e soci, prima della gara, sapevano che sarebbe stata dura contro Verstappen e Perez, entrambi in forma smagliante e al volante di una monoposto sul giro forse appena inferiore alla Rossa, ma tendenzialmente più veloce sul dritto. Al via lo scatto di Leclerc non è stato impeccabile, e Perez è riuscito agevolmente ad involarsi in prima posizione. Paradossalmente Charles si è ritrovato nella posizione ideale per potersi difendere dagli attacchi del giovane olandese: sul dritto il monegasco ha sfruttato la scia offerta dalla Red Bull leader e Max non è mai riuscito ad avvicinarsi troppo. La prima doccia fredda per il box Ferrari arriva al nono giro, quando la vettura di Sainz si ammutolisce per un problema idraulico. La sfortuna dello spagnolo si trasforma però in un assist prezioso per Leclerc che imbocca la corsia box appena la direzione gara congela la corsa con una virtual safety car. I due piloti Red Bull invece perdono l'attimo, o semplicemente optano per una diversa strategia. Al termine del primo giro di soste box dei leaders Charles si ritrova primo, con ampio margine, avendo il monegasco effettuato il cambio gomme mentre gli altri erano costretti ad un'andatura a velocità ridotta. Nonostante un tentennamento dei meccanici nell'esecuzione delle operazioni ai box (Binotto garantisce che i tecnici eseguono moltissime prove, ma gli errori, sotto pressione, non mancano) finalmente Leclerc sembrava poter concretizzare in punti quanto ottenuto al sabato, ed il team di Maranello poter gioire per una strategia corretta, dopo gli errori compiuti nel Principato di Monaco. Una soddisfazione durata solo una manciata di giri. Al 20esimo una fumata bianca è uscita dal posteriore della F1-75 di Leclerc. Una nuvola che oscura pesantemente le ambizioni iridate del monegasco. L'ennesima doccia fredda per la Ferrari, mai così inaffidabile negli ultimi 13 anni circa.
Leclerc, a quota 15 pole position, meriterebbe di meglio
Una furia quando contano concentrazione, velocità ed instinto. Fra i migliori sul passo gara. Raramente Leclerc sbaglia, eppure adesso si ritrova a 34 punti di distacco dal leader del mondiale Verstappen. Avrebbe potuto vincere quasi tutte le gare di questa prima parte di stagione. Ed invece, a fronte di ben 6 (!) pole position, può vantare "solo" due successi di tappa. Sono numeri che avrebbero fatto gioire Binotto e compagni la scorsa stagione, quando con una vettura zoppicante e poco sviluppata Leclerc e Sainz sono riusciti ad issare in terza piazza fra i costruttori il team di Maranello, ma che gettano nello sconforto l'intera Scuderia nel tanto atteso 2022, l'anno "della riscossa". Ancora è presto per gettare la spugna (con una monoposto del genere sarebbe un errore incredibile) ma in Ferrari qualche domanda dovranno pur farsela. Che fine ha fatto la tanto osannata affidabilità, dimostrata sul campo, delle prime gare? Gli sviluppi hanno consentito alla Rossa di rimanere al top in termini di prestazioni, a discapito però della tenuta? Quanto erano evitabili queste battute d'arresto?
Red Bull, non vincono i più rapidi (forse) ma, ai fini della classifica, che importa?
Ride bene chi ride ultimo, mai detto è stato così calzante per Verstappen e Perez! Di poco dietro al compagno in qualifica, Max in gara, beneficiando di qualche pasticcio del box del messicano e di una maggiore costanza nel passo, è riuscito a far meglio del vicino di garage e tanto gli è bastato per portare a casa l'ennesima coppa riservata al primatista di tappa. Fortunati, forse, ma in fondo che colpe hanno gli anglo-austriaci se i fortissimi rivali sgretolano le loro ambizioni sulla distanza? Ed adesso entrambi comandano il mondiale guardando tutti dall'alto. Le uniche preoccupazioni per Horner potrebbero derivare dalle lecite ambizioni di Perez, mai così vicino alle prestazioni del campione del mondo in carica, mentre i team radio sembrano confermare delle gerarchie di squadra che vedono in Verstappen il pilota di punta. Una lotta interna che in Red Bull proveranno a rimandare, in attesa degli sviluppi del campionato. Problemi che, al momento, Binotto vorrebbe avere.
Mercedes inguardabile, ma Russell va ancora a podio!
Alle spalle del duo vincente è arrivato un incredibile George Russell. Vero, guida una Mercedes, ancora non in grado di vincere ma pur sempre una monoposto prodotta dagli ultimi trionfatori seriali. Ma basta guardare le immagini in televisione per renderci conto di quanto sia difficile da domare questo mostro di inefficienza, un progetto stranamente sbagliato da una compagine abituata a vincere dal 2014, ovvero dall'inizio dell'Era turbo-ibrida. Una vettura che sta distruggendo fisicamente (non ancora psicologicamente) Hamilton, in difficoltà a fine gara (quarto al traguardo) a scendere dalla sua auto. Una monoposto che fatica a stare in strada in rettilineo, protagonista di una successione di saltelli così accentuata da non consentire ai piloti che la guidano di comunicare con il loro box sul dritto.
Gasly e Vettel i migliori degli altri. Ferrari, anche i clienti soffrono
Alle spalle del duo Mercedes è arrivato quinto Gasly, che ha portato alla classifica AlphaTauri un ottimo bottino di punti, e sesto l'inossidabile Vettel, autore di una prestazione convincente e arcigna al volante della sua Aston Martin. Sorpassi, staccate a ruote fumanti, dritti nelle vie di fuga, il tedesco ci ha fatto divertire. Dietro al quattro volte iridato è arrivato Alonso, la sua Alpine è parsa imprendibile in rettilineo, ed il duo McLaren, con Ricciardo (bella prova dell'australiano!) davanti a Norris. Nessuna gioia per i colori del Cavallino: neanche una monoposto cliente è riuscita a cogliere punti. Bottas, 11esimo, e Mick Schumacher, 14esimo, sono stati gli unici piloti motorizzati Ferrari a vedere il traguardo.
Una lunga intervista senza freni sulla lingua. Con aneddoti succulenti e meravigliosi. Viaggio nella carriera di un pilota che ha segnato il mondo dei motori, vincendo in lungo e in largo, e vivendo in prima persona una passione che oggi racconta nel suo talk show.
di Matteo Landi
Non avrebbe bisogno di presentazioni. Per coloro che seguono marginalmente il motorsport andiamo a ricapitolare i punti salienti della vita, agonistica e non solo, di chi ho avuto la fortuna di intervistare. Thomas Biagi nasce nel 1976 a Bologna, vince di tutto in kart e ben figura in Alfa Boxer, ed in F3. Vicecampione dell'Euro 3000 nel 2001, subito alle spalle di Felipe Massa, vince poi il mondiale GT nel 2003 al volante della Ferrari 550 Maranello, si ripete quindi nel 2007 con la Maserati MC12. Svolge svariati test in F1, dall'esibizione al Motorshow di Bologna con la Jordan a quella al volante della Ferrari F300 al Ferrari Days. "In più di un'occasione ho provato la F300, con il reparto Corse Clienti, ed ho guidato inoltre la 639 di Nigel Mansell e la F2002 di Schumacher", precisa Thomas. Ed inoltre quello con Midland, in cui aveva brillato. "Vero, nel 2005 a Jerez fu una bellissima esperienza, 92 giri, tanti km, più di un GP di F1. Purtroppo mancarono i quattrini per riuscire a firmare un contratto, che mi sottoposero subito dopo il test. Non c'erano le risorse finanziarie che la F1 richiede per poter partecipare, quando un pilota comincia il suo percorso nella massima formula". Risorse che la ex-Jordan cercava per sopravvivere, "ma tuttora le squadre, tolti i top team, vedi ad esempio Williams con Latifi, cercano piloti con risorse importanti. I budget per accedere in F1 oggi sono diventati mostruosi. Non dimentichiamo che lo stesso Schumacher fece il suo debutto nel Circus pagato da Mercedes. Anche per lui gli inizi in F1 senza "mamma Mercedes" non ci sarebbero mai stati". Successivamente e contemporaneamente alla sua carriera di pilota è entrato nel mondo della comunicazione, collaborando con SKY e fondando BAR Motorsport.
Come ti sei avvicinato al Motorsport, Thomas?
"All'età di 8 anni. Abitavo in una zona industriale, nel basso ferrarese. Una domenica mi trovavo a casa da solo, sentii un rombo attraverso la finestra. Era il meccanico del paese, un nonno che portava il nipote in zona industriale a girare con un kart. O meglio, 4 tubi saldati, ruote e motore di una Vespa ed il volante. Dopo tre ore che stetti a guardarlo, un pomeriggio intero, questo nonno mi fece salire al volante. Da lì mi sono innamorato dei motori. Un amore a prima vista che non è mai calato. Un crescendo fino ad oggi, e sono passati quasi 40 anni"
Ad un certo punto della tua carriera hai virato verso le ruote coperte. Che consigli daresti a quei tanti giovani che corrono nelle varie formule propedeutiche nella speranza di arrivare, un giorno, in F1? Un mondo che offre solo 20 sedili (forse 22 in un prossimo futuro, visto il progetto di Andretti...).
"Quando ho debuttato nel mondiale FIA GT fui uno dei più giovani, nonostante avessi 26 anni. Hanno seguito il mio esempio molti altri. Al debutto pensai che avrei potuto farlo prima. O si hanno decine di milioni di euro di budget, o si è un talento sopra la media a livelli mostruosi, altrimenti in F1 non ci si arriva. Quindi, giovani, se non avete risorse da oligarca è meglio dedicarsi da subito al mondo delle ruote coperte. Oggi c'è stato un escalation di costi nelle monoposto, a partire dalla F4. Una stagione costa cifre non pronunciabili"
Molti ex-formulisti sono infatti recentemente entrati nel mondo delle GT...
"C'è un imbuto strettissimo, ti ritrovi contro il muro, dopo la F2. O hai un budget di decine di milioni di euro, o hai vinto al primo colpo in F2, diversamente non c'è altro da fare che buttarsi nelle ruote coperte, che sia GT, LMP2, LMP1, ora Hypercar"
Inoltre, i weekend di gare per vetture a ruote coperte, sono per gli spettatori delle stupende occasioni per andare in circuito. Biglietti gratuiti o a prezzi abbordabili, vetture stupende, grandi piloti. La nuova carriera in auto di Valentino Rossi ha aumentato la visibilità del mondo GT.
Oltre al Thomas Biagi pilota conosciamo anche il commentatore e produttore di contenuti. Come pensi sia cambiato oggi il mondo della comunicazione, soprattutto con l'avvento dei social?
"Avviene tutto più rapidamente. Una volta si aspettava il martedì in edicola Autosprint. Oggi molte notizie un'ora dopo che sono uscite, se non pubblichi subito, diventano vecchie. Tutto più frenetico e nei social è necessario essere bravi a capire quali sono le fonti ed i canali più attendibili, considerando la presenza di persone che si improvvisano e pensano di poter essere dei comunicatori o che addirittura si spacciano per giornalisti"
A BAR Motorsport hai spesso giornalisti famosi e noti, come Mario Donnini...
"E Alberto Sabbatini, grande amico e presenza quasi fissa, Leopoldo Canettoli e Carlo Cavicchi. Tanti giornalisti. Anche ingegneri e piloti importanti del mondo della F1 e non solo. Da Giancarlo Minardi a Stefano Domenicali, da Patrese a Andretti...una lista lunghissima"
Le recenti puntate su Elio De Angelis e Gilles Villeneuve sono state meravigliose. Come presenteresti BAR Motorsport a chi ancora non ha avuto modo di conoscerlo?
"BAR Motorsport è il primo vero talk show strutturato, nato durante il lockdown con un particolare format, che in molti hanno poi ripreso. Nato con lo scopo di rendere il pubblico protagonista, primo mio obiettivo, essendo io stesso in primis un appassionato. Un talk show senza freni sulla lingua. Cerchiamo di raccontare il mondo del motorsport in modo diverso, più profondo. Non abbiamo i tempi televisivi, non abbiamo ancora interruzioni pubblicitarie. Tiriamo fuori le emozioni ed i ricordi più belli delle persone che hanno fatto il bello del motorsport"
A proposito di ricordi. Domanda dalla risposta quasi scontata (vedi le immagini sui gadget di BAR Motorsport...): fra 550 Maranello ed MC12?
"In realtà sono due vetture che porto nel cuore, eccezionali. Due progetti diversi, con filosofie diverse. Ferrari con motore anteriore, senza controlli ed aiuti elettronici, un motore mostruoso da gestire con solo l'acceleratore, una macchina molto fisica. Maserati MC12, vettura molto evoluta, concetto diverso, della quale mi sono innamorato dal primo giorno. Non solo per una questione estetica. Un'auto di quasi 20 anni fa ma, a vederla, sempre attuale"
Fra l'altro una vettura colpita da molte limitazioni regolamentari, come un'ala posteriore più stretta...
"Muso accorciato, taglio di potenza. Hanno voluto castrarla. Un progetto eccezionale. Gli ingegneri furoni fantastici. Molti venivano da Ferrari, anche F1. Costruirono una macchina imbattibile e stupenda"
Tornando alla tua esperienza nell'Euro 3000. Arrivasti alle spalle di Felipe Massa. Ti immaginavi, all'epoca, che il brasiliano sarebbe poi diventato il pilota che abbiamo conosciuto in F1? Pensi che, in "circostanze" diverse, avresti potuto batterlo?
"Per citare Carlo Vanzini, era un predestinato. Mi aspettavo quindi che sarebbe approdato in F1. Aveva già un contratto Ferrari mentre correva con me in F.3000. Posso pregiarmi del fatto che sono stato l'unico a batterlo in due qualifiche. A Donington, dove vinsi la gara, ed a Monza dove feci la pole position con record della pista. Voglio citarti una dichiarazione di Massa, che ho nel mio archivio. Intervistato alla penultima gara gli chiesero cosa pensasse di me. Ebbene, rispose dicendo che ero un pilota in grado di arrivare in F1. Mi fece molto piacere la sua risposta. Sono passati, ad oggi, 21 anni circa. Era un pilota forte ed al tempo stesso un predestinato"
Felipe approdò poi effettivamente in F1, categoria a cui tu stesso sei andato molto vicino, dopo il probante test con la Midland..
"Purtroppo non avevo alle mie spalle multinazionali. I pochi amici, sponsor, che mi supportavano, non avevano i numeri per potermi garantire un ingresso. Pochi sanno che due anni dopo mi venne offerto il sedile che fu di Winkelhock, al Nurburgring. Purtroppo non avevo un euro per potermelo permettere, anche solo per un unico GP. Guardando la gara in TV provai una certa emozione"
Ricordiamo che Winkelhock, correndo solo quella gara, ha stabilito una serie incredibile di record. Fra cui la miglior percentuale in termini di giri percorsi in testa in carriera. Tutto all'interno della memorabile gara in cui Hamilton fu rimesso in pista con la gru, sotto il nubifragio. Detto della F1, ricordiamo che hai vissuto pure la magia di Le Mans...
"L'ho fatta tre volte. Correndo nelle prime posizioni in classifica. In GT1, in GT2 ed in LMP2, ma per problemi meccanici o errori del mio compagno di squadra ci siamo sempre dovuti ritirare. Nel corso della notte o all'alba. Una grande amarezza perchè arrivare sul podio a Le Mans per un pilota è qualcosa di immenso"
Una 24 ore spietata...
"Una delle gare più probanti ed impegnative al mondo. Da veri gladiatori"
Cosa pensi Thomas delle attuali F1 turbo-ibride ad effetto suolo?
"Vetture molto veloci ma troppo grandi, lunghe e pesanti. Probabilmente sarebbe più bello, da pilota, avere un'auto più agile e leggera, magari con meno cavalli, ma meno pesante, senza quell'aspetto che la rende un camion"
Le immagini di un passato, neanche troppo lontano, di vetture più agili nei cambi di direzione confermano la tua tesi. Toto Wolff vorrebbe cambiare il circuito di Monaco, forse sarebbe più opportuno modificare le vetture.
"Vero"
Trovi sia più dura la vita del pilota o quella del conduttore/produttore di contenuti?
"Bella domanda. Quella del pilota è molto difficile. Lotti ogni giorno con il centesimo di secondo. Nel caso di BAR Motorsport se un giorno sei più stanco ed anzichè dare il 120% rendi il 95% non accade niente di grave. Nel mestiere di pilota devi dare sempre più del massimo, se non vuoi essere allontanato dall'ambiente. Un mestiere non tutto rose e fiori come sembra"
Anche per la ricerca del budget...fattore comunque importante anche nella comunicazione
"Sicuramente"
Thomas, ci avviciniamo alla grande festa di BAR Motorsport..
"Sarà il 25 giugno, a San Marino, presso la sede di BAR Motorsport. Chi ci segue sui social può trovare tutte le informazioni. Inizieremo in tarda mattinata e finiremo la sera. L'obiettivo è incontrarsi fra appassionati, dialogare. Ci sarà inoltre un mercatino di miei oggetti che verrano quasi regalati. Vi invito a venire, sarà una grande occasione per condividere la passione per il motorsport!"
Sulla pagina "https://www.facebook.com/barmotorsportofficial/" potete vedere le puntate di BAR Motorsport e tenervi aggiornati in vista del grande evento.
Il motosport in Emilia-Romagna e dintorni è più vivo che mai, anche grazie a chi ci mette faccia e passione ogni giorno. Grazie Thomas!
Ferrari a due facce: errori di strategia penalizzano Leclerc, solo quarto al traguardo dopo una pole position magistrale. Sainz non riesce a passare Perez, che trionfa. Terzo Verstappen. Ferrari, c'è sempre qualcosa che impedisce di gioire.
GP di Spagna: Leclerc domina, dopo una pole position da urlo, ma la sua Ferrari lo tradisce. Vince un fortunato (ed aiutato) Verstappen, davanti a Perez e Russell. Sainz sbaglia e non va oltre un amaro quarto posto.
di Matteo Landi
Un pugno nello stomaco. Leclerc non vuole crederci, la realtà da dolce si fa amara, tutto d'un tratto. Il monegasco è solo davanti a tutti, con ampio margine, quando al 27esimo giro all'improvviso rallenta. Si ripresentano i fantasmi del Bahrain 2019, quando vicino alla sua prima vittoria in carriera, dopo una gara magistrale, si ritrovò costretto alla resa a causa di inaspettati problemi di affidabilità. La Ferrari, quest'anno, sotto questo punto di vista aveva rasentato la perfezione. Red Bull no, ed infatti il team condotto da Mattia Binotto era riuscito a costruire un cospicuo vantaggio in classifica. Che adesso non c'è più. Poteva, doveva, essere la gara della riscossa per Leclerc, dopo i mezzi passi falsi di Imola e Miami. Charles ce l'ha messa tutta. Ha emozionato in qualifica, artigliando una pole position leggendaria. Ha dominato fin quando ha potuto. Fin quando la sua Rossa ha emesso l'ultimo respiro. Ed adesso, a pochi giorni dalla gara di casa, a Monaco, Leclerc si ritrova staccato di sei punti in classifica, passato da un Verstappen fortunato ed aiutato.
Verstappen vince grazie al sacrificio di Perez
Nel giorno in cui Max si rivela meno perfetto del solito, paradossalmente, piazza un destro micidiale alle ambizioni Ferrari. C'ha creduto, come sempre, eppure questa vittoria ha i suoi lati oscuri. Dall'errore che lo ha portato nella sabbia (spinto dal vento, bravo a gestire la vettura nella ghiaia), alle due volte in cui ha avuto bisogno del sacrificio del compagno Perez, costretto a farsi passare per ordine di squadra. Il messicano sognava altro quando pensava a cosa avrebbe vissuto al volante di una vettura al top. La Red Bull l'ha salvato dalla pensione, quando Racing Point gli ha preferito Vettel, adesso però la sta ripagando con interessi. Ad un tasso altissimo. Quando nel 2002 Barrichello si fece da parte in favore di Michael Schumacher successe il finimondo. E l'alterazione della cerimonia del podio fu la ciliegina su una torta montata male. Successivamente la Federazione vietò gli ordini di squadra. Poi riammessi dato che i team li celavano dietro ad indicazioni "criptate". Adesso l'ordine di scuderia pare normale, una qualcosa che fa parte del gioco. E così ormai è. A rimetterci è la dignità di un pilota che in carriera ha comunque vinto due gare, e tenuto sul filo del rasoio con rinnovi annuali (ne ricordate altri?). Va sicuramente peggio ad un operaio metalmeccanico con contratto a tempo determinato, ovvio, ma l'alterazione dei risultati delle gare lasciano sempre l'amaro in bocca. Al sacrificato di turno, oggi Perez, ed agli appassionati che si aspettano gare vere, sincere ed avvincenti. Congratulazioni comunque a Verstappen, in grado di vincere nonostante qualche problema tecnico, come un DRS funzionante a tratti.
Russell, che gara!
Detto di Leclerc, l'altro eroe di giornata è indubbiamente George Russell. Prima dell'inizio del mondiale lo davano sfavorito nel confronto con il pluridecorato Hamilton. Destinato ad essere il Bottas versione 2.0, in attesa di vederlo crescere. L'inglesino invece ha già messo in dubbio le gerarchie all'interno del box anglo-teutonico, riuscendo costantemente a stare davanti ad Hamilton. Il sette volte iridato ha certamente corso bene, risalendo dal fondo dopo uno sfortunato contatto con la Haas di Magnussen al primo giro. Ha tuttavia ben più impressionato la tremenda lotta in pista fra il suo team mate e Verstappen. In seguito al già citato fuoripista l'olandese si è ritrovato dietro alla Mercedes n°63, a lungo ha provato a passarlo, ma Russell ha rintuzzato alla grande ogni tentativo di Mad Max. Solo differenziando la strategia Verstappen è riuscito ad avere la meglio, ma siamo certi che sognerà a lungo il posteriore della W13. È evidente che in Mercedes hanno portato degli sviluppi importanti, e questi hanno permesso ai piloti di lottare con Red Bull e con Sainz. Lo spagnolo ha avuto la meglio su Hamilton solo grazie ad un problema tecnico subìto dalla vettura di Lewis. Se il quinto posto del pilota n°44 ha il sapore della rinascita, il quarto di Carlos è da catalogare fra i suoi peggiori risultati in carriera.
Sainz, urge una riscossa
Sarebbe dovuto essere là davanti, pronto ad approfittare della sfortuna che ha colpito il compagno di squadra. Davanti al suo pubblico, Sainz è stato autore di una prestazione veramente opaca. Una folata di vento lo ha indotto all'errore ma, a differenza di quella di Verstappen, la sua è stata un'uscita rovinosa. Entrato troppo veloce nella ghiaia ha probabilmente danneggiato il fondo della sua vettura, e per lui è piovuto sul bagnato. Qual'è il vero Sainz? Quello che nella scorsa stagione ottiene più punti di Leclerc, o il pilota poco concreto che, finalmente al volante di una vettura da vertice, sbaglia qualcosa ogni weekend di gara? I 26 punti che Ferrari accusa di distacco dalla Red Bull fotografano male una situazione che per la Rossa potrebbe essere ben più florida, se solo lo spagnolo si fosse rivelato più concreto. Il talento ce l'ha, la fiducia in sé stesso anche. Ancora non ha il giusto feeling con la monoposto 2022. Deve trovarlo, velocemente.
Bottas-Alfa Romeo, un binomio che funziona
Avete presente quel pilota lo scorso anno al centro delle critiche in quanto bastonato dal compagno Hamilton? Bollito, buono solo a fare il maggiordomo di Sir Lewis. Ne abbiamo lette di tutti i colori nei suoi confronti. Eccolo là, oggi, capace di issare in zona podio quell'Alfa Romeo che la scorsa stagione pascolava nelle retrovie. Negli ultimi giri non ha potuto far altro che arrendersi alle migliori prestazioni di Ferrari e Mercedes, transitando sesto sotto alla bandiera a scacchi. I suoi giri in top three rimarranno però ben impressi nelle menti dei tifosi alfisti. Quanto è stato bello rivedere il marchio del Biscione lassù, dove merita! Ed in classifica Alfa Romeo rimane ben salda in quinta posizione. Grazie al finlandese. Chapeau Valtteri!
Mick, che peccato!
Ha fatto sognare. Dopo una partenza lampo era addirittura sesto. Leggere "MSC" nelle prime posizioni è stata emozione pura. Mick Schumacher aveva bisogno come il pane di un risultato in top ten e lungamente è sembrato potesse riuscirci. Dopo una bella qualifica, allo spegnimento dei semafori, ha approfittato, appunto, di un bello scatto da fermo per issarsi in posizioni a lui non abituali. Ben presto ha dovuto arrendersi alla maggiore velocità dell'Alfa Romeo di Bottas. Fra sorpassi subìti ed effettuati è comunque riuscito a rimanere costantemente intorno alla decima posizione, prima della resa definitiva nel finale, quando con gomme usurate nulla ha potuto contro avversari con pneumatici più freschi. Così è andata per lui in archivio un'altra gara in cui non è riuscito a muovere la classifica. Peccato.
Signore e Signori, Monaco!
Adesso tocca a Monaco. Non c'è pausa per i piloti del Circus che nel prossimo fine settimana scenderanno in pista sul cittadino di Montecarlo. La Ferrari ha mostrato a Barcellona di trovarsi particolarmente a suo agio nell'ultimo settore, quello più lento della pista catalana. I presupposti per vedere la Rossa al vertice anche domenica 29 maggio ci sono tutti. Sperando che la Ferrari ritrovi la necessaria affidabilità. Monaco, teatro di gare pazze, come quella del 1996 vinta dall'outsider Panis, e di molte gare soporifere. La qualifica sarà determinante, superare sarà difficilissimo. Le strategie e gli errori possono sempre stravolgere una gara che si svolge fra guard rail e tombini. Il mondiale 2022 si sta rivelando tutt'altro che monocorde e scontato. Ed anche a Monaco, probabilmente, ne vedremo delle belle (o delle brutte, dipende dai punti di vista).
Verstappen e Leclerc danno spettacolo. Quello vero. Vince l'olandese, che si aggiudica il primo GP di Miami. Sainz completa il podio dopo una bella lotta con Perez.
Disastro Rosso. Leclerc solo sesto, trionfa Verstappen davanti a Perez. Il pubblico, nonostante il freddo, la pioggia ed il fango, è tornato a regalare le emozioni più grandi
A Roma è andato in scena il campionato mondiale per monoposto elettriche. La Jaguar e Mitch Evans ottengono due straripanti vittorie. Giovinazzi, al debutto sul circuito dell'Eur, non va oltre un 18esimo posto ed un ritiro.
di Matteo Landi
Neozelandese, classe 1994, Mitch Evans se non lo ha già fatto starà pensando di comprare casa nella Città Eterna. Questo weekend la Formula full electric è tornata a Roma per un doppio appuntamento dominato in lungo e in largo dal pilota di Auckland. Delle quattro vittorie conquistate in carriera ben tre le ha artigliate sull'asfalto dell'Eur. Il solito pubblico numeroso è accorso questo fine settimana sul circuito che si snoda fra Colosseo Quadrato, Obelisco e Palazzo dei Congressi. Uno dei tracciati più lunghi del calendario, assai tecnico e ricco di insidie per i 22 concorrenti che si sono sfidati a suon di ruotate e staccate al limite. Il fischio tipico delle powertrain elettriche ha preso il posto del rombo dei motori "tradizionali", niente DRS, dell'ala mobile che in altre formule permette a chi attacca di godere di un notevole vantaggio in velocità di punta, qui, in Formula E non c'è bisogno. Per vivacizzare ancora di più le corse ci sono l'attack mode ed il fanboost, due modi diversi per ottenere un surplus di potenza. Nel primo caso serve passare in un punto definito fuori traiettoria, nel secondo è il pubblico a decidere chi può beneficiarne. Pazienza se i "puristi" storcono il naso, qui si punta al divertimento, senza dimenticare il mare di tecnologia (pulita) portato in pista dai vari costruttori. Nel 2011 Ecclestone bocciava definitivamente il progetto Formula 1 a Roma. Il sogno di vedere dei bolidi sfrecciare sulle strade della Capitale pareva definitivamente tramontato. Fino all'arrivo della chance Formula E. Una categoria nata con l'idea di far correre delle monoposto altamente prestazionali e totalmente elettriche sui circuiti cittadini di tutto il mondo. Nel 2018 Roma abbracciava il giovane campionato divenendone una delle tappe più attese da addetti ai lavori ed appassionati. E anche questa doppia edizione non ha tradito le aspettative.
Alla partenza di gara 1 gli occhi erano tutti sul poleman Vandoorne, intento a difendersi da Frijns, mentre a centro gruppo già si innescavano i primi contatti. Qualificato nono ha iniziato a farsi strada il vincitore dell'edizione 2019, Mitch Evans. Più cauto nelle prime fasi si poi scatenato nella seconda parte. Perfettamente a suo agio sui veloci sali-scendi dell'Eur ha domato la sua Jaguar, facendosi strada in mezzo agli avversari, fino a raggiungere ed avere la meglio sui due di testa, Frijns e Vandoorne, il primo su Audi-Envision, il secondo su Mercedes. Superati si è poi involato davanti a tutti, non facendo prigionieri. La gara odierna sembrava appannaggio dell'ex F1 Vergne, scattato in pole position dopo una bella qualifica. Il francese ha dovuto difendersi da Frijns, Dennis e Lotterer, ma niente ha potuto contro il devastante Evans. Il neozelandese è rimasto nell'ombra per circa metà gara, poi come nel primo round romano si è scatenato venendo fuori sulla distanza. Una doppietta impressionante quella messa a segno dal pilota Jaguar.
Tanta speranza era riposta nella gara dell'ex pilota Alfa Romeo F1 Antonio Giovinazzi. Al debutto, in una categoria completamente diversa rispetto alla massima Formula, il classe 1993 di Martina Franca sta incontrando non poche difficoltà nel suo processo di adattamento alla nuova realtà tutta elettrica. Vetture rapide ma meno potenti rispetto a quelle a cui era abituato, con poco carico aerodinamico, poca aderenza, gomme scolpite, lanciate in circuiti cittadini, angusti e ricchi di insidie. Antonio sapeva che la sua nuova realtà gli avrebbe riservato molte difficoltà, ma forse quanto ottenuto in questi primi cinque appuntamenti va oltre le sue peggiori aspettative. A Roma è stato costantemente in fondo al gruppo, e dopo il 18esimo posto di gara 1 è addirittura arrivato il ritiro in gara 2. Giovinazzi ci mette tutto l'entusiasmo del mondo, ma per adesso non basta. La speranza è che con l'esperienza l'italiano riesca a trovare il giusto feeling con la sua Dragon Penske così da presentarsi al prossimo E-Prix italiano ben più in forma. In attesa che la Formula E torni ancora a Roma, ricordiamo che l'accordo è valido fino al 2025, l'Eur saluta l'Imperatore Mitch, mentre il box Jaguar festeggia la doppia affermazione nella Città Eterna. E grazie ancora Formula E, ci hai fatto divertire.
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