Bagno di folla per l'artista romana che ha presentato il suo film nell'ambito di "Teatro e Legalità" -
Reggio Emilia, 2 febbraio 2015 – di Federico Bonati -
Grande evento nell'ambito della terza edizione di "Teatro e Legalità" promossa e realizzata da Noveteatro: al teatro "Tagliavini" di Novellara è giunta Sabina Guzzanti a presentare il suo film "La trattativa", narrazione di una delle pagine più buie della storia nazionale: la trattativa Stato-mafia. Una serata, promossa in collaborazione con la Provincia di Reggio Emilia, con la Regione Emilia Romagna e con Coop Consumatori Nord-Est, che ha registrato un autentico sold-out: già durante la settimana i biglietti per l'evento erano andati esauriti.
A introdurre l'appuntamento sono stati l'assessore alla cultura Marco Battini e il sindaco Elena Carletti. Ed è proprio il sindaco a scansare la ritualità del discorso iniziale dicendo: "Quando si parla di legalità niente può essere di rito. Bisogna persistere sul tema della legalità, e quindi ben vengano le persone come Sabina Guzzanti, le quali ci aiutano a portare a casa qualcosa per reagire e per attivarci ognuno nel proprio singolo", con un palese riferimento ai recenti avvenimenti legati all'operazione "Aemilia.
Arriva poi il momento del film. Si parte con l'esame di teologia in carcere dato da Gaspare Spatuzza e quella domanda sul tema della grazia. Da lì inizia un cronoracconto sugli avvenimenti e sulle figure che hanno macchiato di sangue le pagine dei giornali nazionali, vengono raccontate le stragi mafiose, e si delinea la questione della trattativa fra lo Stato e la mafia. È impossibile per lo spettatore non rendersi conto di quanto fosse complessa e intricata la ragnatela di contatti e sotterfugi fra uomini di potere, forze dell'ordine e mafiosi. Avvilente è invece il termine migliore per definire il momento nel quale si comprende come gli uomini della legalità quali Falcone, Borsellino, il colonnello Riccio, siano stati abbandonati dallo Stato che hanno servito nella lotta alla mafia, e ci si chiede perché, o meglio, come mai? Domanda retorica con una risposta eloquente, ma che si fa finta di non comprendere. "La trattativa" mostra un lato subdolo del nostro paese, il lato più subdolo e aberrante dell'Italia. L'elenco di nomi noti dei palazzi del potere è lunghissimo, e si comprende, infine, che la mafia non è più coppola e scacciapensieri, baffi folti e lupara: è giacca e cravatta, appalti, voti.
Standing ovation per l'autrice, che risponde alle domande di un pubblico novellarese curioso e interessato. Parla delle difficoltà che ha avuto il film ad essere prodotto, parla di collusione di forze dell'ordine quando la mancata cattura di Provenzano fece partire il processo Mori, parla di come il sindaco di Palermo, Orlando, pare abbia emesso una circolare per far vedere il film agli alunni delle scuole locali, mettendo a disposizione un cinema e un bus (un invito che la Guzzanti rivolge anche alla Carletti), e parla anche del neopresidente Mattarella, definendolo un uomo onesto che potrebbe riservare sorprese positive.
Al termine dello spettacolo, la Guzzanti ha risposto alle domande della Gazzetta dell'Emilia.
Come può lo Stato italiano liberarsi dalla mafia se i presupposti sono quelli presentati nel suo film?
Per debellare la mafia è necessario debellare un certo tipo di politica che vive seguendo logiche di cultura mafiosa.
In merito all'operazione "Aemilia" che ha scosso la nostra terra nei giorni scorsi, che insegnamento si può trarre da questa vicenda?
Questa è l'ennesima prova che la mafia è presente e forte anche al Nord. Bisogna rendersi conto che la mafia non è quello che si racconta al cinema, ma è un insieme di equilibri ognuno ugualmente mafioso e fondamentale. La parte armata è quella sempre meno in uso ormai, ora la mafia è molto più presente in ambiti legati alla finanza, alle alte sfere dirigenziali, all'edilizia.