Domenica, 13 Ottobre 2024 06:57

Facchetti artista “In my shoes” In evidenza

Scritto da Erika Ferrari

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Sabato 12 ottobre ha avuto inizio l’edizione autunnale di Mercante in Fiera, un incontro tra passato, presente e futuro che ha messo al centro l’antiquariato, il modernariato e l’arte contemporanea. Un evento che ha saputo creare legami profondi tra le persone e l’arte.

Di Erika Ferrari Parma, 12 ottobre 2024 - Uno dei momenti più toccanti di questa prima giornata è stato l’incontro tra Alessandra Cinque, performer parmigiana, non vedente, costretta sulla sedia a rotelle, e Ivano Facchetti, quotato artista bergamasco.

Facchetti, conosciuto per le sue opere tridimensionali e per la sua arte sperimentale orientata verso la Pop Art, ha dimostrato di essere non solo un artista di talento, ma anche una persona con una sensibilità e un’empatia fuori dal comune.

Fin dall’accoglienza presso lo stand, con una preparata Elisa che ha raccontato la formazione artistica del "Caravaggio moderno", si è percepita un’atmosfera diversa, speciale. Ma è stato l’arrivo di Ivano Facchetti a rendere l’esperienza davvero indimenticabile. Alessandra, da sempre affascinata dall'arte che ha potuto solo immaginare, ha avuto finalmente la possibilità di toccare e comprendere, attraverso il tatto, le opere di Facchetti. Ogni spigolo, ogni rotondità, ogni curva di quelle sculture ha raccontato una storia, ha svelato un’emozione, ha dato forma all’invisibile.

La connessione tra Alessandra e Ivano è stata immediata, un dialogo silenzioso e profondo che ha unito due anime attraverso un linguaggio non verbale. Un linguaggio fatto di sensibilità, di frequenze che si sono sintonizzate tra loro e hanno creato un legame che va oltre le parole. Alessandra ha finalmente potuto “vedere” l’arte, non solo sfiorandola con le mani, ma percependola nel cuore, grazie alla generosità e all’empatia di Facchetti.

L’opera simbolo di questo incontro, intitolata Complicità, non è stata solo un dono materiale. È stata la concretizzazione di un legame speciale tra l’artista e la performer. Un’opera che rappresenta l’equilibrio tra opposti, dove la diversità si fonde, si completa, proprio come fra Batman e Catwoman, due figure che sembrano distanti, ma che insieme creano un’armonia perfetta.

Lacrime di commozione hanno segnato questo momento. Ivano Facchetti ha donato ad Alessandra non solo una sua creazione, ma anche una parte della sua anima, del suo vissuto, della sua passione per l’arte. E Alessandra, con la sua storia di vita, i suoi studi e le sue difficoltà, ha toccato il cuore dell’artista bergamasco.

Questo incontro ha dimostrato che l’arte non è solo un’esperienza visiva, ma una connessione tra anime. È un linguaggio universale che riesce a toccare chiunque, anche chi, come Alessandra, non ha mai potuto vedere con gli occhi, ma ha sempre saputo “vedere” con il cuore. Grazie a Ivano Facchetti, Alessandra ha potuto vivere questa esperienza in modo pieno e autentico, instaurando un dialogo fatto di empatia, complicità e profonda umanità.

Facchetti, anche autore di “In My Shoes”, ha saputo incarnare il significato profondo di immedesimazione, mettendosi nei panni degli altri e dimostrando che l’arte non conosce confini o limitazioni.

Facchetti ha dato forma concreta al concetto pedagogico di Universal Design, realizzando una Human Art che non si limita alla mera rappresentazione, ma cerca di coinvolgere, di far sentire chiunque parte di un’esperienza artistica che non si vede solo con gli occhi, ma che si vive con il cuore e l’anima.

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