Giovedì, 08 Agosto 2024 15:44

Finalmente si fa luce sul mistero della “Mummia urlante” In evidenza

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L’Egitto da sempre ha il potere di suscitare curiosità e mistero, enigmi ed un fascino millenario capace di coinvolgere un vasto pubblico di tutte le età.

 

Di Mita Valerio Roma, 8 agosto 2024 (Quotidianoweb.it) - - Nuovi, moderni e recentissimi studi hanno svelato finalmente il mistero della “Mummia urlante” che ha acceso diversi dibattiti negli ultimi novant’anni.

Le ricerche sono state frutto di nuove indagini approfondite, effettuate, tra l’altro, da Sahar Saleem, professoressa di radiologia dell’ospedale Kasr Al Ainy dell’Università del Cairo e da Samia El-Merghani, antropologa e conservatrice delle mummie del ministero del Turismo e delle Antichità del Cairo.

Lo studio, che si è avvalso di tecniche ultramoderne, ha permesso di trovare risposta a tutti quegli interrogativi rimasti irrisolti fino ad oggi.

La famosa mummia, denominata urlante per la sua particolare espressione, fu trovata nel 1935 nei pressi di Luxor, l’occasione fu una spedizione archeologica voluta dal Metropolitan Museum di New York, effettuata, per la precisione, nel sito di Deir Elbahari.

Il suo sarcofago di legno fu rinvenuto sotto la tomba di Senmut, l'architetto della regina Hatschepsut. Fu scoperto che il luogo del ritrovamento doveva essere in realtà una camera funeraria destinata alla madre di Senmut e ad altri parenti.

La nota “Mummia urlante” era una donna di 48 anni, intorno ad essa si era creato un fitto alone di mistero riguardante le ragioni della sua smorfia impressionante.

In tutti questi anni sono state formulate varie ipotesi, una di queste affermava che il motivo della sua espressione era da ricercare nella modalità di imbalsamazione, probabilmente sbagliata.

È stato scoperto che le tecniche utilizzate sono state, invece, molto accurate, utilizzando materiali costosi provenienti da altri paesi. La pelle fu cosparsa di ginepro ed incenso, i capelli tinti con hennè e ginepro.

Altre ipotesi, nettamente contrastanti, parlavano invece di un’espressione di dolore fisico dovuta ad uno stato di profonda sofferenza che ne causò il decesso.

Solo in seguito alle scoperte più recenti, si è potuto affermare che non fu, quindi, un'imbalsamazione poco accurata a conferirle quel volto, ma il fatto che la donna effettivamente morì urlando per il dolore causatole dagli spasmi.

Dalle analisi effettuate è emerso che la donna era alta circa 1 metro e 54 centimetri, soffriva di artrosi alla colonna vertebrale, ed aveva già subito degli interventi alla bocca.

È bene specificare che non è perfettamente chiaro il motivo reale del suo decesso, ma, dai recenti studi effettuati, è stato scoperto come mai la donna avesse quella particolare espressione che l’ha resa nota a livello mondiale.

Foto: credits dal web

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