Lunedì, 22 Aprile 2024 05:35

Il Grande Papa San Pio X contro il paradigma della ragione "Ristretta" In evidenza

Scritto da Daniele Trabucco

Di Daniele Trabucco Belluno, 21 aprile 2024 - San Pio X, pontefice della Chiesa universale dal 1903 al 1914, è stato uno dei più  grandi Papi della storia. La sua grandezza sta proprio nell'aver intuito, con sapienza profetica, i mali della modernità  e nell'aver cercato di opporvi un rimedio.

In particolare, nella nota Lettera Enciclica "Pascendi Dominici Gregis" del 1907 di condanna dell'eresia modernista, Papa Sarto, grazie anche al prezioso ausilio del teologo francese padre Joseph Lemius (1860-1923), missionario degli oblati di Maria Immacolata, distingue i vari volti attraverso i quali si presenta "il modernista", prendendo le mosse dalla prospettiva filosofica. Il modernismo filosofico, spiega molto chiaramente Papa san Pio X, accoglie le istanze del criticismo kantiano con l'impossibilità di una vera conoscenza della realtà: attraverso le forme a priori di spazio e tempo e le categorie l'uomo conosce unicamente il fenomeno, ossia ciò che appare in relazione al soggetto conoscente.

Una concezione di ragione, dunque, "ristretta", l'opposto di quella contemplativa che proviene dal realismo aristotelico-tomista o "allargata" di cui parla Benedetto XVI (pontefice dal 2005 al 2013).

É evidente che questa visione sfocia nell'agnosticismo, in ragione del fatto che il pensiero umano, non potendo andare oltre la realtà fenomenica, non può in alcun modo né conoscere, né risolvere i problemi religiosi e metafisici (Sanguinetti). Detto diversamente, si nega alla ragione teoretica qualunque possibilità di conoscere il vero, pur ammettendo una realtà superiore "inconoscibile". Giuseppe Sarto comprende, quindi, che non solo l'agnosticismo (pars destruens) é l'anticamera dell'ateismo, inteso come espunzione di Dio dalla scienza e dalla storia, ma anche che l'accoglimento del principio di immanenza sul piano gnoseologico (cioè della conoscenza), conseguente all'esclusione del trascendente, relega il sentimento religioso e la fede ad una dimensione puramente interna, ad un bisogno vitale "al di sotto della coscienza".

Tuttavia, questo conduce a quell'irrazionalismo religioso già condannato dal Concilio Vaticano I. San Pio X, conscio di ciò, ammonisce come i "modernisti" allontanino, con la loro opera portata avanti all'interno della Chiesa, dalla salvezza eterna, perché "che niuna parte risparmiano della cattolica verità, niuna che non cerchino di contaminare".

E molti vi cadono....anche e soprattutto oggi.

(*) Autore - prof. Daniele Trabucco.

Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/UNIB – Centro Studi Superiore INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamiche «Erich Fromm»). Professore universitario a contratto in Diritto Internazionale e Diritto Pubblico Comparato e Diritti Umani presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento Universitario «Prospero Moisè Loria» di Milano. Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico e titolare di Master universitario di I livello in Integrazione europea: politiche e progettazione comunitaria. Già docente nel Master Executive di II livello in «Diritto, Deontologia e Politiche sanitarie» organizzato dal Dipartimento di Economia e Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Socio ordinario ARDEF (Associazione per la ricerca e lo sviluppo dei diritti fondamentali nazionali ed europei) e socio SISI (Società italiana di Storia Internazionale). Vice-Referente di UNIDOLOMITI (settore Università ed Alta Formazione) del Centro Consorzi di Belluno.

Sito web personale www.danieletrabucco.it