Negli anni Trenta viene aggiunta una terrazza a semicerchio che trasforma l’intero complesso edilizio in una potente macchina del divertimento e dello sport: ristorante e bar con terrazza panoramica, tiro a volo con gradonate per 3.000 spettatori, piscina con trampolino olimpionico a 3 livelli, campi da tennis, campi da bocce, la fontana monumentale con giochi di acque e luci, il grande parco alberato. Poggio Diana diviene un luogo di attrazione per l’alta società emiliana e lombarda e per tutto il jet-set italiano, trasformandosi talvolta in passerella per sfilate di alta moda. Nei primi anni Sessanta sopra la terrazza viene costruita una discoteca a semicerchio e a doppio livello con ampie vetrate panoramiche che diviene immediatamente e per vari decenni una delle mete più ambite dalle giovani generazioni per divertirsi e incontrarsi. Nel 2016 il complesso chiude e da allora attraversa una fase di degrado.
La storia centenaria di Poggio Diana ci insegna che questo è un luogo resiliente, fatto di spazi che si aggiungono, di funzioni che si integrano. Un luogo che ha basato il suo successo sulla formula vincente divertimento – sport – benessere. Ma Poggio Diana è ancora, per molti di noi, il luogo della giovinezza, del cuore, un luogo che non si dimentica.
La recente assunzione del nuovo PUG di Salsomaggiore conferma la necessità di intraprendere strategie mirate di rigenerazione urbana, capaci di prevedere e attuare interventi di riqualificazione e valorizzazione delle proprie aree urbanizzate, partendo dalle aree dismesse.
Un tema che l’architetto Andrea Mambriani indaga dal 1991 e che ha applicato nel progetto di rigenerazione urbana per Poggio Diana presentato al pubblico. Il parco acquatico indoor con spa & beauty farm ripropone in chiave contemporanea la vecchia ma vincente formula divertimento – sport – benessere, offrendosi come sistema integrato di servizi terziari per un territorio di area vasta. Esso si rivolge ad una tipologia di utenza giovanile e familiare e al bacino di utenza estremamente ampio del nord Italia, creando sinergie con la capacità attrattiva del Fidenza Village e l’attrattività di tutto il territorio parmense e piacentino. Il progetto disegna una grande copertura vetrata e fotovoltaica a forma di chiocciola di 9.000 mq che modella gli spazi interni, si adatta alle pendici della collina, mette in comunicazione visiva l’interno con il paesaggio. L’area di accoglienza ingloba la statua di Diana e la restaurata Fontana monumentale per dare accesso ad un sistema integrato di 4 piscine con tobogas distribuite su tre livelli (per circa 1.500 mq di superficie acquatica indoor) che sfrutta la pendenza naturale del terreno ed è reso accessibile a tutti mediante una serie di rampe. La recuperata Villa Friulana diviene fulcro architettonico e centro dei nuovi servizi: lounge bar a pelo d’acqua, ristorante panoramico al livello superiore, palestra panoramica nella ex discoteca, uffici ai piani alti. Dalla reception si accede in alternativa alla Spa termale, che nella zona vetrata diviene terrazzamento verde con piante tropicali e la piscina termale in/out.