Venerdì, 15 Settembre 2023 09:29

La dichiarazione di solidarietà in materia di immigrazione: un meccanismo che non favorisce l'Italia In evidenza

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Di Daniele Trabucco (*) Belluno, 15 settembre 2023 - Il regolamento UE n. 604/2013, attualmente in vigore, stabilisce i criteri di individuazione degli Stati membri per la presa in carico della domanda di protezione internazionale avanzata da un apolide o da un cittadino di uno Stato terzo.

La normativa include il principio chiave dello Stato di primo approdo (che non è neppure il primo criterio, ma è quello più utilizzato) ed è logico che Italia, Malta e Grecia siano i Paesi più esposti al massiccio fenomeno migratorio.

Nonostante non manchino proposte di modifica della fonte regolamentare, politicamente difficili da attuare per l'impopolarità di una scelta che spinge ad una maggiore condivisione tra i ventisette Stati membri, in data 22 giugno 2022 (con rinnovo il 25 maggio 2023), sotto la Presidenza francese del Consiglio europeo, ventuno tra Stati UE e Stati terzi associati (ad esempio la Svizzera) hanno concluso una dichiarazione di solidarietà basata su una ricollocazione solidale volontaria o, in alternativa, su contributi finanziari.

Ovviamente, in ipotesi di pressione sproporzionata su uno Stato membro e sul sistema di accoglienza, è possibile rivedere temporaneamente la propria disponibilità di ricollocazione: la Repubblica federale tedesca ha optato per la sospensione "fino a nuovo avviso" anche in ragione del fatto che l'Italia non ha accolto i "dublinanti", cioè quelli la cui richiesta di asilo avrebbe dovuto essere esaminata dal primo Stato membro UE cui hanno avuto accesso, ma che nell’attesa si erano spostati in modo irregolare in un altro Stato dell’Unione.

È evidente che il sistema di accoglienza in vigore si distanzi dalla previsione dell'art. 80 TFUE per cui le politiche relative ai controlli delle frontiere, all'asilo ed all'immigrazione debbono essere rette dal principio di solidarietà ed equa distribuzione della responsabilità degli Stati membri.

Si registra, invece, al di là della retorica dell'accoglienza e dell'integrazione, una vera e propria asimmetria in termini di oneri derivanti dalla gestione delle suddette politiche. Anche il "nuovo" Patto sull'immigrazione è destinato al fallimento. Basti pensare che le regole di Dublino III sono rimaste in gran parte invariate. Davvero un gran lavoro quello del Governo dei patrioti...


(*) Autore - prof. Daniele Trabucco

Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/UNIB – Centro Studi Superiore INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamiche "Erich Fromm"). Professore universitario a contratto in Diritto Internazionale e Diritto Pubblico Comparato e Diritti Umani presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento Universitario "Prospero Moisè Loria" di Milano. Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico e titolare di Master universitario di I livello in Integrazione europea: politiche e progettazione comunitaria. Già docente nel Master Executive di II livello in "Diritto, Deontologia e Politiche sanitarie" organizzato dal Dipartimento di Economia e Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Socio ordinario ARDEF (Associazione per la ricerca e lo sviluppo dei diritti fondamentali nazionali ed europei) e socio SISI (Società italiana di Storia Internazionale). Vice-Referente di UNIDOLOMITI (settore Università ed Alta Formazione) del Centro Consorzi di Belluno.
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www.danieletrabucco.it