Di Antonella Scarati (*) Parma, 20 novembre 2021 - "Cosa ricordiamo degli anni da studenti, seduti tra i banchi di scuola, a fantasticare sulle vite degli altri?
Elisa scrive di una città senza nome, inizia tutto in una giornata come tante, in cui decide di rispolverare i diari abbandonati in soffitta in scatoloni ormai impolverati.
Durante la sua adolescenza, Elisa si trasferisce in una città di mare, non conosce i luoghi che frequenta, le persone che vi abitano, non sa dove inizi questa nuova vita dettata dalla frenesia dei cambiamenti, dai capricci di sua mamma, dalle mancanze dell'intera famiglia, insomma, dal volere degli altri.
Come in ogni nuova cittadina in cui capita, non esita dal cercare biblioteche: nei suoi racconti ci sono parole magiche e sentimenti nostalgici a descrivere i momenti d'intimità mista a stupore, di bagliore negli occhi e stretta al cuore, rivolti agli scaffali e ai libri che le offrono. Appassionata alla poesia, ai classici, dedica una reverenziale smania a Caproni e a Morante, ingarbugliandosi con le parole quando non riesce a spiegare il perché dell' avversione, il rifiuto alla lettura. Gli incontri che le biblioteche le doneranno, nel tempo, saranno salvezza a speranza, tramutandosi pian piano, in disperazione e rabbia. Così, con la penna di Elisa, anche il lettore attraversa crisi esistenziali, catapultato nei dilemmi adolescenziali, non si arrende mai all'angoscia e alla tristezza, immaginando addirittura che la vita sia fatta esclusivamente di delusione e di tradimenti.
La storia di Silvia Avallone parla trasversalmente di amicizia e amore, ma non nel modo in cui si è abituati a leggerne, mi ha rapita pur lasciandomi molte perplessità. Quanto bene ho voluto ad Elisa, quanto invece mi ha infastidita Beatrice.
Chi è Beatrice? Vi chiederete. Non ne scrivo volutamente, perché per me Beatrice è stata creazione dell'inconscio di una ragazza integralmente abbandonata a sé stessa, un'amica che tutti abbiamo avuto al nostro fianco e che, come un'infatuazione, ci ha riempito il cuore e la mente, una immagine a cui assomigliare, ma che allo stesso tempo avremmo voluto cancellare.
Questa lettura mi ha insegnato a non soccombere agli altri, a riconoscersi negli altri, ma senza annientare la propria personalità.
Viaggiare con questo libro mi ha permesso di viaggiare insieme ad Elisa, riconoscermi nelle sue smanie di ricerca di Biblioteche e fare tappa in una delle sue città: Bologna.