Di Antonella Scarati Parma, 7novembre 2021 - La bocca amara dopo una sbronza, gli occhi inumiditi dalla violenza subita e creata, le braccia e le gambe arrese come quelle di chi è condannato e non cerca più le parole per spiegare gli abissi del cuore.
Sulmona Sinha, premiata a 17 anni come migliore poeta del Bengala, scrive nel 2011 " A morte i poveri!" che la priva del lavoro ma le vale una notorietà inaudita prima di allora.
Quale patema d'animo prova un profugo all'arrivo in terra d'approdo? Quali, i punti di riferimento cui poter aggrapparsi per vivere?
Un flusso di coscienza accompagna il lettore nella stanza di un commissariato, dove non è il lavoro da mediatrice a condurre la protagonista, ma una malefatta: ha fracassato una bottiglia di vino contro la testa di un immigrato.
S'inciampa in storie di politici, di preti e prostitute, di anime mai salve e tormentate dalle dubbiose autocommiserazioni, in continua ricerca di redenzione e salvezza da parte di chi, ancora non è chiaro.
S'incontrano storie scomode, vere, dipinte come fossero raffigurazioni tangibili di vita che accade, che non può cancellarsi: eventi che si succedono.
Retorica e menzogna non occorrono perché a raccontare l'autrice è così brava da renderne vividi e chiari le relazioni, gli istanti, intrisi di paure e di esitazioni; le parole disegnano la rabbia eloquente dei volti, la speranza degli sguardi colmi di interrogativi, la possibilità di chiedere e ricevere aiuto. Letto tutto d'un fiato: uno dei libri da leggere, rileggere, sempre attuale, qualsiasi guerra travolga il mondo qualunque atto di coraggio venga punito.
172 paginette e tutte le parole da dire
[ un foglio giustifica la mia collera, cancella il vino rosso, cancella la notte bianca, mi dà il semaforo verde per andare dove mi sembra meglio. Una carta quadrata riassume le mie erranze. Dove vado. Da dove vengo. I miei punti cardinali. La mia traiettoria. Quello che penso. Quello che faccio. Quello che farò. Domani. Dopodomani. E il giorno dopo. Negli anni che vengono.
["Da molto tempo non ero andata così lontano dentro di me, vicino ai miei sottosuoli, vicino alle mie radici. In fondo a ognuno di noi ci sono dei pozzi neri, delle segrete, dei vicoli ciechi. In fondo a ognuno di noi c'è una casa abitata, un paese deserto, una terra tra le lingue della baia. Dimenticabili. Dimenticate l'indomani."]