Giovedì, 10 Settembre 2020 08:11

Rubrica sul Sociale, l'Angolo d'Intesa - Il ruolo del terzo settore in tempo di pandemia In evidenza

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Con l’avanzare della pandemia per Covid-19, per la prima volta l’Italia è stata colpita da quattro gravissime crisi: quella sanitaria, economica, finanziaria e sociale.

Ciò ha immediatamente e violentemente acuito le diseguaglianze, ha reso più fragili i soggetti deboli, ha aumentato in modo esponenziale il numero dei poveri. Ma il Paese ha potuto contare su una generosità straordinaria, una realtà insostituibile e in diversi casi di totale supplenza rispetto alle istituzioni: il Terzo Settore.

Oggi, in tempo di pandemia, il mondo del sociale può fornire un contributo fondamentale attraverso chi opera sul territorio, con l’assolvimento di mansioni come il rilevamento della temperatura corporea, il prelievo dei tamponi, il trasporto degli ammalati e soprattutto, la predisposizione di vere e proprie azioni di pedagogia sanitaria e di educazione alla responsabilità intesa, non tanto come imputabilità, ma come farsi carico del peso delle cose, del prendersi cura dell’altro.

Il Governo ha fatto un grave errore nel non coinvolgere a pieno il Terzo Settore in questa crisi; fortunatamente, però, i corpi sociali si sono messi in gioco spontaneamente, svolgendo un ruolo fondamentale per chi ha avuto più bisogno. Questa esperienza, lascerà in eredità un aumento della solidarietà verso il mondo del volontariato che si è tanto speso. Pare inoltre ci sia un’altra consapevolezza per i cittadini: la rinascita socio-economica del paese potrà avvenire solo “insieme e dal basso”, avendo come protagonisti non solo i principali attori di livello nazionale come Governo, grandi imprese, banche, ma anche  i soggetti del tessuto economico-sociale a livello locale (medie imprese, associazioni territoriali ed enti del terzo settore). Oltre che ai virologi e sanitari, agli economisti, oggi dobbiamo affidarci anche agli operatori e volontari del Terzo settore e soprattutto all’energia e creatività dei giovani - soprattutto delle giovani donne - per affrontare, nella “società del rischio”,  nuovi e moderni modi per stare nei nostri luoghi in modo propositivo e per costruire l’evoluzione della società democratica del futuro.  

Il Terzo Settore può giocare un ruolo rilevante nel definire una nuova stagione di sviluppo sostenibile; è ora che la politica smetta di considerarlo come un settore non produttivo e lo includa a pieno titolo nelle proprie politiche di sviluppo economico, nelle politiche industriali e dell'innovazione. Inoltre, per orientare le amministrazioni locali su quale strada seguire di volta in volta nell’affidare i servizi, sarebbe opportuno adottare un regolamento a livello nazionale da condividere con le Regioni e con l’Anci (Associazione Comuni Italiani),  per stimolare le amministrazioni locali al fine di premiare chi svolge le attività alla migliore qualità e costo, e su questo punto gli ETS (enti del terzo settore) avrebbero sicuramente delle ottime possibilità di essere gli affidatari dei servizi da espletare.

Rino Basili, segretario associazione Intesa San Martino

 

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