È innegabile che la conformazione delle città sottoposte a estesi fenomeni di immigrazione ed emigrazione siano soggette a costanti cambiamenti; tali cambiamenti sono conseguenti agli spostamenti migratori che da generazioni e generazioni hanno interessato non soltanto l’Italia, ma il mondo intero. Parma stessa ha conosciuto importanti mutamenti della sua struttura demografica.
Secondo i dati Istat del Comune di Parma, aggiornati al 1° gennaio 2018, i cittadini non italiani residenti nel capoluogo sono circa 32.306 e rappresentano il 16,5% della popolazione residente.
La formazione di un mondo sempre più globalizzato, se da una parte ha portato con sé importanti possibilità di scambio culturale, ha anche amplificato un certo sentimento di dispersione che, come afferma Bauman nella sua La società dell’incertezza (1999), può divenire un’opportunità o un rischio per tutti gli attori sociali che, attraverso il fenomeno migratorio, esperiscono cambiamenti radicali di contesto e di stile di vita. In questo senso il concetto di identità diventa materia complessa e difficilmente cristallizzabile, soggetta a studi di carattere sociologico, antropologico, psicologico etc.. Ed è proprio in questo contesto in cui tante realtà, storie e tradizioni si incrociano in una città come Parma, con la sua storia secolare e particolarità, che entra in gioco il concetto di multiculturalismo. Per multiculturalismo si intende la concezione secondo cui all’interno della società sono presenti più culture e più comunità che convivono nello stesso ambiente rispettandosi reciprocamente, senza assimilarsi – direttamente o indirettamente - alla cultura dominante. Il termine vuole definire un tipo di società caratterizzato dalla presenza simultanea di una pluralità di gruppi differenti che fungono da base di riconoscimento per tutti i loro membri. Il tema rimanda inevitabilmente al contatto e confronto con le varie culture che, nel convivere, si conoscono e si rispettano. Il concetto ha sicuramente bisogno di ulteriori approfondimenti di carattere sociologico, soprattutto per quanto riguarda il tema dell’identità che, come già definito, è un concetto di una complessità difficilmente inquadrabile. Ciò che però si vuole esaltare con questo articolo è come ogni comunità porti con sé tradizioni, usi e costumi con la volontà di valorizzare e conservare la propria peculiarità in uno scambio reciproco arricchente e costruttivo.
A questo proposito, Il Forum di Solidarietà organizza anche quest’anno la Festa Multiculturale nel Parco Nevicati di Collecchio - evento diviso in sei giornate, tra la fine di giugno e inizio luglio - nato ventitré anni fa insieme a quattro comunità migranti. Oggi partecipano tra le 27 e 33 comunità ogni anno. Come si può leggere nel sito della Festa Multiculturale: “certamente la festa è cresciuta negli anni ma il numero dei partecipanti, soprattutto coloro che provengono da diverse parti del mondo, è rappresentativo di ciò che oggi è la provincia di Parma: un meticciato che costruisce, su questo territorio, il proprio progetto di vita, anche solo per un pezzettino”. Le associazioni che aderiscono alla Festa sono tante e, tra queste, ci saremo anche noi con uno stand del Punto Parma Terre des Hommes. Venerdì 5 luglio, inoltre, alle 21.30 sul Palchetto di Parco Nevicati, Paolo Ferrara, Responsabile Comunicazione di Terre des Hommes Italia Onlus, introdotto da Antonella Darcante, coordinatrice del Punto Parma Tdh, presenterà la settima edizione del dossier “La condizione delle bambine e delle ragazze nel Mondo 2018”, presentato in concomitanza con la campagna TDH Indifesa. Il Rapporto, valido strumento informativo e di sensibilizzazione - utilizzato da Istituzioni, giornalisti, organizzazioni e studiosi – vuole affrontare il tema delicato e sempre attuale della difficile condizione in cui milioni di bambine e giovani donne si trovano nei vari paesi del Mondo.
La Festa Multiculturale rappresenta dunque l’occasione per confrontarsi con l’alterità e capire quanta ricchezza può nascere dal reciproco scambio.