Ieri sera, alla libreria Voltapagina di via Oberdan 4/c, l'interessante presentazione del libro "L'abaco dei sentimenti confusi" alla presenza dell'autore, Giuseppe Procacini, già capo di gabinetto del Ministero dell'Interno.
A sorpresa ecco fare la comparsa proprio Roberto Maroni che, nel 2008, nominò Giuseppe Procaccini a capo di gabinetto del Viminale, in seguito confermato nell'incarico anche dalla ministra Cancellieri e Alfano.
L'ABACO DEI SENTIMENTI CONFUSI (Gaffi Editore) è una raccolta di dodici novelle che si susseguono senza una sequenza organica, un pò "indisciplinate": città e luoghi diversi, ambienti veri e fantasiosi, personaggi disparati, passato, presente e futuro, si incrociano e cavalcano, come a rincorrersi: tra sogno e realtà.
Il tempo della narrazione è contemporaneo, tranne la breve incursione del racconto "Il fratello": dalla storia di una moneta antica il lettore viene precipitato a Patrasso, agli albori del cristianesimo. In tutte le novelle la personalità complessa dell'autore, grazie a uno stile inconfondibile e confidenziale, tiene aperta una delicata linea di comunicazione. Procaccini affronta temi drammatici e leggeri, senza smettere mai di essere autentico: nel racconto "La confessione", in una pigra giornata napoletana, un uomo di successo sfruttando un'amara autoironia, fa i conti con il suo passato, prendendone finalmente coscienza; ne "Il parapioggia "ambientata a palazzo Chigi, racconta una storia un pò umoristica e leggermente dissacrante, ma soprattutto esemplificativa delle dinamiche burocratiche ed umane, in una ricostruzione fedele dei luoghi e degli atteggiamenti del "potere".
Denigrare o compatire sono sentimenti mai espressi, ma sempre sfiorati con delicatezza: in tutte e su tutte le novelle il dato prevalente è il rispetto della condizione umana, con le abitudini, le piccinerie, i sogni e le fatiche, la fortuna e l'amaro destino di ciascuno. Eppure è proprio questa condizione umana a dare coraggio, a restituire, se non fiducia, speranza.
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