Perché una scelta così 'forte'? Cosa spinge un uomo qualunque a decidere di vivere senza acqua, luce e riscaldamento, senza contatti umani, in silenzio e in condizione di estrema povertà? Due giovani registi siciliani sono in viaggio alla scoperta di 'voci dal silenzio' e raccontano, in un documentario di prossima uscita dei loro incontri speciali.
di Alexa Kuhne
Parma, 13 maggio 2017
A chi non è capitato, almeno una volta, di averne abbastanza dei ritmi insostenibili della vita in città, del lavoro, dei rumori, degli smartphone, del caos? A quanti è successo di non sentirsi liberi? E quanti hanno desiderato di andare via e di cercare il silenzio, l'isolamento, il contatto con la natura e con Dio?
A quasi tutti sarà sembrato impossibile fuggire. Per qualcuno la possibilità si è fatta realtà.
Perché esistono luoghi dove ancora domina il silenzio. Posti in cui è possibile rifugiarsi e scappare dal mondo, da quello che siamo costretti a vivere.
In punti sperduti della Terra si può esistere 'in lentezza', pregando, toccando una spiritualità spesso soffocata, scavando in se stessi.
Scelte di vita estreme che possono sembrare ingabbianti perché richiedono sacrifici enormi, apparentemente, a corpo e mente.
E invece non è proprio così. Si può arrivare a comprendere che intrappolante era la vita di prima, perché creava catene su catene.
Ci sono persone speciali, coraggiose o fanatiche - a seconda dei punti di vista - che cambiano e cercano condizioni estreme di vita: sono gli eremiti. Uomini e donne che, volontariamente, hanno deciso di ritagliarsi uno spazio di solitudine, lontano dal mondo, quello convenzionale.
Se non ci fossero stati due registi, Alessandro Seidita e Joshua Wahlen, con il loro 'Voci dal silenzio', probabilmente non conosceremmo la vita degli eremiti di cui stiamo per raccontarvi.
I due documentaristi hanno raccolto le storie di Fra' Bernardino, di un ex pugile, del 'pazzo del fiume', di Gianni che vuol vivere con i suoi gatti e le sue tartarughe, di Rosalba che vive in una grotta fra le montagne.
Il viaggio. Alessandro e Joshua, il cui lavoro è ora in fase di montaggio, hanno viaggiato per mesi e mesi, percorrendo l'Italia da sud a nord su di un camper, per incontrare questi personaggi reali che animano la docu con il loro percorso di silenzio e solitudine.
Raccontano i due film maker:"Ogni singola persona è eremita a modo suo, perché dentro ciascuno esiste una prospettiva diversa, una ricchezza umana sempre differente, con cui si vive la solitudine. L'isolamento, il luogo che si deputa a eremo, è uno 'specchio', che riflette l'interiorità dell'asceta, che riflette e amplifica la parte più intima".
Riflettere e amplificare il proprio mondo interiore: quello che non è possibile fare in una esistenza convenzionale. Questa, per un eremita, è la più grande conquista.
Dicono i due reporter: "Se tutti noi ci adoperiamo per riempire, il solitario attua un processo inverso: comincia a sottrarre. Perché, oltre i fumi del suo ego, attraversati i tremori del suo animo, egli fa la scoperta di un deserto abitato: se stesso nel tutto".
Fra' Bernardino il francescano
Prima della sua nuova vita, si chiamava Bernardino Greco. Ha 78 anni e vive alla Romita di Cesi, nei boschi di Torre Maggiore in Umbria, 800 metri di altezza, sulla via Francigena, fra Assisi e Roma.
Prima di diventare francescano faceva l'agricoltore e il carpentiere. Da ragazzo è rimasto colpito dalle rovine di un vecchio convento abbandonato nel 1867 e ha deciso di rimanere fra quei resti che gli sembrava lo invitassero a rimanere. Il francescano non si è più mosso e ha restaurato la Romita. Vive senza corrente elettrica, raccoglie l'acqua piovana. Coltiva il suo orto e nutre dei polli.
L'unica compagnia sono i suoi cani maremmani.
"Bernardino vive in modo semplice e genuino - spiegano Joshua e Alessandro -; è ancorato alla terra, ha creato un rapporto speciale con le pietre della Romita. Si considera parte del creato con i cui elementi comunica continuamente".
Il 'pazzo del fiume'
Maurizio lo chiamano così da quando lo hanno visto costruirsi un eremo in pietra, sulle sponde di un fiume, alle porte di Bivongi, un paese in provincia di Reggio Calabria. Vive in un'unica stanza senza elettricità, acqua e riscaldamento. Realizza strumenti aborigeni e decora legno con il fuoco. Cura volatili e percorre quotidianamente i sentieri del bosco.
La sua 'diversità' gli è costata il soprannome di 'pazzo del fiume'. Maurizio, 62 anni, in quel luogo sperduto si sente come in una culla, lui stesso dice "protetta dagli angeli e dalla sorella natura. L'unica cosa a cui devo realmente prestare attenzione è la presenza dell'uomo". La sua casetta nel bosco diventa spesso oggetto di atti vandalici ed è stata anche incendiata.
Joshua racconta: "Maurizio è un sognatore che non affila mai le armi. In lui abita una religiosità primitiva: comunica con il divino attraverso le rocce, gli alberi, l'acqua. Ed è lì che trova Dio".
Gianni e i suoi amici silenziosi
Si chiama Gianni Menichetti e vive tra le montagne che fiancheggiano la Costiera amalfitana. Quello che lo uccide sono le città piene di esseri umani; quello che gli dà vita è il rapporto profondo con la natura e con i suoi animali di cui si è circondato in una costruzione moresca in cui vive.
Rosalba, la grotta e il suo voto di povertà
La sua dimora, a 1100 metri di altezza in Val di Susa, è la grotta della Madonna di Beaume; gli abitanti della piccola comunità vicina hanno voluto costruirle una baracca per riporre cibo e i pochi oggetti personali. Non ha niente perché i suoi 71 anni ha scelto di viverli nella povertà assoluta. Prima di questa decisione lavorava come pubblicitaria; poi ha voluto seguire la voce di Dio.
Joshua spiega che "la sua storia ricorda quella degli 'stolti di Cristo', figure ascetiche della Chiesa ortodossa che si muovono lungo gli argini prossimi alla follia. Rifuggono la sapienza umana per seguire le voci del cuore, simulano la pazzia, mortificano il corpo".
L'ex pugile indocristiano
Pietro Bucciotti da 30 anni vive a Cerva, vicino Catanzaro. Prima di scoprire il suo eremo ha viaggiato per anni verso Est. L'ex pugile cerca la meditazione e segue la filosofia orientale.
Il suo credo nasce dal sincretismo religioso.
Ogni mattina si rivolge al sole e si purifica con l'acqua di una fonte. Per lui le parole sono "superflue, fuorvianti e approssimative"...