L'ultimo dei discendenti del Maestro apre la casa a "Gazzetta dell'Emilia" e svela aneddoti privati vissuti nella meravigliosa dimora di quasi una vita. Un luogo misterioso con un'anima che palpita e che ha tanto da raccontare...
Villanova d'Arda (PC), 21 giugno 2015 - di Lamberto Colla - tutte le foto nella galleria immagini in fondo alla pagina -
Incontro con Angiolo Carrara Verdi all'interno della sua dimora che fu di Giuseppe Verdi e Giuseppina Strepponi. Un tuffo nel passato che ancora vive nelle sete, nei drappi e nei profumi di una dimora che trasuda di storia d'Italia, cultura e socialità.
Giuseppe Verdi è stato e resterà uno dei più grandi uomini che l'Italia abbia mai avuto.
Un uomo di cultura stimato e riverito dallo stesso Manzoni e di cui molte tracce si intercettano in quasi tutte le stanze private del Maestro. "Una stima reciproca - commenta Angiolo Carrara Verdi, appassionato discendente di Giuseppe Verdi - tant'è che la prima copia dei promessi sposi fu donata dal poeta al musicista personalmente. Non si può parlare di amicizia ma di una reciproca immensa stima consapevoli entrambi di essere due grandi della cultura".
Una dimora di 55 stanze ristrutturata completamente sotto la guida e le volontà del Maestro. Un artista a tutto tondo che ha saputo eccellere nella musica ma anche nell'agricoltura, esperto d'arte e puntiglioso coreografo delle sue stesse opere.
"Il Maestro - racconta Angiolo Carrara Verdi, con l'emozione che gli si legge negli occhi - teneva tutto sotto controllo diretto. Dalla progettazione della ristrutturazione della casa, alla progettazione del parco e alla conduzione dei terreni applicando la medesima lucida maniacalità dei dettagli che poneva nell'allestimento delle sue opere".
Dalla morte del Maestro la casa di sant'Agata è rimasta 'congelata', così come Giuseppe Verdi l'aveva voluta. Gli stessi arredi, i drappi e le sete portano onorevolmente le rughe del tempo e inalterati sono rimasti i profumi del fine '800.
Una dimora che Giuseppe Verdi ha voluto lasciare vivere anche dopo la sua morte scegliendo di non essere sepolto all'interno del perimetro per non essere di "peso" alla vita dei suoi discendenti.
E' proprio per questo suo "lascito morale" che Angiolo Carrara Verdi ha deciso non solo di viverci ma anche di aprirla, almeno in parte, ospitando eventi artistici affinché tutti, e non solo i melomani, possano prendere contatto con l'anima illustre del Maestro.
Se all'interno si possono adorare i cimeli e i luoghi calpestati dal Maestro e dai suoi innumerevoli ospiti, val la pena di ricordare che la casa di Sant'Agata è stato uno dei più importanti salotti buoni della cultura e della politica del tempo, all'esterno si entra in una dimensione naturale dove la bellezza selvaggia delle migliaia di specie arboree raccolte attorno al laghetto artificiale ci trasporta in una dimensione anni luce dalla pianura padana.
A fare da "guardia" è l'immenso ippocastano posto all'ingresso (il diametro alla base supera, a occhio e croce i due metri) in accoglienza dei visitatori attrae per le imponenti ramificazioni sospese a oltre 10 metri d'altezza, ma subito dopo, al centro dell'aiuola d'ingresso, uno splendido e elegante Ginckgo Biloba introduce l'ospite nel meraviglioso mondo verdiano fatto di armonia, forza e intelligenza. Il percorso nel viale di sabbia accompagna la visita all'interno di quello che può essere classificato non come parco bensì come orto botanico per le innumerevoli specie arboree scelte e trapiantate dallo stesso Verdi. E in questo luogo di culto della natura, sormontato da una collinetta, il Maestro fece costruire, unico esemplare in zona, una ghiacciaia che, una volta riempita di neve, garantiva temperature di pochi gradi sopra lo zero anche nelle afose estati della bassa.
Ogni angolo, ogni oggetto, ogni pianta è un pezzo di Giuseppe Verdi e se si ha la fortuna di essere guidati da un appassionato cultore del Maestro, per di più legato geneticamente a lui, allora emergono anche quelle sfumature di vita quotidiana che, ancor più, arricchiscono il personaggio spogliato della sua più nota dote artistica.
Un patrimonio universale che torna alla disponibilità della società grazie alla generosità di Angiolo Carrara Verdi, che ha deciso di fare rivivere l'anima del Maestro ancora gelosamente custodita all'interno di Villa Verdi a Sant'Agata.
(Galleria immagini in allegato)