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La Guardia di Finanza ha avviato le verifiche dirette sui dati dei professionisti obbligati alla verifica della clientela in materia di norme antiriciclaggio.
Di Mario Vacca 4 agosto 2018 - La Guardia di Finanza, che in materia ha gli stessi poteri di accesso ai dati dell'Agenzia delle Entrate, ha avviato i controlli sui dati 2018 ed in merito potrà eventualmente rivolgersi ai professionisti obbligati alla verifica della clientela.
Si tratta dell'applicazione del Dlgs 60/2018, in adeguamento alle direttive europee in materi secondo cui G.d.F: ed agenzia delle entrate hanno accesso a tutti i documenti, ai dati, e alle informazioni acquisiti in assolvimento dell'obbligo di adeguata verifica della clientela ai sensi dell'articolo 18 del decreto legislativo 231/2007.
Nell'ipotesi che un'autorità finanziaria estera chiedesse verifiche alle autorità italiane, queste ultime hanno fra i 70 e i 90 giorni di tempo per rispondere.
In generale, la Guardia di Finanza ha poteri per svolgere immediatamente indagini nel caso in cui ritenga ci siano rischi di elusione o evasione.
La norma dettata dall'articolo 648 ter 1, comma 4 c.p. in materia di autoriciclaggio si presta a diverse interpretazione laddove recita "fuori dei casi di cui ai commi precedenti, non sono punibili le condotte per cui il danaro, i beni o le atre utilità vengono destinate all'utilizzazione o al godimento personale".
di Mario Vacca Parma 29 luglio 2018 - Tra le interpretazione una è particolarmente usata nei ricorsi a favore del contribuente laddove viene interpretato che la destinazione personale delle somme sottratte a tassazione, cioè senza la "reimmissione" nel circuito economico, giustificherebbe la non punibilità del comportamento tenuto, a prescindere da ogni altra circostanza.
E' doveroso rammentare che, in tema di misure cautelari, l'accertamento del reato di riciclaggio non richiede l'individuazione dell'esatta tipologia del delitto presupposto, neanche la precisa indicazione delle persone offese, essendo sufficiente che venga raggiunta la prova logica della provenienza illecita delle utilità oggetto delle operazioni compiute, vedasi Cassazione Penale, II Sez, sentenza n. 18308 del 21.03.2017.
La Suprema Corte non concorda però con tale prospettazione, ritenendo che, in tanto sia applicabile detta causa di non punibilità, in quanto a monte non sia stata posta in essere alcuna attività decettiva al fine di ostacolare l'identificazione dei beni proventi del delitto presupposto.
La sentenza Cassazione Penale, II Sez., n. 30399 del 07.06.2018, prende netta posizione sull'interpretazione da attribuire, secondo la quale il contribuente può andare esente da responsabilità penale solo nel caso di utilizzo o godimento dei beni proventi del delitto presupposto in modo diretto e cioè senza compiere su di essi alcuna operazione atta ad impedire l'identificazione della provenienza illecita e quindi, l'interpretazione secondo la quale la condotta fraudolenta tenuta dal contribuente non sarebbe stata punibile poichè il danaro proveniente dal delitto presupposto sarebbe stato utilizzato per chiudere un debito personale e pertanto per adempiere ad una propria obbligazione non è stata ritenuta idonea.
Alla base di questa tesi non sta solo la necessità di una interpretazione letterale della previsione ma anche la paradossalità di privilegiare una tesi secondo la quale sarebbe consentito al contribuente mettere in essere una condotta di autoriciclaggio beneficiando di una clausola di non punibilità.
di Mario Vacca Parma 26 luglio 2018 - L'Unità di Informazione Finanziaria (AIF) della Banca d'Italia ha reso noto che sono in fase di completamento le procedure per chiedere alle banche la segnalazione mensile delle transazioni in contante per le quali non sussistano ulteriori specifici elementi di sospetto.
Il provvedimento previsto dall'articolo 47, comma 1, del dl 231/2007, come modificato dal dlgs 90/2017, impone l'obbligo di trasmettere periodicamente alla UIF, i dati e le informazioni selezionate in base a criteri oggettivi circa le operazioni a rischio di riciclaggio e finanziamento al terrorismo.
Un prelievo o un versamento in contanti sopra i 10 mila euro fa scattare la comunicazione a Banca d'Italia. Dalla segnalazione non scatteranno immediatamente controlli o indagini ma l'informazione verrà inserito nel più ampio data base utilizzato dagli uomini di via nazionale per contrastare evasioni e criminalità internazionale.
L'operazione non viene considerata sospetta se non presenta collegamenti con altre operazioni di tipologia sospetta o non è effettuata da clienti con profili a rischio.
Comunque sia per evitare ogni eventuale comunicazione occorre porre molta attenzione tra il limite massimo giornaliero di € 3.000,00 ed il limite mensile di € 10.000,00.