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Giovedì, 06 Novembre 2014 13:51

Al via Colorno Photo Life

Colorno Photo Life: la 5° edizione nella Reggia di Colorno dal 7 al 9 novembre. Per il sindaco Canova: "una manifestazione che cresce di qualità, anche grazie alla collaborazione con lo CSAC" -

Parma, 6 novembre 2014 –

Dal 7 al 9 novembre la Reggia di Colorno ospiterà la 5° edizione del Colorno Photo Life, un festival fotografico che sta diventando uno dei più significativi dell'Emilia Romagna. Nato dalla passione del fondatore Gigi Montali e dall'entusiasmo dei volontari del Circolo fotografico Color's Light, l'iniziativa è resa possibile grazie al patrocinio del Comune di Colorno e all'attenzione della Provincia di Parma che ha concesso la disponibilità degli spazi più prestigiosi della Reggia, dalla collaborazione con lo Csac (Centro studi e archivio della comunicazione dell'Università di Parma) e con la coop Antea.

"Si tratta di una manifestazione che è cresciuta molto di qualità, anche grazie all'aiuto formidabile dello Csac, prima con Gloria Bianchino, ora con Luigi Allegri, che presenta una mostra di alto profilo – ha affermato Michela Canova – per questo abbiamo deciso di concedere gli spazi importanti del piano nobile della Regia e dell'Aranciaia, da sempre dedicati ad iniziative di alto livello. Inoltre la collaborazione della coop Antea ci consente di promuovere iniziative che altrimenti non sarebbero realizzabili con le risorse comunali."

Ora si punta sulla de-stagionalizzazione del turismo a Colorno, per fare arrivare visitatori non solo nella bella stagione, ma anche in autunno.

"Quest'anno il Festival apre i propri spazi alla fotografia nazionale, pur ponendo particolare attenzione agli autori emiliano-romagnoli, con un'offerta molto differenziata – ha spiegato Erika Sereni presidente del Color's Light – non solo mostra di fotografie, ma anche workshop, conferenze, letture portfolio face to face, proiezioni di audiovisivi."

IL PROGRAMMA

venerdì 7 novembre

18:00 Reggia, Sala del Trono: apertura Festival, saluto delle autorità, presentazione delle mostre da parte dei curatori e dei autori (breve proiezioni di immagini delle mostre)
19:30 Apericena
21:30 Aranciaia: proiezioni audiovisivi con la presentazione di La Casa della fotografia di Parma. Lo spazio visto dai circoli.

sabato 8 novembre

09:00/17:30: workshop con Alex Liverani e Ivano Bolondi
10:00 Reggia: apertura stand della libreria specializzata HF libri Fotoelite con attrezzature fotografiche in prova Nital/Nikon
10:00-12:30 Reggia Sale espositive: letture portfolio (è necessaria la prenotazione online)
11:00-12:00 Reggia Sala del Trono: conferenza "Gente di Fotografia" di Antonella
Monzoni
14:30 -18:30 Reggia Sale espositive: letture portfolio (è necessaria la prenotazione online)
15:00-17:30 Reggia Sala del Trono: lettura Portfolio Face to Face, con Cinzia Busi Thompson e Silvano Bicocchi
17:30 – 18:30 Reggia Sala del Trono: conferenza "Lo spazio del Mediterraneo" di Paolo Barbaro
21:30 Aranciaia: proiezione audiovisivi, lo spazio del reportage negli anni di "Viaggi sotto le stelle" con i seguenti autori:
- Pastorino, "Guatemala"
- Foroni, "Afghaghistan 2001"
- Anzola, "Gujarat"
- Ferretti, Vudù
- Montali, "L'inferno di Bamako"
- Zuliani, "G8 –Genova"
- Gandolfi Alessandro, "Cina – Generazione Rolls Royce"
- Ottani, "Beslan"

domenica 9 novembre

09:00-17:30: workshop con Alex Liverani
10:00 Reggia: apertura stand della libreria specializzata HF libri Fotoelite con attrezzature fotografiche in prova Nital/Nikon
9:30-12:30 Reggia Sale espositive: letture portfolio (è necessaria la prenotazione online)
11:00–12:00 Reggia Sala del Trono: conferenza "Lo spazio sulla carta stampata" di Andrea Tinterri & Michele Smargiassi
14:30-16:30: set fotografici
17:00 Reggia Sala del Trono: proclamazione dei vincitori del "Portfolio Maria Luigia" con assegnazione dei premi e chiusura del Festival

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Parma)

Pubblicato in Dove andiamo? Parma

Oggi e domani a Mirandola, si tiene la 49° edizione della Fiera Mercato del Principato di Franciacorta con oltre 200 espositori provenienti da tutta Italia. Non mancheranno gli stand gastronomici con piatti tipici, le celebri sfilate in costume, mostre, concerti e la 26° edizione del concorso di pittura per bambini.

Modena, 15 novembre 2014 - di Manuela Fiorini -

Tutto è pronto per la 49° edizione della Fiera Mercato del Principato di Francia Corta che, come ogni anno, dal 1965, anima l'autunno mirandolese con oltre 200 espositori provenienti da tutta Italia, le suggestive sfilate della Corte di Francia Corta in costume storico, l'incoronazione della Principessa e lo spettacolo degli sbandieratori. Non mancheranno nemmeno gli stand gastronomici con i piatti della tradizione, tra cui la fasulada, la pasta e fagioli, la pulenta imbrucada, polenta con il ragù, vin brulè e gnocco fritto, il concorso di pittura per bambini, giunto alla sua 26°edizione e poi concerti, esposizioni, gare sportive e, ospite d'eccezione, la Famiglia Pavironica da Modena, con il tradizionale "sproloquio" di Sandrone dal palco dei proclami di Piazza Costituente, a cui seguirà il saluto di Mirandolina e il discorso del Principe di Francia Corta Antonio I.
Dietro alla Fiera Mercato e alle altre manifestazioni che l'Associazione "Società del Principato di Francia Corta" (www.principatodifranciacorta.it) organizza durante tutto il corso dell'anno, c'è una storia secolare, che risale addirittura alla prima metà del 1500.

Le origini di Francia Corta

Il perché in quel di Mirandola, nella Bassa modenese, esista un quartiere chiamato Francia Corta è da ricercarsi nel lontano 1533. Allora, sulla città regnava la Signoria dei Pico, ma è proprio in questo anno che Galeotto II Pico fa assassinare lo zio Gianfrancesco e i suoi eredi per diventare l'unico reggente. Galeotto è un giovane assetato di potere, ambizioso, spietato ma con grande abilità politica. L'assassinio dello zio scatena le ire dell'Imperatore Carlo V di Spagna, l'uomo allora più potente del mondo, i cui domini si estendevano dall'Europa all'America. Carlo V ordina al suo luogotenente a Milano, il Generale spagnolo Antonio De Leyva, di convocare Galeotto, processarlo e scacciarlo da Mirandola. Il giovane, però, fa spallucce. Continua a ignorare l'imperatore anche quando questi lo fa decadere da Signore del Feudo della Mirandola e lo condanna a morte per decapitazione. Anzi, quando l'imperatore fa calare De Leyva con 3000 fanti e l'ordine di distruggere Mirandola e catturare Galeotto. Questi, non solo fa terra bruciata all'esercito spagnolo, incendiando Concordia, ma corrompe il generale con 5000 ducati d'oro, facendolo tornare a Milano. Non si ferma qui. Contro Carlo V, cerca l'alleanza di Francesco I, re di Francia e nemico storico del sovrano spagnolo. Mette a disposizione la sua roccaforte nel cuore della Pianura Padana e invia alla corte di Francia i suoi figli come ostaggio. Dopo aver insignito Galeotto dell'Ordine Cavalleresco di San Michele con una sontuosa cerimonia nella Cattedrale di Notre Dame a Parigi, Francesco I fa scortare il mirandolese a casa con un seguito di 200 fanti, che si stabiliranno nella parte est della città, che oggi corrisponde a quella compresa tra via Francesco Montanari, via Francia Corta, via Quartieri e via delle Mura. Galeotto muore a 42 anni a Parigi, nel 1550. Gli succede Federico II Pico, che decide di abbandonare l'alleanza francese per tornare con la Spagna di Rodolfo II. A questo punto, i francesi abbandonano il quartiere che, da allora, viene chiamato Francia Corta (ex corte dei soldati francesi). Nei decenni successivi, qui si stabilisce il sottoproletariato, cioè la parte più povera della popolazione, quella che vive di furtarelli ed espedienti. Tant'è che nello stemma araldico del futuro "Libero Stato di Franciacorta", del 1863, compare una sporta di paglia mezza rotta, dalla quale fuoriescono porri, cipolle e aglio, sottratti ai legittimi proprietari.

francia corta fiera rid

La Società di Franciacorta

Nonostante la povertà e l'arte di arrangiarsi, gli abitanti di Francia Corta non hanno mai rinunciato a divertirsi e a fare baldoria. Nel corso della storia, non sono mai mancate le occasioni per fare festa. Da questa tradizione, nel 1862, nasce il "Principato di Francia Corta – Stato Libero della Mirandola", come racconta Enrico Castellazzi, attuale segretario della "Società del Principato di Francia Corta". "Lo scopo della società era quella del mutuo soccorso, cioè di raccogliere fondi per aiutare i più poveri attraverso le quote sociali e il ricavato dagli eventi e dalle manifestazioni folkloristiche. – spiega Castellazzi - A capo della società c'era un Ministro, chiamato anche "Signore della Povertà" o della Miseria, circondato da una corte di dignitari".

Nel 1863 nasce lo stemma araldico e viene composto l'inno, nel 1869 nasce il Gran Museo della Francia Corta. Dopo la parentesi della Prima Guerra Mondiale, che ha fatto diverse vittime anche tra i mirandolesi partiti al fronte, il primo Dopoguerra vede la rinascita di Francia Corta e una piccola rivoluzione. Nel 1920, il Ministro viene sostituito dal Principe di Francia Corta, Signore dei Quartieri, al quale si affiancano un Gran Maresciallo, un Ambasciatore, un Guardasigilli, un Colonnello di Artiglieria, un Gran Giudice, un Ciambellano e un Ingegnere. Tutte figure che entreranno a fare parte della tradizione storica di Francia Corta. Sempre in quell'anno, viene organizzato anche il primo "Corso Mascherato" con ricchi premi.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale e il periodo Fascista, dobbiamo attendere il 1965 per una nuova grande ripresa delle attività in grande stile, il tutto supportato dalla stampa e dalla televisione. La RAI, infatti, è spesso presente per riprendere le manifestazioni e proporle al resto d'Italia. Nello stesso anno viene organizzata la prima "Grande Sagra di Francia Corta", oggi Fiera Mercato, e viene introdotta la figura della Principessa, una giovane donna con molti anni in meno del suo Principe, che a ogni edizione viene eletta tra celebrità o tra le ragazze mirandolesi. Tra le più note, l'attrice Sheyla Rosin, prima e indimenticabile Principessa di Franciacorta, Gilda Giuffrida (1967), Miss Cinema e valletta di Mike Bongiorno, e l'attrice e cantante Cristina Hansen, comparsa nel film di Fellini "Tre storie straordinarie". La tradizione di Francia Corta continua tutt'oggi con tanti eventi, tra cui la Festa di Fine Anno, le sfilate storiche, le sfilate carnevalesche, la Festa di Primavera, la festa di luglio e la P'caria in piazza.

Il programma della fiera 2014

Sabato 15 Novembre

ore 13,30 - Apertura cucina del principato con specialità tipiche: maccheroni al pettine, polenta con ragù, "zampone dei Pico" (marchio registrato), stracotto con polenta e gnocco fritto.
ore 14,30 - Esposizione dei dipinti del Concorso di pittura per ragazzi.
ore 14,30 - Luna Park e divertimenti sul piazzale A.T.C.M.
ore 14,30 - Apertura Mercato Straordinario degli ambulanti con oltre 200 espositori provenienti da tutta Italia.
ore 15,30 - Inaugurazione Fiera del principato di Francia Corta alla presenza delle Autorità.
ore 16,00 - Sfilata della Corte di Francia Corta con spettacolo degli sbandieratori della Contrada Santa Maria in Vado.
ore 16,15 - Inaugurazione Mostra Personale di Leila Bergamini presso il locale sito all'angolo tra via Cavallotti e via Fenice.
ore 16,30 - Presentazione ed incoronazione della nuova Principessa di Francia Corta.
ore 18,30 - I Principi offriranno la cena al popolo affamato: allo stand gastronomico troverete "fasulada, pulenta imbrucada, e ven brulè".

Domenica 16 Novembre

ore 08,00 - Riapertura del Mercato Straordinario degli Ambulanti
ore 08,00 - Esposizione del 26° Concorso di pittura per ragazzi.
ore 09,00 - Dal piazzale della stazione "A.T.C.M." partenza corsa Podistica non competitiva "29° Trofeo Francia Corta" in collaborazione con il Gruppo Podisti Mirandolesi.
ore 14,30 - Premiazione "26° Concorso di pittura per ragazzi".
ore 15,30 - Concerto per le vie del Principato con la Banda di Dozza Bolognese, i famosi S'ciucaren.
ore 16,30 - Dal palco dei proclami in Piazza Costituente, saluto di Mirandolina, sproloquio di Sandrone e della famiglia Pavironica e discorso del Principe di Francia Corta.

A partire dal mezzogiorno funzionerà lo stand gastronomico del Principato
Info: www.principatodifranciacorta.it

www.facebook.com/principato.difranciacorta

 

Pubblicato in Dove andiamo? Modena

Questo fine settimana, a Mirandola, si tiene la 49° edizione della Fiera Mercato del Principato di Franciacorta con oltre 200 espositori provenienti da tutta Italia. Non mancheranno gli stand gastronomici con piatti tipici, le celebri sfilate in costume, mostre, concerti e la 26° edizione del concorso di pittura per bambini.

Modena, 12 novembre 2014 - di Manuela Fiorini -

Tutto è pronto per la 49° edizione della Fiera Mercato del Principato di Francia Corta che, come ogni anno, dal 1965, anima l'autunno mirandolese con oltre 200 espositori provenienti da tutta Italia, le suggestive sfilate della Corte di Francia Corta in costume storico, l'incoronazione della Principessa e lo spettacolo degli sbandieratori. Non mancheranno nemmeno gli stand gastronomici con i piatti della tradizione, tra cui la fasulada, la pasta e fagioli, la pulenta imbrucada, polenta con il ragù, vin brulè e gnocco fritto, il concorso di pittura per bambini, giunto alla sua 26°edizione e poi concerti, esposizioni, gare sportive e, ospite d'eccezione, la Famiglia Pavironica da Modena, con il tradizionale "sproloquio" di Sandrone dal palco dei proclami di Piazza Costituente, a cui seguirà il saluto di Mirandolina e il discorso del Principe di Francia Corta Antonio I.
Dietro alla Fiera Mercato e alle altre manifestazioni che l'Associazione "Società del Principato di Francia Corta" (www.principatodifranciacorta.it) organizza durante tutto il corso dell'anno, c'è una storia secolare, che risale addirittura alla prima metà del 1500.

Le origini di Francia Corta

Il perché in quel di Mirandola, nella Bassa modenese, esista un quartiere chiamato Francia Corta è da ricercarsi nel lontano 1533. Allora, sulla città regnava la Signoria dei Pico, ma è proprio in questo anno che Galeotto II Pico fa assassinare lo zio Gianfrancesco e i suoi eredi per diventare l'unico reggente. Galeotto è un giovane assetato di potere, ambizioso, spietato ma con grande abilità politica. L'assassinio dello zio scatena le ire dell'Imperatore Carlo V di Spagna, l'uomo allora più potente del mondo, i cui domini si estendevano dall'Europa all'America. Carlo V ordina al suo luogotenente a Milano, il Generale spagnolo Antonio De Leyva, di convocare Galeotto, processarlo e scacciarlo da Mirandola. Il giovane, però, fa spallucce. Continua a ignorare l'imperatore anche quando questi lo fa decadere da Signore del Feudo della Mirandola e lo condanna a morte per decapitazione. Anzi, quando l'imperatore fa calare De Leyva con 3000 fanti e l'ordine di distruggere Mirandola e catturare Galeotto. Questi, non solo fa terra bruciata all'esercito spagnolo, incendiando Concordia, ma corrompe il generale con 5000 ducati d'oro, facendolo tornare a Milano. Non si ferma qui. Contro Carlo V, cerca l'alleanza di Francesco I, re di Francia e nemico storico del sovrano spagnolo. Mette a disposizione la sua roccaforte nel cuore della Pianura Padana e invia alla corte di Francia i suoi figli come ostaggio. Dopo aver insignito Galeotto dell'Ordine Cavalleresco di San Michele con una sontuosa cerimonia nella Cattedrale di Notre Dame a Parigi, Francesco I fa scortare il mirandolese a casa con un seguito di 200 fanti, che si stabiliranno nella parte est della città, che oggi corrisponde a quella compresa tra via Francesco Montanari, via Francia Corta, via Quartieri e via delle Mura. Galeotto muore a 42 anni a Parigi, nel 1550. Gli succede Federico II Pico, che decide di abbandonare l'alleanza francese per tornare con la Spagna di Rodolfo II. A questo punto, i francesi abbandonano il quartiere che, da allora, viene chiamato Francia Corta (ex corte dei soldati francesi). Nei decenni successivi, qui si stabilisce il sottoproletariato, cioè la parte più povera della popolazione, quella che vive di furtarelli ed espedienti. Tant'è che nello stemma araldico del futuro "Libero Stato di Franciacorta", del 1863, compare una sporta di paglia mezza rotta, dalla quale fuoriescono porri, cipolle e aglio, sottratti ai legittimi proprietari.

francia corta fiera rid

La Società di Franciacorta

Nonostante la povertà e l'arte di arrangiarsi, gli abitanti di Francia Corta non hanno mai rinunciato a divertirsi e a fare baldoria. Nel corso della storia, non sono mai mancate le occasioni per fare festa. Da questa tradizione, nel 1862, nasce il "Principato di Francia Corta – Stato Libero della Mirandola", come racconta Enrico Castellazzi, attuale segretario della "Società del Principato di Francia Corta". "Lo scopo della società era quella del mutuo soccorso, cioè di raccogliere fondi per aiutare i più poveri attraverso le quote sociali e il ricavato dagli eventi e dalle manifestazioni folkloristiche. – spiega Castellazzi - A capo della società c'era un Ministro, chiamato anche "Signore della Povertà" o della Miseria, circondato da una corte di dignitari".

Nel 1863 nasce lo stemma araldico e viene composto l'inno, nel 1869 nasce il Gran Museo della Francia Corta. Dopo la parentesi della Prima Guerra Mondiale, che ha fatto diverse vittime anche tra i mirandolesi partiti al fronte, il primo Dopoguerra vede la rinascita di Francia Corta e una piccola rivoluzione. Nel 1920, il Ministro viene sostituito dal Principe di Francia Corta, Signore dei Quartieri, al quale si affiancano un Gran Maresciallo, un Ambasciatore, un Guardasigilli, un Colonnello di Artiglieria, un Gran Giudice, un Ciambellano e un Ingegnere. Tutte figure che entreranno a fare parte della tradizione storica di Francia Corta. Sempre in quell'anno, viene organizzato anche il primo "Corso Mascherato" con ricchi premi.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale e il periodo Fascista, dobbiamo attendere il 1965 per una nuova grande ripresa delle attività in grande stile, il tutto supportato dalla stampa e dalla televisione. La RAI, infatti, è spesso presente per riprendere le manifestazioni e proporle al resto d'Italia. Nello stesso anno viene organizzata la prima "Grande Sagra di Francia Corta", oggi Fiera Mercato, e viene introdotta la figura della Principessa, una giovane donna con molti anni in meno del suo Principe, che a ogni edizione viene eletta tra celebrità o tra le ragazze mirandolesi. Tra le più note, l'attrice Sheyla Rosin, prima e indimenticabile Principessa di Franciacorta, Gilda Giuffrida (1967), Miss Cinema e valletta di Mike Bongiorno, e l'attrice e cantante Cristina Hansen, comparsa nel film di Fellini "Tre storie straordinarie". La tradizione di Francia Corta continua tutt'oggi con tanti eventi, tra cui la Festa di Fine Anno, le sfilate storiche, le sfilate carnevalesche, la Festa di Primavera, la festa di luglio e la P'caria in piazza.

Il programma della fiera 2014

Sabato 15 Novembre

ore 13,30 - Apertura cucina del principato con specialità tipiche: maccheroni al pettine, polenta con ragù, "zampone dei Pico" (marchio registrato), stracotto con polenta e gnocco fritto.
ore 14,30 - Esposizione dei dipinti del Concorso di pittura per ragazzi.
ore 14,30 - Luna Park e divertimenti sul piazzale A.T.C.M.
ore 14,30 - Apertura Mercato Straordinario degli ambulanti con oltre 200 espositori provenienti da tutta Italia.
ore 15,30 - Inaugurazione Fiera del principato di Francia Corta alla presenza delle Autorità.
ore 16,00 - Sfilata della Corte di Francia Corta con spettacolo degli sbandieratori della Contrada Santa Maria in Vado.
ore 16,15 - Inaugurazione Mostra Personale di Leila Bergamini presso il locale sito all'angolo tra via Cavallotti e via Fenice.
ore 16,30 - Presentazione ed incoronazione della nuova Principessa di Francia Corta.
ore 18,30 - I Principi offriranno la cena al popolo affamato: allo stand gastronomico troverete "fasulada, pulenta imbrucada, e ven brulè".

Domenica 16 Novembre

ore 08,00 - Riapertura del Mercato Straordinario degli Ambulanti
ore 08,00 - Esposizione del 26° Concorso di pittura per ragazzi.
ore 09,00 - Dal piazzale della stazione "A.T.C.M." partenza corsa Podistica non competitiva "29° Trofeo Francia Corta" in collaborazione con il Gruppo Podisti Mirandolesi.
ore 14,30 - Premiazione "26° Concorso di pittura per ragazzi".
ore 15,30 - Concerto per le vie del Principato con la Banda di Dozza Bolognese, i famosi S'ciucaren.
ore 16,30 - Dal palco dei proclami in Piazza Costituente, saluto di Mirandolina, sproloquio di Sandrone e della famiglia Pavironica e discorso del Principe di Francia Corta.

A partire dal mezzogiorno funzionerà lo stand gastronomico del Principato
Info: www.principatodifranciacorta.it

www.facebook.com/principato.difranciacorta

 

Pubblicato in Dove andiamo? Modena

Sabato 8 novembre e nel fine settimana del 15 e 16 novembre, a Mirandola, si tiene la 49° edizione della Fiera Mercato del Principato di Franciacorta con oltre 200 espositori provenienti da tutta Italia. Non mancheranno gli stand gastronomici con piatti tipici, le celebri sfilate in costume, mostre, concerti e la 26° edizione del concorso di pittura per bambini.

Modena, 6 novembre 2014 - di Manuela Fiorini -

Tutto è pronto per la 49° edizione della Fiera Mercato del Principato di Francia Corta che, come ogni anno, dal 1965, anima l'autunno mirandolese con oltre 200 espositori provenienti da tutta Italia, le suggestive sfilate della Corte di Francia Corta in costume storico, l'incoronazione della Principessa e lo spettacolo degli sbandieratori. Non mancheranno nemmeno gli stand gastronomici con i piatti della tradizione, tra cui la fasulada, la pasta e fagioli, la pulenta imbrucada, polenta con il ragù, vin brulè e gnocco fritto, il concorso di pittura per bambini, giunto alla sua 26°edizione e poi concerti, esposizioni, gare sportive e, ospite d'eccezione, la Famiglia Pavironica da Modena, con il tradizionale "sproloquio" di Sandrone dal palco dei proclami di Piazza Costituente, a cui seguirà il saluto di Mirandolina e il discorso del Principe di Francia Corta Antonio I.
Dietro alla Fiera Mercato e alle altre manifestazioni che l'Associazione "Società del Principato di Francia Corta" (www.principatodifranciacorta.it) organizza durante tutto il corso dell'anno, c'è una storia secolare, che risale addirittura alla prima metà del 1500.

Le origini di Francia Corta

Il perché in quel di Mirandola, nella Bassa modenese, esista un quartiere chiamato Francia Corta è da ricercarsi nel lontano 1533. Allora, sulla città regnava la Signoria dei Pico, ma è proprio in questo anno che Galeotto II Pico fa assassinare lo zio Gianfrancesco e i suoi eredi per diventare l'unico reggente. Galeotto è un giovane assetato di potere, ambizioso, spietato ma con grande abilità politica. L'assassinio dello zio scatena le ire dell'Imperatore Carlo V di Spagna, l'uomo allora più potente del mondo, i cui domini si estendevano dall'Europa all'America. Carlo V ordina al suo luogotenente a Milano, il Generale spagnolo Antonio De Leyva, di convocare Galeotto, processarlo e scacciarlo da Mirandola. Il giovane, però, fa spallucce. Continua a ignorare l'imperatore anche quando questi lo fa decadere da Signore del Feudo della Mirandola e lo condanna a morte per decapitazione. Anzi, quando l'imperatore fa calare De Leyva con 3000 fanti e l'ordine di distruggere Mirandola e catturare Galeotto. Questi, non solo fa terra bruciata all'esercito spagnolo, incendiando Concordia, ma corrompe il generale con 5000 ducati d'oro, facendolo tornare a Milano. Non si ferma qui. Contro Carlo V, cerca l'alleanza di Francesco I, re di Francia e nemico storico del sovrano spagnolo. Mette a disposizione la sua roccaforte nel cuore della Pianura Padana e invia alla corte di Francia i suoi figli come ostaggio. Dopo aver insignito Galeotto dell'Ordine Cavalleresco di San Michele con una sontuosa cerimonia nella Cattedrale di Notre Dame a Parigi, Francesco I fa scortare il mirandolese a casa con un seguito di 200 fanti, che si stabiliranno nella parte est della città, che oggi corrisponde a quella compresa tra via Francesco Montanari, via Francia Corta, via Quartieri e via delle Mura. Galeotto muore a 42 anni a Parigi, nel 1550. Gli succede Federico II Pico, che decide di abbandonare l'alleanza francese per tornare con la Spagna di Rodolfo II. A questo punto, i francesi abbandonano il quartiere che, da allora, viene chiamato Francia Corta (ex corte dei soldati francesi). Nei decenni successivi, qui si stabilisce il sottoproletariato, cioè la parte più povera della popolazione, quella che vive di furtarelli ed espedienti. Tant'è che nello stemma araldico del futuro "Libero Stato di Franciacorta", del 1863, compare una sporta di paglia mezza rotta, dalla quale fuoriescono porri, cipolle e aglio, sottratti ai legittimi proprietari.

francia corta fiera rid

La Società di Franciacorta

Nonostante la povertà e l'arte di arrangiarsi, gli abitanti di Francia Corta non hanno mai rinunciato a divertirsi e a fare baldoria. Nel corso della storia, non sono mai mancate le occasioni per fare festa. Da questa tradizione, nel 1862, nasce il "Principato di Francia Corta – Stato Libero della Mirandola", come racconta Enrico Castellazzi, attuale segretario della "Società del Principato di Francia Corta". "Lo scopo della società era quella del mutuo soccorso, cioè di raccogliere fondi per aiutare i più poveri attraverso le quote sociali e il ricavato dagli eventi e dalle manifestazioni folkloristiche. – spiega Castellazzi - A capo della società c'era un Ministro, chiamato anche "Signore della Povertà" o della Miseria, circondato da una corte di dignitari".

Nel 1863 nasce lo stemma araldico e viene composto l'inno, nel 1869 nasce il Gran Museo della Francia Corta. Dopo la parentesi della Prima Guerra Mondiale, che ha fatto diverse vittime anche tra i mirandolesi partiti al fronte, il primo Dopoguerra vede la rinascita di Francia Corta e una piccola rivoluzione. Nel 1920, il Ministro viene sostituito dal Principe di Francia Corta, Signore dei Quartieri, al quale si affiancano un Gran Maresciallo, un Ambasciatore, un Guardasigilli, un Colonnello di Artiglieria, un Gran Giudice, un Ciambellano e un Ingegnere. Tutte figure che entreranno a fare parte della tradizione storica di Francia Corta. Sempre in quell'anno, viene organizzato anche il primo "Corso Mascherato" con ricchi premi.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale e il periodo Fascista, dobbiamo attendere il 1965 per una nuova grande ripresa delle attività in grande stile, il tutto supportato dalla stampa e dalla televisione. La RAI, infatti, è spesso presente per riprendere le manifestazioni e proporle al resto d'Italia. Nello stesso anno viene organizzata la prima "Grande Sagra di Francia Corta", oggi Fiera Mercato, e viene introdotta la figura della Principessa, una giovane donna con molti anni in meno del suo Principe, che a ogni edizione viene eletta tra celebrità o tra le ragazze mirandolesi. Tra le più note, l'attrice Sheyla Rosin, prima e indimenticabile Principessa di Franciacorta, Gilda Giuffrida (1967), Miss Cinema e valletta di Mike Bongiorno, e l'attrice e cantante Cristina Hansen, comparsa nel film di Fellini "Tre storie straordinarie". La tradizione di Francia Corta continua tutt'oggi con tanti eventi, tra cui la Festa di Fine Anno, le sfilate storiche, le sfilate carnevalesche, la Festa di Primavera, la festa di luglio e la P'caria in piazza.

Il programma della fiera 2014

Sabato 8 novembre

Dalle 14.15: nei locali della Scuola Media di Via Tazio Nuvolari (zona piscine) apertura:
26° CONCORSO DI PITTURA PER TUTTI I BAMBINI "ARMANDO ALEOTTI" .
Tutti i bimbi saranno premiati con coppe. Tutte le opere saranno esposte in Piazza Costituente
nei giorni della Fiera. Premiazioni: alle ore 14,30 di Domenica 16 Novembre 2014 in Piazza Costituente.

Sabato 15 Novembre

ore 13,30 - Apertura cucina del principato con specialità tipiche: maccheroni al pettine, polenta con ragù, "zampone dei Pico" (marchio registrato), stracotto con polenta e gnocco fritto.
ore 14,30 - Esposizione dei dipinti del Concorso di pittura per ragazzi.
ore 14,30 - Luna Park e divertimenti sul piazzale A.T.C.M.
ore 14,30 - Apertura Mercato Straordinario degli ambulanti con oltre 200 espositori provenienti da tutta Italia.
ore 15,30 - Inaugurazione Fiera del principato di Francia Corta alla presenza delle Autorità.
ore 16,00 - Sfilata della Corte di Francia Corta con spettacolo degli sbandieratori della Contrada Santa Maria in Vado.
ore 16,15 - Inaugurazione Mostra Personale di Leila Bergamini presso il locale sito all'angolo tra via Cavallotti e via Fenice.
ore 16,30 - Presentazione ed incoronazione della nuova Principessa di Francia Corta.
ore 18,30 - I Principi offriranno la cena al popolo affamato: allo stand gastronomico troverete "fasulada, pulenta imbrucada, e ven brulè".

Domenica 16 Novembre

ore 08,00 - Riapertura del Mercato Straordinario degli Ambulanti
ore 08,00 - Esposizione del 26° Concorso di pittura per ragazzi.
ore 09,00 - Dal piazzale della stazione "A.T.C.M." partenza corsa Podistica non competitiva "29° Trofeo Francia Corta" in collaborazione con il Gruppo Podisti Mirandolesi.
ore 14,30 - Premiazione "26° Concorso di pittura per ragazzi".
ore 15,30 - Concerto per le vie del Principato con la Banda di Dozza Bolognese, i famosi S'ciucaren.
ore 16,30 - Dal palco dei proclami in Piazza Costituente, saluto di Mirandolina, sproloquio di Sandrone e della famiglia Pavironica e discorso del Principe di Francia Corta.

A partire dal mezzogiorno funzionerà lo stand gastronomico del Principato
Info: www.principatodifranciacorta.it

www.facebook.com/principato.difranciacorta

 

Pubblicato in Dove andiamo? Modena
Mercoledì, 05 Novembre 2014 11:49

Piacenza - "Musica al Lavoro" 11esima edizione

Musica al Lavoro 11esima edizione: 
si parte venerdì con Cisco, ex Modena City Ramblers. 
"Cultura e lavoro sono tasselli fondamentali della democrazia". Tutti gli eventi ad ingresso libero e gratuito -

Piacenza, 5 novembre 2014 -

Presentata l'undicesima edizione della rassegna "Musica al Lavoro"di Cgil e Arci Piacenza che si aprirà con un appuntamento speciale venerdì 7 al salone Nelson Mandela (via XXIV Maggio, 18 – Piacenza) quando Cisco Bellotti, storica voce dei Modena City Ramblers presenterà la prima nazionale di "Oh belli ciao! Ecco perché ho lasciato i Modena City Ramblers" con Carlo Albé voce narrante, Simone Corbellini alla tromba e lo stesso Cisco alla voce e alla chitarra. Tutti gli spettacoli presentati dal direttore artistico Luca Garlaschelli, dal segretario generale Cgil Piacenza Gianluca Zilocchi e da quello organizzativo Ivo Bussacchini sono ad ingresso gratuito.

"Musica al Lavoro investe sull'idea che i temi del lavoro si leghino in maniera molto stretta con il mondo della cultura e dello spettacolo – ha spiegato Zilocchi - anche il nuovo gruppo dirigente della Cgil di Piacenza ha deciso di investire su Musica al Lavoro in una fase nella quale la nostra organizzazione è impegnata in una forte mobilitazione per giustizia ed equità, questa è una delle mille sfaccettature che ci vede in campo".

"Nelle mille difficoltà quotidiane siamo in grado ancora una volta di aprirci alla società in un connubio tra arte, musica e cultura – ha aggiunto Bussacchini - Vogliamo parlare ai giovani e ai meno giovani per dire che nella società la cultura e la conoscenza sono tasselli fondamentali della democrazia".

Garlaschelli, jazzista di fama internazionale che cura il cartellone della rassegna. Ha spiegato come la vita non sia fatta "solo di lavoro o solo di cultura". "Il movimento operaio ci ha dato una lezione e una strada da seguire – ha detto - e proprio questa strada cerchiamo di seguire da undici edizioni di una rassegna che ha portato a Piacenza, in un salone Nelson Mandela dall'acustica splendida, personaggi come Bruno Lauzi, Moni Ovadia, Ascanio Celestini e altri: tutti felici di essere ospitati qui a Piacenza dalla Cgil". Le date scelte per le iniziative non sono casuali: il giorno della scomparsa di Fabrizio De Andrè, la giornata internazionale della memoria dell'Olocausto, la Festa della Donna, la Festa della Liberazione.

Il programma completo:

Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso gratuito ed avranno inizio alle ore 21,30 presso il Salone Nelson Mandela della Camera del Lavoro di Piacenza via 24 maggio N.18 -

07/11/2014

Stefano "Cisco" Bellotti e Carlo Albè presentano "Oh belli Ciao!" ( ecco perché ho lasciato i Modena City Ramblers" )

Cisco : voce e chitarra
Simone Correllini: tromba
Carlo Albè : voce recitante

Cisco Bellotti nato in quel di Carpi il 29 luglio del 1968, è un cantautore di musica folk rock. Il soprannome Cisco deriva dalla sua passione per il calcio. Infatti, tutte le volte che da ragazzo giocava a pallone con gli amici, indossava una maglietta con la scritta San Francisco, via via usuratasi fino a lasciare solo le ultime cinque lettere, per l'appunto Cisco. Ha militato nei Modena City Ramblers dal 1992 fino al 2005, pubblicando nove album di inediti e vendendo circa un milione di copie, collezionando più di 1200 concerti tra Italia, Europa e America Latina. Ora è un apprezzato cantautore solista con alle spalle tre lavori inediti e due raccolte live. "Oh belli ciao!", è un divertente romanzo-biografia che ripercorre la sua esperienza nei Modena City Ramblers.
Carlo Albè nato a Busto Arsizio nel febbraio del 1981, è un lavoratore precario, ma soprattutto scrittore indipendente e giornalista free lance,. Nel dicembre del 2011 ha dato alle stampe il suo primo romanzo, intitolato "L'importante è non restare", con postfazione dell'amico Stefano "Cisco" Bellotti. Nel febbraio del 2013 pubblica il fortunato "Stabile Precariato" che promuove con un tour di ben cinquanta reading in un anno. Carlo legge ovunque. Nei pub, bar, circoli, biblioteche, scantinati e balere. Scrive racconti e inchieste di cronaca per la Provincia di Varese e la Provincia di Como.

15/01/2015

Nel segno di Faber. Concerto in omaggio a Fabrizio De Andrè - Musicisti, cantanti, attori renderanno omaggio al celeberrimo cantautore genovese alternandosi sul palcoscenico.

25/01/2015

Giornata della memoria - Concerto del gruppo Muzikobando special guest Gabriele Coen

MUZIKOBANDO lavora come laboratorio attento alla riscoperta di una tradizione musicale molto vasta; unisce generi diversi ed apparentemente lontani, in un percorso organico articolato nella forma del viaggio. L'ensemble propone musica popolare ebraica, armena, brani strumentali e canzoni in lingua Yiddish. L'intero programma si basa sul dialogo degli strumenti ad arco (violino e viola) con voce e fisarmonica.
Nel 2013 è stato presentato il primo album: Babil.Una personale idea della musica klezmer; una Babele di suoni e di lingue che cerca la propria riunificazione attorno al piacere dell'ascolto. Melodie dolci e suadenti lasciano spazio a suoni taglienti e gutturali.
MUZIKOBANDO è un ensemble formato da musicisti che apportano al gruppo le personali esperienze artistiche, frutto di collaborazioni che spaziano dalla musica antica al folk, dal melodramma alla musica leggera, ma anche dalla televisione agli studi di registrazione. Il gruppo ha partecipato ad importanti Festival, tra cui: Mantova Chamber Music Festival, Festival Musica Diffusa di Pontenure (Pc), Festival Internazionale violinistico di Salò, Stagione Concertistica del Centro Culturale Italo-Tedesco 'Goethe Zentrum' di Piacenza, Festival Folk di Savignano Irpino (Av), BAF – Bibiena Art Festival di Piacenza, Estri d'Estate (Parma), Rovigo, Cremona, Camogli, Torino, Mondovì.

GABRIELE COEN sassofonista, clarinettista e compositore è tra i massimi divulgatori in Europa della tradizione popolare ebraica e punto di riferimento importante per il Jazz contemporaneo. Fondatore e leader dei Klezroym, la più nota formazione italiana di musica klezmer con la quale è tra i massimi divulgatori in Europa della tradizione musicale popolare ebraica reinterpetata in chiave jazzistica. Parallelamente, Gabriele amplia la sua intensa attività didattica e divulgativa che vede uno dei suoi momenti più importanti nella pubblicazione del saggio "Musica errante. Tra folk e jazz: klezmer e canzone yiddish" edito nel 2009 da Stampa Alternativa.

06/03/2014

Giornata Internazionale della Donna - "Sebben che siamo donne". Giovanna Zucconi voce recitante - Enerbia accompagnamento musicale

Giovanna Zucconi: Giornalista, autrice e conduttrice di trasmissioni televisive e radiofoniche. Scrive di cultura su Stampa ed Espresso. Da qualche anno parla di libri all'interno della trasmissione Che tempo che fa di Fabio Fazio. 

Sempre per RaiTre, è stata autrice e conduttrice di Pickwick con Alessandro Baricco, e Gargantua. 
Ha lavorato per Radio3 e per Radio2 al programma Sumo (chiuso qualche mese fa), e a Diritto di replica, condotto su RaiSat (primissima coproduzione con il canale culturale europeo Arte)nonché a molte ore di diretta da festival italiani e stranieri.
Ha ideato e diretto per Feltrinelli "Effe", la rivista di libri a più ampia diffusione in Italia.

Enerbia:E' uno dei più importanti gruppi italiani attivi nel campo della musica tradizionale e antica e dedica il suo lavoro di ricerca principalmente alla valorizzazione del repertorio dell'Appennino nord-occidentale, tra i più interessanti di tutta la penisola italiana.
Il gruppo ha collaborato con personaggi come Ermanno Olmi nel film "I cento chiodi" con Giuseppe Bertolucci ed Edmondo Berselli nel documentario "Un paese chiamato Po" e con Paolo Rumitz nel libro "La leggenda dei monti naviganti".

27/04/2015

Ancora Bella Ciao - Lucilla Galeazzi voce e chitarra

Lucilla Galeazzi è una cantautrice italiana. Negli anni 70/80 comincia a cantare nell'ambito del folk revival con Giovanna Marini. A partire dagli anni novanta, si dedica con grande energia alla carriera di solista, realizzando sia dischi e progetti suoi, sia collaborazioni con musicisti di differente provenienza:esponenti importanti del jazz francese, come il chitarrista Claude Barthelemy, il violoncellista Vincent Courtois, il suonatore di basso tuba e serpentone Michel Godard e il compositore di musica e canzoni Philippe Eidel. Con i jazzisti italiani Gianluigi Trovesi, Eugenio Colombo, Giancarlo Schiaffini, Pino Minafra, Bruno Tommaso, Antonello Salis , Luigi Cinque ecc. ecc.. partecipa a numerosi progetti nazionali ed internazionali. Con Roberto De Simone a L'Opera di Napoli, collabora a 5 progetti di quest'ultimo e poi , nel 1989 fa una lunga tournée di 3 mesi nei grandi teatri francesi, con lo spettacolo "TANGO, MEMORIA DI BUENOS AIRES" insieme al Quarteto Cedron, Juan Josè Mosalini al bandoneon, Gustavo Beytelmann al pianoforte ed il grande violinista di tango Antonio Agri. Lucilla Galeazzi ha dedicato la sua vita alla musica tradizionale della sua terra, l'Umbria: Stornelli a saltarello, a malloppu, a recchia, canti epico-lirici, canti a mete, strambotti, canti a vatoccu ecc... Dal 1994 , da solista, ha creato i progetti: CUORE DI TERRA, LUNARIO, AMORE E ACCIAIO, STAGIONI, MAGGIO MAGGIO È CAPITANO,CORRETE SORELLE con il quartetto vocale Faraualla, CELESTE TESORO, ANCORA BELLA CIAO, IL NATALE DEI SEMPLICI , FESTA ITALIANA) e partecipato a progetti con altri musicisti popolari come Carlo Rizzo e Ambrogio Sparagna formando " IL TRILLO " ed anche con l'organettista Riccardo Tesi per uno spettacolo/CD omaggio alla grande ricercatrice/interprete toscana Caterina Bueno "Sopra i tetti di Firenze" . Ha inoltre interpretato brani di musica contemporanea come le Folk Songs di Luciano Berio e la Passio et Resurrexio di Sergio Rendine. Inoltre nel 2001 comincia la collaborazione con la tiorbista Christina Pluhar al progetto "LA TARANTELLA" con l' Ensemble "Arpeggiata" da lei creato e diretto.

(Fonte: Ufficio stampa CGIL Piacenza)

Inaugurata a Bologna la rassegna itinerante voluta dall'Assemblea legislativa regionale in occasione del centesimo anniversario della Grande Guerra, alla presenza degli studenti di Mirandola. Obiettivo della mostra la campagna di raccolta di materiali di enti, associazioni e privati ad ogni tappa -

Parma, 5 novembre 2014 -

E' stata inaugurata ieri nell'atrio d'ingresso dell'Assemblea legislativa regionale a Bologna, la mostra che racconta il ruolo dell'Emilia-Romagna nella Prima guerra mondiale, una regione che è stata 'cuore pulsante' nelle retrovie italiane durante il conflitto #grandeguERra. "L'Emilia-Romagna tra fronte e retrovia" è il titolo della rassegna itinerante voluta dall'Assemblea legislativa regionale in occasione del centesimo anniversario della Grande Guerra (1914-2014).

Frutto di un lavoro di ricerca originale, la mostra è articolata in 25 pannelli che offrono la panoramica di ciò che le varie comunità emiliano-romagnole furono chiamate a dover fare, attraverso un linguaggio chiaro e l'uso di immagini, in parte, inedite. A realizzarla è l'Istituto per la Storia e le Memorie del '900 Parri di Bologna, in collaborazione con la rete degli Istituti storici dell'Emilia-Romagna e il Museo civico del Risorgimento di Bologna, e con la partecipazione di Clionet, associazione di ricerca storica. All'iniziativa, curata da quattro ricercatori (Mirco Carrattieri, Carlo De Maria, Luca Gorgolini e Fabio Montella), è stato concesso il logo ufficiale delle iniziative legate alle Commemorazioni per il Centenario della Prima Guerra Mondiale, realizzato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.

La mostra sarà visitabile fino al 20 novembre 2014 nella sede dell'Assemblea legislativa, per poi spostarsi nel 2015 al Museo del Risorgimento di Bologna e nelle principali città della regione. E con la mostra parte anche una campagna di raccolta di immagini fotografiche e documenti autobiografici conservati presso le famiglie emiliano-romagnole: i materiali, una volta digitalizzati e inventariati, andranno a costituire un fondo archivistico di assoluto valore presso il Museo del Risorgimento di Bologna e consultabile anche on line.

E' inoltre disponibile il catalogo in versione cartacea di #grandeguERra, liberamente scaricabile sul sito dell'Assemblea www.assemblea.emr.it.

L'inaugurazione è stata caratterizzata dall'incontro con i ragazzi di cinque classi: una del Liceo scientifico Augusto Righi di Bologna, due del Liceo scientifico Leonardo da Vinci di Casalecchio di Reno (Bo) e due del Liceo G.Pico-Istituto G.Luosi di Mirandola (Mo); ragazzi in rappresentanza degli studenti, ai quali la mostra è principalmente rivolta. In seguito al lavoro nei laboratori di archeologia e giornalismo del Pico-Luosi e della Fondazione Scuola di musica G.Andreoli di Mirandola, nella Sala Polivalente Guido Fanti dell'Assemblea legislativa sono stati letti testi preparati dagli studenti e suonati brani, fra cui La leggenda del Piave e 'O surdato 'nnammurato. In precedenza, gli interventi della presidente dell'Assemblea legislativa, Palma Costi, dell'assessore regionale alla Cultura, Massimo Mezzetti, e del professor Alberto Preti (Istituto Parri).

L'obiettivo principale della mostra è quello di stimolare una riflessione sull'importanza assunta nella storia del Novecento da quell'evento sconvolgente, con particolare riferimento al contesto regionale. L'Emilia-Romagna venne infatti interamente e pesantemente coinvolta nella prima guerra "tecnologica e industriale" della storia, per moltissimi aspetti, a partire dall'altissimo numero di mobilitati (quasi 500 mila), caduti (oltre 50 mila) e decorati (1.837), ricordati in lapidi e monumenti presenti su tutto il territorio regionale.

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

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Musei Civici di Palazzo Farnese resteranno chiusi al pubblico sabato 1° novembre, aprendo invece con ingresso gratuito domenica 2 -

Piacenza, 31 ottobre 2014 -

In occasione del fine settimana festivo, i Musei Civici di Palazzo Farnese resteranno chiusi al pubblico sabato 1° novembre, aprendo invece con ingresso gratuito domenica 2 – prima domenica del mese, in linea con le indicazioni del Ministero della Cultura – dalle 9.30 alle 13 e dalle 15 alle 18. Nell'occasione, sono previste visite guidate alle 9.30, 11, 15 e 16.30. Anche il Museo di Storia Naturale con sede all'Urban Center osserverà la chiusura del 1° novembre, riaprendo il 2 dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.

Analoga situazione per la Galleria Alberoni, chiusa sabato 1 e aperta, domenica 2 novembre, dalle 15.30 alle 18, con visita guidata alle ore 16. Resterà invece aperta in entrambe le date, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18, la Galleria d'arte moderna Ricci Oddi.
Per quanto riguarda gli sportelli Quinfo di piazzetta Pescheria, che riuniscono Urp e Iat del Comune di Piacenza, è prevista la chiusura per sabato 1° novembre e l'apertura, con il consueto orario domenicale dalle 9.30 alle 13, per la giornata di domenica.

(Fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)

Sabato, 01 Novembre 2014 09:30

Tutto Bertoli

Capello lungo raccolto a coda di cavallo, chitarra in spalla, giubbotto in pelle e ciondolo a forma di chitarra: Alberto Bertoli si presenta così. Viene spontaneo pensare ad una canzone di suo padre, Pierangelo Bertoli, ossia "A muso duro". Poi ci si siede, si inizia a parlare, e cresce la convinzione che la canzone adatta a lui sia "A muso duro"; ma non in senso letterale.

Parma, 1 novembre 2014 - Intervista al musicista Alberto Bertoli - di Federico Bonati -

Alberto, tu la musica l'hai sempre avuta in casa, dalla nascita. Figlio del compianto Pierangelo Bertoli, ti avvicini all'atto pratico dell'esecuzione musicale a dieci anni. In quel momento cosa hai provato?
Una sorta di sfida. Mi sono avvicinato alla musica perché c'era una bambina in classe con me che sapeva suonare la chitarra. E io, figlio di cantautore, non la sapevo suonare. Inaccettabile. Andai da mio padre e gli chiesi di insegnarmi. Da lì fu un'escalation. La musica per me è una "malattia", e oltre a quella nei live, la eseguo anche nella vita quotidiana, ai pranzi con gli amici, suscitando la disperazione della mia compagna (ride, ndr). Credo che solo chi è musicista possa comprendere a fondo la cosa.

Nel 2010 arriva poi il tuo primo EP: "Il tempo degli eroi". Fu un punto di arrivo o è stato un punto di partenza nella tua carriera e nella tua vita?
Fu senza dubbio un punto di partenza. All'inizio sembra un punto di arrivo, ma una volta che realizzi il tutto, ti senti defraudato della meta. Ecco perché fu un punto di partenza. Ma, senza dubbio, come ogni cosa fu un punto del percorso della mia vita.

Hai realizzato anche "Safà", brano scritto per l'associazione "Africa nel cuore", la quale si occupa di raccogliere fondi per la città di Rumuruti e per i villaggi attorno ad essa in Kenya. Quanto è importante la solidarietà per te Alberto?
È fondamentale. Nella vita ognuno di noi deve fare ciò che lo fa stare bene, e a me fa stare bene fare della solidarietà. Mi fa stare talmente bene che rompo le scatole agli amici pur di convincerli a fare della solidarietà (ride, ndr). L'Associazione "Africa nel cuore" l'ho conosciuta tramite il Direttore del reparto di Chirurgia dell'Ospedale di Sassuolo. Da lì poi è nato un altro progetto, ossia "Natale in ospedale" in cui io e i miei già citati amici andiamo a suonare per i pazienti il pomeriggio del 25 Dicembre. I soldi che raccogliamo li devolviamo poi all'associazione. Alla fine fare del bene è un impegno sociale: se ognuno di noi facesse qualcosa in più nel proprio piccolo, sicuramente il mondo intero ne risentirebbe in meglio.

Molto spesso sembra che la musica sia vettore di solidarietà, a volte quasi più delle istituzioni stesse. Lo dimostra, ad esempio, l'evento "Italia Loves Emilia", evento a favore del sisma dell'Emilia 2012. Tu hai partecipato cantando assieme ai big della musica italiana la canzone di tuo padre: "A muso duro". Che emozione è stata?
Faccio una premessa: c'è una bella differenza tra lo show e il motivo per cui è stato realizzato. Lo spettacolo fu una festa, gli artisti furono splendidi sia sul palco che dietro le quinte e nessuno percepiì un centesimo. Fu un momento in cui ognuno lasciò da parte tutto ciò che riguardava la propria sfera personale per raggiungere un obiettivo: raccogliere fondi per ricostruire una scuola. Un momento splendido.
Il sisma, purtroppo, non ha nulla a che vedere con quel clima di gioia e festa: fu qualcosa di terrificante.

Tu stesso hai scritto una canzone dedicata al sisma 2012, dal titolo "Come un uomo". Ce ne puoi parlare?
Nasce tutto da una trave. Fabio Castellini, falegname e liutaio di Rovereto sul Secchia, costruì una chitarra da una trave caduta durante il terremoto. Mi disse di usarla in tour e poi di metterla all'asta per raccogliere fondi da donare in beneficenza ai progetti di ricostruzione post-sisma. Lì ebbi l'idea: come l'araba fenice rinasce dalle ceneri, da una trave caduta durante un sisma, il momento della distruzione, ora ho in mano una chitarra, il momento della rinascita. Questo pensiero mi portò a scrivere "Come un uomo".

Tornando per un momento a "Italia Loves Emilia", accanto a te sul palco c'era Luciano Ligabue. Un artista che ha scritto un brano dedicato a tuo padre "Le cose cambiano", che lo stesso Pierangelo definì bellissimo. Che rapporto hai nei confronti di Luciano? E di quella canzone, che col tempo è divenuta poi un pezzo immancabile dei tuoi live?
C'è un rapporto molto bello, Luciano è una persona molto intelligente, profonda e che sa ascoltare. Io tra l'altro sono un suo fan, e la prima volta che gli parlai ricordo che fui travolto dall'emotività. È vero, la canzone era per mio padre, ma lui non potè mai cantarla. Così Luciano disse a me di cantarla. Io me lo aspettavo, e infatti quando me lo disse, gliela cantai e suonai davanti. Fu un momento davvero bello.

Nei tuoi concerti spesso riporti in scena le canzoni di tuo padre. Che sensazioni provi? C'è una canzone di tuo padre che avresti voluto scrivere tu?
Sicuramente "A muso duro". Una canzone di una potenza incredibile, è quella che avrei voluto scrivere io. Ma non credo che quella fosse la canzone più rappresentativa di mio padre; in quel caso, la canzone adatta sarebbe "Così". Quando sul palco canto le sue canzoni, è inevitabile che senta le emozioni più forti dentro di me, come una sorta di fil rouge che ci tiene ancora uniti. Sai qual è il complimento più bello che abbia mai ricevuto? Me lo fece Eugenio Finardi che mi disse: "Tu sei l'unico che merita di essere figlio di tuo padre". (sorride, ndr).

Alberto, nel panorama musicale italiano, chi è il nome più rappresentativo attualmente?
Credo che i nomi presenti al "Premio Bertoli" siano nomi assolutamente validi.

Che cosa prevede l'anno venturo, a livello musicale, per Alberto Bertoli?
Non lo so (ride, ndr). Io sono molto istintivo, cerco di fare le cose cogliendo le giuste opportunità. Quindi staremo a vedere.

Tutto questo è Alberto Bertoli. Finita l'intervista ci salutiamo e col suo sorriso da emiliano verace mi da una pacca sulla spalla. Lo vedo poi avvicinarsi alla sua chitarra e istintivamente ripenso a quel ritornello: "Canterò le mie canzoni per la strada/ed affronterò la vita a muso duro...".

 

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Giovedì, 30 Ottobre 2014 16:40

Halloween accende la zucca

La tradizione della festa di Haloween, con i consigli della Confederazione Italiana Agricoltori di Reggio Emilia per la scelta delle varietà per l'intaglio e per la cena della notte di Halloween -

Reggio Emilia, 30 ottobre 2014 -

E' arrivata già da qualche anno la moda della celebrazione di Halloween, una festa di origine celtica che ha preso piede soprattutto negli Stati Uniti, ma appunto, è arrivata fino a noi. La ricorrenza è una festività anglosassone che trae le sue origini da radici celtiche che ha assunto negli Stati Uniti le forme accentuatamente macabre con cui oggi la conosciamo e che si celebra la notte del 31 ottobre. La parola Halloween rappresenta una variante scozzese del nome completo All-Hallows-Eve, cioè la notte prima di Ognissanti.

E' la zucca il simbolo di questa festività. In essa vengono intagliati volti più o meno minacciosi illuminati da candele. Gli irlandesi inizialmente utilizzavano rape intagliate e altre verdure di stagione con la candela accesa dentro, per ricordare la leggenda e anche per tenere lontani gli spiriti maligni. La tradizione voleva che questa lanterna "vegetale" - con il ghigno beffardo del tenebroso Jack'o'Lantern - venisse collocata sulla soglia di casa per tutta la durata di Halloween, la notte in cui gli spiriti escono dalle loro tombe.

Quando arrivarono in America, gli irlandesi, al posto delle rape, iniziarono a intagliare le zucche, dopo essersi resi conto che erano più morbide e facili da lavorare, e che nel nuovo continente erano molto più abbondanti. Secondo la cultura tradizionale di molte località italiane, comprese zone della nostra regione, la notte del Giorno dei Morti le anime dei defunti tornerebbero dall'aldilà effettuando delle processioni per le vie del borgo. In alcune zone, come nel mondo anglosassone in occasione della festa di Halloween, era tradizione scavare e intagliare le zucche e porvi poi una candela all'interno per utilizzarle come lanterne.

La zucca -sottolinea la Cia- è di origine americana. Insieme alla patata e al pomodoro è stato uno dei primi ortaggi importati dopo la scoperta dell'America. La coltivazione nazionale copre complessivamente una superficie di circa duemila ettari e interessa soprattutto la Lombardia (Mantova, Cremona, Brescia) e l'Emilia-Romagna (Ferrara, ma anche la Bassa reggiana ha una tradizione, e Reggio vanta una varietà 'autoctona' denominata "Cappello da prete").

Per l'occasione della festa del 31 ottobre -ricorda la Cia reggiana- è consigliabile orientarsi sulla Cucurbita maxima varietà Halloween. Questa zucca particolarmente usata per la festa di Halloween è perfettamente indicata per la cucina, ma è anche molto tenera e si presta quindi alle lavorazioni richieste nell'occasione: svuotamento ed incisione. Se invece si preferisce farne dei tortelli "di zucca" che è un primo piatto tipico della nostra pianura, meglio altre varietà, tra le quali la Mantovana, l'Americana e la Violina; tra queste spicca la suddetta "Cappello da prete", che però è rara, tanto da dover essere adottata dagli "agricoltori custodi" della biodiversità. Per la scelta della zucca al giusto grado di maturazione, preferire quelle con picciolo secco e colore non lucido.

(Fonte: ufficio stampa Cia di Reggio Emilia)

Individuata a Busseto la casa in cui Giuseppe Verdi visse la sua giovinezza tra i 10 e 17 anni, è l'attuale "Casa della Cultura"

L'epopea verdiana si arricchisce di un tassello inedito, o meglio dimenticato, a Busseto è stata individuata la casa in cui Giuseppe Verdi visse la sua giovinezza dai 10 ai 17 anni, dal 1823 al 1831.

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Un particolare importante della storia del Maestro riportato alla luce dagli studi Corrado Mingardi, direttore della Biblioteca della Fondazione Cariparma che ha sede a Busseto e noto studioso di vicende verdiane e della Bassa Parmense. La dimora indicata è in Via Piroli, l'esatta ubicazione nasce da una lettura incrociata di vari testi, alcuni rari, di studiosi che hanno scandagliato la vita di Verdi.
Libri che sono custoditi nella biblioteca di Busseto.

Corrado Mingardi

La prima ad indicare esplicitamente l'abitazione di Via Piroli fu Mary Jane Philips Matz, maggiore studiosa dell'infanzia e della giovinezza di Verdi, in una biografia del Maestro edita in inglese nel 1973 e poi ristampata in Francia nel 1996, che a sua volta riprende quando aveva rivelato un altro biografo Ercole (Hercules) Cavalli, un bussetano che nel 1867, dopo aver raccolto le confidenze della madre di Verdi pubblicò in Spagna un volume sulla vita del Maestro. La casa in Via Piroli, era quella del ciabattino Pietro Michiara detto "Pugnatta", presso il quale il padre lo fece abitare dall'autunno del 1823 fino al maggio del 1831 pagando una retta di 30 centesimi al giorno.

In un altro testo pubblicato nel 1931 dal critico musicale Carlo Gatti non mancano aneddoti inediti coniati dai bussetani, relativi alla presenza di Giuseppe Verdi in quella casa. Ci dice Corrado Mingardi: "Verdi in quella casa si esercitava nei suoi studi musicali, i militari della vicina caserma di gendarmeria, che allora si trovava lì nei pressi, si lamentavano del continuo fastidio della musica".

Franco Abbiati, in un volume del 1959, ricorda che Verdi lasciò quella casa nel maggio del 1831, dopo un duplice omicidio che avvenne nelle vicinanze a scopo di rapina, per tenerlo più al sicuro fu ospitato in casa del suo mecenate Antonio Barezzi.

Prima che venisse alla luce questo particolare dimenticato della vita di Verdi, quasi come se fosse un segno premonitore, la casa era stata acquistata dalla filantropa 

Anna Sichel

bussetana Anna Sichel, che l'ha destinata a spazio gratuito per attività culturali, denominandola la "Casa della Cultura", rivolte principalmente a ricordare il Maestro. Ultimamente vi è svolto un importante incontro, coordinato proprio da Mingardi, per ricordare la figura di Guseppina Strepponi, il soprano che fu moglie di Verdi.
(Salvatore Pizzo)

Pubblicato in Cultura Emilia
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