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Tappa a Parma del "Dream Team Zero Waste". Una squadra di massimi esperti a livello mondiale sul tema dell'inquinamento sarà per la prima volta in Italia. Sarà approfondito l'inquinamento marino causato dalle plastiche e il protagonista assoluto sarà Charles Moore, scopritore, del "continente di plastica"- il "Great Pacific Garbage Patch" e fondatore dell'Algalita Marine Research Foundation. -

Parma, 6 ottobre 2015 -

Oggi, una squadra di massimi esperti a livello mondiale sul tema dei rifiuti - "Dream Team Zero Waste" - sarà per la prima volta in Italia, toccando anche la nostra città. Protagonista assoluto, Charles Moore il navigatore e studioso americano, che scoprì nel 1997 l'isola di plastica nell'oceano Pacifico, un'enorme massa galleggiante di rifiuti, chiamata Great Pacific Garbage Patch, che ha l'estensione pari alla superficie del Canada. Tutti gli appuntamenti con "L'isola che non c'era" sono a ingresso libero senza necessità di registrazione.

L'incarico di interpretariato e traduzione di questa giornata di approfondimento dedicata all'inquinamento marino e alle concrete proposte di una economia circolare, è affidato a Interconsul società di Parma che si distingue per la qualità delle traduzioni, per competenza linguistica e conoscenza del contesto, tecnico e culturale. Un servizio che si adatta alle esigenze del cliente e che oggi è scelto da oltre 1.300 enti e aziende.

INTERCONSUL AZZERA I COSTI DI INCOMPRENSIONE!

Interconsul s.r.l.
Vicolo Politi, 7
Parma 43124
Emilia-Romagna Italy
Telefono: +39 0521 28 24 42 - 0521 20 03 68
Fax: +39 0521 28 58 58

 

Una giornata dedicata alla sostenibilità ambientale. Il "Dream Team Zero Waste", squadra di massimi esperti a livello mondiale, per la prima volta in Italia, fa tappa a Parma: una giornata sul tema dell'inquinamento marino e sulle concrete proposte di una economia circolare.  -

Parma, 5 ottobre 2015 -

Una squadra di massimi esperti a livello mondiale sul tema dei rifiuti - "Dream Team Zero Waste" - sarà per la prima volta in Italia, toccando anche la nostra città. Protagonista assoluto, Charles Moore il navigatore e studioso americano, che scoprì nel 1997 l' isola di plastica nell'oceano Pacifico, un' enorme massa galleggiante di rifiuti, chiamata Great Pacific Garbage Patch, che ha l'estensione pari alla superficie del Canada. Tutti gli appuntamenti con "L'isola che non c'era" sono a ingresso libero senza necessità di registrazione.

L'incarico di interpretariato e traduzione di questa giornata speciale, dedicata all'inquinamento marino e alle concrete proposte di una economia circolare, è affidato a Interconsul società di Parma che si distingue per la qualità delle traduzioni, per competenza linguistica e conoscenza del contesto, tecnico e culturale. Un servizio che si adatta alle esigenze del cliente e che oggi è scelto da oltre 1.300 enti e aziende.

INTERCONSUL AZZERA I COSTI DI INCOMPRENSIONE!

Interconsul s.r.l.
Vicolo Politi, 7
Parma 43124
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Domenica 4 ottobre, come previsto dalle misure del Piano aria integrato regionale, che riguardano la prima domenica di ogni mese, limitazioni al traffico, dalle 8.30 alle 18.30, nell'area interna alle tangenziali. Agevolazioni per chi viaggia in bus. -

Parma, 3 ottobre 2015 - cartina allegata e scaricabile in fondo al testo -

Domani, ricominciano le limitazioni al traffico previste per la prima domenica di ogni mese. La domenica ecologica prevede limitazioni al traffico in tutta l'ara interna alle tangenziali dalle 8.30 alle 18.30, con la possibilità di accesso ai parcheggi scambiatori e parcheggi di struttura. Per l'occasione è previsto il potenziamento di alcune linee urbane dei bus e la validità del biglietto urbano orario sarà estesa all'intera giornata. Il provvedimento rientra fra quelli previsti dall'accordo di programma con la Regione Emilia Romagna, previste dal Piano aria integrato regionale in vigore dal 1 ottobre, volto a ridurre l'inquinamento atmosferico, in particolare ad evitare il superamento dei limiti di legge della concentrazione di polveri sottili P10 nell'aria, nocive per la salute dei cittadini.

I veicoli oggetto delle limitazioni

Le limitazioni riguardano tutti i veicoli alimentati a benzina omologati pre Euro ed Euro 1 e gli autoveicoli diesel pre Euro, Euro 1, Euro 2 ed Euro 3; i veicoli commerciali diesel per Euro, Euro 1, Euro 2. A questi si aggiungono tutti i ciclomotori e motocicli omologati pre Euro.

Agevolazioni per chi viaggia in bus

Nell'occasione i cittadini potranno, quindi, muoversi su tutte le linee obliterando una sola volta il biglietto senza limiti di tempo e di corse effettuate, al costo giornaliero di 1,20 euro (se si utilizza il biglietto singolo) o di 1 euro (se si utilizza il biglietto multi-corse).

Ecco le linee interessate: intensificazione (raddoppio da 30' a 15') della frequenza della linea 2 nella fascia oraria 14:30-19:30; - intensificazione (raddoppio da 30' a 15') della frequenza della linea 3 nella fascia oraria 14:30-19:30, con prolungamento di tutte le corse ai parcheggi scambiatori est e ovest sin dalle 09:30; - intensificazione (raddoppio da 30' a 15') della frequenza della linea 5 nella fascia oraria 09:30-19:30; - intensificazione (raddoppio da 30' a 15') della frequenza della linea 7 (parcheggio sud di via Langhirano – stazione FS) nella fascia oraria 14:30-19:30.

Accesso ai parcheggi

Sarà consentito, secondo i percorsi previsti nella mappa allegata e scaricabile in fondo al testo, usufruire dei seguenti parcheggi: Scambiatore Ovest, Eurotorri, Scambiatore Mercatone Uno, Scambiatore Est, Eurosia di via Traversetolo, Esselunga via Traversetolo, Scambiatore Sud, The Space Cinema, Cavagnari di via La Spezia, Palasport – via Confalonieri, Palasport – via Pellico, Ospedale – largo Silocchi (via Volturno), Ospedale – via Abbeveratoia, parcheggio Toschi.

Chi può circolare 

Fatte salve le limitazioni esistenti in via ordinaria, potranno circolare nell'area interdetta al traffico gli autoveicoli ad alimentazione elettrica o ibrida e gas metano o GPL; gli autoveicoli con almeno tre persone a bordo (car pooling) e le auto condivise (car sharing). A questi si aggiungono i taxi ed i mezzi di emergenza, gli autoveicoli diretti agli alberghi, i veicoli di persone che svolgono attività di tipo sanitario, i mezzi che trasportano prodotti deperibili, i mezzi con a bordo portatori di handicap. Inoltre possono circolare i veicoli appartenenti a persone il cui Isee sia inferiore alla soglia di 14.000 euro e tutti gli altri veicoli espressamente indicati nell'ordinanza pubblicata integralmente sul sito del Comune.

Sanzioni 

In caso d'inosservanza dei provvedimenti è prevista la sanzione amministrativa di 164 euro, con la possibilità di beneficiare di una riduzione della multa pari al 30% pagandola entro 5 giorni dalla contestazione o dalla notificazione del verbale (114,80 euro).

Pubblicato in Cronaca Parma

Tariffazione puntuale, incentivi all'efficienza e disincentivi all'uso delle discariche, transito verso una "economia circolare". Gli obiettivi: differenziata al 73%, riduzione del 25% della produzione pro-capite, riciclaggio al 70%. Il presidente Bonaccini: "Una Legge che ci consolida come regione tra le più avanzate in Europa. Nel 2020 chiuderemo gran parte delle discariche e cominceremo a spegnere qualche inceneritore". Per l'assessore Gazzolo "si apre a una nuova visione nella gestione dei rifiuti, che diventeranno realmente risorsa. Ora subito il Piano regionale"-

Parma, 1 ottobre 2015 –

Una nuova visione nella gestione dei rifiuti per promuovere il riciclaggio e la prevenzione e per consegnare alle generazioni future un territorio più pulito, sano e stabile dal punto di vista economico. Uno strumento operativo per arrivare entro cinque anni, come stabilito, anche tramite tariffazione puntuale e incentivi ai Comuni virtuosi, agli obiettivi prefissati di una raccolta differenziata al 73%, alla riduzione del 25% della produzione pro-capite dei rifiuti urbani, al riciclaggio al 70%, al contenimento delle discariche, autosufficienza regionale. 
Entra nel vivo la nuova gestione dei rifiuti in Emilia-Romagna, con l'approvazione di una Legge con cui si segna un'ulteriore importante tappa del percorso svolto in questi ultimi anni, che ha portato come risultato finale a un progetto coerente con gli obiettivi comunitari.

La Regione Emilia-Romagna vuole transitare da un modello economico lineare basato sullo sfruttamento delle risorse naturali, senza alcuna prospettiva legata al riuso o a ripristino delle stesse, a una "economia circolare" in cui non vi siano prodotti di scarto e in cui le materie vengono costantemente riutilizzate. Economia circolare significa inoltre bloccare le risorse sul territorio a favore dell'occupazione, dello sviluppo economico e della sostenibilità locale. E per far ciò individua strumenti quali la tariffazione puntuale, attraverso cui si paga per quanto si conferisce, e mette in campo incentivi rivolti ai Comuni che inviano meno rifiuti allo smaltimento e premialità per le imprese. 
Il passaggio ad un'economia circolare è al centro dell'agenda per l'efficienza delle risorse stabilita nell'ambito della "strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva".

Soddisfazione è stata espressa dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini: "Questa Legge è per noi un impegno concreto, un contributo tra i più avanzati del Paese in quest'ambito che proviene da una regione, la nostra, tra le pochissime in Italia a non essere mai andata in emergenza rifiuti grazie a politiche serie. Ora, il nostro futuro parla di superamento della maggior parte delle discariche nel 2020, come chiede l'Unione europea, di politiche che permettano di raggiungere risultati inediti in termini di qualità della vita e dell'ambiente. Virtuosità che nel 2020 ci porteranno anche a cominciare a spegnere qualche inceneritore".


"Grazie a questa Legge, costruita con un ruolo determinante della società regionale e di Consigli comunali e provinciali – ha commentato l'assessore regionale alle Politiche ambientali, Paola Gazzolo -, l'attenzione si sposta sulla parte a monte del filiera del rifiuto e non quella terminale, affrontando i temi del contrasto allo spreco, della riduzione del rifiuto, della raccolta e dell'industrializzazione del riciclo, del passaggio a un'economia circolare in cui il rifiuto diventa realmente risorsa. La Giunta, inoltre, metterà risorse proprie per fare in modo che il Fondo a sostegno delle gestioni virtuose sia non inferiore ai 10 milioni di euro. Ora subito il Piano regionale, dove andremo a recepire e tradurre nella pratica gli obiettivi di questa Legge".

Gli strumenti: tariffazione puntuale

Un importante strumento per raggiungere gli obiettivi di riduzione della produzione di rifiuti e di riciclaggio è la tariffazione puntuale, ovvero sistemi attraverso i quali si paga per quanto si conferisce. Tariffa puntuale significa equità contributiva, in quanto si pagherà in relazione all'effettivo servizio erogato e non in base ai metri quadri o al numero dei componenti della famiglia, e responsabilizzazione dei cittadini attraverso l'applicazione del principio «chi inquina paga».
 La legge rinvia a specifiche linee guida che dovranno essere adottate da parte dell'Agenzia territoriale dell'Emilia Romagna per i servizi idrici e rifiuti (Atersir) , al fine dell'applicazione della tariffazione puntuale nel territorio regionale, con priorità per le utenze non domestiche

Premi all'efficienza e disincentivi all'uso delle discariche


La legge prevede la costituzione presso l'Atersir di un fondo a sostegno delle gestioni meritorie, relativamente agli utenti dei comuni che abbiano raggiunto una determinata quantità pro capite di produzione di rifiuto urbano non inviato a riciclaggio, e a sostegno della trasformazione del servizio con modelli innovativi di raccolta tesi a incrementare i rifiuti da destinare a riciclaggio nonché per la realizzazione dei centri comunali per il riuso.
 Uno dei criteri di efficienza, in base al quale valutare i vari sistemi di gestione sarà la riduzione dei rifiuti non inviati a riciclaggio. Di fatto sono virtuosi il cittadino e il Comune che invia complessivamente meno rifiuti a smaltimento. Questo parametro viene assunto come riferimento per la ripartizione del fondo incentivante previsto nel progetto di legge. 
La Legge, inoltre, disincentiva l'uso della discarica e l'incenerimento senza recupero di energia. Sono quindi rivisti in aumento gli importi dell'ecotassa per lo smaltimento. La revisione sarà graduale, con un primo step al 2017 e uno successivo al 2020.

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

Confartigianato Imprese Apla è molto preoccupata per le conseguenze che il blocco auto avrà sulle imprese, perché numerose attività economiche saranno penalizzate. -

Parma, 1 ottobre 2015 -

Entra in vigore il primo "Piano aria integrato regionale", avallato anche dal Comune di Parma e Confartigianato Imprese Apla è molto preoccupata per le conseguenze che il blocco auto avrà sulle imprese, perché numerose attività economiche saranno penalizzate se utilizzano autovetture diesel Euro 3 e precedenti.

Diversamente dagli anni scorsi, da oggi 1° ottobre e fino al 31 marzo 2016, intere categorie non potranno più utilizzare le deroghe previste: fra queste le attività di servizio, manutenzione e pronto intervento, ma anche gli agenti e rappresentanti sono stati compresi nella manovra e senza alcun preavviso.

«Questo provvedimento, oltre a stravolgere l'attività di moltissimi d'imprenditori, incide negativamente sui servizi ai cittadini - dice Leonardo Cassinelli, presidente provinciale di Confartigianato Imprese Apla -. Per questo chiediamo una proroga delle precedenti deroghe, così da dare tempo alle imprese di adeguarsi, potendo programmare il passaggio e i conseguenti investimenti a veicoli meno inquinanti. Siamo pronti a promuovere, verso gli associati, un più rapido turn over del parco auto (sempre che poi le case produttrici non barino sulle emissioni nocive...) e iniziative per incrementare il numero dei veicoli elettrici e ibridi utilizzati dalle imprese, ma non si può pretendere che questo avvenga da un giorno all'altro e senza preavviso».

(fonte: Ufficio stampa Confartigianato Imprese Apla Parma)

Pubblicato in Comunicati Lavoro Parma

Da giovedì 1 ottobre e fino al 31 marzo 2016 in vigore le misure previste dal Piano aria integrato regionale. Niente blocchi del giovedì. L'assessore Gazzolo: "Fuori dalla logica emergenziale per ottenere risultati migliori. Interessato il 23% dei veicoli, quelli che inquinano di più. Norme in linea con l'Europa, a tutela della salute e dell'ambiente". -

Parma, 30 settembre 2015 -

Entrano in vigore da domani, giovedì 1 ottobre, e saranno applicate fino al 31 marzo 2016 le misure di limitazione alla circolazione previste dal primo "Piano aria integrato regionale". Il via libera è arrivato dalla Giunta regionale dell'Emilia-Romagna dopo un lungo confronto con i Comuni per definire le modalità di prima applicazione delle norme, considerato che il precedente Accordo di Programma per la Qualità dell'Aria 2012-2015 aveva validità sino al 26 luglio scorso.

"Le nuove misure sono state pensate per tutelare l'ambiente e la salute: sarà interessato circa il 23% dei veicoli, quelli che inquinano di più - afferma l'assessore regionale alle Politiche ambientali Paola Gazzolo -. Si tratta di provvedimenti in linea con l'Europa, frutto di un intenso confronto con enti locali e categorie economiche. In questa linea va ad esempio la sospensione delle domeniche ecologiche per tutto il mese di dicembre. Lo sforzo comune è stato quello di conciliare le esigenze di vita e di lavoro dei cittadini con gli obiettivi imprescindibili di tutela della salute e dell'ambiente".

"Abbiamo voluto superare - prosegue l'assessore - la logica emergenziale dei blocchi del giovedì, per giungere a un approccio strutturale che dia risultati ancora più efficaci". L'obiettivo del "Piano aria integrato regionale", che copre un orizzonte temporale fino al 2020, è infatti quello di rientrare il prima possibile su tutto il territorio regionale nei valori limite fissati dall'Unione europea. "Nel frattempo il confronto prosegue - conclude l'assessore - perché entro fine anno l'Assemblea approverà il Piano, a cui daremo un assetto definitivo fino al 2020".

Cosa prevede il Piano

Il Piano prevede l'eliminazione dei "giovedì di blocco" attraverso la limitazione strutturata delle sole tipologie di mezzi più inquinanti. Le nuove limitazioni alla circolazione troveranno applicazione per il periodo dal 1 ottobre al 31 marzo, dal lunedì al venerdì, dalle ore 8,30 alle 18,30, nel territorio dei Comuni capoluogo e dei Comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti e riguarderanno i mezzi diesel fino all'Euro 3, benzina fino all'Euro 1 e ciclomotori fino all'Euro 0. Per i veicoli commerciali leggeri diesel Euro 3 il divieto di circolazione scatterà dal 1 ottobre 2016, a fronte dell'anticipazione al 2018 delle limitazioni per i veicoli Euro 4 diesel per mantenere invariato il bilancio delle emissioni del Piano. 
Nello stesso periodo, dal 1 ottobre al 31 marzo, in occasione della prima domenica di ogni mese si svolgeranno le "domeniche ecologiche", con sospensione dall' 1 dicembre al 6 gennaio.


Sono inoltre state individuate deroghe specifiche per l'accesso ai parcheggi scambiatori, alle strutture ospedaliere e ad alcune tipologie di veicoli e di utenti, come le famiglie con una fascia Isee bassa e i veicoli per l'accompagnamento degli alunni a scuola. Inoltre sono esclusi dai provvedimenti i mezzi che effettuano il car pooling. 
Viene poi prevista la possibilità di estendere progressivamente l'area oggetto di limitazione alla circolazione, che attualmente deve coprire almeno il 30% del centro abitato, escludendo comunque le zone non adeguatamente servite dal trasporto pubblico.
 Continuano le misure emergenziali già adottate negli anni precedenti dai Comuni in base all'Accordo di programma, in caso di superamento prolungato del valore limite giornaliero di Pm10 rilevato dalle stazioni della rete regionale di monitoraggio dell'aria. In caso di sforamento per 7 giorni consecutivi dei valori limite di Pm10, è previsto un giorno aggiuntivo di limitazione della circolazione nel territorio interessato, con estensione all'intero territorio regionale nel caso di prolungamento degli sforamenti per ulteriori 7 giorni. Le stesse limitazioni diventeranno obbligatorie anche per i Comuni con più di 30.000 abitanti e per quelli dell'agglomerato di Bologna a partire da ottobre 2016.

Azioni su tutti i settori


Oltre alle limitazioni alla circolazione, il Piano regionale mette in campo azioni su tutti i settori emissivi, individuando circa 90 misure articolate in sei ambiti di intervento prioritari e selezionate attraverso l'analisi costi-benefici. I settori di intervento interessati sono la città, la pianificazione e l'utilizzo del territorio; l'energia (risparmio energetico e riqualificazione energetica edilizia, regolamentazione degli impianti per il riscaldamento domestico alimentati a biomassa); i trasporti e la mobilità sostenibile di persone e merci; l'agricoltura (riduzione delle emissioni di ammoniaca dagli allevamenti e del contenuto di azoto nei fertilizzanti, rinnovo parco mezzi agricolo); le attività produttive (applicazione di accordi di settore per la riduzione delle emissioni, contenimento delle emissioni diffuse e di composti organici volatili); green public procurement (acquisti verdi nelle amministrazioni pubbliche).



"Liberiamo l'aria"


Le limitazioni sono accompagnate dalla campagna di comunicazione regionale "Liberiamo l'aria". Tutte le informazioni sulle misure adottate sono disponibili sul sito della Regione Emilia-Romagna, all'indirizzo www.liberiamolaria.it  e sulla pagina facebook www.facebook.com/liberiamolaria.er

Pubblicato in Cronaca Emilia

La nota di Pino Agnetti, promotore dell'appello "Parma non è una discarica. Rifiutiamoci!". Agnetti: "Siamo gli unici a chiedere un cambiamento radicale sul fronte dei rifiuti". -

Parma, 29 settembre 2015 -

"Avere raggiunto e superato le 2.000 firme in poche settimane rappresenta un risultato del tutto insperato per una campagna nata unicamente "dal basso" e che non ha ricevuto, né cercato l'appoggio di nessuno. Se non quello dei cittadini di ogni idea ed estrazione sociale a cui attraverso il mio appello ho inteso dare ancora una volta voce. Nel frattempo, la situazione sul fronte dei rifiuti a Parma è ulteriormente degenerata. Ciò anche a causa di una serie di interventi puramente "pubblicitari" quali le ormai famose "casette". Che nessuno utilizza, ma che in compenso graveranno sempre sulle nostre tasche al pari di un altro "flop annunciato come "l'ecowagon". In questa stessa linea alla "non vedo e non sento", ma spreco (soldi pubblici) e getto fumo negli occhi (dei cittadini), si inserisce anche il recente premio per il Comune più virtuoso in tema di rifiuti ritirato dall'assessore Folli. Un riconoscimento che, in realtà, sa di sonora beffa per i parmigiani costretti ogni giorno di più a vivere in una città ridotta a una pattumiera a cielo aperto. Su questo come su altri fronti, Parma si trova dunque in pieno "codice rosso" e non è chiedendo dei semplici correttivi - tipo l'introduzione dei "cassonetti intelligenti"- che si può pensare di cambiare davvero le cose. Il problema può essere risolto solo affrontandolo nelle sue molteplici facce: dalle bollette astronomiche (tanto più inaccettabili considerando anche la presenza del termovalorizzatore o inceneritore che dir si voglia) agli orari e alle modalità della raccolta; dal decoro urbano all'igiene pubblica, per finire con un diverso approccio anche sul terreno della prevenzione e della repressione dei comportamenti incivili. Minacciare infatti nuove sanzioni contro chi non sa più come e dove mettere i rifiuti di casa, mentre al termine del mercato bisettimanale della Ghiaia i dintorni della Pilotta si trasformano in una scena di degrado orripilante dà la misura di una politica anche in questo caso completamente sbagliata e inadeguata. Ciò che pertanto noi chiediamo è un radicale cambiamento di "sistema" in fatto di raccolta differenziata. Che, pur da salvaguardare come filosofia di base, va però adeguata e sviluppata evitando di farne un obiettivo astratto a cui sacrificare ogni volta gli interessi e i bisogni quotidiani della gente. Siamo gli unici a Parma a chiedere questo e continueremo a farlo finché non sarà davvero possibile additare la nostra città come un modello da seguire e da imitare. Per il momento, siamo diventati solo l'esempio, tristissimo e amaro, di come si possa ridurre una delle più belle città d'Italia e d'Europa a una discarica! Una vergogna e un danno anche d'immagine enormi e che i parmigiani non possono più tollerare. Con l'orgoglio che ci deriva dall'essere stati i primi a dire "no!" e dall'avere a cuore solo il bene di Parma, noi pertanto andiamo avanti."

Pino Agnetti, promotore dell'appello "Parma non è una discarica. Rifiutiamoci!"

Numero firmatari dell'appello: 2.005

Pubblicato in Ambiente Parma

Dall'input del workshop nascerà una nuova rete di coordinamento e monitoraggio per la salvaguardia e rilancio dell'area. Maggiali, "Esperienza che desideriamo ripetere presto". Fulvi, "Ora pronti alla sfida del Modulo ECO" . -

Parma, 28 Settembre 2015 – In fondo alla pagina il docufilm realizzato da Franco Lori -

Cinque giorni intensi di lavoro e formazione hanno arricchito 50 studenti provenienti dalle facoltà universitarie di tutto il Paese. Si è concluso con successo, e non poteva essere altrimenti, il lavoro di piccola riqualificazione, ma importante, - grazie alle tecniche di restauro e recupero sapientemente applicate - svolto dai ragazzi presso il Casino dei Boschi di Carrega, nel Parco Naturale Regionale a Sala Baganza, in provincia di Parma; un sito dalla straordinaria importanza storica e culturale.

Una intensa cinque-giorni di lavoro che ha riscosso all'unanimità sinceri applausi di ringraziamento alla chiusura. L'evento, promosso dall'Ente Parchi dell'Emilia Occidentale e dal Comune di Sala Baganza ed organizzato dalle associazioni culturali "Manifattura Urbana" e "Amici del Parco e del Casino dei Boschi di Carrega", ha permesso agli studenti guidati da docenti e tutor di Manifattura Urbana, di compiere numerosi interventi, ben riconoscibili, come quello sulla manica del colonnato di proprietà pubblica che si estende verso nord e i cui lavori hanno interessato entrambi i fronti, sia est che ovest, oltre all'interno di quei volumi in condizioni di praticabilità e in sicurezza.

002 Ragazzi durante i lavori rid

Le opere svolte internamente non si sono limitate alla pulizia e sgombero dei locali dalle macerie e da materiali impropri: oltre a ciò sono stati effettuati saggi sulle strutture e messi in rilievo ed evidenziate parti costruttive del fabbricato reputate importanti per la conoscenza delle tecniche e per la consapevolezza tecnologica espressa nella costruzione di origine, necessari per valutare un intervento di recupero/restauro più approfondito. Sono stati eseguiti inoltre lavori di pulizia delle ghiacciaie tanto da renderle fruibili: la più grande (situata vicino alla casa di pietra) dopo il lavoro di sgombero da macerie e detriti che la rendeva inaccessibile, è ora ispezionabile e si può pensare ad un suo possibile adeguamento inserendola in un progetto complessivo di fruizione anche di questi suggestivi ambienti. Altri interventi esterni sono stati poi effettuati sulle essenze infestanti a ridosso del fabbricato di fronte ovest, così come la pulizia dei percorsi da erbe infestanti a fronte del porticato e la pulizia da erbe infestanti di alcuni spazi attorno alla casa di pietra al fine di consentirne l'accesso. Persino il forno è stato ripulito da infestanti e sono stati effettuati alcuni smontaggi di murature pericolanti.

Conclusioni ed esiti sono stati presentati e dibattuti alla Rocca Sanvitale di Sala Baganza, in occasione della tavola rotonda "Il Casino e il Parco dei Boschi di Carrega: QUALE FUTURO?", il cui titolo prelude ad un possibile punto di partenza per enti ed istituzioni di competenza, oltre che per gli esperti nel campo dell'Architettura e del Restauro, in quella che si auspica come una nuova sinergia strategica per il recupero ed il rilancio di un complesso monumentale e di un'area di interesse fondamentale sia per il territorio parmense che per la sua collettività.

L'apertura della tavola rotonda è stata affidata alle parole del Presidente dell'Ente Parchi Emilia Occidentale Agostino Maggiali, che ha tracciato con grande soddisfazione un bilancio più che mai roseo dell'iniziativa, ponendo già le basi per un nuovo workshop in primavera e indicando il Parco dei Cento Laghi come plausibile location. «Un'esperienza assolutamente positiva che è nostra intenzione ripetere poiché ci ha permesso di comprendere e penetrare la cultura dei nostri giovani – ha osservato Maggiali – . Siamo consci che è necessario unire le forze e come Ente Parchi stiamo lavorando su ben quattro progetti europei, concentrandoci sulla nostra mission di conservazione e tutela del territorio unita allo sviluppo e alla valorizzazione del settore agroalimentare».

«È nei nostri progetti futuri tornare qui molto presto con una nuova offerta formativa che verta sulla possibilità di effettuare proposte progettuali – ha dichiarato Francesco Fulvi, Presidente di Manifattura Urbana – . Nell'attesa ringraziamo l'Ente Parchi del Ducato per la possibilità e la fiducia concesse, l'associazione "Amici del Casino e dei Boschi di Carrega" per la fondamentale collaborazione ed il grande supporto prestati e gli abitanti di Sala Baganza per averci cordialmente ospitato».

Parere positivo anche nelle parole di Norberto Vignali, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Sala Baganza, che ha ringraziato studenti, associazioni ed enti per l'impegno profuso; e in quelle del Presidente dell'Associazione "Amici del Parco e del Casino dei Boschi di Carrega" Paolo Bussi, che ha espresso l'intento di voler coinvolgere i comuni di Sala Baganza, Parma e Collecchio in vista delle celebrazioni per il bicentenario dell'arrivo di Maria Luigia a Parma (18 Aprile 1816). Significativa conferma di gradimento è giunta inoltre dall'On. Giuseppe Romanini, Componente della Commissione Parlamentare Cultura, che è intervenuto per un breve saluto prima dell'inizio della conferenza complimentandosi per la buona riuscita dell'iniziativa insieme al sindaco di Sala Baganza Cristina Merusi.

È poi toccato a Roberto Bruni, Coordinatore Scientifico del Workshop/Cantiere e moderatore della tavola rotonda, avanzare la proposta di nuove capillari sinergie tra enti, istituzioni ed esperti che portino ad un rilancio del Casino de' Boschi di Carrega. «La memoria di questi luoghi passa attraverso la costruzione di un nuovo e differente rapporto con le istituzioni e di un coordinamento non slegato da iniziative future, mettendo in rete tutte le conoscenze», ha auspicato Bruni.
Successivamente la serata è proseguita con gli interventi di due illustri ospiti: l'architetto Umberto Rovaldi, paesaggista della mobilità dolce; e il prof. Marco Cillis, docente di Architettura del paesaggio all'Università degli Studi di Parma.

«Adesso ci aspettano numerosi impegni: giovedì 1° ottobre saremo nella sede piacentina del Politecnico di Milano per presentare l'intervento "Il Workshop/Cantiere come Innesco per la rigenerazione urbana" al convegno nazionale "Ambiente: struttura e risorsa – Aspetti contemporanei e prospettiva storica" – ha infine chiuso Fulvi – . Nel frattempo stiamo preparando la nostra prossima offerta formativa sul rilievo e la diagnostica che si svolgerà nel paese di Berceto dal 13 al 16 ottobre. Infine c'è la sfida del Modulo ECO, un piccolo padiglione di circa 60 metri quadrati che sarà costruito con criteri ecosostenibili e sorgerà da novembre a natale per ospitare lo Sportello Energia del Comune di Parma, oltre a rappresentare un presidio anti-degrado ed un esempio di impegno civico e di cittadinanza a disposizione di associazioni, università, studenti, ordini professionali e aziende».

Pubblicato in Cronaca Parma

On line la sesta edizione del report “Sulle tracce dei rifiuti”: dati e mappe per scoprire dove va a finire la raccolta differenziata, già arrivata a quota 51,6% nel bolognese, che alimenta l’economia circolare del recupero e dà lavoro a 17.000 dipendenti in 188 impianti

Bologna - 25 Settembre 2015 -

L’argomento raccolta dei rifiuti e riciclo è sempre all’ordine del giorno e richiama numerose polemiche sulla corretta gestione di raccolta e smaltimento.

Saperne di più non è solo un diritto, ma è anche è possibile: è online la sesta edizione del report “Sulle tracce dei rifiuti” stilato da Gruppo Hera: dati e mappe per scoprire dove va a finire il materiale raccolto.

Il segreto è controllare la filiera del riciclo, tracciarla così da garantire l’effettivo recupero della raccolta, rendendo al contempo chiaro l’intero preocesso che si attiva grazie soprattutto all’impegno ed allo sforzo dei cittadini, ma anche al contributo del Gruppo Hera. Si tratta di numeri arrivati già a quota 51,6% nel bolognese, un risultato che alimenta l’economia circolare del recupero e fornisce lavoro a 17.000 dipendenti in 188 impianti.

Un ottimo traguardo che mira a svilupparsi sempre di più. Sono questi gli obiettivi di “Sulle tracce dei rifiuti”, il report con cui il Gruppo Hera illustra ogni anno mette in evidenza i dati sull’effettivo avvio a recupero dei rifiuti raccolti in modo differenziato.

logo gruppo hera

Uno sforzo di trasparenza per mettere in luce il forte impegno dell’azienda sul fronte della sostenibilità, che si snoda durante tutto il processo di gestione dei rifiuti, dalla raccolta fino al recupero finale: una filiera chiave della cosiddetta economia circolare e della green economy.

Il recupero della raccolta differenziata sale a quota 94,3% nel 2014, percentuali anche quest’anno verificate dall’ente di certificazione indipendente DNV-GL, che tengono conto dei risultati raggiunti in Emilia-Romagna, Marche e nel Nord Est.

Nel report sono riportate 8 mappe, una per ciascun materiale raccolto, che permettono di scoprire quali e dove sono i principali impianti che si occupano del recupero finale. In totale gli impianti coinvolti sono ben 188, di cui 6 nel bolognese, gestiti da 167 aziende, 46 delle quali con sede nel territorio servito dal Gruppo Hera.

Dati che evidenziano un elevato grado di avanzamento nella transizione da una economia lineare, in cui i prodotti sono destinati a diventare rifiuti e a finire in discarica, a un’economia con più recupero, per questo detta “circolare”.

Queste attività si accompagnano alle altre iniziative del Gruppo che promuovono il riuso di prodotti, quali “FarmacoAmico” e “CiboAmico”, che nel 2014 hanno interessato beni per un valore complessivo di circa 380.000 euro, e “Cambia il finale”, che ha consentito di recuperare e riutilizzare oltre 450 tonnellate di ingombranti.

Dall’analisi dei dati, al primo posto per percentuale di recupero si colloca il ferro. Anche del verde occupa una quota importante: nel 2014 nel territorio gestito da Hera il 99% di sfalci e potature hanno trovato nuova vita negli impianti di compostaggio producendo fertilizzanti e terricci o, in misura minore, negli impianti a biomasse ricavandone energia rinnovabile. La plastica, in particolare, viene recuperata all’80,7%, mentre la carta al 96,4%. L’organico, invece, si attesta al 91,1%, ed i metalli contenuti negli imballaggi in alluminio, acciaio e banda stagnata, al 92,9%.

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Il miglioramento della percentuale di rifiuti recuperati è legata anche ai buoni progressi della raccolta differenziata: nelle province dell’Emilia-Romagna servite da Hera il dato ha già raggiunto nei primi 8 mesi del 2015 il 56%. Nel bolognese ad agosto 2015 la raccolta differenziata è arrivata al 51,6%, anche grazie ai primi risultati dei progetti nel capoluogo.

Ma è anche da sottolineare il risparmio che la raccolta differenziata riesce a comportare: fino a 25 euro all’anno a fronte di una qualità più elevata.

Ecco come commenta Stefano Venier, Amministratore Delegato del Gruppo Hera: “Siamo l’unico gestore a pubblicare un report di questo tipo in Italia, uno strumento di trasparenza verso i cittadini che si aggiunge alla rendicontazione che il Gruppo porta avanti da anni con il Bilancio di Sostenibilità – e continua – I risultati positivi sui quantitativi recuperati e sulla differenziata dimostrano l’impegno sempre maggiore del nostro Gruppo nel migliorare l’efficienza di tutta la filiera del riciclo, settore chiave della green economy. Questi risultati sono stati possibili grazie alla realizzazione sul territorio di una decina di impianti esclusivamente dedicati a queste filiere, come ad esempio i biodigestori, che recuperano la frazione organica e producono energia elettrica, e impianti di selezione a lettura ottica per i rifiuti secchi. La volontà è di ridurre sempre di più i conferimenti in discarica: siamo partiti 12 anni fa dal 49% e oggi siamo già scesi al 12,9% (la media nazionale è il 38%) ma non vogliamo fermarci e al 2019 l’obiettivo è di arrivare al 6,8%”.

Pubblicato in Ambiente Emilia
Domenica, 27 Settembre 2015 12:29

Das(h) Auto

Tedeschi rivisti e (s)corretti. Prima o poi la corda si strappa. Il caso Volkswagen per quanto importante sia è solo la punta di un iceberg del (mal)costume tedesco. Essere i primi a tutti i costi e pure irriconoscenti.

di Lamberto Colla - Parma, 27 settembre 2015 -
 Bravi a tenere nascoste le loro magagne, spocchiosi e presuntuosi pensando che nessuno avrebbe potuto dire o fare qualcosa. Pronti a fare le pulci a tutti ma a alzare barriere insormontabili quando sono loro a essere posti sotto osservazione.

Intendiamoci, quello che è accaduto alla Volkswagen non è che un campanello di allarme che sta a indicare come il grande mercato Statunitense non sarà ceduto all'europa tanto facilmente e l'accordo transatlantico (TTIP o TAFTA Transatlantic Trade and Investment o Transatlantic Free Trade Area) dovrà muoversi secondo le linee proposte dagli USA e dalle sue potenti lobbies. Colpire uno per colpire tutti.

Quindi prepariamoci ai rigurgiti di questa vicenda i cui effetti negativi ricadranno su tutta l'economia europea o per effetto diretto, in quanto gran parte della componentistica dell'industria automobilistica tedesca viene prodotta in Italia, sia per effetto indiretto o traslato per le ripercussioni che avrà nella conclusione degli accordi di libero scambio transatlantico che Obama vorrebbe incassare prima della fine del suo mandato e tra i quali gli OGM sono una parte, non la sola, in contenzioso.

Tornando sul settore automobilistico, se la Volkswagen l'ha combinata bella grossa, introducendo un software di frode in grado di accorgersi del test di analisi dei parametri di emissione dei gas, tutte le altre case automobilistiche sicuramente qualche manomissione dei dati non possono non averla realizzata.
Non si comprenderebbe altrimenti come certi veicoli di elevatissima potenza possano dichiarare consumi degni di una utilitaria.

Ma quello che è accaduto altro non è che la rappresentazione del sistema Germania: una solidale complicità tra imprese, governo e sindacati.

Ricordiamo che nei board delle imprese un posto è sempre a disposizione dei sindacati e una frode di queste proporzioni non poteva non essere nota a molti; dagli operai ai consiglieri di amministrazione e quindi al Governo.

Governo che già a luglio era stato chiamato e rispondere a una interrogazione sulla vicenda confermando di esserne a conoscenza e se poi un qualche dubbio ancora ci fosse ecco che il repentino cambio di opinione della Merkel sulla faccenda dei profughi e la sua "marchetta" a favore della grande industria automobilistica tedesca invitando le grandi marche d'argento a assumere i profughi, alla luce dei fatti, altro non era che un infantile quanto spregiudicato tentativo di ripagare il danno inferto, nella speranza che tutto venisse insabbiato o quantomeno negoziato nelle segrete stanze di Berlino o Washington.

Che la ferrea "Portinaia del condominio Europa" si fosse trasformata, nel giro di poche ore, in un agnellino aperta a risolvere i problemi di tutto l'emisfero sembrava più una favola e non poteva che generare pesanti sospetti.

Berlino1

Infatti la posta in gioco è enorme sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista dell'immagine.

Un'occasione che dovrebbe finalmente fare ringalluzzire i partner europei muovendoli a chiedere con forza, finalmente, chiarimenti anche in merito al debito pubblico e ai bilanci delle tantissime banche popolari e regionali che la Cancelliera è riuscita a sottrarre al controllo della BCE attraverso le quali il Bilancio nazionale viene "pulito" o piuttosto realizzate operazioni di riacquisto di titoli invenduti nel mercato primario (l'articolo 101 del Trattato di Maastricht vieta l'acquisto sul mercato primario di titoli di Stato da parte delle banche centrali).

A questo si aggiunga che le obbligazioni emesse dall'analogo istituto della nostra Cassa depositi e Prestiti, il KFW (Kreditanstalt für Wiederaufbau), non rientra nel conteggio del debito pubblico tedesco (circa 500 miliardi) mentre i 300 miliardi della nostra CDP rientrano eccome. Ma sono almeno 5 i trucchi utilizzati per "ingannare" i partner europei e vengono ben illustrati nell'articolo di Francesco Cancellato pubblicato su "LINKIESTA" "del 8/7/2014.

Infine non si creda che la Germania non abbia le sue MPS da gestire e risanare e la crisi Greca è stata una manovra di aiuto alle banche, tedesche comprese, piuttosto che un sostegno alla economia ellenica e quindi al popolo greco.

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Tedeschi rivisti e (s)corretti.
La perfezione tedesca scricchiola come era da immaginare. La perfezione non è di questo mondo e non poteva essere di esclusivo patrimonio tedesco.

Ma l'arroganza e supponenza tedesca ha offuscato tutti, loro compresi, incoscienti degli aiuti che l'europa ha, non si sa bene per quale motivo, loro destinato. Prima con il condono dei danni di guerra, poi con gli aiuti all'unificazione delle due germanie quindi con la concessione, agli inizi del 2000, a superare il tetto d'indebitamento infine nel concedere quegli artifici contabili vietati agli altri Paesi.

E loro, invece di starsene zitti, probabilmente ritenendo di essere una nazione eletta, hanno continuato a fare le pulci a tutti, a intervenire pesantemente nei fatti politici degli altri Paesi e soprattutto nei nostri. L'Italia unica nazione in grado di contrastare l'industria e la manifatturiera tedesca in ogni parte del mondo è stato per oltre vant'anni il principale obiettivo della germania.

Un'azione costante e spregiudicata di concorrenza sleale per indebolire le nostre aziende e passare all'acquisto a basso prezzo come avvenuto, restando in campo motoristico, con la Lamborghini e la Ducati.

Da questa vicenda non impareranno nulla come nulla impararono dai risultati delle due guerre mondiali e la prova sta nella risposta allo scandalo in corso in queste ore.

Solo una ammissione dei fatti, forse nella speranza di ottenere clemenza, ma nessuna scusa e una risposta di facciata con la "decapitazione" del vertice Volkswagen liquidato con una copiosa provvista economica per di più (si parla tra 28 e 33 milioni di euro).

Già perché Winterkom non era a conoscenza della manipolazione dei dati. Nel comunicato del board infatti si sottolineava che "Winterkorn non era a conoscenza della manipolazione dei dati" e veniva ringraziato "per il suo elevato contributo" alla società.
Ma il danno di immagine potrebbe avere conseguenze pesanti e quel che è peggio contagerà anche l'europa.

I tedeschi non cambieranno mai, toccherà a noi invece cambiare nelle relazioni con loro, aumentando la nostra autostima e soprattutto andando a mettere gli occhi e le mani nelle loro tasche.

Intanto comincino i tedeschi, almeno quelli onesti, a fare ammenda e a pulirsi in casa: Das(h) Auto.

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Pubblicato in Politica Emilia