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Sabato, 24 Febbraio 2018 06:41

Topi nei dolcetti di marshmallow Ikea.

Topi nei dolcetti di marshmallow Ikea. L'avviso del Ministero della salute: non consumare. Infestanti rinvenuti nella confezione.

Il Ministero della salute ha pubblicato un avviso ai consumatori per rischio microbiologico. Il richiamo riguarda tutti i lotti dei dolcetti di marshmallow Godis Påskkyckling con marchio dell'insegna Ikea in confezioni da 100 grammi, con data di scadenza compresa tra il 23 ottobre 2018 e il 26 gennaio 2019.

Il motivo del richiamo sarebbe attribuibile ai topi che si sono sono stati rinvenuti nella confezione e pertanto i prodotti potrebbero essere stati contaminati.

I dolcetti richiamati sono prodotti da Candinavia AB con sede dello stabilimento a Linkoping Sweden e commercializzati da Ikea Italia Retail srl.

Nell'ottica d'informazione quotidiana ai consumatori in materia di allerte alimentari, lo "Sportello dei Diritti" nella persona del presidente Giovanni D'Agata, ricorda che la procedura di richiamo riguarda solo i lotti in questione.

Sulla base delle conoscenze attuali, tutti gli altri prodotti Ikea non comportano alcun rischio per la salute. L'allerta è stata pubblicata sul sito nella pagina dedicata alle allerte alimentari nella sezione "Avvisi di sicurezza" del Ministero della salute.

(23 febbraio 2018)

Domenica, 21 Gennaio 2018 10:41

More dal Messico - Allerta alimentare da Norovirus

È allerta alimentare da Norovirus nelle more provenienti dal Messico. Rasff (il sistema di allerta rapido dell'UE) lancia l'allarme per rischio grave per la salute.

17 gennaio 2018 - Attenzione alle more provenienti dal Messico, spesso abbinate a torte e biscotti, dove è stata sospesa la commercializzazione di una partita in seguito alla presenza di norovirus, ovvero la causa più comune di gastroenteriti acute di origine non batterica.

Per questo motivo la partita messicana ha subìto uno stop da parte del sistema di allerta rapido per gli alimenti e i mangimi europeo (RASFF) su segnalazione del Ministero della salute italiano, anche se nessuno scrive che migliaia di confezioni di more anche surgelate contaminate potrebbero essere nel freezer di ignari consumatori.

Il lotto incriminato (presumibilmente) è stato ritirato dal mercato, occorre però, essere prudenti e quando si va nei supermercati o negozi, controllare sempre la provenienza.

È stato proprio il sistema di allerta comunitario a segnalarlo, avviando una campagna di ritiro e di richiamo, fra i prodotti contaminati distribuiti anche in Italia.

Nello specifico nella notifica numero 110/2018 del 16/01/2018, si segnalano le more in confezioni da 25 gr, analizzate il 12/12/2017, collegate ad un'epidemia di origine alimentare.

I Norovirus (NoVs) sono particolarmente aggressivi e sono ritenuti in tutto il mondo una delle principali cause di gastroenteriti nell'uomo e negli animali.

Questi virus si diffondono attraverso le feci e tramite contatto da persona a persona, oppure assumendo cibo e acqua contaminati. Nel caso delle more la situazione è più complessa perché raramente vengono ingerite da sole essendo spesso abbinate a torte e biscotti, contenenti latte e derivati.

Le epidemie associate a Norovirus nelle more sono un rischio emergente, anche se ancora non è chiaro in quale fase della filiera questi focolai prendono origine.
Il Norovirus è uno degli agenti patogeni più sfuggenti, ma anche uno dei più diffusi tra la popolazione. Il periodo di incubazione del virus è di 12-48 ore, mentre l'infezione dura dalle 12 alle 60 ore. I sintomi sono: nausea, vomito, diarrea acquosa, crampi addominali. In qualche caso c'è anche la febbre.
Negli ultimi anni l'ipotesi che questo virus abbia un'incidenza comparabile a quella di batteri come Escherichia coli o Salmonelle è sempre più una certezza. Potrebbe essere la causa delle gastroenteriti che spesso vengono confuse con altre infezioni e non sono riconosciute.
I virus, inoltre, sono estremamente più difficili da individuare rispetto ai batteri e a differenza ai batteri che si riproducono con grande velocità negli alimenti, i virus non si ridiffondono, ma si impossessano della cellula dell'ospite sfruttandone il potere replicante. Per questo motivo basta ingerirne una piccola quantità per provocare danni.

In attesa che il Ministero della salute comunichi sul suo sito web, nella sezione "Avvisi di sicurezza" la corretta identificazione del prodotto, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", si invitano le catene di supermercati e i produttori a dare notizie chiare sui loro siti, ricordando che è un obbligo previsto dalla legge informare i consumatori. In questa fase di incertezza l'unico consiglio che si può dare è di non consumare more anche surgelate colpite dal provvedimento di richiamo, non mangiare macedonia di frutta fuori casa con frutti di bosco, non gustare dolci o torte guarnite con frutti di bosco crudi.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Candeggina in un omogeneizzato per neonati prodotto in Italia. Ecco il nome e il lotto. Allerta di RASFF e del Ministero della salute tedesco: rischio grave

La Germania ha attivato il Sistema rapido di allerta europeo (RASFF) avvisando le autorità sanitarie dei diversi Paesi europei della presenza di residui di un detergente contenente cloro negli omogeneizzati alla frutta, prodotti in Italia e commercializzati in Austria, Croazia, Repubblica Ceca, Germania, Ungheria e Slovacchia. Nello specifico si tratta di un alimento per neonati o bambini al di sotto dei tre anni d'età, costituito da frutta chiamato "BabyLove" fragola e lampone mela 190g con data di scadenza minima 05.07.2019 della linea DM - Industria Farmaceutica.

Ecco allora il ritiro e l'immediata sostituzione in via precauzionale. Attualmente le informazioni sono disponibili sul portale del governo tedesco all'indirizzo Lebensmittelwarnung.de. Il motivo del ritiro: "in un barattolo sono stati trovati residui di un detergente contenente cloro durante i controlli di routine.

L'azienda invita a non consumare il prodotto che fa parte del lotto interessato. Si tratta di una misura precauzionale, dichiara ancora il comunicato, perché non si può escludere che anche in altri vasetti del lotto interessato dal richiamo, possano presentare livelli oltre il limite di clorato."

Nell'avviso di RASFF, invece, al numero 066.2018 del 9 gennaio si parla solo di alimenti per l'infanzia con frutta proveniente dall'Italia senza che siano stati comunicati nè il produttore nè il distributore in Italia.

Il clorato, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", può essere presente negli alimenti a causa dell'uso di acqua clorata nella lavorazione degli alimenti o nella disinfezione delle apparecchiature per la lavorazione degli alimenti. Un aumento nell'assunzione di clorato in un solo giorno nell'uomo potrebbe limitare la capacità del sangue di assorbire ossigeno e inibire l'assorbimento di iodio.

9 gennaio 2018

Piombo nella Farina BIO di grano duro Senatore Cappelli. Ministero della salute segnala richiamo: "Rischio chimico", riscontrati livelli superiori ai limiti

Il Ministero della salute, ieri ha pubblicato sul sito nella pagina dedicata alle allerte alimentari nella sezione "Avvisi di sicurezza", il richiamo della Farina BIO di grano duro Senatore Cappelli Macinata a pietra da Agricoltura Biologica per la presenza di tenori di piombo oltre i limiti consentiti. Il provvedimento è stato disposto in via precauzionale dall'azienda produttrice, Gorfini Giuliano con sede dello stabilimento ad Anghiari (AR) Loc. San Lorenzo n. 43.

La farina coinvolta dal richiamo è venduta nella confezioni da 1 kg e fa parte del lotto con scadenza 10 luglio 2018. Si raccomanda di non consumare il prodotto e di restituirlo al punto vendita dove è stato acquistato, che provvederà al rimborso. L'assorbimento di piombo, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", può costituire un grave rischio sanitario, può ostacolare lo sviluppo del processo cognitivo e delle prestazioni intellettuali nei bambini, nonché aumentare la pressione sanguigna e le patologie cardiovascolari negli adulti.

(4 dicembre 2018)

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

È allerta per epidemia di origine alimentare da Norovirus in una partita di ostriche provenienti dalla Francia. Rasff (il sistema di allerta rapido) dell'UE lancia l'allarme per rischio grave per la salute. Lo "Sportello dei Diritti": "non andrebbero mai consumate crude. Il mollusco è considerato un veicolo naturale del virus"

Attenzione alle ostriche provenienti dalla Francia, dove è stata sospesa la commercializzazione di una partita in seguito alla presenza di norovirus, ovvero la causa più comune di gastroenteriti acute di origine non batterica.

Per questo motivo la partita francese del ricercatissimo simbolo del cenone di Capodanno ha subìto uno stop da parte del sistema di allerta rapido per gli alimenti e i mangimi europeo (RASFF).

Anche se il lotto incriminato (presumibilmente) è stato ritirato dal mercato occorre essere prudenti e quando si va in pescheria, controllare sempre la provenienza.

È stato proprio il sistema di allerta comunitario a segnalarlo, avviando una campagna di ritiro e di richiamo, fra i prodotti contaminati distribuiti anche in Italia.

Nello specifico nella notifica numero 2232/2017 del 29/12/2017, si segnalano le ostriche vive (Crassostea gigas), analizzate il 12/12/2017, collegate ad un'epidemia di origine alimentare. Il Norovirus è uno degli agenti patogeni più sfuggenti, ma anche uno dei più diffusi tra la popolazione. Il periodo di incubazione del virus è di 12-48 ore, mentre l'infezione dura dalle 12 alle 60 ore.

I sintomi sono: nausea, vomito, diarrea acquosa, crampi addominali. In qualche caso c'è anche la febbre. Negli ultimi anni l'ipotesi che questo virus abbia un'incidenza comparabile a quella di batteri come Escherichia coli o Salmonelle è sempre più una certezza. Potrebbe essere la causa delle gastroenteriti che spesso vengono confuse con altre infezioni e non sono riconosciute. Per questo la comunità scientifica sta cercando di affrontare meglio il problema, prendendo spunto anche da casi specifici come quello delle ostriche, consumate crude e contaminate che si registrano sempre con maggiore frequenza.

Occorre però sottolineare che ostriche e molluschi bivalve sono solo una parte dei veicoli a fianco di altri "mezzi" come acqua, frutta e verdura.

Per questo motivo, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", non andrebbero mai consumate crude anche se questo comportamento stride con molte abitudini e tradizioni culinarie. Di qui l'invito ad analizzare con molta attenzione i frutti di mare e soprattutto di consumarli solo cotti, anche perché è stato dimostrato che il norovirus resiste per settimane nei tessuti del mollusco, e non viene eliminato con le normali depurazioni industriali realizzate prima della vendita.

( 30 dicembre 2017 )

Giovedì, 14 Dicembre 2017 10:35

Salmonella nel pepe nero macinato

Salmonella nel pepe nero macinato: il Ministero della salute lancia l'allerta per "Rischio microbiologico".

Il dicastero ha bollato il lotto EU 17823 della ditta VERKA sas come "contaminato dalla "Salmonella spp".
Lo Sportello dei diritti: "Non consumare e riportare al punto vendita"

Il Ministero della salute ha pubblicato oggi il richiamo di un lotto di pepe nero macinato "Cucina e Sapori" prodotto da VERKA SAS, un'azienda di Verona con sede dello stabilimento in via Archimede, 18 Negar loc. Arbizzano, per la presenza di salmonella spp nel prodotto. Il pepe nero bollato dal provvedimento riguarda quello riconoscibile dal numero di lotto EU 17823 venduto nella confezione da 35 gr circa con scadenza minima del 10.10.2020 e commercializzato dal Consorzio DIAS.

Il prodotto è da riportare al punto vendita per motivi di sicurezza alimentare. Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", non esclude che l'ingerimento del prodotto possa provocare un pericolo per la salute, e mette perciò in guardia la popolazione. L'avviso di richiamo è stato pubblicato sul nuovo portale dedicato alle allerta alimentari del Ministero della salute nella sezione "Avvisi di sicurezza".

Martedì, 12 Dicembre 2017 06:56

Penny Market richiama trance di verdesca congelate

Rischio contaminazione chimica: Penny Market richiama trance di verdesca congelate "Gran Mare". L'annuncio a titolo precauzionale

Penny Market ha diffuso anche sul web, il richiamo a scopo precauzionale di un lotto di trance di verdesca congelate a marchio "Gran Mare" per una possibile contaminazione chimica. Le trance di verdesca sono prodotte dall'azienda Effegi Service Spa di Mantova nello stabilimento di via Spallanzani n 2. Penny Market, scusandosi per il disagio, precisa che il richiamo riguarda tutti i punti vendita.

La catena di discount invita i consumatori che hanno acquistato il prodotto a restituirlo al punto vendita entro il 22/12/2017 dove si provvederà alla sostituzione o al rimborso.

Il provvedimento riguarda, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", esclusivamente le confezioni con scadenza al 12/2019 codice 8026146080296. Il prodotto è venduto in confezioni da 400 grammi. L'azienda precisa che il richiamo interessa solo la scadenza sopra indicata.

Mercoledì, 22 Novembre 2017 11:59

Ancora allarmi alimentari per prodotti contaminati.

RASFF (Rapid Food and Feed Safety Alerts - Commissione Europea) ha segnalato la presenza di larve di parassiti Anisakis negli sgombri provenienti dalla Francia e venduti in Italia. Il Ministero della Salute ha invece emanato un avviso per il richiamo di un lotto di Porcetta di Ariccia IGP per presenza di Listeria Monocytogenes.

20171122-Larve-viveRASFF: allarme larve vive negli sgombri dalla Francia e venduti in Italia.
Ordinato il ritiro. Larve di parassiti Anisakis sono state trovate nel pesce. Il Ministero della salute italiano è stato già informato. L'anisakidosi può portare a dolore addominale, nausea, vomito, distensione addominale, diarrea, sangue e muco nelle feci, febbre lieve.
Larve vive di parassiti Anisakis sono state scoperte in grosse quantità all'interno di una partita di sgombri refrigerati provenienti dalla Francia e venduti in tutta Italia. Per questo motivo il Sistema rapido di allerta europeo per alimenti (RASFF) ha già informato con la notifica 1994.2017 del 20.11.2017 il Ministero della salute italiano.

La scoperta è arrivata dai controlli effettuati dal dipartimento di sanità pubblica e sicurezza alimentare nazionale. L'anisakis è un verme parassita del pesce crudo che è capace di annidarsi nelle pareti dello stomaco e che può essere ingerito semplicemente mangiando del pesce crudo o, comunque, poco cotto, marinato o in salamoia. L'anisakidosi è una malattia diffusa soprattutto in quei Paesi del mondo in cui si consuma maggiormente il pesce crudo: come il Giappone, ma anche in Europa e USA da quando è impazzata la passione per il sushi, che può essere anche causa della sindrome sgombroide.

Questo parassita è visibile a occhio nudo: si tratta, infatti, di vermi lunghi e somiglianti a capelli bianchi. I sintomi dell'anisakidosi includono dolori addominali, diarrea, sangue e muco nelle feci, nausea, vomito, meteorismo, distensione addominale e febbre. Nei casi più gravi, possono, poi, verificarsi forti mal di pancia, ostruzione dell'intestino tenue e perforazioni intestinali e dello stomaco. Consumare pesce crudo o poco cotto è quindi, in tal senso, molto rischioso: la cottura del pesce deve avvenire almeno a una temperatura di 63 °C per poter uccidere eventuali parassiti; mentre, il congelamento dovrebbe avvenire almeno a meno 18 °C per 24 ore: sia le alte che le basse temperature sono nemiche di questo verme.

Pertanto Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, consiglia alle ditte di prodotti ittici e ai titolari delle rivendite all'ingrosso di prodotti alimentari di bloccare la vendita di questo lotto. La segnalazione diffusa dal Sistema rapido di allerta europeo, classificata come decisione di rischio non serio, è stata inviata dal Ministero della salute italiano ma non pubblicata sul sito del nuovo portale dedicato alle allerte alimentari del nostro dicastero.
- 20 novembre 2017


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Listeria monocytogenes in Porchetta di Ariccia I.G.P. a marchio FA.LU.CIOLI.

RaAvviso alimentare del Ministero della Salute per il richiamo di un lotto. Lo "Sportello dei Diritti": non consumare il prodotto del lotto indicato in caso di acquisto e restituirlo presso il punto vendita per ricevere la restituzione del prezzo
In data odierna il Ministero della Salute ha dato comunicazione del richiamo di un lotto di Porchetta di Ariccia I.G.P. a marchio FA.LU.CIOLI. della FA.LU.CIOLI S.r.l. con sede in Ariccia (Rm) alla via della Cerquette 50-63. In particolare, il lotto interessato è il "021017" relativo alla confezione sottovuoto di peso medio pari a 150 grammi e con data di scadenza o termine minimo di conservazione 31.12.2017.

Il motivo del richiamo espressamente indicato nell'apposito modulo è: "Presenza di Listeria monocytogenes su campione di Porchetta IGP di Ariccia Lotto di Produzione 02102017 scadenza 31/12/2017".

Il richiamo, si legge nell'avviso pubblicato dal Ministero della Salute, è stato trasmesso alle aziende per la divulgazione ai consumatori mediante affissione.

È bene, quindi, ricordare per una corretta informazione dei consumatori, di non sottovalutare mai gli avvisi ufficiali pubblicati dagli enti che tutelano la salute.

La listeria, infatti, può avere ripercussioni sulla salute. In alcuni casi, il consumo di prodotti contaminati da questo batterio, può scatenare sintomi analoghi a quelli dell'influenza (febbre, emicrania, nausea). Qualora si presentassero tali sintomi, si consiglia alle donne incinte e alle persone affette da un'immunodeficienza di rivolgersi a un medico. Dato il rischio per la salute che si corre in seguito alla contaminazione del batterio particolarmente patogeno, Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti" raccomanda di. Nel caso si fosse acquistato prima del richiamo e non consumato, i clienti possono riportare il prodotto indicato presso il punto d'acquisto e ricevere il rimborso del prezzo di vendita.

- 21 novembre 2017

"Rischio grave per la salute dei consumatori per pericolo di tossicità acuta da Fipronil " Le uova provengono dalla Calabria

Tracce rilevanti dell'insetticida Fipronil sono state trovate nel corso di un controllo in un campione di uova fresche proveniente dalla Calabria e commercializzate sul territorio nazionale con marchio UOVA ROSSE Az. Agricola Tomaino Rosina.

Per questo il Ministero della salute ha diffuso il richiamo del lotto di uova di varie categorie provenienti dall'allevamento AZIENDA AGRICOLA TOMAINO ROSINA - Serrastretta(CZ) loc. San Nicola n. 5, per presenza di fipronil.

Le uova richiamate appartengono dal lotto che riporta sul guscio il codice allevamento cod. 3IT129 in confezioni da 30 uova.

Il provvedimento è stato disposto dai Servizi veterinari delle AASSPP Calabria perché in alcuni campioni di uova proveniente da questo lotto è stato riscontrato un livello di fipronil superiore al limite di tossicità acuta di 0.72 mg/kg.

Il Ministero della salute, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", che avverte di un " Rischio grave per la salute dei consumatori per pericolo di tossicità acuta da Fipronil" invita i consumatori in possesso di uova appartenenti a questo lotto a non consumarle e consegnarle ai Servizi Veterinari delle AASSPP competenti per territorio.

Il fipronil è considerato "moderatamente tossico" per l'uomo dall'Oms e il suo impiego è vietato negli allevamenti avicoli in Europa. Il rischio per i consumatori resta comunque molto basso.
Lecce, 21 settembre 2017

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Domenica, 13 Agosto 2017 10:50

Sprechi alimentari e agricoltura in crisi.

Lo scempio di tonnellate di ortaggi e verdura piantati, non raccolti e lasciati marcire nei campi in Puglia. Uno schiaffo alla povertà che si ripete ciclicamente e un'altra sconfitta delle politiche italiane sull'agroalimentare. Perché non venga perpetrato il più grande spreco alimentare estivo e perché si dia sostegno alle aziende agricole contro questa calamità intervenga direttamente lo Stato

Ciò che sta accadendo da qualche giorno in Puglia ed in altre regioni d'Italia è una questione che si ripete ciclicamente, ma che sta assumendo proporzioni bibliche: tonnellate e tonnellate di angurie, meloni e pomodori, ma anche altri tipi di ortofrutta, lasciate a marcire nei campi perché i costi di produzione superano di gran lunga i possibili profitti delle aziende agricole per una serie di congiunture verificatesi, ma che anno dopo anno assumono l'aspetto dell'ordinario.

In particolare, «in provincia di Lecce c'è stata una anticipazione della maturazione – per come sostenuto sulla stampa dal presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele - per cui le angurie sono state raccolte e vendute con 2 settimane di anticipo, i primi giorni a prezzi stabili, subito dopo le quotazioni sono crollate. Oggi a Brindisi e Taranto il mercato è al tracollo, con le angurie pagate in campagna a 5/6 centesimi al chilo e i meloni gialli che non superano i 10 centesimi. Agli agricoltori non conviene neppure raccogliere, tanto che stanno interrando il prodotto. Stessa sorte sta toccando al pomodoro piccolo a grappolo che non supera i 18 centesimi al chilogrammo, mentre il pomodoro da mensa ha toccato solo i 22 centesimi al chilo. I prezzi di vendita al dettaglio, invece, subiscono la solita decuplicazione a danno dei consumatori».

E l'immagine che si presenta nelle campagne è tanto preoccupante quanto desolante: ettari ed ettari di campi in cui giacciono al sole e al caldo torrido i tipici prodotti dell'ortofrutta estiva della campagna salentina e pugliese in attesa che la terra sia fresata e che i loro resti la vadano a concimare per preparare la prossima annata che, se non si farà qualcosa, sarà identica a quella in corso. Uno scempio comune ad altre regioni in questo periodo dell'anno che non può essere tollerato, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti" - associazione che da anni si batte contro gli sprechi alimentari - e che merita essere denunciato e portato all'attenzione non solo degli assessorati regionali competenti, ma soprattutto del Ministero dell'Agricoltura, perché segna l'ennesimo fallimento delle politiche agroalimentari italiane che non riescono a sfondare con l'export verso altri paesi che potrebbero costituire mercati appetibili, e a questo punto, di sfogo, per la nostra produzione.

Uno Stato che dimostra di non riuscire a salvaguardare la nostra filiera di produzioni tipiche che vengono soppiantate da altre, sovente straniere, che spesso vengono spacciate per nostrane. È evidente, infatti, che la colpa di tutto ciò non debba ricadere sulle nostre imprese agricole la cui unica responsabilità ricade nella volontà di dar corso a ciò che la terra deve fare: produrre per commerciare la propria produzione. Ecco perché a causa di quella che rappresenta una vera e propria calamità, è lo Stato che deve intervenire a sostegno degli agricoltori con più approfonditi controlli sulla filiera e sui mercati contro le pratiche commerciali sleali che fanno crollare il prezzo per il produttore e per l'incentivazione dell'export e dell'utilizzo dell'ortofrutta in esubero per conserve e succhi.

Lecce, 8 agosto 2017
Giovanni D'AGATA

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
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