È partita oggi – lunedì 25 maggio – la terza e ultima distribuzione di generi alimentari di prima necessità prevista all’interno del progetto di solidarietà alimentare attivato dal Comune di Carpi. Entro venerdì prossimo 29 maggio verranno distribuiti circa 1.300 pacchi a poco meno di 500 famiglie del territorio.
Eortè distribuisce i pacchi con i generi di prima necessità.
La cooperativa sociale Eortè di Soliera (aderente a Confcooperative Modena) è stata coinvolta nella gestione dei progetti di solidarietà alimentare avviati dai Comuni di Carpi e Soliera a seguito dell’ordinanza della Protezione Civile n. 658 del 29 marzo 2020.
Con questo provvedimento sono stati erogati fondi di emergenza per dare una risposta immediata a tutte le famiglie in difficoltà economica che necessitano di un aiuto concreto per far fronte ai propri bisogni quotidiani. «Il progetto ha tanti risvolti positivi per il territorio, a partire – spiega Roberto Zanoli, direttore di Eortè - dalla scelta di coinvolgere produttori locali, piccoli esercenti e altre realtà territoriali per favorire la filiera locale e corta, in un’ottica di economia solidale. È un segno concreto di attenzione all'economia del territorio gravemente colpita dal Covid-19. Un altro aspetto positivo è la meravigliosa risposta della solidarietà della cittadinanza italiana e straniera».
I Comuni di Carpi e Soliera hanno erogato buoni spesa e avviato un progetto per la distribuzione di pacchi contenenti generi alimentari di prima necessità. A Soliera nel week end di Pasqua si è svolta la prima distribuzione alimentare prevista per i beneficiari del bonus spesa, che ha interessato più di 300 famiglie solieresi.
Eortè ha gestito la logistica, coinvolgendo dodici realtà associative del territorio e più di 70 volontari. A Carpi la cooperativa è capofila del progetto insieme all’associazione di volontariato Porta Aperta. Entrambe sono impegnate nel coinvolgimento dei volontari, acquisti, raccolta, preparazione e distribuzione dei prodotti. Da oggi - venerdì 17 aprile - Eortè e Porta Aperta preparano i pacchi presso Carpi Fashion System, in via dell'Agricoltura 43.
Cittadini e imprese possono contribuire a queste forme di solidarietà, con un bonifico bancario o generi indispensabili per i quali è stato individuato un punto di raccolta e distribuzione. «L’attivazione di questi progetti è un segno tangibile della forza della rete della solidarietà nel territorio. Questa esperienza – conclude Zanoli – ci consente di acquisire nuove competenze e professionalità che saranno molto utili anche per il futuro».
Cresce l'alimentare al Sud. Fatturato aumentato più nel Mezzogiorno che nel resto del Paese. Ora la scommessa è sull'export
Il rapporto di Ismea in collaborazione con Cibus e Federalimentare mostra una fotografia del food & beverage nel Mezzogiorno
Salerno, 30 ottobre 2019 – Il settore agroalimentare del Mezzogiorno ha le carte in regola per rafforzare il suo ruolo strategico e rappresentare un fattore di traino economico per quest’area, puntando a un alto posizionamento in termini di qualità e al forte legame col territorio. È quanto emerge dal Rapporto sulla Competitività dell’Agroalimentare nel Mezzogiorno, realizzato dall’ISMEA, in collaborazione con Fiere di Parma e Federalimentare, presentato oggi presso l’Università degli Studi di Salerno.
Lo studio evidenzia come i recenti mutamenti dello scenario globale abbiano sostenuto una crescita senza precedenti delle esportazioni del Made in Italy alimentare, grazie a una ritrovata coerenza del modello di specializzazione agroalimentare italiano con le tendenze della domanda mondiale, che ha spinto l’export agroalimentare del Sud a toccare la cifra di 7 miliardi di euro nel 2018.
Nel Mezzogiorno, nonostante il consistente e duraturo impatto della crisi economica iniziata nel 2008, il permanere di un tessuto imprenditoriale caratterizzato da imprese medio-piccole e, più in generale, la conferma di alcuni storici limiti allo sviluppo economico, il settore agroalimentare è cresciuto, nell’ultimo triennio, in termini di valore aggiunto - che supera i 19 miliardi di euro -, di numero di imprese - 344 mila imprese agricole e 34 mila imprese dell’industria alimentare - e di occupati, che si attestano a circa 668 mila unità, pari al 10% del totale occupati al Sud.
Anche il confronto con il Centro-Nord mette in evidenza come, nello stesso periodo, il fatturato dell’industria alimentare sia cresciuto più al Sud (+5,4%) che nel resto del Paese (+4,4%).
La specifica composizione settoriale, l’elevata incidenza delle medie imprese – che si sono rivelate quelle più dinamiche e in grado di adattarsi ai mutati scenari – oltre che il determinante contributo delle imprese di più recente costituzione, hanno consentito all’agroalimentare del Mezzogiorno di ottenere performance di tutto rispetto e, in taluni casi, superiori a quelle dei corrispondenti settori del Centro-Nord.
Performance positive hanno riguardato soprattutto alcune filiere come caffè, cioccolato e confetteria (+14%), prodotti da forno (+18%), olio (+21%); in generale, un rinnovamento generazionale e la presenza di imprese più giovani hanno determinato maggiore dinamicità e capacità di rispondere alle esigenze del mercato.
Tra gli elementi più critici, soprattutto pensando alla necessità di agganciare il treno dell’innovazione, preoccupano i bassi livelli di immobilizzazioni nelle imprese del Mezzogiorno e il fatto che esse siano sostanzialmente tecniche con poca attenzione a quelle immateriali.
“Lo studio di ISMEA descrive il sistema agroalimentare meridionale come una realtà in forte espansione - ha detto Elda Ghiretti, Cibus and Food Global Coordinator, Fiere di Parma - Un dato confermato anche dall’aumento della partecipazione delle aziende del Sud a Cibus, passata negli ultimi 5 anni dal 17% al 36%. Cibus è la fiera alimentare di riferimento all’estero e vede la partecipazione di migliaia di buyer internazionali. La cresciuta partecipazione delle imprese meridionali a Cibus ha contribuito – ha riferito Ghiretti – all’aumento dell’export dei prodotti agroalimentari del Meridione che nel 2018 aveva toccato la quota di 7 miliardi e 110 milioni di euro, con un aumento del 6,1% nel quadriennio 2015/2018. Un dinamismo sostenuto anche dalla creazione di nuove forme di aggregazione private, come consorzi e associazioni, che consentono anche ad imprese di medie dimensioni di interloquire con importatori e distributori esteri”.
“Un trend positivo quello del nostro settore nel Mezzogiorno sia in termini occupazionali che in termini di fatturato – ha aggiunto il direttore di Federalimentare, Nicola Calzolaro – con grandi margini di crescita su diversi fronti. Uno su tutti, l’export. L’agroalimentare del Sud, infatti, è ancora molto orientato al mercato italiano e poco alle esportazioni che rappresentano meno del 20% di quelle totali del Paese. Una porzione davvero troppo piccola se si pensa alla potenzialità del nostro sud e all’importanza strategica dell’export per l’Italia. È necessario, dunque, l’impegno di tutti per farlo crescere e questo può avvenire attraverso l’innovazione, ma soprattutto attraverso un potenziamento della rete infrastrutturale senza la quale non si potranno mai sfruttare appieno le grandi possibilità dell’alimentare nel Mezzogiorno.
“L'agroalimentare nel Mezzogiorno riveste un ruolo sempre più rilevante, con primati in molti settori e una buona tenuta economica, segnali positivi che vanno letti con attenzione – ha dichiarato Fabio Del Bravo; occorre rafforzare adeguatamente la fase agricola e la sua integrazione con la parte a valle della filiera, favorire gli investimenti – soprattutto in innovazione – e prendere atto dei limiti, per esempio strutturali, individuando percorsi che già nel breve possano portare benefici: una maglia produttiva di dimensioni piccole è certamente un problema su molti fronti, ma lo è molto di più per le produzioni standardizzate che fronteggiano concorrenza di prezzo, piuttosto che per i prodotti differenziati del made in Italy. Incentivare forme di aggregazione e l’orientamento a produzioni tipiche che in quest’area hanno ancora molte potenzialità inespresse, può rivelarsi una leva strategica importante e può avviare un percorso di successo realmente attuabile”.
Cozze refrigerate, allarme Escherichia Coli oltre i limiti ad alta pericolosità per la salute umana: Italia, ritiro dei molluschi refrigerati
Allarme rosso ai supermercati e pescherie: cozze vive refrigerate contaminate da Escherichia Coli oltre i limiti (fino a 1300 MPN / 100 g). L'allarme viene lanciato dal Rasff, il sistema di allerta europeo rapido per la sicurezza alimentare, e riguarda tutta Italia, da Nord a Sud.
Queste cozze vive e contaminate, infatti, sarebbero state già immesse sull'intero mercato nazionale.
L'Escherichia Coli è un batterio davvero molto insidioso, presente in acque inquinate da feci e che può essere devastante per l'apparato digerente e provocare nausea, fortissimi crampi addominali, diarrea e vomito. A rendere ancor più spaventoso l'allarme, che risale 13.09.2018, dettagli di notifica - 2018.2575 del 13.09.2018, c'è il fatto che non si conoscono i lotti con cozze contaminate perché riguardano non soltanto la Grande distribuzione ma pescherie e mercati di Italia ed Austria.
Il ritiro delle cozze vive refrigerate contaminate è già stato avviato in tutta Italia: si tratta di una misura cautelare a tutela della salute dei consumatori.
Il Sistema di allerta invita tutti a prestare la massima attenzione e a non consumare le cozze vive senza prima sottoporle al controllo dal Servizio igiene degli alimenti e nutrizione della Asl locale.
Il rischio, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", rilanciando le raccomandazioni del Servizio di Igiene degli Allevamenti e delle produzioni zootecniche, è che i mitili interessati dal richiamo possano esser commercializzati al di fuori dei canali legali, mettendo a grave rischio la salute dei consumatori. Mentre i molluschi acquistati esclusivamente attraverso "canali autorizzati all'interno di sacchetti con etichette che ne riportano la provenienza, possono essere acquistati in sicurezza".
(15 settembre 2018)
Insalate miste provenienti dall'Italia contaminate con salmonella enterica, scatta il ritiro in Europa ma nel nostro Paese non si avvertono i consumatori. RASFF lancia l'allerta alimentare.
Insalate miste biologiche contenenti batavia rossa-verde e foglie di spinaci contaminate con salmonella enterica ser. Typhimurium, molto pericolose per la salute. I prodotti provengono dall'Italia.
La segnalazione è stata diffusa dal RASFF (Rapid Alert System for Food and Feed). L'agenzia europea, con nota 2018.1545 del 5 giugno 2018, ha lanciato l'allerta, definendo serio il pericolo per la salute dei consumatori.
La verdura, secondo l'ente comunitario, deve essere ritirata dal mercato. Per quanto è dato conoscere, per ora i prodotti pericolosi sono stati distribuiti solo in Germania e probabilmente anche in Italia.
La presenza del microrganismo patogeno della salmonella enterica ser. Typhimurium mette a serio rischio la salute dei consumatori. La salmonella enterica ser. Typhimurium, peraltro è un ceppo facilmente trasmissibile. Tale agente patogeno può causare la febbre tifoide, una malattia particolarmente aggressiva con una sintomatologia complessa la cui manifestazione più evidente è la comparsa di ulcerazioni cutanee.
Per tale motivo sono invitati a prendere le dovute precauzioni. Il campionamento che ha portato alla segnalazione è dell' 8 maggio 2018. Il tempo trascorso dal rilevamento della salmonella nelle verdure alla segnalazione del RASFF, dovuto probabilmente alla ricerca della ditta distributrice, è stato tale, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", da permettere un'ampia diffusione del prodotto contaminato in Germania e potenzialmente anche in Italia. Con tempi più contenuti sarebbe stata possibile una migliore azione preventiva.
Da ciò si deduce l'importanza della rapidità in occasioni nelle quali la salute dei consumatori è messa in serio pericolo.
Restiamo in attesa che il Ministero della salute comunichi sul suo sito web, nella sezione "Avvisi di sicurezza" i lotti, il produttore ed il nome del prodotto interessato dal richiamo dal mercato europeo e non solo.
(6 giugno 2018 )
Mercoledì 9 maggio scattano le sanzioni per le irregolarità. Le Camere di commercio dell'Emilia-Romagna presentano alle imprese il servizio Food Label Check.
Quasi tre anni dopo l'entrata in vigore delle disposizioni UE sull'informazione da fornire ai consumatori sui prodotti alimentari preconfezionati, il 15 dicembre 2017 è stato approvato il decreto legislativo n. 231 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 32 dell'8 febbraio 2018) che stabilisce le relative sanzioni e che entrerà in vigore il prossimo 9 maggio.
Obbligatorie o volontarie che siano, le informazioni al consumatore devono essere conformi alle regole: ingredienti, allergeni, conservazione, scadenza, congelamento, Paese di origine o di provenienza, dovranno essere forniti attenendosi ai criteri dettati dal Regolamento UE n. 1169/2011 e al Regolamento UE n. 1924/2006 sull'uso dei claim nutrizionali.
Stesso discorso per ciò che riguarda le dichiarazioni nutrizionali.
Per supportare le imprese in questo adempimento Unioncamere regionale e le Camere di commercio dell'Emilia-Romagna hanno realizzato un servizio a pagamento, FOOD LABEL CHECK, per la compilazione e la stampa di bozze di etichette per la vendita preconfezionata, sfusa e online nel settore gastronomico.
Food Label Check elabora per ogni combinazione di ingredienti, semilavorati, additivi, quantità e perdite di lavorazione, un prototipo aggiornato di etichetta con: lista degli ingredienti; indicazione degli allergeni; possibilità di evidenziare la percentuale di quantità di un singolo ingrediente rispetto al peso complessivo del prodotto (quid); dichiarazione nutrizionale; una indicazione automatica di claim nutrizionali utilizzabili; tre diversi formati stampabili in pdf; versione bilingue (italiano e tedesco).
Grazie ad una banca dati di più di 4.000 tra ingredienti, semilavorati e additivi, ognuno dei quali con i relativi valori nutrizionali scientificamente provati, l'applicazione consente al produttore di inserire la propria ricetta, compilare e stampare velocemente l'etichetta con il relativo valore nutrizionale. In questo modo è possibile soddisfare in velocemente alle richieste dei già citati Regolamenti UE n. 1169/2011 riguardo all'informazione dei consumatori sui prodotti alimentari e n. 1924/2006 sull'uso dei claim nutrizionali.
Nel caso in cui in Food Label Check non sia presente un ingrediente o un semilavorato, l'operatore può contattare esperti appositamente selezionati ai quali fornire la relativa scheda tecnica che verrà validata e inserita nella banca dati. Tali esperti sono a disposizione delle imprese anche per eventuali quesiti e consulenze sull'etichettatura nutrizionale e generale, nonché su sicurezza alimentare, indicazioni di vendita in UE ed esportazioni extra UE.
Nelle prossime settimane in tutte le Camere di commercio della regione saranno organizzati eventi finalizzati alla presentazione del servizio FOOD LABEL CHECK insieme a un approfondimento sulla normativa inerente l'etichettatura alimentare e all'illustrazione della nuova disciplina sanzionatoria.
Per ora sono stati programmati questi appuntamenti, tutti con inizio dalle ore 14.30:
- 15 maggio, Camera di commercio di Ferrara;
- 6 giugno, sede di Rimini, Camera di commercio della Romagna;
- 7 giugno, Camera di commercio di Ravenna;
- 13 giugno, Camera di commercio di Reggio Emilia.
Per tutte le informazioni sul servizio Food Label Check, consultare il sito: http://www.ucer.camcom.it/food-label-check
Ostriche contaminate da RNA virale di norovirus genogruppo GI. L'allerta arriva dal Ministero della Salute per i molluschi provenienti dalla Francia
Dopo i richiami da parte di RASFF e del Ministero della Salute, ancora una volta oggi il dicastero ha pubblicato un avviso di richiamo di ostriche concave (Crassostrea gigas) allevate in Francia, contaminate da norovirus genogruppo GI, commercializzate con il marchio GISA SRL.
L'allerta è partita dalla Francia, paese di origine dei molluschi, ed è arrivata in Italia attraverso il sistema Rasff, che considera il rischio serio. Il nuovo richiamo riguarda un lotto di ostriche, GTO 4024, confezionate da GISA SRL nello stabilimento di Anzio (RM) via Colle Cocchino 13/A, in cassette da 3 kg.
l virus sotto accusa, decisamente aggressivo, è il Noravirus. Patogeno per il quale non esiste, al momento, nessun vaccino. Ecco di cosa si tratta, come si trasmette e i sintomi. Il Noravirus non è affatto un microorganismo scovato di recente. Tutt'altro: è stato scoperto e isolato per la prima volta quasi mezzo secolo fa: nel 1972. Si tratta di un virus a singolo filamento di Rna che appartiene alla famiglia dei Caliciviridae. Alcuni lo conoscono come il nome di Norwalk, omonimo della città di Ohio che registrò un'epidemia nel lontano 1968. Oggi grazie a metodi avanzati sono stati rilevati almeno 5 genogruppi di Norovirus: GI, GII, GIII, GIV e GV differenziati da circa 20 cluster, di cui almeno 3 sono in grado di colpire l'essere umano. I sintomi sono abbastanza tipici, e di norma sono simili a quella che noi chiamiamo – erroneamente – influenza intestinale. In realtà si tratta di una gastroenterite non batterica (come i rotavirus) che comincia con forte nausea, vomito e, talvolta, diarrea. A differenza di una gastroenterite batterica si risolve nel giro di pochi giorni. Il virus si diffonde con estrema facilità nelle varie comunità. Specie se le persone mangiano nello stesso posto. È quindi facile essere colpiti da un'infezione se si mangia alla mensa della scuola, in hotel, in ospedale, nella navi da crociera, nelle industrie e in carcere. È possibile rilevarlo in acque infette o in cibi crudi e freddi. Infatti se da un lato vive bene in presenza di ossigeno, dall'altro muore a temperature superiori ai 60 gradi. Si trasmette per via oro-fecale, attraverso saliva e vomito del soggetto. Una volta entrato attraverso la bocca, raggiunge l'intestino dove è in grado di replicarsi e sviluppare i sintomi nell'essere umano. Trattandosi di un'infezione virale e non batterica non occorre l'uso di antibiotici. È sconsigliato anche quello di altri tipi di farmaci se non in caso di sintomi eccessivamente forti. A volte vengono somministrati farmaci anti-emetici per ridurre il vomito e anti-diarroici. In ogni caso, ribadiamo, i sintomi si risolvono da soli entro tre-cinque giorni anche senza l'utilizzo di medicinali.
A scopo precauzionale e al fine di garantire la sicurezza dei consumatori, Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti". raccomanda a coloro che hanno acquistato il prodotto con medesimi lotti di appartenenza, di NON consumarli e di riportarli al punto vendita che provvederà al rimborso. La cottura non elimina il rischio, perché queste tossine sono resistenti al calore.
(13 aprile 2018)
Possibile presenza di Salmonella: Coop e Gros Cidac richiamano i semi di cumino biologici Nuova Terra
Coop e Gros Cidac richiamano numerosi lotti di semi di cumino biologici a marchio Buona Terra perché è stata rilevata la presenza di batteri di salmonella.
Ad essere interessati i prodotti venduti in buste trasparenti da 120 g e in confezione Doypack da 50 g, con i numeri di lotto: L2016616 e TMC 31/12/2017, L2019416 e TMC 31/01/2018, L2025216 e TMC 31/03/2018, L2018816 e TMC 31/01/2018, L2025016 e TMC 31/03/2018, L2028716 e TMC 30/04/2018, L2034216 e TMC 30/06/2018, L2002317 e TMC 31/07/2018, L2006217 e TMC 30/09/2018, L2008917 e TMC 30/09/2018, e L2016617 e TMC 31/12/2018.
I semi di cumino richiamati sono stati prodotti da Le Bontà srl. Si raccomanda di non consumare il semi di cumino con i numeri di lotto segnalati e riportarli al punto vendita d'acquisto.
Per maggiori informazioni, è possibile contattare Le Bontà al numero 0574 550379.
La salmonella può provocare importanti malattie dell'apparato digerente (salmonellosi): poiché non è possibile escludere rischi per la salute, i clienti devono assolutamente attenersi al richiamo e non consumare il prodotto in questione. Nell'ottica d'informazione quotidiana ai consumatori in materia di allerte alimentari, lo "Sportello dei Diritti" nella persona del presidente Giovanni D'Agata, ricorda che la procedura di richiamo riguarda tutti i lotti in questione ed in caso di acquisto di provvederne alla restituzione presso il relativo esercizio che dovrà provvedere anche a rimborsarne il prezzo.
(12 aprile 2018)
Allerta del Ministero della salute: Jocca Kraft richiama Latticino in fiocchi e Latticino in fiocchi senza lattosio, a base di formaggio fresco magro per corpi estranei metallici. Coinvolti i supermercati Auchan, Basko, SoGeGross, Bennet, Cadoro, Coop, Crai, Decò, Esselunga, Gros Cidac, Sigma, Simply e Unicoop Tirreno.
Mondelez Italia srl ha disposto il ritiro di alcuni prodotti in seguito a potenziale presenza di pezzi di metallo.
Sono stati ritirati dal mercato tutti i lotti con le date di scadenza fino al 27/06/2018 venduti nei formati: 2×150 g – EAN 8001590002407, 2×175 g – EAN 7622210613455 175 g – EAN 7622210138088 Senza lattosio 150 g – EAN 7622210614827. Il richiamo è stato diffuso dalle catene di supermercati Auchan, Basko, SoGeGross, Bennet, Cadoro, Coop, Crai, Decò, Esselunga, Gros Cidac, Sigma, Simply e Unicoop Tirreno.
I consumatori che fossero in possesso di questo prodotto sono invitati a riportarlo in uno dei punti vendita dei supermercati coinvolti che provvederanno al rimborso. Ad esclusione dei punti vendita Cadoro dove il prodotto non è in assortimento: Mestre - Viale S. Marco e Via Miranese, Treviso - Cal di Breda e Monfenera e Mogliano - Via Svevo. Il richiamo è stato disposto, in via precauzionale, per garantire la sicurezza dei clienti che hanno acquistato i prodotti dei Lotti indicati. Ci scusiamo per il disagio arrecato. Per informazioni. Numero Verde Servizio consumatori Mondelez International 800-055200. In un comunicato, l'azienda dichiara che "non appena è venuta a conoscenza di questa situazione, Mondelez International è entrata in contatto con le Autorità italiane competenti per informarle e procedere al richiamo volontario del prodotto come misura precauzionale."
Nell'ottica d'informazione quotidiana ai consumatori in materia di allerte alimentari, lo "Sportello dei Diritti" nella persona del presidente Giovanni D'Agata, ricorda che i clienti che hanno acquistato i prodotti oggetto del richiamo, possono restituirli al punto vendita che procedera' al rimborso. Per visualizzare i richiami del Ministero, basta recarsi sul sito dell'istituzione e cliccare sul link "richiami di prodotti alimentari da parte degli operatori" sotto la voce "Avvisi sicurezza".
(12 aprile 2018)
Senape non dichiarata in etichetta, richiamati i TUC Crisp alla paprika di Mondelez. Rischio grave per gli allergici
Dopo la l'allerta lanciata ieri dallo Sportello dei diritti, oggi 9 marzo, il Ministero della salute ha segnalato, nella pagina dedicata alle allerte alimentari nella sezione "Avvisi di sicurezza", che il richiamo è dovuto alla presenza di allergeni (arachidi) non dichiarati in etichetta. il richiamo di alcuni lotti di TUC Crisp alla paprika per la presenza di senape non dichiarata in etichetta. Nello specifico sono interessati tutti i lotti venduti in confezioni da 100 g e 30 g con le scadenze termine minimo ottobre 2018, incluso le sfogliatine croccanti alla paprika.
I TUC Crisp coinvolti sono prodotti da Mondelez Italia nello stabilimento di Capriata d'Orba, (AL) via Pedaggera 22. Il richiamo si è reso necessario dopo che sono state riscontrate proteine della senape nella paprika in polvere usata nella produzione delle sfogliatine.
Il richiamo del Ministero è stato diffuso anche dalle catene Auchan, Bennet, Carrefour, Sigma, Simply Market e Unicoop Tirreno, che hanno venduto i prodotti interessati nei loro supermercati. Per ulteriori informazioni è possibile contattare Mondelez Italia al numero 800 055200.
I clienti allergici a rischio, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti". sono invitati a riportare i prodotti in questione presso il punto vendita più vicino, dove verranno interamente rimborsati. Il prodotto potrebbe infatti scatenare allergie nei consumatori per la presenza accidentale di tracce indesiderate di questo componenti nel mix messo in vendita. Mentre non ci sono problemi per tutte le altre persone che possono consumare senza problemi il prodotto. Le sfogliatine croccanti sono sicure per tutti gli altri consumatori.
(9 marzo 2017 )
Lidl richiama il dolce Conchiglia gianduia: possibile presenza frammenti metallici. Allerta del Ministero della Salute per rischio fisico.
Occhio ai prodotti sugli scaffali: il Ministero della salute ha pubblicato un avviso di richiamo, probabilmente deciso in via precauzionale, dei dolci Conchiglia gianduia (prodotto cotto per la vendita a consumatore) con marchio dell'insegna Lidl preparati il 14.02.2018 e il 15.02.2018. Il prodotto interessato è quello da 68 g. Il dicastero fa sapere che il provvedimento è scattato per possibile presenza di frammenti metallici, derivanti dalla materia prima (partita di grassi vegetali), all'interno del semilavorato surgelato del produttore Lizzi srl (TMC e lotto del semilavorato: 08/02/2019 – Q124LID-OTA7C1). Il punto vendita LIDL Trento di Via Maccagni ha utilizzato 27 pezzi del semilavorato congelato nelle giornate indicate. Si invitano i consumatori che avessero acquistato il prodotto a non consumarlo e a riportarlo al punto vendita per il rimborso. Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", evidenzia che questo comunicato riporta i dati inseriti direttamente dal Ministero della salute pubblicato oggi sul sito nella pagina dedicata alle allerte alimentari nella sezione "Avvisi di sicurezza".
Maxi Di richiama yogurt gusto mirtillo: possibile presenza frammenti metallici. Allerta del Ministero della Salute per rischio fisico
Occhio ai prodotti sugli scaffali: il Ministero della salute ha pubblicato un avviso di richiamo, probabilmente deciso in via precauzionale, del latte fermentato gusto mirtillo (EAN 14289851) con marchio Vitalibre. Il prodotto interessato è quello da 2 vasetti da 125g con data di termine massimo di conservazione del 10.03.2018. Il dicastero fa sapere che il provvedimento è scattato per possibile presenza di frammenti metallici, all'interno dello yogurt gusto mirtillo del produttore Senoble Italia SpA Via Molinetto, 76 - Borso del Grappa (TV) e venduto nei supermercati e ipermercati Maxi Di srl. Si invitano i consumatori che avessero acquistato il prodotto a non consumarlo e a riportarlo al punto vendita per il rimborso. La presenza di frammenti metallici in prodotti industriali non è una rarità se si pensa che qualche giorno fa sono stati ritirati alcuni lotti di prodotti dolciari Lidl per lo stesso identico motivo. L'ingestione di frammenti di metallo potrebbe essere letale e molto pericolosa per la salute, un corpo estraneo nel nostro organismo può provocare seri danni allo stomaco o bucare l'intestino causando una grave emorragia. Nel migliore dei casi un corpo estraneo, come un frammento metallico, potrebbe causare un'ulcera o un'infiammazione. Per queste ragioni se il consumatore ha ingerito questo tipo di dolce è tenuto a recarsi al pronto soccorso o a consultare un medico. Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", evidenzia che questo comunicato riporta i dati inseriti direttamente dal Ministero della salute pubblicato oggi sul sito nella pagina dedicata alle allerte alimentari nella sezione "Avvisi di sicurezza".
(28 febbraio 2018)
Ismea, consumi alimentari in crescita: + 3,2% la spesa degli italiani nel 2017. Secondo il monitoraggio condotto dall'ISMEA sui consumi, la spesa degli italiani nel settore del food & beverage torna a crescere in maniera significativa (+3,2%).
Aumentano del 4,6% gli acquisti di bevande (acqua imbottigliata, birra, spumanti e vino) e del 3% quelli di prodotti alimentari.
L'incremento rispetto all'anno precedente riguarda sia i prodotti confezionati (+3,7%) sia quelli sfusi, che segnano un +1,8%, in controtendenza rispetto al 2016.
Performance positive si registrano per la maggior parte dei prodotti proteici di derivazione animale che negli anni recenti avevano fatto segnare cali vistosi: carni bovine (+3,4%) carni avicole (+3,9%) e carni suine fresche (+2,7%).
Anche il comparto della frutta (+4,3% il fresco e +3,5% il trasformato) e degli ortaggi (+4%) - verso i quali si destina il 20% della spesa complessiva - cresce in maniera significativa e fa registrare il boom della frutta in guscio (+9,7%).
Per il secondo anno consecutivo cresce il settore ittico, con un aumento dei volumi e dei prezzi unitari per una crescita della spesa complessiva del 5,4%.
Il comparto dei derivati dei cereali fa fatica a tenere il passo mostrando una crescita complessiva dello 0,8%. Gli acquisti di pasta sono in calo (-1,6% in volume e -3% la spesa) ma i prodotti integrali accelerano i loro trend positivi: pasta integrale +17%; riso integrale +10% la spesa e +20% i volumi.
Per il latte non si ferma l'emorragia di consumi (-2,5%) accompagnata però da un incremento quasi dell'1% della spesa per i formaggi, soprattutto molli, duri e freschi.
Infine, la significativa crescita della spesa destinata all'olio extravergine di oliva (+11%) è determinata esclusivamente dall'incremento dei prezzi medi unitari conseguenti alla scarsa produzione che ha segnato gli oliveti nazionali.
Le tendenze che avevano fatto intravedere in questi anni una crescita di interesse per prodotti ad alto contenuto di servizio, alta praticità d'uso e fortemente orientati alla salute e al benessere hanno trovato conferma tanto che oltre il 50% dei consumatori ha acquistato piatti pronti, sostituti del pane, insalata in busta, prodotti surgelati o prodotti bio, DOP o IGP.
(Ismea - Roma 19 febbraio 2018)
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24-06-2024 Salute e Benessere
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