Visualizza articoli per tag: agroalimentare

Domenica, 13 Aprile 2014 12:03

L'Italia esporta riso in...Cina

 

 

Ora è Taiwan che "si mette di traverso" ed a farne le spese sono i nostri produttori di olio e di riso (curiosa la notizia! esportiamo in Cina).

 

Parma 12 aprile 2014 - 

La Repubblica di Cina (quella arroccata nell'isola di Formosa dai tempi della Rivoluzione di Mao) in realtà pare non abbia in animo nessuna ritorsione verso l'Italia.

E di motivi ne avrebbe: mentre Obama apre le porte alla Cina di Taipei scatenando, per farla entrare, Michael Lawson, suo rappresentante in seno alla Organizzazione Internazionale dell'Aviazione Civile (ICAO), così da equiparare Taiwan a tutti gli altri Stati, l'Italia nega uno spazio fra le Nazioni all'EXPO 2015 per compiacere la Cina continentale (che invero fa grossi affari con l'"antagonista" taiwanese e che gli ha riservato un posto di rango "sovrano" nella precedente Expo, tenutasi a Shanghay nel 2010).

Tutto lascerebbe supporre che si tratti di una piccola vendetta  ma la realtà pare essere un'altra: quanto all'olio, Taipei, a seguito di un incontro tra esperti chimici italiani con i colleghi tecnici del Ministero della Salute di Taiwan e l'Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese (ex ICE) di Taipei ha comunicato che il Governo taiwanese avrebbe accettato le analisi chimiche sulla "clorofillina cuprica"  (che è un colorante)  esclusivamente se effettuate dalle ASL italiane e non da altri laboratori europei; si tratta di 7.000 tonnellate di olio di oliva annualmente importato a Taiwan, per un valore stimato di circa 62 milioni di euro per 50/60 per cento di provenienza italiana.

Una soluzione semplice, basta che le analisi siano effettuate in Italia, dalle ASL e non commissionate all'estero...

Stesso discorso per il riso la cui importazione dall'Italia anch'essa bloccata a Taiwan per una controversia sulla presenza di pesticidi.

In realtà ancora una volta la neglittosità è tutta italiana.

Basterebbe che l'Italia mantenesse i propri impegni, (nel nostro caso di riunire il "Foro italo-taiwanese di cooperazione economica, industriale e finanziaria" che è la sede ordinaria di discussione, tra il nostro Ministero dello sviluppo economico e il Ministero dell'economia di Taiwan) per chiarire fra le parti i problemi che di volta in volta sorgono, ora, quelli dell'olio e del riso.

Taiwan per quanto non paragonabile come mercato alla Cina comunista, non è del tutto isolata a livello internazionale (ad esempio, la Santa Sede intrattiene relazioni diplomatiche con Taipei non con Pechino e così 23 nazioni al mondo).

Ed anche nel nostro Paese non mancano gli amici di Taiwan posto che fioccano le interrogazioni parlamentari a difesa delle piccola isola di Formosa e, soprattutto, dei produttori italiani in questo caso.

Oltre trenta parlamentari con diverse iniziative hanno richiesto ai Ministri responsabili (Esteri e Sviluppo Economico) di prendere posizione.

Per ora senza  risultato: debole con i forti e forte con i deboli sembra essere il leitmotiv della politica economica estera dell'Italia.

Ed intanto gli esportatori di riso e di olio possono attendere.

 

 


  

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Un percorso tra le vie cittadine degustando piatti di chef stellati accompagnati dai migliori vini dei Colli di Parma proposti dai sommelier.

 

Parma, 11 aprile 2014 -

Domani, sabato 12 aprile e domenica, nel centro di Parma le eccellenze gastronomiche del territorio saranno protagoniste. Arriva l'edizione di esordio di "Ingrediente Parma", in cui Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma e Culatello di Zibello saranno elaborati ed interpretati da nove chef stellati, affiancati dagli studenti di Alma, ed accompagnati dai migliori vini dei Colli di Parma proposti dai sommelier.
Degustazioni in quattro punti strategici della città per un menù che proporrà prelibatezze gastronomiche dall'antipasto al dolce.

Quattro location: lungo l'asse della via Emilia, i Portici dell' Ospedale Vecchio di via D'Azeglio, piazza Ghiaia, piazza Garibaldi, Barilla Center presso l'Academia Barilla.

Presso la cassa di ognuna delle quattro postazioni si potranno acquistare il bicchiere da vino con la sua sacca da appendere al collo, i piatti degli Chef e le degustazioni delle eccellenze di Parma proposte in purezza dai Consorzi: bicchiere con sacca porta bicchiere € 3,00, piatti e degustazione eccellenze di Parma €3,00, vini al bicchiere € 2,00, bottiglietta d'acqua € 1,00.

 

Merende ed aperitivi: sabato dalle ore 16 (Biscotti al Parmigiano Reggiano, Mousse di Prosciutto di Parma e ricotta profumata al lime, Farfalle di pasta sfoglia al Parmigiano Reggiano) e domenica dalle ore 10 (Crostini del Casaro con crema di Parmigiano Reggiano profumata alla grappa, Cestini di pasta Fillo con insalatina di Parmigiano Reggiano e Prosciutto di Parma croccante), con gli Chef di Academia Barilla presso il Barilla Center;

Antipasti: sabato dalle ore 18 e domenica dalle ore 11.30 sotto i Portici dell'Ospedale Vecchio di Strada D'Azeglio con gli Chef Augusto Farinotti (Tris d'ass: finta torta fritta e culatello, involtino di prosciutto di Parma, bignè di parmigiano) ed Andrea Ribaldone (uovo pochè prosciutto, parmigiano e piselli);

Primi piatti: in piazza Ghiaia sabato dalle ore 18 con gli Chef Davide Censi (Ravioli di pasta bianca, Parmigiano cremoso, battuta di Prosciutto, salsa di spinaci) e Fabio Barbaglini (Passatina di piselli con asparagi crudi, olio, menta e Parmigiano Reggiano) e domenica dalle ore 11.30 con gli Chef Alberto Rossetti (Riso rosso italiano ai funghi freschi, Prosciutto di Parma dop croccante, polvere di melone ed infuso di Parmigiano di collina) e Franco Madama (Gnocchi al Prosciutto di Parma e gnocchi dorati di Parmigiano Reggiano su salsa di pomodoro);

Secondi piatti: in piazza Garibaldi sabato dalle ore 18 con gli Chef Massimo Spigaroli (Il filettino di porcelletto nero intramezzato di Tosone e Culatello) e Marco Sacco (Cipollone di Montoro cotto al sale, morbido di Parma dop, fonduta di Parmigiano Reggiano) e domenica dalle ore 11.30 con gli Chef Davide Censi (Puntine di maiale, Prosciutto soffice, indivia dorata e giardiniera di cipolla rossa) e Marco Sacco (Cipollone di Montoro cotto al sale, morbido di Parma dop, fonduta di Parmigiano Reggiano), oltre allo stand istituzionale dei Consorzi di Tutela dei Vini dei Colli di Parma, del Prosciutto di Parma, del Parmigiano Reggiano e del Culatello;

Dolci: sabato dalle ore 18 e domenica dalle ore 11.30 in piazza Ghiaia con lo Chef Accursio Craparo (Dolce pane di carote, Parmigiano Reggiano, fragole e miele).

 

Coloro che parcheggeranno le proprie automobili ai parcheggi Goito, Toschi e Kennedy e che effettueranno l'acquisto di almeno due piatti e un assaggio di vino (costo complessivo di €8,00) presso la stessa cassa di una delle tre location (Portici dell'Ospedale Vecchio di Strada D'Azeglio, piazza Ghiaia, piazza Garibaldi) nelle giornate di sabato 12 aprile e domenica 13 aprile, potranno richiedere, direttamente alla medesima cassa, un buono parcheggio di importo pari alle prime due ore di sosta per i parcheggi Goito, Toschi e Kennedy. Il buono, insieme al ticket del parcheggio, deve essere presentato alla cassa del parcheggio, per poter usufruire dello sconto.
Dalle ore 20.30 fino alle 24 di sabato, le quattro tappe saranno, inoltre, servite da un servizio di bus navetta gratuito che si farà sosta alle limitrofe fermate degli autobus, identificabili dalle locandine dell'evento.

 

(Fonte: Comune di Parma)

 

Pubblicato in Cronaca Emilia

Un'apertura importantissima per il comprensorio territoriale che conferma Parma capitale della cultura del cibo. Un polo museale dedicato interamente alla tradizionale arte olearia, nota nel territorio parmense sin dai tempi antichi -

 

Parma, 11 aprile 2014 -

È stato inaugurato il Museo d’Arte Olearia di San Secondo (www.museorsicoppini.it) organizzato e voluto fortemente dalla famiglia Coppini, leader della produzione e commercializzazione dei extravergini di qualità certa e certificata da oltre settant’anni. Un’apertura importantissima per il comprensorio territoriale che conferma Parma capitale della cultura del cibo. Un polo museale dedicato interamente alla tradizionale arte olearia, nota nel territorio parmense sin dai tempi antichi come testimonia il numeroso patrimonio documentario tematico.  Ed il luogo non è casuale. San Secondo Parmense è nel cuore della Food Valley: una scelta che riporta l’olio e l’olivo ad essere protagonisti della cucina e della cultura alimentare di Parma

All’interno del museo è possibile ora ammirare macchinari storici. Lo spazio museale si presenta al pubblico suddiviso in sezioni

Lo spazio Anita dedicato alla storia ed ai sistemi di produzione meccanici, dove spicca in bella mostra il “torchio alla genovese”, introdotto nell’Italia meridionale nel 1768 da Domenico Grimaldi, e la pressa a leva e a vite di legno,  già descritto da Vittorio Zonca nel trattato Novo teatro di machine et edificii del 1607, ma già ampliamente nota a Catone e Plinio, che ne perfezionò il modello.

E lo spazio Amerigo dedicato ai sistemi di produzione idraulica, dove si possono ammirare esemplari di “frantoio a due macelli con gramola”, del 1950 circa, il “torchio o pressa idraulica” del 1963, il “torchio in ferro” risalente al 1882 ed il  “torchio o pressa idraulica a quattro colonne”. 

 

pressa rid

 

A questi si aggiunge l’angolo lettura, esterno, in cui trionfa, un magnifico esemplare di “frantonio a due macelli”, risalente alla metà del XX secolo, che va ad affiancarsi allo spazio dell’Agorà, un teatro all’aperto che può ospitare sino a 500 persone.  

Ad inaugurare il nuovo polo museale grandi esperti di turismo ed enogastronomia, come Giancarlo Gonizzi, direttore Musei del cibo e vice presidente di Museimpresa, Andrea Fabbri, dell’Università di Parma e Giovanni Ballarini, presidente dell’Accademia italiana della cucina.

La visita guidata e gratuita al Museo si effettua la domenica dalle 15,00 alle 18,00; negli altri giorni solo su prenotazione al 0521 877617 (dal lunedì al venerdì tra le 10 e le 18). Struttura accessibile e attrezzata per i visitatori con disabilità motoria. 

 

Pubblicato in Cronaca Emilia

 

 

Raccolti i pareri di espositori e buyer sia nazionali che esteri.

Verona, 9 aprile 2014. Vinitaly 2014 proficuo per espositori e buyer esteri, soddisfatti della qualità della manifestazione e degli incontri business. A Vinitaly Buyer’s Lounge, la nuova area dedicata ai contatti di affari di Vinitaly, è stato organizzato un fitto calendario di matching commerciale tra selezionati operatori esteri e cantine all’interno dell’area Taste&Buy e continuo è stato l’afflusso all’Enoteca realizzata con i vini appositamente pensati per i mercati internazionali e messi in degustazione dalle cantine che hanno aderito agli appuntamenti b2b. Organizzati da Vinitaly anche gli appuntamenti business per conto di alcune collettive, tra cui Regione Veneto e Sicilia.

 Vinitaly Buerys’ Lounge è un’iniziativa nata dal potenziamento dell'incoming realizzato da Veronafiere in collaborazione Vinitaly International, con i suoi delegati in oltre 60 Paesi e con l'Ice e con il Ministero dello sviluppo economico; quest’ultimo ha permesso la partecipazione di buyer da Australia ed Hong Kong.

Complessivamente l’attività di incoming ha potenziato la presenza di operatori del trade da Svizzera, Germania, Gran Bretagna, Francia, Spagna, Paesi Balcanici, Romania, Bulgaria, Polonia, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Ucraina, Russia, Paesi Baltici, Kurdistan, Paesi Scandinavi, Ungheria, Portogallo, Repubblica Ceca, India, USA, Canada, Paesi ASEAN, Corea, Giappone, Cina, Sud Africa, Israele, Camerun, Paesi area Mediterranea, Centro e Sud America e  Australia.

Successo anche per Vinitalybio, l’altra novità di questa edizione di Vinitaly. «Un successo straordinario – ha affermato Paolo Carnemolla, presidente di FederBio  – che testimonia anzitutto la validità di una scelta che ha puntato sulla certificazione come elemento distintivo e di trasparenza. Presenti durante tutta la durata della manifestazione numerosi operatori e buyer, sia italiani che esteri. Le numerose richieste di adesione per la prossima edizione danno anche la misura del valore della collaborazione fra FederBio e Veronafiere nello sviluppo di un progetto che certamente ha grandi potenzialità».

Grande affluenza nel nuovo padiglione Vininternational, dedicato agli espositori esteri. L’interesse per i vini degli altri Paesi produttori si è evidenziato anche con il “tutto esaurito” delle degustazioni organizzate dalle aziende presenti.

La soddisfazione per i risultati della 48a edizione di Vinitaly si può leggere nelle dichiarazioni rilasciate da alcune importanti cantine espositrici e buyer esteri.

Dichiarazioni espositori

Jacopo Biondi Santi, vincitore del Premio Internazionale Vinitaly 2014 per la sezione Italia e titolare dell’omonima azienda: «Per noi è andata benissimo. Abbiamo visto tutti gli importatori, con una buona presenza dalla Cina al Brasile, dal Canada agli Stati Uniti. Anche sul piano dell’affluenza è stato un Vinitaly da record. Abbiamo avuto afflusso continuo allo stand, nonostante avessimo quadruplicato gli spazi. Si è trattato di visitatori qualificatissimi, anche sul piano italiano e speriamo che sia l’inizio della ripresa del mercato interno».

«Tanta Italia di ottima qualità e molto estero, anche tedeschi» per Chiara Lungarotti, ma anche per Luisa Marinoni, responsabile ufficio marketing Italia di Cavit, questa edizione di Vinitaly si è caratterizzata con «un numero di buyer esteri maggiore rispetto agli altri anni».

Per Marta Gaspari, responsabile marketing di Donnafugata, «le presenze estere sono buone e la manifestazione è andata bene. Vinitaly si conferma una rassegna molto importante, anche rispetto ad altre».

Per Enrico Viglierchio, direttore generale di Castello Banfi: «È stata un’ottima fiera, sia per il mercato nazionale, con una presenza di operatori sempre più qualificati, sia per l’estero, con buyer dagli Stati Uniti e da tutti quei mercati che guardano con interesse al vino italiano. Estremamente positivo l’entusiasmo che si è respirato a questo Vinitaly».

«Crediamo molto in Vinitaly, per noi momento topico dell’anno, esattamente come la vendemmia e l’assemblea dei soci – ha detto Fabio Maccari, direttore generale Gruppo Mezzacorona –. Quest’anno abbiamo deciso di rinnovare totalmente lo stand ed è stato un successo di visitatori italiani ed esteri. Abbiamo presentato due nuovo prodotti e le proposte sono state recepite in maniera entusiastica. Un bilancio più che positivo, anche per effetto di un mercato che ho visto vivace».

Per Michele Bernetti, titolare di Umani Ronchi, «Vinitaly si conferma una manifestazione di livello, con un numero interessante di contatti stranieri, dall’Australia alla Svizzera: fondamentale per noi, che esportiamo il 75% della produzione».

Ivo Basile, direttore della comunicazione di Tasca d’Almerita, esprime un «ringraziamento a Veronafiere per il supporto sul piano logistico, che conferma la grande attenzione verso gli operatori per il buon esito della manifestazione».

«Rispetto allo scorso anno c’è stata una affluenza molto superiore e anche la qualità dei contatti è stata interessante, con operatori inglesi, olandesi, americani, giapponesi – dice Doriano Marchetti, presidente Terre dei Cortesi Moncaro – e si notano una maggiore positività e un interesse crescente da parte dei consumatori».

Per Anselmo Guerrieri Gonzaga, Tenuta San Leonardo: «La manifestazione è andata molto bene e grazie a Vinitaly in quattro giorni si riesce a fare il giro del mondo, un valore aggiunto per chi esporta il 50% della produzione come noi. Sono aumentati gli operatori professionali».

Soddisfazione anche a Vivit, con Federico Pignati, presidente del consorzio Terroir Marche e fra i soci di Aurora: «È stata la nostra prima volta a Vinitaly ed è stata una grande sorpresa per noi. È stato un vero boom per interesse, affluenza, contatti, visitatori italiani ed esteri, con una grande affluenza di buyer da Nordamerica, Germania, Danimarca, Olanda e Nord Europa».

Dichiarazioni buyer esteri

Brad Jensen, fondatore dell’americana Bon Vivant con un giro di affari di 2 milioni di dollari e vendite in molti Stati degli Usa, intervistato durante una delle degustazioni di Taste & Buy, l’iniziativa di Vinitaly all’interno del nuovo International Buyers’ Lounge, ha chiuso accordi con due nuovi contatti: «A New York ma anche in altre città i consumatori stanno scoprendo e iniziano a guardare oltre al Pinot Grigio e al Chianti. Io cerco cantine familiari, biologiche, sostenibili e di tutti i prezzi, fino al top».

Per la canadese Barbara Philip, unica Master of Wine donna del Paese e portfolio manager per la distribuzione e responsabile per le selezioni di vino europei del British Columbia Liquor Branch - Bcldb (con un volume di affari di un milione di dollari), già a Vinitaly nel 2012, il Salone veronese «è un momento importante per conoscere piccoli produttori e per partecipare ai seminari organizzati da Vinitaly, perché è importante imparare e capire i prodotti». Tornerà nei prossimi anni.

Yvonne Cheung, sommelier di Upper House di Hong Kong ha messo l’accento sulla varietà dei vini italiani: «C’è così tanto vino qui a Vinitaly che mi piacerebbe poter rimanere un mese intero. Ho trovato molti vini di tutti i tipi e di tante regioni; esplorare è stato fantastico». Di Hong Kong anche James Elliot Faber, sommelier al Yardbin/Ronin, che «cercherà di essere a Vinitaly ad ogni opportunità, perché ci sono ancora molti vini da conoscere e a cui dare visibilità».

Il grande interesse del mercato di Hong Kong per i vini italiani è testimoniata anche da Christian Pillsbury, managing director di Applied Wines: «Conosco abbastanza bene i vini più noti a livello internazionale, non vedevo invece l’ora di scoprire nuove regioni come Sardegna, Umbria , Calabria, Emilia-Romagna e di conoscere meglio questi vini. Non mi aspettavo però di scoprire cose nuove  delle regioni più famose che già amo. I tasting che ho seguito hanno davvero aperto la mia mente al concetto di qualità. Venire a Vinitaly è stata per me una grande opportunità».

La grande varietà di territori e vini italiani è stata una scoperta anche per Esther Lee, executive director di Amber Wines, aziende distributrice con base ad Hong Kong: «Ho trovato molta più diversità di quanto mi immaginavo. Una volta eravamo orientati sulle regioni vinicole più importanti  d’Italia, ma ora sappiamo molto di più delle regioni meridionali della penisola».

Tra i nuovi mercati di consumo potrebbe essere anche annoverata la Spagna, dove la cultura del vino è radicata ma dove i vini italiani non sono ancora molto conosciuti nella loro grande varietà. Due importatori presenti durante i giorni di manifestazione, Pyrénées (holding da un miliardo di euro con circa 15-20 milioni di vino, attivo nella grande distribuzione di alta gamma) e Good&Quality (specializzata in consumi gourmet con circa 1 milione di euro di fatturato in prodotti vinicoli), hanno definito Vinitaly «impressionante» per tutto quello che offre. Per Rafael Buerba Moreno di Food&Quality, a Vinitaly anche nel 2013, «quest’anno c’è ancora maggiore qualità e quantità dei contatti. La preferenza va verso i piccoli produttori che fanno qualità e per il rapporto più amicale che si può instaurare». Piccoli produttori, ma anche grandi, invece, per Albert Sabì di Pyréenés, che auspica attività di promozione del vino italiano in Spagna, rivolte al consumatore finale, per migliorarne la conoscenza e creare una domanda. (Verona Fiere)

Servizio Stampa Veronafiere

 

Parmigiano Reggiano

 

 

Aperte in contemporanea 600 forme di Parmigiano Reggiano in altrettanti punti vendita di Whole Foods di New York, Canada e Gran Bretagna.

 

Reggio Emilia, 8 marzo 2014  -  Oltre 600 forme di Parmigiano Reggiano sono state aperte contemporaneamente in altrettanti punti vendita (dagli Usa alla Gran Bretagna, al Canada) della catena Whole Foods, che ha dedicato al “re” dei formaggi l’edizione 2014 dell’evento “Crack Heard Around the World”.

Il via alla spettacolare manifestazione è stato lanciato dal punto vendita Whole Foods di Brooklyn (New York) da parte del presidente del Consorzio di tutela, Giuseppe Alai, che insieme al consigliere Aldemiro Bertolini (presidente della sezione di Modena) e allo chef tristellato Michelin, Massimo Bottura, ha direttamente tagliato una forma.

In contemporanea, il personale del reparto formaggi degli altri negozi della catena si è cimentato nella stessa operazione, tra la curiosità di migliaia di clienti che hanno poi potuto degustare il prodotto e acquistarlo.

Una forma di spettacolarizzazione particolarmente apprezzata fuori dai confini nazionali, ed in particolare negli Stati Uniti, che consente – osserva il Consorzio – quel contatto diretto con i consumatori che risulta fondamentale per far apprezzare nel migliore dei modi le caratteristiche del prodotto, inserendo negli eventi una serie di informazioni relative alla tradizione e alla storia di un prodotto naturale che conquista anche e soprattutto per questi elementi di legame con un preciso territorio.

“In molte aree – prosegue il Consorzio – proprio il rapporto diretto con la distribuzione e i consumatori rappresenta una efficace forma di contrasto a quelle evocazioni delle denominazioni di Dop come la nostra che le leggi locali ammettono (ad esempio proprio negli USA, dove ora si è aperta la battaglia lanciata dalla UE contro l’uso di termini come “parmesan” e altri), ma consentono anche di avvicinare maggiormente i consumatori al consumo di spicchi e di dimostrare come si presenta all’origine un prodotto che spesso vedono solo grattugiato”.

Non a caso Whole Foods ha scelto il Parmigiano Reggiano come formaggio principe tra tutti quelli venduti. La catena, infatti, ricerca e seleziona direttamente i fornitori nell’area di produzione ed investe molto sulla formazione del personale dei punti vendita, guidando gli addetti ad una buona conoscenza delle caratteristiche del Parmigiano Reggiano e delle corrette metodologie di servizio e conservazione. 

L’evento cui è stato dato il via a Brooklyn (e qui erano presenti grandi chef americani, Cristina Braguzzi, rappresentante di Antica Formaggeria di Carpi, l’azienda esportatrice che ha organizzato l’evento in collaborazione con la catena e con Forever Cheese, ditta importatrice rappresentata per l’occasione da Michele Buster) è stato anche preceduto da uno speciale incontro, riservato  alla stampa, presso il punto vendita Whole Foods di Columbus Circle (Manhattan, New York) durante il quale lo chef Massimo Bottura, patron dell’Osteria Francescana che vanta tre stelle Michelin ed è nella lista dei tre migliori ristoranti al mondo, ha dato vita ad un momento di alta cucina per mostrare la versatilità del Parmigiano Reggiano.

L’iniziativa ha avuto un notevole ritorno mediatico, anche grazie ad un concorso che ha coinvolto food blogger e consumatori, invitandoli ad inviare un proprio pensiero dedicato al Re dei formaggi. I vincitori saranno premiati con un viaggio di una settimana nella zona d’origine del Parmigiano Reggiano.

 

Centro Stampa Comunicazione Integrata:   Gino Belli   tel. +39 0522 546277;  

 

 

La rassegna conferma la sua leadership di principale piazza di affari internazionale del vino -


Verona 9 aprile 2014 - 

La rassegna conferma la sua leadership di principale piazza di affari internazionale del vino, con un aumento degli operatori del 6% per un totale di 155.000 presenze in 4 giorni di manifestazione. Importante la crescita in termini numerici e qualitativi dei buyer esteri, saliti a 56.000 rispetto ai circa 53.000 del 2013, raggiungendo un’incidenza del 36% sul totale.

«Alla vigilia di un EXPO che siamo pronti ad affrontare insieme a tutti gli attori coinvolti nel progetto – ha affermato Ettore Riello, presidente di Veronafiere durante l’incontro con Renzi – , non possiamo che esprimere la nostra profonda e sincera gratitudine  per il supporto che abbiamo trovato nelle più alte cariche istituzionali. Altro evidente segno di questa attenzione è stata la sempre importante partecipazione  a questa 48ª edizione del Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo Paolo De Castro, del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, del Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina, del Ministro dell’Interno Angelino Alfano e del Sottosegretario di Stato Giuseppe Castiglione.  Il Ministro Martina, in particolare, non solo ha presidiato tutti i giorni di attività ma, con tutto il suo staff ha contribuito a portare al Vinitaly temi e appuntamenti di grande rilevanza per il settore, a ulteriore conferma della concreta e reale vicinanza del suo Ministero ai reali bisogni del comparto».

L’appuntamento con la 49ª edizione di Vinitaly è in programma a Veronafiere dal 22 al 25 marzo 2015.

 

Domenica, 13 Aprile 2014 10:22

Il primo Presidente del Consiglio a Vinitaly

 

 

Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi lancia la sfida export: vino +50% nel 2020. 

Verona, 9 aprile 2014. Prima volta di un presidente del Consiglio in visita a Vinitaly, con Matteo Renzi a Verona nella giornata conclusiva del Salone internazionale del vino e dei distillati,  svoltosi insieme a Sol&Agrifood, Rassegna dell’agroalimentare di qualità ed Enolitech, Salone delle tecnologie per la viticoltura, l’enologia e l’olivicoltura.

A Vinitaly il premier Renzi ha lanciato l’obiettivo del +50% dell’export enologico al 2020 e ha annunciato il piano in 18 punti per la semplificazione in agricoltura e per il sostegno delle imprese agricole e dei giovani. «Abbiamo creato un hashtag apposito, “#campolibero”, che sarà messo online nel pomeriggio sul sito del Ministero delle Politiche agricole. Resterà online fino al 30 aprile per osservazioni ed entro il 15 maggio ci sarà un provvedimento di investimento forte sui due temi».

«Il Governo sta facendo molto per il vino – ha commentato Ettore Riello, presidente di Veronafiere durante l’incontro con Renzi – e l’investitura che abbiamo ricevuto dal Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina nella giornata inaugurale di Vinitaly per la realizzazione e la gestione del Padiglione del Vino ad Expo Milano 2015 è importante, perché riconosce alla fiera e a Vinitaly un ruolo centrale e di sistema per la promozione del vino italiano nel mondo».

«L’affluenza di buyer dall’estero a Vinitaly in costante crescita negli anni – ha detto Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere  – è una dimostrazione della centralità della nostra manifestazione per gli operatori professionali di tutto il mondo. Con 56.000 presenze estere quest’anno su un totale di 155.000 saliamo al 36% di buyer internazionali. Nella top ten quest’anno abbiamo al primo posto la Germania, con gli Usa quasi a pari merito; seguono Gran Bretagna, Canada, Russia, Svizzera, Asia con Singapore, Hong Kong e Cina, la Francia al settimo posto, Austria, Giappone. All’undicesimo posto i Paesi Scandinavi con Danimarca, Svezia e Norvegia».

«Alla vigilia di un EXPO che siamo pronti ad affrontare insieme a tutti gli attori coinvolti nel progetto – ha affermato Riello – , non possiamo che esprimere la nostra profonda e sincera gratitudine  per il supporto che abbiamo trovato nelle più alte cariche istituzionali. Altro evidente segno di questa attenzione è stata la sempre importante partecipazione  a questa 48ª edizione del Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo Paolo De Castro, del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, del Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina, del Ministro dell’Interno Angelino Alfano e del Sottosegretario di Stato Giuseppe Castiglione.  Il Ministro Martina, in particolare, non solo ha presidiato tutti i giorni di attività ma, con tutto il suo staff ha contribuito a portare al Vinitaly temi e appuntamenti di grande rilevanza per il settore, a ulteriore conferma della concreta e reale vicinanza del suo Ministero ai reali bisogni del comparto».

L’appuntamento con la 49ª edizione di Vinitaly è in programma a Veronafiere dal 22 al 25 marzo 2015.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

 

  

 

Per la prima volta una ricerca IRI su vino italiano e supermercati esteri.

Verona, 7 aprile 2014. Se il mercato interno del vino nella Gdo nei primi mesi del 2014 sembra in ripresa, sicuramente più rosee sono le prospettive che si aprono nei mercati esteri. Nei supermercati Usa, l’Italia è il secondo Paese importatore con una quota del 28,3%, dopo l’Australia, distaccando di 22 punti la Francia. Anche nel Regno Unito siamo il secondo Paese con una quota del 17%, precedendo California e Francia. In Germania invece siamo il primo Paese, davanti a Francia e Spagna.

«C’è grande interesse per il prodotto italiano nella grande distribuzione estera – spiega Giancarlo Gramatica, Cliente Director Iri, illustrando la prima ricerca di settore elaborata in esclusiva per Vinitaly – Negli Usa i più venduti sono Pinot Grigio, Chianti, Valpolicella/Ripasso/Amarone oltre spumanti e Prosecco. Nel Regno Unito la classifica vede al primo posto il Pinot Grigio, seguito da Prosecco e Sangiovese. In Germania la parte del leone la fanno il Prosecco Frizzante e il Prosecco Spumante». 

La crescita delle vendite di vino italiano nella Gdo estera nel 2014 viene valutata come probabile anche da Federdistribuzione: «È prevedibile uno sviluppo di un trend già in atto – afferma Alberto Miraglia – non poche insegne portano il vino italiano nei propri punti vendita internazionali, promuovendolo con manifestazioni specifiche o inserendolo regolarmente nell’assortimento. Altre favoriscono il prodotto nazionale sfruttando rapporti consociativi con catene distributive estere, incentivando rapporti diretti tra grande distribuzione straniera e cantine italiane, indicando cantine e prodotti interessanti da inserire nelle linee di vino di marca del distributore dell’insegna estera». 

Di vino nella gdo nazionale ed estera si parla oggi alle 10.30 durante il convegno “Cantine e grande distribuzione: nuove strategie per il mercato italiano ed estero” organizzato da Vinitaly. Modera i lavori Luigi Rubinelli, Direttore di RetailWatch; intervengono, oltre a Giancarlo Gramatica e Alberto Miraglia, anche Lamberto Vallarino Gancia, Presidente di Federvini; Domenico Zonin, Presidente di Unione Italiana Vini; Alessandro Masetti, Responsabile Reparto Bevande  di Coop Italia, Giovanni Panzeri, Group Category Manager e Responsabile Marca del Distributore di Conad, Dino Borri, responsabile Prodotto estero di Eataly.

 Ufficio Stampa Veronafiere  

Domenica, 13 Aprile 2014 09:55

OCM, esaurite le risorse

 

  

Gatto (DG Mipaaf) su OCM esaurite le risorse nazionali sino al 2016

(Vinitaly – Verona, 7 aprile 2014). "Il ministero delle Politiche agricole ha esaurito il plafond di risorse nazionali per gli anni 2014-2015 e 2015-2016, ma non significa che in quel periodo non saranno fatte iniziative di promozione, seppure in carico alle Regioni". Lo ha detto al Vinitaly Emilio Gatto, direttore generale per la promozione e la qualità agroalimentare del ministero delle Politiche Agricole, al convegno su "Ocm promozione tra opportunità, novità e criticità", organizzato dal Mipaaf in collaborazione con Business Strategies, società "professional trainer" sui mercati internazionali per le imprese italiane del vino. La futura promozione, ha ribadito Gatto, verrà declinata "concertando con le amministrazioni regionali e la filiera produttiva, in modo da avere un sistema flessibile e snello". Altro obiettivo del futuro decreto ministeriale per la promozione, "sarà l'apertura verso le micro aziende e progetti al di sotto dei 100.000 euro". “E’ un peccato – è intervenuta la Ceo di Business Strategies, Silvana Ballotta - ma ci sono certamente modi per sopperire a questa mancanza, ad esempio attraverso i fondi regionali e quelli interregionali”.

La futura Ocm vino, che sarà aggregata all'interno dell'Ocm unica, avrà ancora finalità di promozione dei vini italiani sui mercati extra Ue e, "novità assoluta, anche sul mercato intra-Ue", come ha ricordato Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, intervenendo da Bruxelles.

Se può considerarsi positivo l'impatto delle misure per la promozione, come ha ricordato Ottavio Cagiano de Azevedo, direttore generale di Federvini, "la nuova Ocm per noi presenta un punto delicatissimo, almeno finché non si chiarisce il meccanismo di passaggio dal sistema dei diritti di impianto a quello di autorizzazione". Importanti entrambe le linee di sviluppo delle misure per la promozione all'estero, ha precisato il direttore di Federvini, "sia sul piano commerciale che per l'educazione al bere, visto che in alcuni Paesi come il Nord Europa, dovremo insegnare a consumare il vino in abbinamento coi cibi come avviene nei Paesi mediterranei".

 Ufficio stampa Business Strategies: interCOM

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

 

 

Presentato il primo Outlook di wine2wine – L’Osservatorio b2b di Vinitaly. Intervistate le aziende espositrici di Vinitaly sul loro export e sulla loro capacità di strutturarsi e di affrontare nuovi Paesi. 

 

Verona, 8 aprile 2014. Russia, Brasile, Stati Uniti Area Centrale, sono questi i primi tre mercati su cui punteranno gli espositori di Vinitaly per aumentare il loro export. Emerge dal primo Outlook di wine2wine – L’Osservatorio b2b di Vinitaly, presentato oggi a Veronafiere.

Una raccolta di informazioni interessanti, ma soprattutto con un punto di vista originale, che è quello appunto degli oltre 4.000 espositori di Vinitaly, che rappresentano le aziende più importanti ed export oriented italiane.

Questo Outlook, con focus sull’export, è il primo di una serie di ricerche dell’Osservatorio di Vinitaly nell’ambito di w2w, la nuova iniziativa di formazione, informazione e networking in chiave business a supporto dell’attività imprenditoriale di Veronafiere/Vinitaly in programma il 3 e 4 dicembre 2014 a Verona.

«L’Outlook di Vinitaly ora e wine2wine a dicembre – ha affermato Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – sono i nuovi tasselli che aggiungiamo a Vinitaly, inteso come piattaforma di servizi alle imprese vitivinicole italiane che prima ascolta i propri clienti e poi li accompagna sui mercati internazionali».

Scorporando i dati raccolti dall’indagine sugli espositori (presentata da Enrico Gallorini di GRS Ricerca e Strategie), divisi in base al fatturato, emergono differenze significative rispetto all’export e ai Paesi target.

Se quelli con fatturato fino a 100.000 euro esportano mediamente in sei Paesi, quelli sopra i 500.000 mila euro sono presenti con i propri in vini mediamente in 20 mercati; i primi prevalentemente nell’Europa comunitaria i secondi in tutte le aree geografiche del mondo. Primo Paese di sbocco è per tutte le classi di fatturato la Germania, mentre al secondo e al terzo posto ci sono la Francia e la Svizzera per i piccoli produttori fino a 100.000 euro di fatturato, la Svizzera e il Belgio per quelli tra 100.000 e 500.000 euro e gli Usa Costa Est e la Svizzera per le cantine di grandi dimensioni. Non mancano comunque piccole realtà capaci di esportare nella East Coast degli Stati Uniti (30%), in Giappone e West Coast Usa (23%), Cina, Hong Kong e Australia (12,5%).

Anche i mercati su cui puntare in futuro, i most favourite target Countries, si diversificano in base al fatturato. Se sul campione totale, infatti, emergono Russia, Brasile e Stati Centrali degli Usa, per i piccoli le tre aree degli Stati Uniti sono ai primi tre posti della lista per oltre il 50% delle aziende intervistate, con la Russia e la Germania che seguono con il 46% delle preferenze. Per le medie aziende ci sono ai primi posti Russia (50%), Brasile (44%), Stati Uniti Centrali (41%), Regno Unito (40%) e West Coast (38%).

Russia in testa tra i mercati su cui investire per il 44% delle grandi aziende, con il Brasile al secondo posto (39%), mentre al terzo posto ci sono gli Emirati Arabi (31%), che precedono di un soffio Singapore (30%) e Messico (29%). La lista prosegue evidenziando una voglia di diversificare non presente nelle cantine di minori dimensioni, che si giustifica sia con la loro presenza già consolidata in un numero di Paesi maggiore, sia con una strutturazione organizzativa e una capacità di investimento maggiori. I Paesi, segnalati da almeno un quarto degli intervistati, sono in parte “esotici” e in parte “tradizionali, così dal sesto al ventesimo posto abbiamo: Area Centrale degli Stati Uniti, Corea del Sud, India, Svezia, Nuova Zelanda, Vietnam, Australia, Tailandia, Cina, Norvegia, Hong Kong, Taiwan, Turchia, Stati Uniti Costa Ovest e Finlandia.

«Le ricerche – ha spiegato Mantovani – rappresentano l’offerta dell’area Outlook b2b della nuova iniziativa wine2inew; ci saranno poi lo spazio ‘evento b2b’ con il vero e proprio forum di approfondimento e lo spazio ‘network b2b’ per l’incontro e il confronto tra aziende a supporto dell’attività imprenditoriale».

«La prima edizione di wine2wine avrà luogo – ha proseguito Mantovani – quando sarà pronto il progetto complessivo per il vino ad Expo 2015, mentre la seconda edizione si avrà nell’inverno 2015 a conclusione della grande esposizione mondiale e diventerà sicuramente un momento di consuntivo sulle attività svolte».

Il report completo, contenente anche un focus sull’export delle aziende che producono vino biologico, è scaricabile dal sito wine2wine.net  

È GRATIS! Clicca qui sotto e compila il form per ricevere via e-mail la nostra rassegna quotidiana.



"Gazzetta dell'Emilia & Dintorni non riceve finanziamenti pubblici, aiutaci a migliorare il nostro servizio e a conservare la nostra indipendenza, con una piccola donazione. GRAZIE"