Martedì, 05 Febbraio 2013 20:44

Evasi dal Carcere di Parma. In evidenza

Scritto da

 

di Lamberto Colla

Parma 5 Febbraio 2013 -

 Negli ultimi giorni - riferisce UGL Polizia Penitenziaria - si contano tre tentativi d'evasione sventati dalla Polizia Penitenziaria, uno a Lecce, uno a Potenza e uno a Rebibbia, ma anche un'evasione riuscita a due pericolosi detenuti dal carcere super sicuro di Parma nella passata notte.

 

E' un quadro a dir poco allarmante quello che stanno vivendo nelle carceri italiane gli agenti di Polizia Penitenziaria costretti a barcamenarsi su più posti di servizio p, a ridurre la vigilanza per la carenza organica ma anche per il sovraffollamento.

Se evadono due detenuti da un carcere come quello di Avellino, si poteva dire che c'era d'aspettarselo, ma l'evasione di Parma e' davvero un segnale inequivocabile che sta incrinando si il sistema sicurezza delle carceri, da troppo tempo ormai falcidiato dai tagli economici e di personale. Siamo convinti che purtroppo questi recenti episodi saranno seguiti da altri perché non ci sono le condizioni per un controllo capillare di una popolazione detenuta che è' pari al 50% in più di quella per cui sono state costruite le carceri ed è' stato previsto il numero degli agenti e le altre figure in servizio. Per questo chiediamo di fermare progetti avveniristicamente avventurosi come quello della vigilanza dinamica rinviando li a quando sarà' ripiantata la pianta organica della Polizia Penitenziaria e i sistemi di sicurezza e controllo resi funzionanti.

Uno dei problemi più gravi che si sono verificati - conclude il comunicato - con i tagli operati negli anni e' la mancata manutenzione degli allarmi e dei sistemi di anti scavalcamento che rendono fortemente vulnerabili le carceri. Basta con il pensare che il sistema penitenziario possa continuare a funzionare in questo modo e' il grido rivendicativo che porteremo in giro per evitare che si attribuiscano al personale tutte le colpe di tali inefficienze.

Nel frattempo sono emersi nuovi particolari sull'evasione dei due albanesi scappati dal carcere di massima sicurezza di Parma. 

Non solo sono riusciti a calarsi dal terzo piano dell’istituto carcerario ma, hanno dovuto superare un muro di cinta di 8 metri e successivvavente una inferiata che normalmente avrebbe dovuto avere attivato un sistema di antiscavalcamenteo che, il condizionale è d’obbligo, pare non fosse attivato. 

E così, raggiunta la “libertà” sembra siano stati riconosciuti da un inserviente della stazione di sosta autostradale che dista circa un chilometro, in linea d’aria, dal carcere di via Burla. 

A quanto pare, i due figgitivi, dimostravano molta tranquillità al punto che avrebbero anche consumato cappuccino e briosche per poi scomparire alla vista di tutti. 
Non è da escludere che, all'autogrill, attendessero  un complice pronto a favorire la loro fuga.

Al riguardo, il sindacato SAPPE, si è espresso duramente al punto da chiedere le dimissioni della alta dirigenza dal DAP  (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria). Il segretario generale del Sappe, Donato Capece, poche ore dopo la fuga, infatti, ha sottolineato come ''i segnali scelti dal Dap non sono certo quelli di una intensificazione e di un potenziamento degli strumenti di vigilanza, ma le fantasie di carceri autogestiti da detenuti e una vigilanza dinamica che allenta proprio la sicurezza e la vigilanza''. ''Per questo - aggiunge Capece - l'attuale dirigenza dell'Amministrazione penitenziaria, Giovanni Tamburino e Luigi Pagano, non puo' restare un minuto di piu' alla guida del Dap. Mi appello al Ministro della Giustizia Paola Severino''. (tratto da ANSA). GIO 02-FEB-13 12:04 NNN

“Ma le responsabilità sono anche della politica, che non stanzia risorse necessarie e non assume personale». A dirlo è Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe. «Le responsabilità - aggiunge il sindacalista - bisogna cercarle in alto, non in basso. Il personale cerca di fare al meglio il proprio lavoro, pur con le scarsissime risorse che ha a disposizione».  Durante aveva denunciato come il sistema antiscavalcamento non fosse in funzione. E' guasto, come appurato nel corso delle ore. Così come sono vuote sei delle otto garitte di sorveglianza.