Arresto del patron gialloblù nelle prime ore del mattino per reimpiego di capitali illeciti trasferiti a diverse fondazioni nonché al Parma stesso. In totale coinvolte 22 persone. -
Parma, 18 marzo 2015 – di Maria Caterina Viscomi -
La data cruciale per definire la situazione del Parma Calcio sarebbe dovuta essere il 19 marzo, scadenza fissata per l'udienza fallimentare del club ducale. Più sconcertante dell'ormai quasi scontato destino della società emiliana è però la notizia giunta da poche ore: l'arresto del patron gialloblù per il reimpiego di capitali illeciti trasferiti a diverse fondazioni nonché al Parma stesso.
L'operazione della Guardia di Finanza di Roma, denominata GFB-Oculus e guidata dai procuratori Nello Rossi e Michele Prestipino, è ancora in corso e vede coinvolte altre 21 persone a cui vengono contestati, a diverso titolo, i reati di associazione a delinquere, uso di carte di credito clonate, frode informatica e riciclaggio.
Le indagini hanno portato alla luce anche il modus operandi che prevedeva la complicità di alcuni operatori di banche, disposti a coprire l'hackeraggio in cambio di tangenti. Il denaro trasferito veniva poi ricevuto come donazione nel caso delle fondazioni e, nel caso del Parma Calcio, come sponsor. Al momento gli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria stanno procedendo con una sessantina di blitz e perquisizioni in tutta Italia.
Manenti è presidente del club ducale dallo scorso febbraio dopo averlo acquistato al valore simbolico di un euro da Rezart Taci, proprietario della Dastraso.