Martedì, 24 Febbraio 2015 10:05

Battiato tra spiritualità, anima e pace interiore In evidenza

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Franco Battiato ha presentato al Forum Monzani a Modena il suo documentario "Attraversando il Bardo", con cui l'artista parla di passaggio nell'aldilà e della vita che c'è dopo. -

di Federico Bonati -

Modena, 24 febbraio 2015 –

In un Forum Monzani pieno in ogni ordine di posto, Franco Battiato ha presentato il suo documentario "Attraversando il Bardo". Uno sguardo sull'aldilà è il tema veicolo della proiezione, capace di affascinare e colpire lo spettatore nel profondo, capace di allontanare pensieri nefasti legati alla morte donando consapevolezza e saggezza in merito al passaggio dal corpo all'anima.

La morte non è vista come un tabù, bensì è rappresentata come l'apertura di una nuova porta verso un mondo di luce e di vita, attraverso i racconti e le esperienze di monaci tibetani, pensatori, psichiatri e filosofi di fama internazionale. Tutto ciò è "Attraversando il Bardo", dove il Bardo è inteso come stato intermedio della mente dopo la morte, cui segue il passaggio alla vita nuova dell'anima intesa come opportunità, come illuminazione.

È immediato domandarsi per quale motivo la morte ci spaventa tanto?
La risposta è nella razionalità umana, che ci dono grande conoscenza, ma al tempo stesso una conoscenza limitata, e non riesce a condurci ad una piena e libera felicità; quella stessa felicità che è respiro dell'anima, pura essenza di ogni essere. Non si è mai completamente pronti alla morte, al passaggio ad una vita nuova, perché non lo si vuole essere. Si teme un giudizio ultraterreno in base a ciò che siamo stati e a ciò che abbiamo fatto, senza considerare il fatto che forse la vera domanda che ci verrà posta è: quanto abbiamo amato?

Imparando a comprendere a pieno questo concetto, è inevitabile sentirsi pervasi da una leggerezza, una pace interiore che porta a vivere pienamente la vita e a guardare con serenità a ciò che ci sarà dopo di essa, senza paure e senza timori di distacco e solitudine.
In sala tanti sguardi straniti quando è evidente il concetto che il corpo altro non è se non un mezzo relativo per permettere all'anima di compiere delle esperienza, poiché è l'anima la vera parte eterna, ed ecco quindi l'importanza di una preparazione a ciò che verrà dopo la vita terrena. E questa importanza si ritrova sia nella cultura buddhista che in quella cristiana, culture quanto mai simili, con tanti punti in comune. Non si tratta di due religioni, ma di due vie di spiritualità, così affini e così rasserenanti.

Battiato 1rid

Uno dei monaci tibetani parla del senso della vita, la classica domanda da un milione di dollari. Ma la risposta è semplice, come l'innocenza del gioco di un bambino: vivere felici con amore e compassione. Perché è l'amore il vero veicolo dell'anima, non la sopraffazione e la sete di potere che muovono potenti e capi religiosi di ogni dove.

Battiato è riaccolto sul palco da un caloroso applauso e sale assieme a padre Guidalberto Bormolini, monaco e teologo, apparso anch'egli nel documentario.
Si parla della ricerca spirituale di Battiato, che dura da ben quarant'anni, si affronta il tema della proiezione, in cui davvero la morte non è un tabù, ma un passaggio a vita nuova, si parla dell'arte del silenzio, e poi di musica.
Sia Battiato che padre Bormolini parlano di una stretta connessione fra la musica e il divino, parlano di come la musica sia il linguaggio di ogni anima.
E mentre prosegue il dibattito sul palco, è difficile non accorgersi di quanto Battiato sia riuscito a toccare ancora una volta, ma stavolta senza le sue meravigliose canzoni, le corde più intime e sensibili dell'anima di ognuno.

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