Grande affluenza di pubblico per il concerto che celebra la città della Ghirlandina come "capitale del Beat italiano". Sul palco voci storiche come Fausto Leali, Roberto Vecchioni, i Camaleonti, giovani come Marco Ligabue ed esordienti. L'irresistibile Lella Costa "bacchetta" i versi delle canzoni più celebri -
Modena, 30 settembre 2014 - di Manuela Fiorini
Modena celebra il Beat e rende omaggio alle donne con tre ore di emozioni pure. L'evento "Modena 29 settembre. Gli uomini cantano le donne", realizzato con la collaborazione artistica di Riccardo Benini e dell'associazione culturale Stoff, ha riempito Piazza Grande, tra vecchie e nuove generazioni. Sul palco canzoni che hanno fatto la storia e giovani cantautori che si ispirano a quell'epoca feconda di musica e parole. Canzoni con nomi di donna, come "Teresa", "Gianna", "Gloria", "Deborah" e canzoni che parlano di donne e alle donne hanno emozionato il pubblico di ieri e di oggi.
Presentata dal giornalista Leo Turrini, la serata si è aperta con i ragazzi dell'associazione modenese Ologramma, che promuove la musicoterapia tra i giovani con disabilità. Hanno offerto al pubblico la loro versione di "Gloria" di Umberto Tozzi e "Sara" di Antonello Venditti. Ancora spazio alle voci nuove con "Le Mura di Mos" , band di ventenni carpigiani, già vincitrice del Premio Augusto Daolio, che presenta la sua "Teresa". Non ha voluto mancare Marco Ligabue, che si è preso una pausa dal suo tour per offrire al pubblico di Piazza Grande "Gianna" di Rino Gaetano e il suo brano "La più grande orchestra". Dichiara di ispirarsi a Battisti e a Battiato il giovane Nicolò Carnesi da Palermo, che ricorda nel look Simone Cristicchi e canta "Cara" in omaggio a Lucio Dalla e presenta al pubblico il suo brano Zanzibar.
Le prime grandi emozioni della serata le regala Mario Tessuto con la sua sempreverde "Lisa dagli occhi blu", classe 1969, seguita da L'immensità di Don Backy, eseguita con voce da brivido. Irresistibile Lella Costa, unica donna sul palco e madrina della serata, che con le sue battute taglienti regala un'ironica esegesi dei versi di alcune delle canzoni più famose. Il pubblico si diverte mentre lei parla di "misoginia strisciante" e "sindrome Mogol-Battisti" , nella celebre 29 settembre, che ha dato il titolo alla serata, ma non risparmia nemmeno i "cavalli di battaglia" dei Dik Dik e dell'Equipe 84. Omaggia Modugno il giovane cantautore Diodato, dalla voce chiara e potente. Ha al suo attivo un secondo posto a Sanremo Giovani e una collaborazione con la trasmissione di Rai 3 Che tempo che fa condotta da Fabio Fazio, durante la quale ha riproposto successi degli anni Sessanta e Settanta cantati in 2 minuti.
Momento clou della serata la voce potente e roca di Fausto Leali, che ricorda i suoi duetti con alcuni "mostri sacri" della canzone come Ray Charles, James Brown, Wilson Pickett e Mina. La piazza trema con "Mi manchi" e "Deborah" . Poi, il cantautore accoglie sul palco l'amico Roberto Vecchioni e insieme intonano un'emozionante "Luci a San Siro". Il "professore" regala al pubblico quattro brani, tra cui "La mia ragazza", l'intensa "Chiamami ancora amore" vincitrice del Festival di Sanremo 2011, "Celia de la Serna" e, ancora una volta, "Luci a San Siro". Per il bis, Vecchioni sceglie il brano "Lettere d'amore (Chevalier de Pas)", poi dedica un pensiero alle donne "che sono tutte belle, dentro e fuori. Perché l'anima si specchia in un corpo meraviglioso".
Vecchioni cantautore lascia poi il posto al Vecchioni professore che ricorda come, negli anni Settanta "i ragazzi avevano voglia di cambiare il mondo, poi si sono addormentati". E sull'Italia di oggi, accusa la classe dirigente di "non volere rischiare lasciando qualche responsabilità ai giovani che, al contrario di quello che vogliono farci credere, hanno voglia di fare e di cambiare".
Secondo momento per Lella Costa, alla quale segue il rock dei Rats, che fanno ballare la piazza con la loro "Chiara" e "Gloria" , scritta da Van Morrison e portata al successo dai Doors. Ci si avvicina al gran finale, con il cantautore Paolo Benvegnù da Città di Castello. Chiudono in bellezza I Camaleonti, gruppo simbolo del Beat italiano dagli anni Sessanta. Fanno cantare la piazza con brani indimenticabili, come "Eternità", "Io per lei", "Perché ti amo", "Applausi" e "L'ora dell'amore". Arrivederci all'anno prossimo.