I soggetti attinti dal provvedimento di prevenzione, ritenuti connotati da “pericolosità sociale”, nell’accezione del “codice antimafia”, erano stati già coinvolti in pregresse investigazioni condotte dalla Tenenza di Fidenza, che avevano permesso di ipotizzare un articolato sistema di false fatturazioni attinenti a prestazioni inesistenti di manodopera nel settore della manutenzione ed impiantistica industriale.
Le indagini culminavano nell’ottobre del 2020 con l’emissione di 4 misure cautelari personali e l’esecuzione di sequestri per oltre 16 milioni di euro.
Per tali fatti i proposti sono stati condannati in primo grado dal Tribunale di Parma con sentenza pronunciata in data 17 ottobre 2022.
Attualmente pende giudizio di appello.
Successivamente alle investigazioni di carattere penale, i militari della Tenenza di Fidenza venivano delegati da questa Procura della Repubblica all’esecuzione di mirati accertamenti patrimoniali – secondo una procedura operativa attuata dalla Guardia di Finanza in tutti i settori di servizio volta a valorizzare in chiave patrimoniale le risultanze delle attività operative - che hanno consentito di accertare la sussistenza di disponibilità finanziarie e patrimoniali assolutamente incompatibili con la capacità reddituale ufficialmente dichiarata dai proposti, ritenuti soggetti che vivono abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuose.
La citata normativa di prevenzione antimafia, infatti, prevede l’applicazione di misure ablatorie volte a confiscare i beni dei quali la persona nei cui confronti è stata presentata la proposta risulta poter disporre, direttamente o indirettamente, quando il loro valore risulta sproporzionato al reddito dichiarato o all’attività economica svolta ovvero quando, sulla base di sufficienti indizi, si ha motivo di ritenere che gli stessi siano il frutto di attività illecite o ne costituiscano il reimpiego.
Sono state pertanto sottoposti a sequestro n. 27 immobili, quote e compendi aziendali di tre società ed un consorzio, n. 5 veicoli, conti correnti e denaro contante, per un valore complessivo di 3.140.290 euro.
Continua l’azione che questo Ufficio di Procura svolge, avvalendosi degli specialisti della Guardia di Finanza di Parma, a contrasto dei patrimoni di origine illecita accumulati anche a seguito di perniciosi fenomeni fraudolenti di criminalità economica.
Con il presente comunicato si intendono sottolineare, in definitiva, i seguenti aspetti che denotano la particolare rilevanza pubblica dei fatti:
- in primo luogo, la rilevanza delle disponibilità illecitamente accumulate, nel tempo, dai soggetti sottoposti alla misura;
- in secondo luogo, l’importanza dell’esistenza di strumenti normativi che permettono, come in questo caso, di incidere sui patrimoni che potenzialmente possono essere reinvestiti nell’economia legale, cagionando in tal modo un evidente danno alla libera concorrenza;
- in terzo luogo, la possibilità che tali disponibilità, una volta addivenuti a confisca e con particolare riferimento ai compendi aziendali ed agli immobili, possano essere ricondotte nel circuito dell’economia legale a vantaggio della collettività.
Si evidenzia che anche nel caso del provvedimento di sequestro oggetto del presente comunicato trova applicazione, per tutti i soggetti proposti, il principio della presunzione di innocenza.