Poteva essere una bella storia da raccontare quella di Abdel, 56 anni e la moglie Souad, 45 che dal Marocco nel 2007 si sono trasferiti in Italia, dove si sono integrati e grazie al lavoro hanno allargato la famiglia, fino al coronamento di ottenere la cittadinanza italiana.
Abdel è addetto alle pulizie e per anni ha lavorato all'interno dell'Ospedale Maggiore di Parma, mentre ora è operatore ecologico e si occupa di pulizie stradali per conto di una cooperativa di servizi e assunto con contratto regolare.
Anche la moglie si è sempre data da fare con lavori di pulizie, che anche se saltuari le hanno permesso insieme alla busta paga del marito di non far mai mancare nulla neanche ai figli più piccoli Omar e Asia, che frequentano rispettivamente le scuole elementari e medie in città.
In tutti questi anni sono sempre stati in affitto e come ci racconta la figlia 18enne Hiba che lavora in un'azienda di attrezzature e prodotti medicali "Ci siamo sempre trovati bene e non abbiamo mai avuto problemi".
Poi succede qualcosa di inaspettato: la vecchia proprietaria vende l'intero stabile e chi lo ha acquisito vuole ristrutturare l'immobile. Una volta scaduto il contratto di affitto alla famiglia di Abdel viene inviata la lettera di sfratto.
Ed è da lì che inizia il calvario: "E' un anno che cerchiamo - continua Hiba - ma finora non siamo riusciti a trovare nessuno, nonostante lavoriamo, ad affittarci una casa". Una situazione che via via si sta facendo sempre più difficile in quanto il 9 di aprile lo sfratto diventerà esecutivo e procederanno con uno sgombero forzato dell'immobile.
Quando si ha un lavoro e quindi reddito, non si può accedere agli alloggi popolari, ma si deve trovare a mercato una sistemazione in cui vivere. E oggi - forse anche grazie agli incentivi e super bonus - molti immobili sfitti non vengono riallocati perché in ristrutturazione e quelli ristrutturati hanno ormai raggiunto canoni di affitto proibitivi.
Ma davvero non c'è nessuno in città che riesca ad affittare un appartamento anche modesto - basterebbero un paio di camere da letto - a questa famiglia?
Un appello per queste brave e oneste persone ci sentiamo di farlo, affinché non si trovino costrette a vivere per strada o in dormitori dove i nuclei familiari vengono divisi.
Anche le Istituzioni, già contattate dalla presidente dell'Associazione Al Amal Nabila Mhaidra, sono risollecitate a mettere in campo una soluzione abitativa anche temporanea per dare un aiuto concreto e una nuova speranza a Abdel.
Chiunque sia in grado di offrire in modo tempestivo una sistemazione in affitto a questa famiglia può contattare la figlia Hiba al numero 328 1166284. E se questa storia avrà un lieto fine, saremo felici di poterlo raccontare.
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