MODENA – La Polizia Locale di Modena ha scoperto una falsa cooperativa, anzi “coperativa”, come era scritto nella denominazione, probabilmente con finalità ingannevoli, gestiva da una 55 enne di origine campana residente nel bolognese. Si trattava infatti di una finta associazione che forniva il servizio di assistenza alle persone anziane attraverso l’attività di badanti straniere.
Le indagini sono scattate dopo le segnalazioni di altri operatori regolari del settore e da alcuni cittadini che in quell’attività ci vedevano “qualcosa di poco chiaro. Ne è infatti subito emerso che l’azione di intermediazione lavorativa, andata avanti per mesi, violava le normative nazionali sul lavoro. Coinvolte circa quaranta lavoratrici straniere e un centinaio di famiglie di Modena e provincia.
Il Nucleo Anti Evasione (Nat) dei tributi locali ha avviato gli accertamenti, scoprendo che l’associazione, in primis, non era presente nell’Albo Nazionale delle Agenzie per il Lavoro, gestito da Anpal (Agenzia Nazionale Politiche Attive per il Lavoro) che ne certifica l’autorizzazione a operare legittimamente sul mercato, a tutela dei cittadini. Inoltre, nel sito aziendale della falsa cooperativa venivano pubblicizzati servizi medici, infermieristici e specialistici, nonostante la presenza di dipendenti specializzati, e le tariffe indicate erano molto inferiori al minino previsto dal contratto nazionale di categoria.
Questa, tuttavia, era solo la classica “punta dell’iceberg”, poiché è emerso che anche le badanti straniere che venivano fornite alle famiglie, a cui veniva chiesto un anticipo di tre mesi per il servizio, non erano in regola con il contratto di lavoro e alcune operatrici non hanno ricevuto il compenso pattuito. Anche alcune famiglie, poi, erano rimaste sfornite del servizio quando, alcuni mesi fa, le badanti erano “sparite”, in quanto la cooperativa, proprio in seguito alle indagini avviate, aveva chiuso la sede legale a Modena e si era spostata in un’altra provincia.
Infine, le indagini hanno anche permesso di riscontrate che nel secondo semestre del 2021, la falsa coop aveva fatturato 132 mila euro, ma la dichiarazione dei redditi non era stata presentata e non era stata versata l’IVA per un importo di 6500 euro. Anche nei primi mesi del 2022, poi, sono state emesse 74 fatture elettroniche, il cui importo e tutt’ora al vaglio dell’Agenzia delle Entrate e, anche in questo caso, l’IVA non è stata versata.
Nelle prossime settimane, l’Agenzia delle Entrate accerterà la condotta evasiva della finta cooperativa e sarà anche l’Inps a definire eventuali risvolti penali in base alla portata dell’evasione stessa e dei mancati versamenti al personale impiegato. Spetterà invece all’Ispettorato del Lavoro approfondire gli aspetti legati al contratto delle badanti.