FINALE EMILIA (MO) 11 novembre 2022 – Non si è trattato di un malore o di un suicidio. Rocco De Salvatore, 73 anni è stato ucciso. Lo ha stabilito l’autopsia, che ha trovato nel sangue dell’ex dipendente comunale grandi quantità di psicofarmaci.
L’uomo, vedovo, era stato trovato privo di vita nel letto della sua abitazione, in via Volta a Massa Finalese, lo scorso 31 luglio, dal figlio Stefano, preoccupato per il silenzio del padre. Da tre giorni l’uomo non accedeva all’applicazione WhatsApp, che usava costantemente, e in paese era stato visto per l’ultima volta proprio in coincidenza con l’ultima “spunta blu”. Poi più nulla.
Il figlio si era quindi recato a casa del padre, notando che le tapparelle erano abbassate. Ha quindi recuperato le chiavi di casa sotto allo zerbino ed è entrato, facendo la tragica scoperta. Non solo. La stanza era devastata, con la testiera del letto rotta, gli armadi aperti, oggetti sparsi ovunque. A terra c’era anche il portafoglio vuoto del pensionato e mancata il telefono cellulare.
Gli inquirenti hanno quindi deciso di sottoporre la salma ad autopsia per accertare la causa della morte. Nel frattempo l’attenzione si è focalizzata su una coppia che da tempo gravitava attorno a De Salvatore, un italiano 40 enne Antonio Barbato, residente a Finale Emilia, e una 37 enne di origine marocchina, Samia el Harim, che in passato aveva avuto una relazione anche con De Salvatore.
Inizialmente sentiti come persone informate dei fatti, Barbato e Samia saltuariamente convivevano con De Salvatore, sfruttandone l’auto. Il 40 enne, in particolare, aveva dichiarato di avere visto per l’ultima volta il pensionato vivo il venerdì sera e di essersene andato il sabato mattina, mentre la donna aveva sostenuto di essersene andata quando De Salvatore era a letto. Tuttavia, un testimone li ha visti spostarsi con l’auto della vittima il sabato mattina, quando la morte era già sopravvenuta.
La coppia è quindi stata arrestata ieri mattina dai Carabinieri con l’accusa di omicidio preterintenzionale. I due avrebbero intenzionalmente somministrato grandi quantità di psicofarmaci al 73 enne, con l’obiettivo di tenerlo sedato e sottrargli il denaro che teneva nella camera da letto, oltre che sfruttare la sua abitazione e la sua auto. I tranquillanti avrebbero formato un mix fatale con i farmaci che l’uomo assumeva regolarmente fino a causare il decesso.
Antonio Barbato è stato fermato in via Costrignano, a Finale Emilia, mentre Samia el Harim in un albergo di Cento, nel ferrarese. Su di lei pende anche un’accusa di maltrattamenti nei confronti di De Salvatore risalente ai tempi in cui i due avevano una relazione, nonostante la donna frequentasse anche Barbato. Per quest’ultimo sono stati disposti i domiciliari, mentre la donna è stata portata in carcere, in attesa dell’interrogatorio di garanzia.