In tale circostanza, un uomo completamente travisato dal cappuccio di una felpa e dalla mascherina, poi identificato nel Palomba Paolo, minacciando con una pistola semiautomatica (rivelatasi essere una scacciacani) due dipendenti, si era appropriato del denaro contante presente in due casse, per poi darsi alla fuga a bordo di un’autovettura condotta da un correo, identificato nel fratello Palomba Roberto.
Le ricerche degli investigatori della Squadra Mobile, indirizzate dalla testimonianza di uno dei responsabili dell’esercizio commerciale che era riuscito a memorizzare la targa del mezzo con cui i due rapinatori erano fuggiti, si sono concentrate immediatamente sull’abitazione dell’intestatario del predetto veicolo e qui sono stati rintracciati i due fratelli ed è stata rinvenuta la refurtiva della rapina appena commessa, nonché la pistola scacciacani e l’abbigliamento indossato da entrambi durante l’illecita attività (i due, infatti, rientrati a casa, si erano subito cambiati, nascondendo i capi che avevano addosso).
L’arresto dei confronti dei due fratelli veniva convalidato dal Gip presso il Tribunale di Parma il quale, su richiesta della Procura, ritendendo sussistere un quadro di gravità indiziaria e specifiche esigenze cautelari, applicava nei confronti di entrambi i fratelli la misura cautelare della custodia in carcere.
Le modalità e la tempistica della rapina messa a segno presso il supermercato, nonché le fattezze di uno dei rapinatori, hanno consentito al personale della Squadra Mobile di ipotizzare che Palomba Paolo potesse essere la persona che nei giorni precedenti aveva messo a segno due rapine ai danni di altrettante farmacie di questo centro cittadino.
Ed invero, il 29 maggio u.s., poco prima della chiusura, un uomo travisato ed armato di pistola aveva fatto irruzione all’interno della Farmacia “Cassitto” sita in largo Parri e, sotto la minaccia dell’arma, si era fatto consegnare l’intero contenuto del registratore di cassa; dieci giorni dopo, l’8 giugno, il medesimo soggetto, con le stesse modalità, intorno a mezzogiorno, aveva colpito la farmacia “Lloyds” sita in via Fleming. In entrambe le circostanze, il rapinatore si era avvalso esclusivamente della capacità intimidatoria dell’arma puntata contro le due farmaciste, facendosi da queste consegnare il denaro contenuto in cassa, senza adoperare ulteriore violenza.
Le due rapine sono state dunque portate a compimento in pochissimi attimi e senza lasciare alcuna traccia, ad eccezione delle registrazioni dei sistemi di video sorveglianza di entrambe le farmacie che hanno consentito di documentare entrambe le azioni e di acquisire le immagini del rapinatore in azione.
L’attenzione degli investigatori dell’Antirapina si è subito concentrata sull’ambiente dei consumatori di sostanze stupefacenti, nella ragionevole presunzione che lì si potesse trovare il responsabile ma, prima ancora che questi accertamenti dessero dei riscontri utili, il rapinatore in questione è tornato a colpire.
Il raffronto delle immagini che ritraevano Palomba Paolo mentre, arma in pugno, minacciava le cassiere del CONAD e quelle che ritraevano il rapinatore delle farmacie faceva fondatamente ipotizzare che si trattasse della stessa persona, così come il confronto dell’arma utilizzata nei tre colpi evidenziava che si trattasse della medesima pistola e che corrispondesse perfettamente a quella rinvenuta e sequestrata presso l’abitazione dei fratelli Palomba.
Posto di fronte a questi elementi già fortemente indiziari di una sua responsabilità in relazione alla commissione delle due rapine in farmacia, Palomba Paolo rendeva delle dichiarazioni spontanee ammettendo le sue condotte e consentiva agli investigatori di recuperare i capi di abbigliamento indossati durante le due rapine nelle farmacie, che aveva occultato in una pertinenza comune del suo palazzo.
Gli esiti della complessiva attività investigativa sono stati accolti e fatti propri dalla Procura della Repubblica di Parma, che ha formalmente contestato a Palomba Paolo la commissione delle due rapine pluriaggravate ai danni delle farmacie “Cassitto” e “Lloyds” ed ha chiesto ed ottenuto l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere anche in relazione a questi due ulteriori capi di imputazione.