Nel corso della redazione del verbale il giovane è stato prodigo di dettagli, specificando di essere stato tratto in inganno, come spesso accade di questi tempi, da una email pervenuta a firma della Società Poste italiane, indirizzo “poste.info”, che lo invitava a seguire determinati link e compilare dei moduli on-line per il potenziamento, senza oneri, del suo conto corrente postale.
Dopo aver eseguito l’intera procedura, sarebbe stato anche contattato da un call center al fine di fornire ulteriori dettagli utili al completamento della pratica. Il giorno successivo si sarebbe accorto di un ammanco di circa 1.000 € dal conto corrente, rivolgendosi ai Carabinieri nella speranza di ottenere giustizia.
I militari, a quel punto, hanno iniziato le indagini, per risalire ai responsabili della truffa, e per verificare la veridicità di quanto denunciato, come da prassi.
Di fronte alla reticenza del querelante, sfuggente sin da subito che asseriva di avere erroneamente cancellato l’e-mail che aveva originato i raggiri, i militari hanno approfondito e, incrociando i dati ottenuti dall’analisi dei movimenti bancari, delle ricariche “postepay” e delle telefonate, hanno acquisito elementi utili a denunciare a piede libero il trentenne, per aver denunciato una truffa in realtà mai avvenuta.
I motivi di tale comportamento non sono stati approfonditi, in quanto non indispensabili per la configurazione del delitto previsto e punito dall’art. 367 (simulazione di reato) del codice penale.
I Carabinieri, nel contesto del continuo contrasto ai reati in genere e, soprattutto, a quelli informatici, sempre più frequenti, invitano a rivolgersi a loro ogni qual volta vi sia anche solo il sospetto di essere vittime di potenziali truffe.