Il 15 luglio scorso personale del Pronto Soccorso del nosocomio di Baggiovara aveva segnalato alla Centrale Operativa che un giovane straniero era stato trasportato in ambulanza presso la struttura ospedaliera con gravi ferite d’armi da taglio al braccio sinistro.
Dalle attività esperite nell’immediatezza dei fatti, è emerso che l’aggressione sarebbe scaturita da un iniziale alterco, nato per futili motivi, a seguito del quale il giovane straniero sarebbe stato aggredito prima verbalmente con espressioni discriminatorie a sfondo razziale, poi con un bastone sulla testa e con due colpi di machete in direzione del volto, dai quali si sarebbe difeso, facendosi scudo con il braccio sinistro. I tre, prima di darsi alla fuga a bordo di una utilitaria, avrebbero anche cercato di investirlo, senza riuscirvi in quanto la vittima avrebbe trovato riparo, gettandosi tra le siepi lungo il ciglio della strada.
Lo straniero, soccorso da alcuni amici, era stato quindi accompagnato dal 118 presso l’ospedale di Baggiovara, dove era stato sottoposto ad immediato intervento chirurgico, vista la gravità delle ferite riportate.
La complessa ed articolata attività investigativa intrapresa dalla Squadra Mobile e coordinata dalla locale Procura della Repubblica, nella persona del P.M. Giuseppe Amara, ha consentito di ricostruire in maniera dettagliata l’intero iter criminoso e di identificare tutti e tre i soggetti responsabili del brutale attentato alla vita del giovane ragazzo, facendo luce sul vero movente dell’aggressione.
Di seguito i fatti ricostruiti dagli investigatori. L’11 luglio scorso un cittadino marocchino aveva denunciato per rapina uno dei tre indagati, il quale quattro giorni dopo aveva sporto a sua volta querela per una patita rapina perpetrata dal fratello del denunciante.
Una volta formalizzata la denuncia presso la stazione dei Carabinieri di San Damaso, i tre avevano organizzato una spedizione punitiva nei confronti dei fratelli marocchini, portandosi nei pressi della loro abitazione in zona Modena Sud, dove accidentalmente si trovava il giovane burkinabè, loro conoscente, divenuta vittima inconsapevole del gesto ritorsivo.
Il solido quadro probatorio ed i riscontri ottenuti nel corso dell’indagine hanno permesso al Pubblico Ministero di richiedere ed ottenere dal G.I.P. del Tribunale di Modena l’emissione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere per tutti e tre soggetti, che nella mattinata odierna sono stati rintracciati ed associati presso la locale Casa Circondariale.
Al link il video dell’operazione:
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