Modena 15 ottobre 2020 – C’è anche un quarantenne modenese tra gli arrestati nell’ambito dell’operazione “Cassandra”, condotta dalla Polizia Postale di Venezia, coordinata dal Centro Nazionale di contrasto della pedopornografia online e dalla Procura di Venezia, che ha consentito di sgominare una rete di pedofili italiani.
Secondo le indagini, la banda si scambiava su Kik, un’App di messaggistica usata soprattutto dai più giovani, immagini e video frutto di sfruttamento sessuale di minori. L’analisi dei dati informatici e delle chat del social network ha consentito agli investigatori di isolare le posizioni geografiche dei singoli nickname. Poi, per ciascun utente, si è riusciti a risalire e a recuperare il materiale condiviso e gli IP utili all’identificazione. L’inchiesta ha portato a insospettabili impiegati, camerieri e operai di età compresa tra i 23 e i 60 anni.
Sono poi stati sequestrati decine di computer e telefoni cellulari, su cui, in seguito alla successiva perquisizione informatica, sono stati effettivamente trovati i materiali pedopornografici. Durante le fasi di perquisizione, gli agenti sono risaliti anche a canali Telegram già noti per lo scambio di materiale pedopornografico o connesso al revenge porn.
A finire in manette, oltre al 40 enne modenese, sono stati un 60 enne di Mantova, un 30 enne di Brescia e un 50 enne trentino. Sedici invece le denunce per divulgazione, cessione e detenzione di materiale pedopornografico.