Venerdì, 26 Aprile 2019 15:28

Azzurra Ammirati: sguardo fiero e sorriso cordiale. Vi presentiamo la giovane donna Capitano dei Carabinieri di Parma In evidenza

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Azzurra Ammirati, Capitano della compagnia dei Carabinieri di Parma Azzurra Ammirati, Capitano della compagnia dei Carabinieri di Parma foto a cura di Francesca Bocchia

Abbiamo avuto il piacere di essere accolti, per una breve intervista, da Azzurra Ammirati, che dall’11 settembre 2018 é il Capitano della compagnia dei Carabinieri di Parma.

Intervista e foto a cura di Francesca Bocchia, articolo a cura di Sara Bondani

Parma -

Poco più che trentenne, di origini campane, il Capitano della compagnia dei Carabinieri di Parma, Azzurra Ammiratiri, ricopre un incarico che nella nostra città non era mai stato assegnato, prima d’ora, ad una donna.

“Ho accolto subito con gioia l’idea di venire a Parma. Mi era già capitato di visitarla e apprezzarla da turista, avendo frequentato la vicina Accademia di Modena. Ne conoscevo quindi le eccellenze gastronomiche e architettoniche e sono stata felice di trasferirmi.”

Così inizia il racconto durante l’intervista.

Sono passati quasi sette mesi dal suo insediamento, vuole dirci la sua impressione sulla città e raccontarci com’é stata accolta?

“Ho notato un forte spirito di aggregazione sia in ambito sociale che di volontariato in termini di iniziative, non solo legate a Parma 2020. É una città molto attiva, con cittadini molto presenti e attenti a ciò che succede. Posso dire di aver avuto una splendida accoglienza sia da parte della cittadinanza che delle Istituzioni.”

Una domanda che le avranno fatto tutti, ma ci perdonerà, non si può non fare. Cosa vuole dire essere una giovane donna e ricoprire un ruolo così prestigioso come quello di Capitano della compagnia dei Carabinieri al comando di una squadra di uomini?

“Avere una donna che vesta la divisa dei Carabinieri come comandante di Compagnia é sicuramente una cosa nuova per Parma ma, grazie alla squadra di Carabinieri che ho trovato, é stato facile inserirmi. Si collabora, ognuno con le proprie peculiarità per dare il proprio meglio al servizio dei cittadini, senza distinzioni di genere.”

Com’è iniziata la sua avventura nell’Arma?

“E’ successo per caso, durante l’ultimo anno di Liceo. Stavo partecipando nella mia città, - Napoli - alle giornate di Orientamento per scegliere il percorso di studi da intraprendere dopo il diploma e sono rimasta colpita da una donna in divisa. Ho conosciuto così la realtà dell’Accademia Militare di Modena. Da subito, ho avuto pieno sostegno da parte della mia famiglia. Il percorso per entrare in Accademia é molto impegnativo. Vi era una selezione serrata: 8mila persone per 50 posti. Il concorso pubblico per potervi accedere é durato quasi un anno, fra esami, prove fisiche e test psicoattitudinali, svolti mentre ancora mi preparavo per sostenere l’esame di maturità. Ero ricca di entusiasmo e così ho iniziato il mio percorso nell’Arma, frequentando i due anni a Modena e poi i successivi tre a Roma, laureandomi in Giurisprudenza."

Ci racconti alcune tappe della sua carriera.

“Il primo incarico é stato quello di Comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile a Montecatini, in Toscana, a soli 24 anni. Una bellissima prima esperienza, con colleghi a cui sono ancora molto legata. Data la giovane età, ho iniziato con molta umiltà, cercando di guadagnarmi il rispetto sul campo. E - ci tiene a fare un inciso ndr - il rispetto per il grado é qualcosa che si ha sempre, essendo noi un’istituzione militare, invece il rispetto per la persona bisogna guadagnarselo, giorno dopo giorno. Da lì mi é stato conferito il compito più alto che un Carabiniere possa avere, ovvero essere nominata Alfiere della Bandiera di Guerra dell’Arma presso la Scuola Allievi Carabinieri di Roma, dove io stessa ero stata allieva. Due anni bellissimi, trascorsi fra cerimonie sia per il Papa che per il presidente della Repubblica. Successivamente ho avuto la mia prima Compagnia ad Ortisei, provincia di Bolzano, dove mi sono trovata da subito molto bene.”

Qual’é il trucco per riuscire a farsi sempre ben volere?

“Il trucco é comandare i miei uomini con il sorriso. Cerco sempre di essere attenta a cogliere le emozioni altrui e offro sempre loro, se serve, una parola d’aiuto.”

Il suo essere donna l’agevola nell’essere più sensibile?

“Spesso la divisa, nonostante dia sicurezza, può essere avvertita come una barriera dalle persone in difficoltà. Essere empatici e capire i traumi che stanno vivendo, serve per essere loro d’aiuto e dar conforto e sostegno. Siamo una realtà capillare sul territorio e soprattutto nei piccoli centri, grazie alla figura del Maresciallo, riusciamo ad essere un punto di riferimento per la cittadinanza. Su Parma vi sono 12 stazioni che coprono tutto il territorio parmense ed é molto importante che le persone trovino conforto nell’Arma. Non ne faccio una questione di genere. Non si tratta di essere uomini o donne. Devo dire che riscontro lo stesso atteggiamento sensibile anche nei miei Carabinieri uomini. Quando trattano con persone in difficoltà, sono sempre molto attenti nel rapportarsi con le vittime.”

Per concludere, un suo sogno nel cassetto?

“Che non si parli più di ruoli facendone un distinguo di genere. Non esistono ruoli solo per le donne o ruoli solo per gli uomini. Ad oggi, vi é una donna arruolata ogni 800 uomini e siamo presenti nell’Arma appena dal 2000, ma é un sistema che funziona per meritocrazia e l’addestramento é identico. Seppur con parametri diversi nei risultati fisici, ci si addestra tutti insieme e non ci sono differenze di incarichi. L’unica cosa importante sono il rispetto e la fiducia reciproca, come in ogni lavoro.
Io sono la prima della famiglia ad avere intrapreso la carriera militare e credo che il messaggio che debba arrivare alle nuove generazioni, - e di cui mi faccio portavoce nelle scuole -, sia che ogni giovane - che sia esso ragazza o ragazzo - possa diventare tutto ciò che sogna.”

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