“Premio Anmic Parma 2018”: cerimonia di consegna in un gremito auditorium dell’Assistenza Pubblica di Parma, in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti delle Persone con Disabilità. Premio all’imprenditore Gerardo Malangone, menzione per il progetto “Montagnaterapia” del Club Alpino Italiano.
Parma, 4 dicembre 2018 –
Un riconoscimento che va a persone con disabilità che abbiano contribuito, nel loro settore di riferimento, alla crescita della comunità. È questo il “Premio Anmic Parma” che viene ogni anno consegnato il 3 dicembre, in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti delle Persone con Disabilità, dalla sezione provinciale di Anmic, la più grande associazione di rappresentanza e tutela delle persone disabili.
Durante la cerimonia di ieri, condotta dal giornalista Giuseppe Milano in un gremito auditorium dell’Assistenza Pubblica, è stato consegnato il “Premio Anmic Parma 2018” a Gerardo Malangone, imprenditore nel settore degli ausili per disabili che si è distinto anche nel volontariato e nel sociale con alcune donazioni di strumenti o di esperienze in favore di strutture o persone con disabilità del territorio. “Ho cercato di trasformare la mia disabilità in un’opportunità, sia per me sia per gli altri – è il commento di Malangone -. Da parte mia ogni giorno cerco di migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità, cercando di trovare per loro la soluzione più adeguata”. Per lui premio e questa motivazione: “Per l’imprenditoria seria, capace e di responsabilità sociale”.
Anche quest'anno il premio Anmic ha previsto una menzione speciale: è andata al Cai Parma, per il progetto “Montagnaterapia” che, dal 2010, porta persone con disabilità all'aria aperta soprattutto attraverso escursionismo, ma anche arrampicata, bici e rafting, rendendo possibile, attraverso l'utilizzo di mezzi adeguati e volontari preparati, quanto sembra impossibile. A ritirare il premio è stato il presidente del Cai, Gian Luca Giovanardi: “La Montagnaterapia è una cosa seria e ci tengo a dirlo perché esiste anche una vulgata per cui sembra una passeggiata in montagna. No, la montagnaterapia ha un importante valore riabilitativo, senza dimenticare che permette svago, divertimento e relazione, aspetti altrettanto importanti. Noi facciamo il possibile, insieme ad Ausl, Centro Cardinal Ferrari, Consorzio Solidarietà Sociale e Face, ma sappiamo che bisogno e richieste sono superiori”. Sulla targa consegnata si legge: “Per il progetto “Montagnaterapia” con il quale restituisce felicità alle persone disabili”.
Alla cerimonia hanno portato i loro saluti Luca Bellingeri, presidente dell’Assistenza Pubblica Parma Onlus, il prefetto Giuseppe Forlani; il sindaco Federico Pizzarotti; la consigliera regionale Barbara Lori; il direttore generale dell’azienda ospedaliero-universitaria, Massimo Fabi; Emilia Caronna, delegata del Rettore per le fasce deboli, studenti con disabilità e con disturbi specifici di apprendimento.
Walter Antonini, presidente di Anmic Parma, ha spiegato così il senso del premio Anmic: “Diamo un riconoscimento a quelle persone o realtà – sottolinea - che attraverso la loro testimonianza o la loro attività dimostrano che la disabilità può essere considerata anche una risorsa. In particolare, con il premio, valorizziamo le potenzialità che una persona disabile può mettere a disposizione della comunità. Malangone è un imprenditore con un grande senso di responsabilità sociale, mentre il Cai fa un’attività che migliora la qualità della vita delle persone con disabilità”.
Alberto Mutti, vicepresidente nazionale Anmic, ha portato l’attenzione sulla responsabilità delle Istituzioni: “Siamo riusciti a portare l’uomo a camminare sulla Luna, ma non siamo in grado di farlo camminare nelle nostre città – osserva -. Non lo dicevo io, ma il segretario generale dell’Onu, nel 1981. Da allora, non è stato risolto il problema delle barriere architettoniche”.
Nel 2016 il Premio Anmic Parma era andato alla nuotatrice paralimpica Giulia Ghiretti, nel 2017 al medico Giancarlo Izzi (menzione alla scrittrice Maria Teresa Rinaldi).
Foto di Francesca Bocchia