Molto gravi le scritte apparse oggi, a sedicenni dall'uccisione del giuslavorista bolognese Marco Biagi, sui muri della facoltà di Economia a Modena, dove insegnava e dove sono in corso iniziative per ricordarlo.
A darne notizia è Michele Tiraboschi, storico collaboratore di Biagi: "Questa la ragione del perché ricordare Marco Biagi. Non uno stanco rituale ma una battaglia di verità. Una morte assurda e ingiusta, maturata in un clima di odio e intolleranza che purtroppo non è scomparso." - si legge nel post diffuso su Facebook a commento delle foto, con le scritte apparse sui muri della facoltà.
Muzzarelli: "Gesto violento e vigliacco"
Il sindaco e l'assessore al Lavoro Andrea Bosi condannano le frasi comparse sui muri della facoltà di Economia: "Offensive per il professore e per la città"
"Marco Biagi era un uomo libero che voleva dare risposte e tutele ai lavoratori. Le scritte comparse sui muri della facoltà di Economia offendono lui e la sua memoria e insieme tutta la città, libera e democratica". Il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, interviene per esprimere la propria vicinanza alla famiglia del professore e condannare le scritte infamanti comparse nel giorno del sedicesimo anniversario della sua morte: "È stato un gesto violento e vigliacco e mi auguro che le indagini in corso trovino presto i responsabili".
Al commento del sindaco di Modena si associa l'assessore al Lavoro Andrea Bosi che esprime il proprio disgusto per scritte che sono "indegne, vergognose e inaccettabili".
Bonaccini ricorda Marco Biagi: "Uomo coraggioso e studioso di grande valore, che guardava a una società inclusiva che non lasciasse indietro nessuno"
"Ricordare Marco Biagi vuol dire ricordare un uomo coraggioso, attento all'impegno e alla responsabilità sociale, uno studioso, un docente universitario di grande valore. E vuol dire continuare fare memoria su un fatto drammatico, un evento inaccettabile, e su anni bui, caratterizzati però dalla reazione dell'intero Paese di fronte al delirante disegno di chi scelse il terrorismo rinnegando la democrazia e i valori costituzionali alla base del nostro convivere civile, terroristi che mai hanno avuto e mai avranno alcuna giustificazione, alcuna ragion d'essere". Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, nel giorno dell'anniversario dell'uccisione del giuslavorista bolognese, colpito a morte dalle Nuove Brigate Rosse davanti alla sua abitazione, a Bologna, il 19 marzo 2002.