Fermato un 49 enne per l'omicidio della giovane prostituta ungherese, il cui corpo è stato ritrovato sui binari. Si tratta di un uomo di origini sarde residente a Modena. Negli anni Novanta aveva scontato una pena detentiva di 23 anni per un altro omicidio avvenuto in Sardegna.
MODENA – Non si è trattato di un suicidio e nemmeno di un tragico incidente. Arieta Mata, la giovane prostituta ungherese di 24 anni, il cui corpo è stato trovato all'alba di domenica 21 gennaio sui binari della linea Modena-Castelfranco sarebbe stata uccisa.
Le indagini della Squadra Mobile della Questura hanno portato al fermo del presunto colpevole, un quarantanovenne di origine sarda, da alcuni anni residente nella zona di Montale Rangone e impiegato come magazziniere in una ditta di provincia. L'uomo, nativo di Sassari, negli anni Novanta, aveva già scontato 23 anni di carcere per un omicidio di una donna, conseguente a una rapina.
Le modalità del ritrovamento della ragazza, che era vestita con abiti leggeri e priva della borsetta con i documenti, hanno fatto propendere per una rapina finita in tragedia. Le indagini si sono quindi concentrate sul mondo della prostituzione modenese. Oltre alle testimonianze di "colleghe" della ragazza uccisa, a veicolare i sospetti verso il quarantanovenne, su cui pesa anche il tragico precedente, sono state le immagini delle telecamere posizionate in via Emilia Est che hanno ripreso i movimenti delle auto di passaggio. Tra questa, anche la Renault del fermato, che è stato visto contrattare una prestazione con la ragazza.
L'auto, inoltre, presentava alcune caratteristiche che la rendevano particolarmente riconoscibile. È stato così possibile ricostruirne gli spostamenti e confrontarli con i "movimenti" registrati dal suo telefono cellulare e ad altri indizi emersi grazie alla collaborazione della Polizia Scientifica.
Secondo la ricostruzione dei fatti, il 49 enne si sarebbe appartato con la ragazza in via Bonvino, anche nei giorni precedenti il presunto omicidio. La notte tra sabato e domenica, avrebbe minacciato e rapinato la giovane, aggredendola fisicamente al punto da ucciderla. Poi, per simulare il suicidio o la morte per investimento, avrebbe trascinato il corpo oltre la staccionata che delimita l'accesso alla ferrovia e lo avrebbe posizionato sui binari. Il primo treno di passaggio avrebbe infine straziato il cadavere della poveretta, impartendole ferite compatibili con l'investimento e che avrebbero anche dovuto "coprire" quelle che ne hanno effettivamente causato la morte.
L'uomo, che tutti descrivono come solitario, senza alcun legame familiare nel modenese, e frequentatore di prostitute e sale scommesse, all'atto del fermo non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Dopo le formalità di rito è stato trasferito presso la Casa Circondariale di Sant'Anna, dove rimane a disposizione dell'Autorità Giudiziaria, che dovrà convalidare o meno il fermo dopo l'interrogatorio.