Un 23enne di origine africana arrivato lo scorso anno su un barcone è prima entrato nella caserma di via Fossetta, a Sassuolo, dicendo di voler denunciare un'aggressione, poi ha brandito un coltello e si è messo a tirare calci fino a mandare al Pronto Soccorso due carabinieri.
Sassuolo, 8 novembre 2017
È stato processato per direttissima e condannato a un anno e due mesi di reclusione il 23enne di origine africana, richiedente asilo, che sabato scorso, nel pomeriggio, si è presentato alla caserma dei Carabinieri di via Fossetta a Sassuolo scatenando un putiferio.
I testimoni hanno riferito che l'uomo, arrivato su un gommone lo scorso anno e già noto per episodi di violenza, si è presentato spontaneamente, dicendo che voleva sporgere denuncia per una presunta aggressione da parte di uno sconosciuto. A un tratto, però, ha estratto un coltello davanti al carabiniere che era per fortuna protetto dal vetro della guardiola. Ha poi dato in escandescenze, cominciando a menare calci e pugni alle porte. Nell'atrio sono così intervenuti altri Carabinieri che hanno tentato di calmarlo. Nel parapiglia, sono stati feriti a botte un maresciallo e un appuntato, poi costretti a ricorrere alle cure del Pronto Soccorso con prognosi di alcuni giorni.
Alla fine, il giovane esagitato è stato arrestato con l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate e trattenuto nella cella della caserma, dove, per tutta la notte e anche la domenica, in attesa del processo per direttissima che ne ha poi convalidato l'arresto, si è esibito con urla e gesti osceni.