Venerdì, 21 Ottobre 2016 09:46

Legionellosi: secondo Ausl nel 2015 ci furono 23 casi, cosa li ha causati?

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"Parma non ha paura": "Visto il numero, perche' non si e' fatto il catasto delle torri previsto dalle linee guida? Sulla diffusione dell'epidemia emergono cifre (poche) ma mai spiegazioni. All'assemblea della Don Milani si era detto che 4/5 contagi all'anno rientrano nella norma. E oltre i 4/5? Le linee guida approvate dalla conferenza stato regioni nel 2015 prevedono il censimento degli impianti evaporativi." Di seguito riceviamo e pubblichiamo la nota stampa di Luigi Alfieri.

Parma, 21 ottobre 2016

Sulla legionella le autorità sanitarie danno i numeri, ma non le spiegazioni. Ogni giorno esce una cifra che inquieta. Tra le più recenti c'è quella che l'Azienda unità sanitaria locale ha fornito a un cittadino via mail. I casi di legionella registrati nel 2015 sono stati 23. Sparsi tra città e provincia. Durante la riunione alla scuola Don Milani di giovedì 6 ottobre, le autorità sanitarie presenti hanno detto che sino a 3/5 casi all'anno in città sono normali. Quanti sono normali in provincia? Quanti di questi 23 si sono verificati nel capoluogo e quanti fuori?

Lo ha voluto sapere Gianni Bocchi, cittadino molto intraprendente che vive nel quartiere Montebello. Quello martoriato dalla legionella e imbruttito dall'antennone della rotonda. E' padre di un bimbo, ed è preoccupato per la sua salute: quando è iniziato il contagio non si è arreso alle comunicazioni ufficiali. Ha voluto saperne di più. Ha partecipato alla riunione del 6. Ma non è rimasto soddisfatto. Ha cominciato ad informarsi ancora. Sabato 15 è entrato in contatto con l'Ausl attraverso il profilo facebook "Sissi Ausl", da lì ha ricevuto l'indicazione di rivolgersi alla mail "infolegionella". Lo ha fatto domenica mattina alle 9, ponendo una serie di quesiti; in tempi piuttosto rapidi è arrivata la risposta complessiva di un'addetta dell'ufficio stampa dell'ente. In coda alle spiegazioni (piuttosto vaghe) una frase: "si coglie l'occasione, inoltre, per ricordare che non si registrano solo 3/4 casi all'anno di legionellosi: solo nel 2015 i casi registrati a Parma e provincia sono stati 23". 23? Ma nella riunione del 6 ottobre ci hanno detto che 3/5 casi all'anno sono nella norma. Lasciando intendere che oltre scatta l'allarme. Fu incauta, male espressa o male interpretata dal pubblico tale dichiarazione? Secondo le linee guida dell'Istituto superiore della sanità, è corretta: nel 2013, stando alle notifiche pervenute al medesimo, l'incidenza della legionellosi in Italia è stata di 22,6 casi per 1.000.000 di abitanti. Quindi i 23 di Parma nel 2015, calcolando che la provincia ha poco più di 447mila abitanti, sembrano veramente troppi.

Il carteggio tra l'Ausl e il cittadino è finito sui sit web, il numero di 23 casi di legionellosi nel 2015 è stato pubblicato su un sito dell'Ausl. Senza spiegazioni ulteriori.
Con tutti questi numeri ormai non si capisce più niente. Quel che è certo è che a Parma i casi sono tanti. 23 nel 2015, 13 tra gennaio e l'inizio dell'estate del 2016. 42 da fine agosto a oggi.

La gazzetta di Parma, da due giorni, incalza le autorità sanitarie pubblicando a titoli cubitali le sue 10 domande sulla legionellosi. Puntuali e inquietanti. Senza risposte efficaci. Se ne potrebbero aggiungere altre.
La 11) Sono normali 23 casi di legionellosi in un anno tra Parma e provincia? Come sono divisi sul territorio? Si sa cosa li ha causati? Sapere l'origine non potrebbe essere utile per capire la causa della diffusione del batterio al Montebello?
La 12) Perché se la diffusione della legionellosi è così alta e se si pensa (come pensano tutte le pubblicazioni di Regione e Istituto superiore della sanità) che una delle cause principali sia la presenza delle torri di vaporizzazione e raffreddamento non si fa (non si è fatto) un censimento delle medesime torri, non si istituisce un albo e si istituzionalizzano controlli costanti?
Del resto, il documento che contiene le linee guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi approvate durante la conferenza Stato-Regioni del 7 maggio 2015 recita: "Le amministrazioni locali o gli enti delegati devono predisporre e curare la tenuta di un apposito "Catasto" delle torri di raffreddamento ad umido e dei condensatori evaporativi esistenti, da implementarsi mediante notifica da parte dei responsabili degli impianti di raffreddamento".

Luigi Alfieri

Cofondatore di Parma non ha paura

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