Morbillo, Emilia-Romagna terza in Italia e l'assessore Venturi batte sui vaccini obbligatori negli asili nido. La malattia infettiva può portare complicanze anche gravi...
Bologna, 30 maggio 2016
L'emergenza epidemie è un dato di fatto. Sempre di più i casi di malattie come il morbillo, con complicanze anche gravi, dovuti sia al rifiuto di alcuni genitori di far vaccinare i bambini, sia alle continue migrazioni.
Un caso su tutti è proprio quello dell'Emilia Romagna, terza per numero di casi di morbillo.
Si fa sentire l'assessore regionale Sergio Venturi che ha confermato, nei giorni scorsi, che presto i vaccini saranno obbligatori negli asili nido.
La Regione Emilia-Romagna «non arretrerà di un millimetro sulla vaccinazione obbligatoria per l'iscrizione al nido», ha fatto sapere l' assessore alle Politiche per la salute, a commento del quadro sul morbillo, in Italia e nelle regioni, reso noto da "Epicentro", l'Osservatorio epidemiologico dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss).
Dall'analisi emerge come dopo Lombardia (87 casi) e Campania (72), l'Emilia-Romagna sia la terza regione in Italia quest'anno per numero di casi (52), davanti al Lazio (37). «La nostra linea ferma è giustificata- ha ribadito Venturi - E' una scelta che vogliamo fare per proteggere i più deboli, gli operatori e la comunità». In Emilia, Campania, Lazio e Lombardia si sono concentrati l'84% dei 294 episodi di morbillo registrati dall'inizio del 2016 (65 solo in aprile).
I casi di morbillo emersi fino a marzo in regione erano relativi a pazienti non immunizzati contro questa malattia: 22 sono stati ricoverati, 10 con complicanze, alcune anche gravi tra cui insufficienza respiratoria, polmonite, pericardite, stomatite e diarree. In dettaglio, in tre mesi si sono contati in Emilia-Romagna sei focolai: 3 a Parma, 2 a Bologna e 1 a Piacenza. L'epidemia di Bologna è stata la più estesa e ha avuto origine in ospedale, coinvolgendo 8 persone ed è stata causata da una nuova variante del genotipo B3 del virus, probabilmente introdotta in italia da un caso importato.
Nei primi quattro mesi dell'anno Emilia-Romagna e Campania hanno riportato i tassi d'incidenza più elevati: 1,2 ogni 100.000 abitanti. Tra novembre 2015 e aprile 2016 è poi scoppiato un focolaio a cavallo tra Lombardia ed Emilia-Romagna, che ha visto 67 casi in totale, di cui 40 a Milano in soggetti di etnia rom-sinti e tre migranti residenti nei campi infettati. Solo uno era vaccinato.
Venturi ha ribadito che non ci saranno dietro-front sui vaccini obbligatori per l'iscrizione al nido, "una scelta – ha sottolineato - che vogliamo fare per proteggere i più deboli, gli operatori e la comunità".
A fine dello scorso anno era stata approvata una risoluzione dall'Assemblea Legislativa regionale con la quale si chiedeva appunto l'intervento della Regione a fronte del calo della copertura vaccinale registrato sia in Emilia-Romagna sia a livello nazionale. AK