Venerdì, 27 Maggio 2016 17:44

Scuola costruita dopo il sisma: il cemento è depotenziato In evidenza

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L'indagine della squadra mobile di Modena ha permesso di scoprire una truffa sul cemento utilizzato nella realizzazione della scuola Media Frassoni di Finale Emilia. Si tratterebbe di calcestruzzo depotenziato...

Modena, 27 maggio 2016

Ci sono due aziende nel mirino della Procura di Modena dopo che è partita l'indagine sull'utilizzo di materiale di scarsa qualità per la costruzione della scuola media "Frassoni" di Finale Emilia.
Secondo la Squadra Mobile le ditte fornitrici avrebbero anche fornito campioni fasulli per sfuggire ai controlli.
L'ipotesi avanzata è che si possa trattare di calcestruzzo di qualità più scadente rispetto a quello certificato ufficialmente dalla Direzione dei lavori, per risparmiare sul materiale e trarre maggiore profitto che è servito per la realizzazione della Scuola Media "Cesare Frassoni" di Finale Emilia.
Il reato ipotizzato dalla Squadra Mobile della Questura di Modena e dalla Polizia Municipale è quello di truffa.
Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Ferretti, hanno portato oggi ad una ventina di perquisizioni fatte negli uffici di due imprese edili.
Il filone dell'inchiesta ha preso avvio alla fine del 2015 ed è ancora lontano dall'esaurirsi.
L'operazione è scaturita da intercettazioni telefoniche per un traffico di droga in cui si parlava di 'cubetti'.
I 'cubetti' erano appunto il cemento che veniva trasportato, o meglio, i campioni di calcestruzzo che le ditte finite nell'indagine realizzano per testare i materiali che dovrebbero essere conformi alle richieste degli appaltatori e alle norme vigenti.
In modo continuo e sistematico nel cantiere di Finale veniva messa in atto la truffa del cemento depotenziato. La legge obbliga, infatti, gli operai a realizzare il cubetto in concomitanza con la colata vera e propria di cemento, per poi etichettarlo con un verbale che ne contenga le caratteristiche tecniche e inviarlo ad un laboratorio indipendente che ne certifichi la qualità. Ebbene, i cubetti realizzati alle scuole Frassoni venivano puntualmente sostituiti con altri blocchi di cemento provenienti da vari magazzini: i "provini" originali venivano accatastati lasciati nel dimenticatoio, mentre i sostituti venivano etichettati con un nuovo verbale e spediti al laboratorio, dove ovviamente passavano il test della prova di schiacciamento.
Nei guai sono finite due imprese. In primis la Betonrossi spa, azienda piacentina leader nella produzione di cementi e con diversi stabilimenti in tutto il nord Italia, che era la fornitrice dell'impresa che aveva vinto la gara di appalto, ovvero la modenese AeC Costruzioni Srl. Sarebbero oltre una quindicina le persone indagate, dai tecnici ai vertici aziendali delle due società, ma la Procura mantiene l'assoluto riserbo in attesa di ulteriori approfondimenti. AK

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