Venerdì, 24 Aprile 2020 17:35

I figli, al tempo del coronavirus. In evidenza

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Al tempo del coronavirus, l’economia ripartirà con l’apertura della scuola. Non può essere diversamente. Ma non anche in Italia. I figli devono rimanere a casa, mentre riaprono uffici e fabbriche. Ed allora la domanda sorge spontanea: se i genitori sono costretti ad andare a lavorare, ed i nonni restano murati nelle loro case, a chi bisogna lasciare i propri figli? E’ evidente che non può ripartire così il Paese, non in questo modo.

Si stanziano risorse per i servizi di baby-sitting: ma il bonus di 600 euro non copre tutte le spese da sostenere per il lungo periodo emergenziale; nè pare esservi un protocollo sanitario che preveda la tutela della lavoratrice/baby-sitter, dei bambini e delle famiglie. Nel contempo crolla il settore dei servizi all’infanzia, e, con esso, un patrimonio prezioso di risorse ed esperienze pedagogiche uniche in Europa e nel Mondo.

Oramai, centinaia di nidi e scuole dell’infanzia si trovano sull’orlo del precipizio, poiché dovranno cessare la loro attività a causa dei costi fissi di gestione, che non saranno più in grado di sostenere. Senza alcun tipo di sostegno, un asilo nido privato o paritario su tre non riuscirà a riaprire. Pare che al Governo ed agli Enti locali non importi, poi, così tanto, il settore privato dei servizi all’infanzia 0-6 anni: sono stati esclusi da qualsiasi considerazione politica.

Restano, quindi, sul tappeto i due problemi: imprenditoriale, per i titolari degli asili nido privati, e sociale, per i genitori.

Ad onor di cronaca, la Regione Lazio, con due delibere approvate il 16 aprile, è intervenuta stanziando circa 6 milioni di euro a sostegno degli asili nido, sia pubblici o convenzionati sia privati accreditati ma non in convenzione, sospesi a seguito dell'emergenza Covid-19. Sono misure, queste, che si auspica si allarghino a tutto il territorio nazionale, per una corretta e giusta attenzione verso le famiglie ed i lavoratori, ed alleviare i contraccolpi della crisi sanitaria.

L’istituto della famiglia, già sotto attacco da decenni e duramente provato, subirebbe un ulteriore grave contraccolpo e, con esso, il decadimento economico e demografico.

Parma, 23.04.2020

Matteo Impagnatiello
responsabile regionale
associazione “Pensiero e Tradizione"

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