Parma, 8 marzo 2024 – Siamo talmente abituati a ascoltare storie di donne maltrattate, violentate e addirittura assassinate che quando incontriamo la notizia inversa, per quanto drammatica, viene da sorridere e qualcuno potrebbe persino pensare: “A me non capita mai”…
La storiaccia, perché è di questo che si tratta, è di qualche giorno fa e ha come protagonisti due trentenni che si erano conosciuti attraverso una chat di incontri.
Probabilmente non tutti pensano che l’app debba essere destinata esclusivamente per favorire incontri focosi, qualcuno può legittimamente pensare di incontrare altri per instaurare un rapporto tradizionale. ed è quello che deve aver pensato il ragazzo protagonista della vicenda.
Lui 29enne invita la ragazza 31enne incontrata appunto sulla chat d’incontri, a una cenetta e infine decide di accompagnarla a casa in quel di Corcagnano, villaggio alla periferia sud di Parma dove la focosa giovane signora si immaginava di completare un rapporto anche nell’intimità.
Un confine che l’uomo non aveva intenzione di oltrepassare, declinando perciò l’invito a fare sesso ma ricevendo una risposta inattesa. La donna, in evidente stato di ebrezza come dichiarato dalla pattuglia di Polizia intervenuta, aveva insistito per consumare un rapporto sessuale ma al rifiuto dell’uomo si era alterata e, dopo averlo minacciato con una bottiglia, aveva chiuso la porta blindata, portando con sé le chiavi e asserragliandosi a sua volta in camera da letto, aggiungendo che avrebbe fatto uscire il giovane dalla casa solo se avesse avuto un rapporto sessuale con lei.
A questo punto, al ragazzo non restava altro che chiamare le forze dell’ordine, posto che non vi erano altre vie di fuga.
Sul luogo dell'alcova giungeva immediatamente un equipaggio della Squadra Volante ed una Squadra dei Vigili del Fuoco che, utilizzando una scala, accedevano all’appartamento attraverso il balcone della cucina dove si trovava il richiedente.
I poliziotti, uno volta entrati nei locali, raggiungevano immediatamente la camera da letto dove si era ritirata la donna che, alla vista dei polizotti, andava in escandescenza cominciando a sferrare calci e pugni all’indirizzo degli operatori, minacciandoli di morte. La donna inoltre si rifiutava di fornire le proprie generalità. In questo frangente la 31enne riusciva inoltre a colpire un operatore all’addome causandogli lesioni refertate con 5 giorni di prognosi.
Riportata la calma, i poliziotti affidavano la donna alle cure del personale del 118 nel frattempo intervenuto. Successivamente la 31enne veniva accompagnata in Questura, dove contestualmente giungeva anche la vittima per sporgere regolare denuncia per i fatti accaduti.
La signora, si fa per dire, è stata identificata per una cittadina moldava 31enne, regolare sul territorio nazionale ed immune da precedenti di polizia.
Alla luce dei fatti è stata in tratta in arresto per il reato di resistenza e lesione a Pubblico Ufficiale e denunciata in stato di libertà per violenza privata , minacce aggravate e rifiuto di fornire le indicazione sulla propria identità personale.
Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria è stata collocata in regime degli arresti domiciliari presso il proprio domicilio in attesa della celebrazione del processo per Direttissima.