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CGIL 9 ottobre/Pro vita 25 novembre, INTERVISTA a Fiore: sotto accusa Piantedosi e la “magistratura di regime” In evidenza

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di Gloria Callarelli Fahrenheit2022.it, 29 novembre 2023 -

Dopo gli incidenti di sabato davanti alla sede di Pro Vita e Famiglia, abbiamo intervistato il leader di Forza Nuova, Roberto Fiore, che ha messo a confronto la protesta No green pass del 9 ottobre davanti alla CGIL e quanto avvenuto davanti alla sede dell’associazione pro life.

Fiore: quali sono le somiglianze e le differenze tra la manifestazione No green pass del 9 ottobre e quella alla sede di Pro Vita? Piantedosi, oggi Ministro dell’Interno, ieri Prefetto di Roma, che sulla protesta del 9 ottobre continua a glissare, permette oggi a gruppi organizzati di sfilare davanti alla sede di Pro Vita con prevedibili conseguenze. O c’è incompetenza o malafede. Deve dimettersi? Che ne pensa?

Fermo restando che il reato di devastazione non esiste nel mondo, e non deve esistere in Italia, e fermo restando che non invoco la galera nei confronti di nessuno, devo constatare che vi sono delle similitudini tra il 9 ottobre e gli incidenti di fronte la sede di Pro Vita a Roma. In tutti e due i casi, infatti, va notata l’azione di Piantedosi sicuramente non corretta e improntata alla malafede. Se nel caso del 9 ottobre è un dato di fatto che Piantedosi è l’unico che conosce nomi e numero degli infiltrati (ma tace di fronte all’ interrogazione parlamentare di Zanettin), nel caso di sabato scorso il ministro degli Interni permette una manifestazione di fronte alla sede di Pro Vita sapendo che, visto i trascorsi, gli incidenti sarebbero stati certi. Un modo di fare democristiano volto sempre e comunque alla logica di opposti estremismi.

Molto si sta parlando delle reazioni della politica, in primis quelle della Meloni che si è schierata a fianco di Pro Vita, mentre il 9 ottobre, secondo alcuni, rimase in silenzio come a dire che avvallava la manifestazione. E’ effettivamente così? O piuttosto all’interno di Fratelli d’Italia ci sono atteggiamenti che dicono il contrario per cui oggi il partito si schiera apertamente per convenienza con Pro Vita mentre allora ha taciuto sapendo bene la verità (vedi infiltrati ndr) lasciando così che Forza Nuova finisse nel tritacarne e nei guai giudiziari?

Come ho già detto non esiste la devastazione come reato né in un caso né nell’altro, ma se la Procura di Roma ha ritenuto che la devastazione esistesse nel 9 ottobre, dovrebbe concludere che la devastazione esiste anche in questo caso; sarebbe quindi una vera e propria discriminazione quella che motiva il PM a procedere in un modo quando si tratta di colpire esponenti di Forza Nuova e in tutt’altro modo quando si tratta di colpire esponenti di altri movimenti. Ripeto: quello che fa pensare è l’atteggiamento dello Stato che si comporta da regime. Non è equanime, non cerca di evitare gli incidenti anzi li provoca, colloca nello scenario gli infiltrati del caso e provoca lui una situazione di instabilità dell’ordine pubblico. E’ lì che vanno cercati i veri colpevoli. Il ministro degli Interni al tempo del 9 ottobre era Prefetto di Roma.

Le parole del ministro Crosetto che denuncia un presunto piano sovversivo all’interno della Magistratura nei confronti di Fratelli d’Italia in vista magari delle elezioni europee. Perché Crosetto lancia queste dichiarazioni, poi ritrattandole in parte stemperando i toni? Qual è l’atteggiamento della Magistratura effettivamente in questo momento? E, infine, qual è l’atteggiamento di Forza Nuova nei confronti di Crosetto?

Noi non abbiamo nessuna simpatia per il ministro Crosetto. Ricordo che dopo la manifestazione di Napoli dell’ ottobre 2020, che portò a una vera e propria ribellione popolare della città contro il tentativo folle di De Luca di chiudere tutta la città e imprimere una svolta autoritaria, dopo un mio comunicato delle ore 22, che era solamente di constatazione del fatto che il popolo napoletano si stava ribellando, il signor Crosetto chiese alle 9 di mattina del giorno dopo, per me e per gli esponenti di Forza Nuova la galera immediata. Ciò non fu, come sappiamo oggi, un wishful thinking, ma piuttosto l’iniziò di una manovra compiuta da settori importanti di FdI legati ai servizi segreti per avvalorare l’idea che Forza Nuova stesse operando una vera e propria eversione dell’ordine democratico. Quando Crosetto accusa la magistratura accusa un mondo in particolare, quello di Area, che ha sempre avuto un atteggiamento politico molto di parte e che si è espresso nel passato contro Casapound e Forza Nuova e oggi potrebbe esprimersi contro Fratelli d’Italia.
Ma c’è una questione molto più grave: noi riteniamo che vi sia un forte collegamento di strutture dei servizi segreti legati alla destra di governo, e determinata magistratura, al fine di operare attraverso teoremi e congetture dimenticando la raccolta delle prove. Io sono disposto a  qualsiasi confronto o battaglia di carattere giudiziario e politico per evidenziare questa stortura gravissima: abbiamo già querelato tutta la Digos romana ottenendo lo spostamento da Roma di tutti i dirigenti, abbiamo depositato in questi giorni a Perugia la denuncia contro la Procura di Roma per occultamento di prove favorevoli alla difesa; siamo pronti a sostenere anche una battaglia nell’ambito del Copasir perché riteniamo che tutte le prerogative di libertà che sono sancite dalla legge italiana, prima che dalla Costituzione, siano state negate nei confronti di Forza Nuova e del sottoscritto quando è iniziata una vera operazione violenta che ha portato all’incarcerazione per mesi e mesi di decine di militanti, dirigenti e di contestatori ed ha avuto il suo culmine nel tentativo di estorcere lo scioglimento di Forza Nuova con la minaccia, poi concretizzatasi, della lunga carcerazione. Qui si è commesso un altro grave reato nei confronti di un movimento politico che da 26 anni opera in Italia nella piena legalità.

A livello processuale, rispetto ai fatti del 9 ottobre, quanto è accaduto davanti la sede di Pro Vita e quanto accadrà nelle prossime ore influenzerà la sentenza del 20 dicembre sui fatti della protesta no green pass davanti la CGIL?

Quello che è avvenuto mette in una serissima situazione tutta la Procura che operò in un certo modo nel momento in cui, dalla notte del 9 ottobre, quello che era un normale processo per resistenza e manifestazione autorizzata si trasformò in un processo per devastazione. Noi sappiamo per certo che fu l’intervento di alcuni personaggi alle tre di notte, nella questura di Roma, che cambiò in modo radicale e noi riteniamo anche criminale, le indagini del 9 ottobre. Per quello fummo immotivatamente portati a Poggioreale dove abbiamo diviso le nostre celle con altre 11 persone….in una situazione tragica che solo l’umanità dei napoletani ha trasformato in una vicenda che è valsa la pena di vivere. L’atteggiamento della Procura in questo momento verrà osservato da coloro che potranno valutare la differenza di trattamento fra noi e le femministe… E’ prevedibile che, da parte di chi si trova a giudicare nei processi ordinari, vi sia una correzione della rotta presa dalla procura in quelle giornate di grande disordine e di grande interferenza politica. Il 20 dicembre sarà pronunciata una sentenza importante non solamente per noi ma per l’Italia intera perché  se si dovesse uscire da quel tunnel, in cui si entrò il 9 di ottobre, vi sarebbe una ripercussione politica importante che oltretutto va di pari passo con le sentenze che stanno emergendo dal territorio e che scagionano coloro che hanno osato non accettare i Dpcm e le mascherine e il vaccino obbligatorio. Ricordo oltretutto che le denunce da me fatte e proposte dall’avvocato Trisciuoglio contro Draghi e il governo per estorsione del consenso, sono tutte ancora sospese in attesa di essere accettate o archiviate. Il sistema giudiziario italiano sembra essere entrato in una sorta di catalessi per cui non sono ancora state date le risposte che il popolo si attende.

Per quanto riguarda i temi valoriali. Questa vicinanza sulla carta della Meloni a Pro vita non si traduce nei fatti perché Fratelli d’Italia sta disattendendo in toto quelli che erano gli auspici di un certo mondo cristiano-cattolico che teneva particolarmente alla questione valoriale. E’ d’accordo?

Basta sentire il ministro Roccella che dice: “Anche se il 51% degli italiani in un referendum votasse contro l’aborto, terrei l’aborto”. Basta sentire icone del centrodestra, come Bruno Vespa, un uomo di formazione cattolica, che ha detto con chiarezza che nessuno vuole fermare l’aborto. Sono tutti discorsi che vanno in controtendenza rispetto al mondo. Basta vedere la Polonia o cosa dice Putin sul tema, descrivendolo come un crimine genocida. La determinazione a porre fine al più grande olocausto di vite umane innocenti esiste oggi in tutti i più alti livelli della società russa: “Avere molti figli dovrebbe diventare una norma di vita per tutti i popoli della Russia” dice il leader russo. I Fratelli d’Italia e il centrodestra hanno tradito tutta l’impostazione politica e filosofica che inizia col diritto romano, che identifica nella vita nel grembo di una donna una vita indipendente e degna di rispetto. Senza abrogare l’aborto non si riuscirà mai a ribaltare le cifre demografiche; perché, come disse Giovanni Paolo II, “un popolo che uccide i propri figli è destinato alla morte”. Noi in questo momento siamo destinati alla morte. E Fratelli d’Italia ci sta portando (su questo tema particolare come sul gender) alla morte, avendo tradito quello che aveva promesso prima. Per fortuna c’è Forza Nuova.

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