Di Claudia Belli Sant’Ilario(RE) 3 gennaio 2021 - Nel paese delle fiabe un giorno piovve davvero tanto. Tutti i folletti si chiusero nelle loro casette e guardavano dalle finestre la pioggia che scendeva a dirotto.
Una mattina smise di piovere e uno splendido arcobaleno circondava il cielo. Era tanto bello che i folletti si radunarono ad ammirarlo. Ad un tratto notarono che qualcosa penzolava dall’arco colorato. Corsero a guardare di cosa si trattasse e con loro grande meraviglia videro che dentro una piccola culla c’era un bimbo dagli occhi di cielo e dai capelli di sole. Era proprio un bambino! Un umano! Ma cosa ci faceva un piccolo di uomo nel mondo delle fiabe?
Lo portarono da Re Folletto che era il più saggio di tutti. Quando il Re folletto vide il piccolo, guardandolo negli occhi gli chiese cosa ci facesse nel loro mondo. Il bimbo raccontò la sua storia: sarebbe dovuto nascere e crescere in una casa con altri bimbi ma la sua futura mamma e il suo futuro papà cambiavano continuamente idea sul farlo nascere oppure no. Volevano tanto un bimbo ma erano troppo impegnati a lavorare.
Lavoravano con delle macchine e digitavano strani tasti e guardavano su schermi dove apparivano tante immagini. La sua futura mamma però, la sera, quando tornava a casa tanto stanca, si rattristava nel trovarla così vuota e senza un bimbo da cullare. Accendeva il computer e navigando su facebook, cercava e condivideva tutti i link sui bimbi e sulle future mamme. Ma questo non la rendeva felice. Voleva un bimbo ma il tempo non le dava tregua.
Allora il Re Folletto decise di aiutare la donna a diventare mamma e il suo piccolo ospite a nascere nel mondo degli uomini.
Formò una piccola squadra di folletti che oltrepassarono la linea del mondo delle fiabe e varcarono la soglia del mondo degli umani. Quello che videro li spaventò al punto tale che furono tentati di tornare indietro ma in tutta la storia dei tempi delle fiabe mai nessun folletto trasgredì ad un ordine del Re e così decisero di portare a termine la loro missione.
Si guardarono un po’ intorno e videro gli uomini guidare strane macchine che strombazzavano e a volte si urtavano tra loro. Mangiavano di fretta e guardavano continuamente piccoli aggeggi che tenevano in mano. Ai folletti gli umani sembravano tutti matti poiché, ogni tanto, parlavano da soli con quegli strani oggetti che a volte si illuminavano ed emettevano suoni e musiche orribili.
Quel piccolo umano avrebbe fatto meglio a non nascere in quel mondo così frenetico e tanto strano. Ad un certo punto si trovarono in mezzo ad un parco con tanta erba e tanti alberi. C’erano delle panche per sedersi e, con loro grande meraviglia, videro degli umani con i capelli bianchi cullare dei piccoli di uomo e giocare con loro. Poi videro delle mamme che tenevano per mano i loro bimbi e tutto si fece più chiaro: bisognava solo trovare il tempo e il modo! Quindi c’era ancora una speranza per gli umani e il mondo che abitavano!
Decisero così di cercare la futura mamma del loro piccolo ospite e la trovarono seduta ad un tavolo a lavorare fino a che il sole andava via e il buio scendeva sulla terra. Se avesse continuato così il bimbo non sarebbe mai nato!
Dovevano agire e in pochi minuti decisero cosa fare: avrebbero usato la magia!
Il giorno dopo, appena la donna premeva i tasti del computer, strani formicolii e bruciori alle mani e dolori alla schiena e alla testa si impadronivano di lei. Decise di prendersi un po’ di tempo e lavorare di meno. Tornò a casa e si prese più cura di se stessa e sognò di cullare un bimbo tra le sue braccia. A questo punto i folletti capirono che era arrivato il momento e tornarono nel mondo delle fiabe a riferire al Re Folletto che la futura mamma era pronta ad accogliere il suo piccolo.
Il Re Folletto regalò al bimbo una stella della notte perché lo accompagnasse nel suo cammino e rendesse la sua vita più luminosa. Chiese all’arcobaleno di farsi grande nel cielo e trasportare la culla al di là del suo regno e, con le lacrime agli occhi salutò il piccolo. Ogni lacrima del Re Folletto che cadde sulla culla del bimbo si trasformò in una piccola perla portafortuna.
In una splendida sera d’autunno, quando i viali sono illuminati da mille, caldi colori, mentre la donna guardava la meravigliosa tavolozza di colori autunnali, il bimbo arrivò da lei. Ella lo abbracciò teneramente e lo cullò al dolce suono di una ninna nanna. Finalmente si era presa il suo tempo, il tempo di sognare, di amare.
La luce del computer acceso attirò la sua attenzione e il telefono cominciò a squillare.
Spense il pc, spense il telefono e guardando il suo bimbo si chiese: cos’è la vita senza amore e senza un bimbo da cullare?
(Immagine – dipinto di Claudia Belli: Maternità - olio su tela su fondo materico. Pennello e spatola)
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Claudia Belli, artista residente a S. Ilario d’Enza (RE), è pittrice e poetessa, arti diverse tra le quali si divide con la stessa passione e la stessa professionalità, seguendo la propria ispirazione. Ha esposto i suoi dipinti a Parma, Reggio Emilia, Napoli, Roma, a Barcellona e in altre città, mentre alcune sue poesie e le sue fiabe sono state pubblicate in alcune antologie che raccolgono versi dei più promettenti autori italiani. Claudia Belli è anche abile organizzatrice di eventi culturali, nei quali alla pittura e alla poesia affianca con naturalezza altre arti come il disegno, il mosaico, la fotografia, la musica e perfino l’opera lirica, chiamando attorno a sé quelli che ritiene i migliori esponenti di ogni singola forma d’arte, e ottenendo sempre grande successo di pubblico. Da alcuni anni cura le rubriche Il senso delle parole e La Rubrica Del cuore sul mensile Gazzettino Santilariese. Hanno scritto di lei alcuni critici, tra loro riportiamo un pensiero del giornalista culturale Paolo Borgognone: “Claudia Belli crea immagini altrettanto efficaci sia con il pennello, sia con i suoi versi, suscitando emozioni paragonabili a quelle che i registi più visionari e poetici sanno risvegliare con il loro cinema”.