Ieri sera festa al Baluardo con il sindaco Muzzarelli. La cooperativa sociale Caleidos di Modena è specializzata nell'accoglienza dei profughi e rifugiati, attiva anche nel campo delle dipendenze e gestione di canili. 

Modena, 29 gennaio 2016

- tutte le foto nella galleria in fondo alla pagina -

Ha compiuto trent'anni Caleidos, la cooperativa sociale di Modena specializzata nell'accoglienza dei profughi e rifugiati, attiva anche nel campo delle dipendenze e gestione di canili. La ricorrenza è stata celebrata ieri sera al Baluardo della Cittadella con un incontro condotto dalla giornalista Giulia Bondi. Sono intervenuti, tra gli altri, i sindaci di Modena Gian Carlo Muzzarelli, Soliera Roberto Solomita e Pievepelago Corrado Ferroni, assessori e docenti universitari, rappresentanti di Confcooperative Modena e del Consorzio di Solidarietà Sociale.

Nata a Sassuolo nell'ambito dell'associazionismo cattolico con il nome SolDoFa (Solidarietà Donare Facendo) per assistere giovani disabili, nel 2008 ha assunto il nome di Caleidos cooperativa sociale e trasferito la sede a Modena. «Quando abbiamo cominciato eravamo in venti, ora siamo 120 – racconta la presidente di Caleidos Elena Oliva, che guida anche Federsolidarietà (l'organismo che rappresenta le cooperative sociali aderenti a Confcooperative Modena) - I nostri operatori aiutano tutti i giorni persone che hanno bisogno (stranieri, tossicodipendenti, prostitute), oppure accudiscono animali. Sono dei professionisti "speciali", perché chi lavora nel sociale deve avere qualcosa in più, oltre alle competenze richieste in qualsiasi professione». Attualmente Caleidos cooperativa sociale si occupa di assistenza a persone con problemi di dipendenza, attività di sensibilizzazione nelle scuole, centri per stranieri, mediazione linguistico-culturale, integrazione, unità di strada per prostitute e gestione di canili comunali; inoltre Caleidos ha aperto Nostra Tellus, un'azienda agricola che si trova a S. Cesario sul Panaro e nella quale, sotto la guida di un tecnico agronomo, lavorano nove migranti giunti a Modena nell'ambito dell'operazione Mare Nostrum.

(fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)

Il market di via San Leonardo è da cinque anni un punto di riferimento per le persone in difficoltà. Un'ancora di salvezza possibile grazie alle associazioni di volontariato parmensi riunite nell'Associazione CentoperUno, con il sostegno di Fondazione Cariparma. 

Parma, 30 gennaio 2016

Ormai da cinque anni Emporio – che è nato e prosegue l'attività con il sostegno di Fondazione Cariparma - garantisce, grazie alla generosità di aziende, enti e cittadini, la sopravvivenza alimentare di migliaia di famiglie: 891 solamente nel 2014. Un lavoro impegnativo portato avanti da un solo dipendente fortemente motivato e più di 50 volontari che a Emporio hanno donato, solo nel 2014, 11.000 ore di servizio.

Emporio è coordinato dall'Associazione CentoperUno (che riunisce 13 associazioni del territorio parmense che si occupano da tempo e con modalità diverse di accoglienza e assistenza di persone che si trovano in difficoltà economica e in una condizione di disagio sociale) e partner fondamentali, che a diverso titolo garantiscono il perseguimento degli obiettivi e il radicamento nel territorio locale del progetto sono Comune di Parma, Provincia di Parma, Forum Solidarietà e Coop Consumatori Nordest.
Chi arriva al market di via San Leonardo trova un'ancora di salvezza, la possibilità di essere accompagnato in un momento drammatico come quello che segue la perdita del lavoro e del reddito, ancor più difficile per chi, fino a poco fa, conduceva un'esistenza senza problemi. Si cerca di offrire alimenti e speranza, la partita più difficile.

Da quando nel 2010 è partita l'esperienza di Emporio - grazie alle associazioni di volontariato parmensi riunite nell'Associazione CentoperUno - l'emergenza povertà nella nostra città si è progressivamente modificata: accanto alle tante famiglie che si avvicinano per la prima volta al Market si consolida il numero di quante, nel tempo, non riescono a rialzarsi dal momento di difficoltà: un carico emotivo sempre più pesante che i volontari cercano di alleviare non solo col cibo ma anche con la vicinanza, l'ascolto e varie iniziative di socializzazione.
Ma in aiuto alla fatica di questa sfida è arrivata la città, attraverso tanti piccoli e grandi gesti di generosità che, in questi anni, non hanno lasciato soli i volontari. Ciò che sta sugli scaffali, infatti, proviene in gran parte dalle donazioni delle aziende.
Ma alcuni generi alimentari - ad esempio riso, olio, zucchero, farina e legumi - devono essere acquistati e le donazioni dei cittadini sono indispensabili per garantire il paniere di base, perché tutti possano mettere a tavola colazione, pranzo e cena. Una questione di corretta alimentazione ma anche di dignità.

Nel 2013 Emporio è stato rafforzato anche grazie alla campagna di raccolta fondi "Parma Facciamo Squadra" (realizzata anche grazie all'"effetto moltiplicatore" di Barilla, Chiesi Farmaceutici e Fondazione Cariparma) che per il tramite della Fondazione Munus nella gestione del fondo ha permesso di ampliare la quantità e la varietà dei generi alimentari messi a disposizione.
Purtroppo l'orizzonte futuro non è roseo. I numeri della povertà non diminuiscono e, anche se la capacità del volontariato di far fronte ai bisogni è cresciuta, gli aiuti non riescono a tenere il passo. Sempre più grande è il bacino di sofferenza a cui dare risposta: per questo, ancora una volta si rinnova l'appello a contribuire attraverso il sito www.emporioparma.org  dove si può donare una spesa on line a chi non ce la fa, scegliendo cosa mettere nel carrello. Ogni piccolo contributo è fondamentale. Nel corso del 2014 sono stati distribuiti, in controvalore economico, 1.467.000 di Euro di prodotti alimentari contro un costo del progetto di 171.000 Euro (di cui 77.000 per acquisto di alimentari); per ogni euro impiegato sono stati quindi distribuiti quasi 9 Euro di alimenti. Non ultimo, anche il proprio tempo può essere un dono importante: a Emporio oggi ci sono 50 volontari attivi ma se ne cercano altri per contribuire a questa grande pagina di solidarietà che Parma sta scrivendo.

(Fonte: ufficio stampa Emporio)

La nota della Gilda degli Insegnanti in merito alle polemiche relative al cambiamento degli orari di lezione della Scuola primaria dell'Istituto Comprensivo di Traversetolo. Salvatore Pizzo, Coordinatore provinciale: "Non tolleriamo questo modo di fare che deriva dalla mancanza di controlli che l'Ufficio Scolastico Regionale dovrebbe attuare nei confronti dei dirigenti scolastici, la scuola parmense è nell'anarchia totale, ci riserviamo tutte le iniziative di legge". - 

Parma, 28 gennaio 2016

In merito alle polemiche relative al cambiamento degli orari di lezione della Scuola primaria dell'Istituto Comprensivo di Traversetolo, la Gilda degli Insegnanti precisa che tutte le decisioni che riguardano l'organizzazione del lavoro del personale scolastico non possono in alcun modo essere ritenute efficaci, fino a quando non viene resa un'informativa preventiva alle organizzazioni sindacali rappresentative del comparto scuola, lo prevedono il vigente contratto di categoria e le norme successive che regolano le relazioni sindacali. Inoltre, l'art. 10 comma 4 del Dlgs 297/97 prevede che i criteri generali in merito all'orario scolastico siano definiti dal Consiglio d'Istituto, purtroppo non è dato sapere cosa sia avvenuto, in quanto non ci sono stati trasmessi gli atti che per legge ci spettano. Come organizzazione di categoria non tolleriamo che di certe decisioni, così importanti per l'esercizio della funzione docente, siano già informati degli estranei alla scuola statale, quali i politici locali che amministrano il Comune, mentre non sono state ancora completate le procedure obbligatorie verso le rappresentanze del personale, che nella scuola rappresentano molto di più di amministratori locali estranei al settore. Il comune è solo il locatore dell'immobile della scuola. Salvatore Pizzo, Coordinatore provinciale della Gilda: "Non tolleriamo questo modo di fare che deriva dalla mancanza di controlli che l'Ufficio Scolastico Regionale dovrebbe attuare nei confronti dei dirigenti scolastici, la scuola parmense è nell'anarchia totale, ci riserviamo tutte le iniziative di legge" – continua il coordinatore della Gilda – "il caso vuole che certe anomalie, che vedono in qualche modo coinvolti gli enti locali, avvengono laddove esistono maggioranze del partito di governo, evidentemente è il nuovo modo di fare scuola "secondo Matteo". Pretendiamo che le nostre prerogative vengano rispettate e non intendiamo essere spettatori passivi, evidentemente a Traversetolo qualcuno è male abituato".

(Fonte: ufficio stampa Gilda Insegnanti Parma)

"Lambrusco nel mondo. Una distintività da difendere, un distretto da valorizzare": Sabato 30 gennaio alla cantina Emilia Wine di Arceto di Scandiano. La liberalizzazione del nome del vitigno sarebbe un grave errore, ne parliamo con il Ministro Martina, l'assessore Caselli, l'eurodeputato De Castro e la senatrice Pignedoli. 

Reggio Emilia, 28 gennaio 2016 

- in allegato in fondo al testo l'invito scaricabile -

Sabato 30 gennaio alle ore 9.30 si terrà alla cantina Emilia Wine di Arceto di Scandiano (RE) l'iniziativa "Lambrusco nel mondo. Una distintività da difendere, un distretto da valorizzare". L'iniziativa, promossa dalla vicepresidente della Commissione Agricoltura del Senato Leana Pignedoli, in collaborazione con il Consorzio di tutela dei vini dell'Emilia e dal Comune di Scandiano vedrà la presenza del Ministro Maurizio Martina, dell'assessore regionale Simona Caselli e dell'eurodeputato Paolo De Castro. Interverranno inoltre al dibattito il Presidente del Consorzio tutela vini Emilia Davide Frascari, il sindaco di Bomporto (Mo) Alberto Borghi, il sindaco di Scandiano Alessio Mammi e la senatrice Leana Pignedoli, vicepresidente della commissione Agricoltura del Senato.

L'incontro è stato promosso alla luce della richiesta di alcuni paesi comunitari di liberalizzare il nome del vitigno. Come afferma il sindaco Alessio Mammi "il Lambrusco è un prodotto da secoli legato indissolubilmente al nostro territorio e il vino italiano più esportato nel mondo, con 400 milioni di bottiglie all'anno e un ricavo di 500 milioni di euro. Mi auguro che l'Ue faccia un passo indietro. Parlarne direttamente con tutti i livelli istituzionali che si occupano della questione è un'occasione per noi irripetibile".

"Questi Vini - continua Leana Pignedoli -sono strettamente legati alla terra Emilia, non è una mera difesa, è una battaglia perché l'Europa scelga le distintività come fattore competitivo dell'agroalimentare valorizzando le peculiarità. Pensare di lanciare sfide sulla genericità e l'omologazione sarebbe miope e perdente. Lunedì il Ministro Martina ha incontrato il commissario europeo all'Agricoltura Phil Hogan proprio su questi temi, e quella di sabato ad Arceto sarà un'ottima occasione per avere un resoconto in diretta dell'incontro e delle azioni che seguiranno".

"A favore della tutela del nostro prodotto - conclude Davide Frascari - si sono schierate con noi Francia e Germania che sono paesi che dal punto di vista enologico hanno un peso che ci fa ben sperare. Voglio ricordare che il distretto del Lambrusco ha un impatto socio economico dirompente: solo nelle province di Reggio Emilia e Modena coinvolge oltre 8000 famiglie di produttori. Avere accanto tutti i livelli istituzionali impegnati sul tema è per noi importantissimo e confrontarci con il ministro Martina, De Castro, Caselli e Pignedoli lo sarà ancor più".

(Fonte: ufficio stampa Comune di Scandiano)

Mercoledì, 27 Gennaio 2016 17:53

Il presidente Manghi alla Giornata della memoria

Dapprima in sinagoga, poi in Prefettura per la consegna delle medaglie d'onore ai familiari di cinque internati militari reggiani. Il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi: "L'accoglienza resti un pilastro della nostra comunità". -

Reggio Emilia, 27 gennaio 2016

Anche il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi, ha partecipato questa mattina alle celebrazioni per la Giornata della memoria, dapprima nella sinagoga in via dell'Aquila, poi in Prefettura per la consegna delle medaglie d'onore concesse ai familiari di cinque internati militari reggiani.

In sinagoga - dopo la deposizione di una corona a ricordo degli ebrei deportati e la lettura di un salmo da parte del rabbino Beniamino Goldstein - davanti agli studenti di quattro classi di terza media dell'istituto comprensivo Manzoni, il presidente Manghi è intervenuto offrendo tre spunti "emersi dal toccante incontro di ieri mattina tra gli studenti che parteciperanno al Viaggio della memoria 2016 e Helga Weissova, superstite del campo di Terezin e autrice della mostra "Disegna ciò che vedi" ospitata proprio in questa sinagoga".
"Intanto un dato storico che non va mai dimenticato ogni 27 gennaio, ricorrenza dell'apertura dei cancelli di Auschwitz: ovvero che quel giorno di 71 anni fa la maggior parte delle persone purtroppo non c'era più. E, dunque, non bisogna mai dimenticare le dimensioni della immane tragedia rappresentata dall'Olocausto, a maggior ragione quando ancora oggi - come stiamo drammaticamente vivendo anche in Europa – si continua a utilizzare una supposta diversità per abbruttire e annientare l'"altro"', ha detto il presidente della Provincia.
"Mi ha molto colpito ascoltare Helga Weissova ricordare quando, da ragazzina, insieme alla famiglia guardava il planisfero per vedere dove poter andare 'perché in ogni luogo a noi vicino ci era impedita la possibilità di esistere come gli altri', che è lo stesso interrogativo che si pongono oggi tanti migranti cercando terre lontane dove ottenere migliori condizioni di vita e una dignità che è loro ancora troppo spesso negata da paesi non democratici", ha aggiunto Manghi indicando nella "accoglienza un pilastro forte della nostra comunità, che deve concedere pari opportunità a tutti, e lo stesso Trattato di Schengen non può prescindere da questo pensiero".
"Infine è necessario riflettere sul motivo per cui questa splendida persona, a 86 anni, continua a girare l'Europa e a incontrare persone e soprattutto giovani: il dovere della memoria, da parte di chi per fortuna è riuscita a sopravvivere a quella terribile esperienza, per far capire alle nuove generazioni, e ricordare a tutti noi, che quegli orrori non si possono e non si devono ripetere – ha concluso il presidente Manghi - Un impegno che deve essere anche nostro, che ci portiamo appresso questa pesante eredità di non essere ancora riusciti a costruire un mondo sano e giusto, ed anche per questo portare anche quest'anno mille studenti reggiani ai Viaggi della memoria rappresenta un investimento importante perché ci permettere di consegnare ai ragazzi conoscenze e esperienze grazie alle quali potranno concorre insieme a noi a realizzare una società migliore".
Dopo la cerimonia alla sinagoga, il presidente della Provincia ha quindi partecipato in Prefettura – insieme ai sindaci – alla consegna delle medaglie d'onore ai familiari di cinque internati militari reggiani: Peppino Balestrazzi di Cadelbosco Sopra, Guido Domenico Romei di Castelnovo Monti, Egidio Carbognani e Sergio Tagliavini di Gattatico e Salvatore Mancino di Reggio Emilia.

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(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

Bruno Boyer, responsabile delle Relazioni internazionali del Mémorial de la Shoah, ha messo a disposizione le copie degli atti con cui Petain inaspriva le discriminazioni verso gli ebrei o delle pubblicità per la "arianizzazione" della Francia. -

Bologna, 27 gennaio 2016

Le carte di identità con scritte le indicazioni discriminatorie verso i cittadini francesi di fede ebraica, i cartelli pubblicitari del Commissariato generale alle Questioni giudaiche che confermavano il processo di "arianizzazione" della Francia, con tanto di esproprio e vendita all'asta dei beni dei cittadini francesi. E poi il testo in cui, con correzioni a matita, il Maresciallo Petain istituiva e incattiviva le discriminazioni e le restrizioni verso gli ebrei nella repubblica collaborazionista di Vichy.

In occasione della celebrazione della Giornata della Memoria, Bruno Boyer, responsabile delle Relazioni internazionali del Mémorial de la Shoah di Parigi, ha fatto dono alla presidente dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna, Simonetta Saliera, di 15 copie di altrettanti documenti che raccontano e confermano le pagine più brutte della Francia collaborazionista e il coinvolgimento del regime di Vichy nella deportazione dei cittadini ebrei.

"Si tratta di documenti di grande valore e importanza che entreranno a far parte del patrimonio dell'Assemblea e che useremo nelle nostre attività nelle scuole- spiega Saliera-. Dobbiamo sempre rafforzare il nostro impegno per la formazione e la vaccinazione contro ogni forma di autoritarismo e di razzismo". Ecco perché, conclude la presidente, "sono sempre attuali le parole di Primo Levi: 'Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare'".

Non si tratta dell'unica collaborazione tra l'Assemblea legislativa e il Mémorial de la Shoah per questo 27 gennaio: ieri la presidente Saliera ha inaugurato, insieme a Boyer, la mostra dal titolo "I genocidi del XX secolo" nella sede dell'ente in viale Aldo Moro, a Bologna. La rassegna, a cura del'istituzione parigina, con cui l'Assemblea legislativa si avvia a rinnovare la convenzione in essere, ripercorre, con un approccio comparato, le tragiche vicende che determinarono nel Novecento la distruzione del popolo Armeno sotto l'Impero Ottomano, degli Ebrei per mano del Nazismo e dei Tutsi in Ruanda e intende offrire ai visitatori spunti di riflessione per comprendere i processi politici e culturali che hanno portato alla distruzione programmata di un popolo attraverso i germi del razzismo e dell'intolleranza.

Nelle foto i documenti donati dal Mémorial de la Shoah all'Assemblea legislativa

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(Fonte: ufficio stampa Regione ER)

Gli alunni della 5° B della primaria Giordani ospiti in aula consiliare per il progetto "La scuola in Comune". Tutti i giovanissimi ospiti che hanno partecipato al progetto hanno incontrato il presidente Christian Fiazza, i consiglieri Mirta Quagliaroli e Gianluca Ceccarelli.

Piacenza, 27 gennaio 2016

Riprende, dopo la pausa per le vacanze natalizie, il progetto "La scuola in Comune", che stamani ha visto protagonisti in aula consiliare – dove hanno incontrato il presidente Christian Fiazza, i consiglieri Mirta Quagliaroli e Gianluca Ceccarelligli alunni della 5° B della primaria Giordani.
Questi i nominativi dei giovanissimi ospiti: Alessia Agostino, Francesco Bertoncini, Giulia Callegari, Camilla Cavalli, Simona Cucchetti, Marvin Espinoza Cueva, Martina Fermi, Francesca Ferri, Allegra Fiorani, Fabrizia Fornaroli, Sofia Garioni, Christian Emanuel Ghenta, Ludovica Guglielmetti, Isabella Lecini, Alice Leopardi, Roberto Lucchini, Carlotta Maffi, Andrea Maggi, Michele Menzani, Sofia Moglia, Bianca Maria Moglio, Justin Sebastian Jimenez Roque, Paolo Ruspaggiari, Enea Senaldi, Jonus Sabastian Thif, Yiran Zhou.

(Fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)

Ultimo Questore di Fiume e Medaglia d'Oro al Valore Civile, sprezzante del pericolo, si adoperò per salvare migliaia di ebrei destinati a morire nei campi di concentramento. Presenti il Prefetto della Provincia di Modena Michele Di Bari, il Questore Giuseppe Garramone e il Sindaco Giancarlo Muzzarelli. 

Modena, 27 gennaio 2016

Nella mattinata odierna, giorno della ricorrenza delle vittime della Shoà è stata deposta una corona presso la stele dedicata a Giovanni Palatucci, ultimo Questore di Fiume e Medaglia d'Oro al Valore Civile.

Il Prefetto della Provincia di Modena Michele Di Bari, il Questore Giuseppe Garramone e il Sindaco Giancarlo Muzzarelli hanno commemorato la figura del giovane funzionario di Polizia.

Presente anche il dott. Beniamino Stern, in rappresentanza della Comunità Ebraica di Modena e Reggio Emilia, il quale ha ricordato la grande umanità di Palatucci che, al tempo Questore reggente di Fiume, sprezzante del pericolo, si adoperò per salvare migliaia di ebrei destinati a morire nei campi di concentramento.

Palatucci, nato a Montella (Avellino) il 29 maggio 1909, viene trasferito alla Questura di Fiume nel 1937. Il 22 ottobre 1944 viene deportato nel campo di sterminio di Dachau, dove muore, a soli 36 anni, il 10 febbraio 1945.
Nel 1990 lo Yad Vashem lo giudica "Giusto tra le Nazioni".

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(Fonte: ufficio stampa Questura di Modena)

I consiglieri rivelano che in alcuni Comuni della Bassa modenese, non avendo pagato le bollette Enel, diversi cittadini terremotati si sono visti ridurre al minimo la fornitura elettrica. In una interrogazione, i consiglieri chiedono alla Giunta regionale di "stanziare i contributi necessari per consentire il pagamento degli insoluti Enel" relativi a chi ancora abita nei moduli abitativi temporanei. -

Parma, 27 gennaio 2016

Alan Fabbri e Stefano Bargi (Ln) hanno rivolto una interrogazione alla Giunta per chiedere alla Regione di intraprendere iniziative volte a risolvere i disagi dei cittadini terremotati che ancora vivono nei Map "e che ora si ritrovano privi di corrente elettrica e di riscaldamento". "In alcuni Comuni della Bassa modenese come Rovereto di Novi, non avendo pagato le bollette Enel, diversi cittadini terremotati- rilevano i consiglieri- si sono visti ridurre al minimo la fornitura elettrica, quando appare indispensabile, specialmente nel periodo invernale, attivare il riscaldamento nei Map e, quindi, evitare ulteriori disagi a questi cittadini".
 A questo proposito, Fabbri e Bargi chiedono alla Regione "di stanziare i contributi necessari per consentire il pagamento degli insoluti ed evitare che i cittadini ancora residenti nei Map si trovino a breve completamente senza luce e senza riscaldamento" e "di attivarsi urgentemente presso il Governo per impedire il distacco completo dell'energia elettrica nei Map, che si ritroverebbero senza luce e riscaldamento da parte di Enel".
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell'Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)
(cc)

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

A Palazzo Santa Margherita si proietta per tutta la giornata un video con il diario della madre di Spoerri, il cui padre fu ucciso dai nazisti. Il progetto dell'associazione Ecad (Ebraismo, Culture, Arti drammatiche) prevede che nel Giorno della Memoria venga esposta e valorizzata un'opera legata alle persecuzioni naziste contro la cosiddetta "arte degenerata" e alle discriminazioni politiche e razziali perpetrate dal regime hitleriano. -

Modena, 27 gennaio 2016

"Histoire de mon petit Daniel" è il titolo di un video, quasi un racconto per immagini, in cui una mano sfoglia pagina per pagina il diario della madre di Daniel Spoerri, scritto tra il 27 giugno 1930 e l'ottobre del 1932, durante i primi due anni di vita dell'artista, il cui padre fui poi ucciso dai nazisti. Il documento viene proiettato alla Galleria civica di Modena che partecipa così insieme a numerosi altri musei italiani oggi, nel Giorno della Memoria, al progetto "La Shoah dell'arte", insignito della Medaglia del Presidente della Repubblica e patrocinato dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
Il progetto dell'associazione Ecad (Ebraismo, Culture, Arti drammatiche) prevede, infatti, che nel Giorno della Memoria venga esposta e valorizzata un'opera legata alle persecuzioni naziste contro la cosiddetta "arte degenerata" e alle discriminazioni politiche e razziali perpetrate dal regime hitleriano.
Nell'ammezzato di Palazzo Santa Margherita in corso Canalgrande 103, sarà appunto proiettato per tutta la giornata di oggi, 27 gennaio, il video "Histoire de mon petit Daniel", in orario di apertura della mostra "Daniel Spoerri. Eat Art in transformation" (dalle 10.30 alle 13 e dalle 15 alle 18). Alla Palazzina dei Giardini, inoltre, all'opera di Spoerri "Albero della civetta" sarà affiancato un testo scritto per l'occasione dal curatore Antonio D'Avossa, che svela il contenuto simbolico dell'opera legato agli eventi drammatici che hanno segnato l'infanzia dell'artista creatore della Eat Art.
Il diario della madre di Spoerri sfogliato nel video registra con puntualità ogni cambiamento del bambino: quanto pesa, quanto è cresciuto rispetto al mese precedente, ogni quante ore mangia. È segnato il giorno in cui per la prima volta si è nutrito con il latte vaccino, c'è il racconto di un viaggio a Galati, e una serie di fotografie con didascalia a fissare momenti di vita familiare: il giorno dopo la nascita, il primo ritratto di famiglia, il primo compleanno fino alla fotografia che chiude il diario, nella quale è ritratto insieme alla sorella nell'ottobre 1932. Solo pochi anni dopo, il padre di Spoerri, Isaac Feinstein, troverà la morte per soffocamento insieme ad altri 140 ebrei, per mano dei nazisti che avevano occupato la Romania. Nell'ottobre del '42, a dieci anni dall'ultima foto del diario, la famiglia di Daniel Spoerri ottiene il certificato di morte del padre, e Lidia, sua madre, può finalmente emigrare insieme ai suoi sei figli in Svizzera, alla ricerca della salvezza.
La mostra "Daniel Spoerri Eat Art in transformation", allestita nelle due sedi espositive della Galleria civica di Modena a Palazzo S. Margherita e alla Palazzina dei Giardini Ducali in corso Canalgrande, è visitabile gratuitamente da mercoledì a venerdì dalle 10.30 alle 13 e dalle 15 alle 18; sabato, domenica e festivi dalle 10.30 alle 19 a orario continuato; è chiusa al lunedì e martedì. Per informazioni: Galleria civica di Modena, tel. 059 2032911, ( www.galleriacivicadimodena.it ).
(Fonte: ufficio stampa Comune di Modena)

Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata ai rappresentanti del Governo centrale e locale dal Sindaco Fabio Fecci sul tema della sicurezza in Italia e a Noceto, dopo l'ultimo grave episodio di cronaca verificatosi il 28 dicembre scorso. Nel quartiere artigianale tre uomini dell'Est europeo a volto scoperto armati di accetta, manganello, coltello e cacciavite hanno fatto irruzione in un deposito di materiale edile e aggredito il titolare. -

Parma, 27 gennaio 2016

Sono Fabio Fecci, Sindaco del Comune di Noceto, un paese di tredicimila abitanti in provincia di Parma, con una passata esperienza come Assessore alla Sicurezza nell'Amministrazione Comunale della città di Parma.
E' da tempo che sto maturando l'idea di scrivere ancora in materia di sicurezza, riprendendo temi che come amministratore pubblico, anche con riferimento al ruolo ricoperto a Parma, ho dovuto affrontare e che mi hanno sempre visto in prima linea, perché per me la sicurezza è obiettivo di assoluta priorità, un fattore determinante per la qualità della vita dei cittadini.
Per questo ho sempre investito per quanto possibile sulla sicurezza adottando tutte quelle misure volte a limitare le problematiche e a fornire risposte concrete, sapendo che parliamo di una materia complicata e dinamica, che risente del mutare dei contesti economici e sociali e che per questo richiede soluzioni che per essere efficaci devono essere adottate con prontezza.
Ora, dopo cinque anni dalla mia ultima lettera aperta alla città di Parma inviata a febbraio 2011 e fatta pervenire anche al Governo centrale, torno a scrivere anche in virtù dell'ultimo grave episodio di delinquenza avvenuto nel mio paese il 28 dicembre scorso, dopo aver in parte metabolizzato l'accaduto che francamente ha lasciato me e tutta la nostra comunità molto scossi.

Il fatto: Noceto, ore 17.30, quartiere artigianale densamente popolato di insediamenti produttivi e di annesse abitazioni residenziali, tre uomini dell'Est europeo a volto scoperto armati di accetta, manganello, coltello e cacciavite fanno irruzione in un deposito di materiale edile, smurano e trascinano in strada la cassaforte. A questo punto irrompono i proprietari per affrontare i malviventi, che invece di mollare la presa li aggrediscono e prendono a manganellate il titolare, che necessiterà di suture alla testa presso il pronto soccorso. Dopo una colluttazione, finalmente i banditi fuggono, la cassaforte resta lì, in strada, dove un buco nell'asfalto rimane come testimonianza di quanto successo.
Il pensiero comune di quanti hanno vissuto il fatto è: poteva andare molto peggio, una persona poteva trovarsi con il cranio sfondato e un'altra deliberatamente investita dall'auto dei ladri in fuga.

Questo fatto avvenuto a Noceto – dove la delinquenza è episodica e di tipo predatorio senza che si registrino al momento feriti o vittime – come dicevo ha molto colpito la nostra comunità, pur nella consapevolezza che attorno a noi accadono episodi ben più efferati.
Più di un cittadino è venuto nuovamente da me per chiedere come ci si può tutelare, cosa si può fare, anche se mi sento di dire che qui da noi si sta facendo quanto possibile.
Mi riferisco – fra le altre cose - all'impiego di uomini della Polizia Municipale anche con turni notturni, al costante incremento del sistema di videosorveglianza, agli estendimenti ormai totali della pubblica illuminazione ed alla battaglia recentemente vinta per mantenere il presidio dei Carabinieri sul territorio. Quanto possibile, che però non basta!
Il cambiamento deve arrivare dal vertice, a livello centrale, dove occorre ripensare all'intero sistema della giustizia.
Questo unanime sentimento di rabbia, sdegno ed impotenza deve arrivare forte e chiaro dove c'è il potere di cambiare davvero le cose e dove spesso invece stanno quanti si sentono protetti ed intoccabili e non pensano al comune cittadino che invece si sente in balia oltre che dei problemi quotidiani anche della minaccia della delinquenza. E questa sensazione non fa che accrescere la dicotomia fra cittadini e politica e fa molto male anche alla democrazia.

Da tempo ho elaborato una serie di considerazioni e proposte che vado ad elencare e che spero possano costituire uno spunto di riflessione e portino ad azioni immediate perché così non è più possibile andare avanti.
Il problema della sicurezza pubblica, per chi non lo avesse ben chiaro e poiché spesso e volentieri viene strumentalizzato, non è né di destra né di sinistra ma deve essere risolto da chi ne ha la competenza, ossia dallo Stato.
L'Italia è purtroppo forse il paese con l'ordinamento giudiziario più garantista al mondo, è ormai impressione comune che ci sia una tutela maggiore per i diritti degli imputati rispetto a quelli della parte lesa: processi dalla durata infinita spesso azzerati dalla prescrizione, primato nell'abbondanza dei gradi di giudizio, riduzioni della pena, amnistie, indulti.
Ciò che appare evidente oggi all'opinione pubblica è che in Italia chi sbaglia NON paga, all'insegna di un " buonismo" che necessariamente conduce all'impunità.
Un buonismo che mischia sempre più i confini fra ciò che è bene e male, che svuota di significato l'etica su cui si basa la convivenza civile, che giustifica e legittima tutto.
E spalanca così le porte al baratro.
Occorre sburocratizzare certe procedure, snellire, attuare misure ineludibili, la pena non deve più essere una conseguenza poco probabile, eventuale e nebulosa, ma deve essere certa, chiara ed adeguata, senza vie di fuga e senza passare attraverso un groviglio di garanzie che la svuotano. Perché così si svuota la giustizia, si svuotano i diritti dei cittadini onesti, si fa passare il messaggio che qui da noi si può sbagliare perché tanto non succede niente.
E questo messaggio bene l'hanno recepito quanti scelgono di venire nel nostro Paese per delinquere. A questi, così come agli italiani che commettono reati - deve essere comminata una pena immediata e tradotta in misura detentiva con carcere duro, dopodichè – per chi non è italiano - devono prendere avvio le misure di espulsione. E per quanti non sono immediatamente identificabili perché stranieri senza documenti, le relative procedure potranno essere portate avanti e concluse dalle autorità preposte nel periodo della permanenza in carcere.
La certezza della pena è anche un deterrente perché riafferma il principio che chi sbaglia paga. Senza se e senza ma.
Occorre investire sui sistemi di identificazione, segnalazione, per così procedere nell'immediatezza all'arresto. Fondamentale anche abbreviare i tempi dei processi, delle espulsioni, perché chi non possiede i requisiti previsti dal nostro ordinamento per restare o chi viola le leggi è giusto che venga allontanato.
L'accoglienza è giusta, ma nel contesto di REGOLE PRECISE e di una sostenibilità che tutela il Paese che accoglie. Chi viene nel nostro Paese deve rispettare le nostre leggi, le nostre regole, la nostra cultura, le nostre tradizioni e conoscere bene la nostra lingua.
Senza questo c'è il caos.

Ma oltre a rivedere il sistema occorre anche la volontà di applicare le norme che già ci sono in maniera rigorosa. Cosa che in Italia purtroppo non accade, perché troppo spesso i percorsi giudiziari si arenano, prendono vie traverse per finire spesso nel nulla. E anche questo mostra l'inadeguatezza del nostro sistema, che non è in grado di usare gli strumenti di cui dispone.
Vorrei terminare con alcune considerazioni di specifico interesse degli Enti Locali, che vogliono investire risorse per garantire sicurezza, vista la latitanza dello Stato, aiutando così le nostre Forze dell'Ordine a garantire maggiore incolumità ai nostri concittadini.
Un primo passo deve essere fatto nella direzione di svincolare da ogni tipo di tetto di finanza locale le spese a favore della sicurezza, chi ha risorse deve avere la possibilità di impiegarle senza che le norme lo impediscano. Via libera quindi agli investimenti sulla videosorveglianza in rete fra le varie istituzioni preposte mediante utilizzo delle tecnologie più innovative per arrivare a sistemi identificativi e che consentano in diretta interventi immediati, sui sistemi di allarme, sulle colonnine SOS, sui sistemi di rilevazione sull'alcol e droghe, sulla pubblica illuminazione e sugli strumenti tecnologicamente avanzati per una maggiore qualificazione ed efficacia del lavoro degli operatori.
Ma non solo. Oltre che in risorse strumentali occorre appunto anche investire su quelle umane e quindi via libera alle assunzioni del personale preposto alla sicurezza , che non possono essere soggette alla disciplina vincolistica attualmente in vigore. Questo deve valere per il personale dei Comuni in riferimento alla polizia locale, ma anche per il personale dello Stato, ossia per tutti gli appartenenti alle Forze dell'Ordine.

E se il sistema pubblico non può arrivare ovunque, è necessario potenziare anche funzioni e qualificazione professionale della vigilanza privata, per una sua maggiore ed opportuna integrazione con le istituzioni preposte, coinvolgendola più attivamente nelle politiche a favore della sicurezza urbana. Questo consentirebbe anche la creazione di nuovi posti di lavoro.
E' la sinergia ed il coordinamento fra le varie forze presenti che consentono di ottenere risultati, per dare vita a quel concetto di sicurezza partecipata che vede il coinvolgimento attivo anche dei cittadini, chiamati a segnalare attraverso il "controllo di vicinato" ogni situazione sospetta e ad attivare corrette misure e comportamenti.
Tutto questo se venisse concretizzato, permetterebbe al cittadino di tornare a guardare alle istituzioni con rinnovata fiducia, sentendosi da esse tutelato, percependo quella sensazione di sicurezza che migliora indubbiamente la qualità della vita.
Mi rendo conto che sono temi caldi, importanti, ampiamente dibattuti, ma è sempre più evidente e ormai di urgenza estrema la necessità che il Governo adotti un piano declinato attraverso riforme concrete che vadano a maggior tutela dei cittadini onesti, che ne hanno pieno diritto.
Perché l'Italia non rimanga un paese di "azzeccagarbugli", ma si riaffermi una giustizia rapida, efficace e giusta, perché anche attraverso questo passa la sicurezza, un diritto primario, perché senza sicurezza non c'è libertà. PER NESSUNO.

Distinti saluti

Fabio Fecci
Sindaco di Noceto
Coordinatore provinciale ANCI
Vicepresidente vicario ANCI Emilia Romagna
Membro nazionale ANCI

(Fonte: ufficio stampa Comune di Noceto)

In una interrogazione alla Giunta regionale, il consigliere torna a chiedere verifiche sul corretto uso di locali autorizzati per il prevalente svolgimento di attività di promozione sociale. Fabio Rainieri (Ln): "Servono nuovi controlli".

Parma, 26 gennaio 2016

"La Giunta regionale dovrebbe attivarsi perché siano effettuati nuovi e più severi controlli nei locali di via Zandonai, a Busseto, al fine di verificare che non siano indebitamente utilizzati come moschea, usufruendo di deroghe per attività di promozione sociale in realtà non svolta o svolta solo occasionalmente".

E' quanto chiede Fabio Rainieri (Ln) con una nuova interrogazione presentata alla Giunta per ulteriori chiarimenti sulle attività svolte a Busseto (Pr) dall'associazione 'Bel Agire', che rientra nell'elenco delle associazioni riconosciute di cittadini stranieri a Parma e provincia e i cui soci sarebbero in grande prevalenza di fede islamica.

Il consigliere ricorda che per il rilascio dell'autorizzazione "è stato considerato il fatto che le attività di culto che si svolgono nei locali in questione debbano rivestire carattere marginale rispetto alle attività di promozione sociale. E tuttavia- prosegue- mentre la Giunta regionale ha dichiarato che i controlli effettuati dalla Polizia municipale non sarebbero sufficienti a dimostrare che l'attività di culto sia prevalente rispetto a quella di promozione sociale, rimangono i dubbi sollevati da un consigliere, in Consiglio comunale, il quale senza essere smentito avrebbe definito 'sommari' tali controlli e avrebbe anche fatto notare che se le attività di culto sono state comunque riscontrate, non sarebbe al contrario mai emersa in quei locali la presenza di attività di tipo sociale prevista dallo statuto come prevalente". Di qui la richiesta alla Giunta per sapere se abbia riscontri in tal senso e se, nel caso venissero rilevate irregolarità non conformi alle autorizzazioni, sia pronta a cancellare l'iscrizione di 'Bel Agire' dal Registro delle associazioni di promozione sociale.

Tutti gli atti consiliari – interrogazioni, interpellanze, risoluzioni, progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell'Assemblea legislativa al link: www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa) 

(is)

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

Martedì, 26 Gennaio 2016 16:06

Novellara: installati due nuovi autovelox

Il servizio lavori pubblici del Comune di Novellara ha appena ultimato l'installazione di due autovelox in via Provinciale nord, in direzione Campagnola Emilia donati nei mesi scorsi dal Presidente e CEO di Tecnove Alberto Lombardini.

Lo scopo delle strutture collocate è quello di essere un utile deterrente per la riduzione della velocità sempre sostenuta su quel trafficato tratto di strada. Una strumentazione che va ad aggiungersi alle recenti dotazioni del Copro Unico Polizia Municipale: il sistema di controllo degli accessi, cosiddetti varchi, per monitorare le più importanti strade al fine consentire di identificare e segnalare l'accesso al territorio di veicoli potenzialmente pericolosi, i dispositivi mobili per il controllo del traffico per individuare i veicoli che circolano senza titolo o perché privi di assicurazione e/o revisione, i tablet per interrogare in tempo reale la Motorizzazione civile in merito alla regolarità dei veicoli in circolazione e sosta.

L'amministrazione comunale ha accolto con gratitudine e sorpresa la volontà di Lombardini di donare queste strutture all'amministrazione: "Cercare di mettere in maggiore sicurezza quel tratto di strada, per chi lavora, transita quotidianamente, o va a far la spesa è un gesto di grande attenzione e cura per la propria comunità" afferma il Sindaco Elena Carletti che non manca di rivolgere ancora i più sentiti ringraziamenti per questa insolita ed speciale donazione.

Comune di Novellara (RE)
Piazzale Marconi, 1
tel. 0522-655459 - fax. 0522-652057

www.comunedinovellara.gov.it  Facebook: Comune di Novellara twitter: @ComuneNovellara 

(Fonte: ufficio stampa Comune di Novellara)

Presso la media Calvino di via Boscarelli – alla presenza dell'assessora alle Politiche Giovanili Giulia Piroli – e a seguire, presso la media Anna Frank di via Manzoni, si è svolta la prima tappa del progetto pedagogico e culturale "Domani scriverai ancora, sulle tracce di Anna Frank".

Piacenza, 26 gennaio 2016

Si intitola "Domani scriverai ancora, sulle tracce di Anna Frank", il progetto pedagogico e culturale promosso dall'Amministrazione comunale in collaborazione con la Fondazione Anne Frank di Basilea, che finanzia totalmente l'iniziativa. Obiettivo, realizzare un diario scritto in totale libertà dai ragazzi in età adolescenziale, composto in forma anonima con la sola eccezione delle date e del nome della scuola coinvolta.
Questa mattina si è svolta la prima tappa, presso la media Calvino di via Boscarelli – alla presenza dell'assessora alle Politiche Giovanili Giulia Piroli – e a seguire, presso la media Anna Frank di via Manzoni.
"L'iniziativa, già realizzata a Genova – spiega l'assessora Piroli – nasce con l'intento di favorire la libertà di espressione e la creatività nei ragazzi, portandoli a instaurare tra loro un dialogo profondo. Da questo diario collettivo, che estrapolerà le pagine migliori scritte da ogni giovane partecipante, oltre alle foto che gli studenti vorranno scattare per arricchire il testo, nascerà un libro. E' bello pensare che anche Piacenza farà parte di questo mosaico".

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(Fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)

La cooperativa sociale di Modena specializzata nell'accoglienza dei profughi e rifugiati, attiva anche nel campo delle dipendenze e gestione di canili ha compiuto 30 anni. Giovedì 28 gennaio al Baluardo l'evento che celebra la ricorrenza. -

Modena, 26 gennaio 2016

Ha compiuto trent'anni Caleidos, la cooperativa sociale di Modena specializzata nell'accoglienza dei profughi e rifugiati, attiva anche nel campo delle dipendenze e gestione di canili. La ricorrenza viene festeggiata dopodomani – giovedì 28 gennaio – alle 18 al Baluardo della Cittadella con un incontro condotto dalla giornalista Giulia Bondi, esperta di immigrazione. Intervengono i docenti universitari Enrico Giovannetti ed Everardo Minardi, rappresentanti di Confcooperative Modena, del Consorzio di Solidarietà Sociale e delle amministrazioni locali.

Nata a Sassuolo nell'ambito dell'associazionismo cattolico con il nome SolDoFa (Solidarietà Donare Facendo) per assistere giovani disabili, nel 2008 ha assunto il nome di Caleidos cooperativa sociale e trasferito la sede legale a Modena. «Quando abbiamo cominciato eravamo in venti, ora siamo 120 – racconta la presidente di Caleidos Elena Oliva, che guida anche Federsolidarietà (l'organismo che rappresenta le cooperative sociali aderenti a Confcooperative Modena) - I nostri operatori aiutano tutti i giorni persone che hanno bisogno (stranieri, tossicodipendenti, prostitute), oppure accudiscono animali. Sono dei professionisti "speciali", perché chi lavora nel sociale deve avere qualcosa in più, oltre alle competenze richieste in qualsiasi professione». Attualmente Caleidos cooperativa sociale si occupa di assistenza a persone con problemi di dipendenza, attività di sensibilizzazione nelle scuole, centri per stranieri, mediazione linguistico-culturale, integrazione, unità di strada per prostitute e gestione di canili comunali; inoltre Caleidos ha aperto Nostra Tellus, un'azienda agricola che si trova a S. Cesario sul Panaro e nella quale, sotto la guida di un tecnico agronomo, lavorano nove migranti giunti a Modena nell'ambito dell'operazione Mare Nostrum.

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)

Il documento ufficiale discusso alla Camera dei Deputati per la regolamentazione degli Home Restaurant. Anche nella nostra città e sul nostro territorio è un fenomeno che si è largamente sviluppato, ma che manca ancora di una precisa regolamentazione. -

Parma, 26 gennaio 2016

La scorsa settimana durante la X^ Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati si è aperto il dibattito sul tema dell'Home Restaurant. Nel corso dell'audizione, alla quale hanno partecipato il presidente nazionale, Esmeralda Giampaoli e il direttore nazionale Fiepet Confesercenti, Tullio Galli, sono state ribadite le posizioni della Fiepet, relativamente alla indispensabile equiparazione delle regole che mettano sul piano della parità sia gli operatori professionali sia i soggetti che intendono esercitare questa attività di SOCIAL EATING, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti di carattere igienico-sanitario, fiscale e di professionalità imprenditoriale, e tenuto altresì conto della risoluzione del Ministero dello Sviluppo Economico sull'argomento in questione.

Di seguito il documento ufficiale, consegnato agli atti, che compendia la posizione della Fiepet con la proposta di regolamentazione legislativa di questa disciplina.

Il fenomeno "Home restaurant", dal punto di vista giuridico, è attualmente privo di una propria disciplina, e ciò comporta seri problemi di ordine concorrenziale, sanitario e fiscale.
E' per questo che FIEPeT-Confesercenti ha commissionato al CST, Centro di Studi Turistici, un'indagine sulla rilevanza del fenomeno, le cui risultanze rivelano come l'universo degli Home restaurant in Italia abbia generato nel 2014 introiti pari a 7,2 milioni di euro, con il primato della Lombardia (con una quota di circa 1,9 mln di euro, pari a oltre un quarto del fatturato totale), ma introiti oltre il milione di euro anche nel Lazio (1,4 mln) e in Piemonte (1,1 mln); nello stesso anno sono stati proposti circa 86mila eventi di "social eating", con la partecipazione di circa 300mila persone, che hanno sostenuto una spesa media stimata di 23,70 euro pro-capite, per un incasso medio per singolo evento pari a 194,00 euro. Sono risultati attivi più di 7mila cuochi "social", ognuno dei quali ha incassato in media 1.002,51 euro, con un trend in sicura crescita.
E' chiaro che tutto ciò comporta un'indebita concorrenza al settore della ristorazione tradizionale. Il rispetto o meno delle regole cui sono sottoposti gli operatori economici è infatti uno degli elementi che più qualificano il funzionamento dell'economia e ne determinano le capacità di sviluppo.
E le regole che caratterizzano le attività della ristorazione sono indubbiamente numerose e severe.
Basti pensare che, fin dal suo avvio, un'attività di somministrazione di alimenti e bevande viene limitata da parametri di vario genere, fino a poco tempo fa finanche di tipo strutturalmente regolatorio, mediante distanze e contingenti numerici, oggi di tipo qualitativo, in ossequio all'art. 64 del D. Lgs. n. 59/2010, con cui è stata recepita la Direttiva "Bolkestein".
Questo prevede, infatti, che i comuni, nelle zone del territorio da sottoporre a tutela, possano adottare provvedimenti di programmazione delle aperture degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande al pubblico: tale programmazione può prevedere, sulla base di parametri oggettivi e indici di qualità del servizio, divieti o limitazioni all'apertura di nuove strutture, quando ragioni non altrimenti risolvibili di sostenibilità ambientale, sociale e di viabilità rendano impossibile consentire ulteriori flussi di pubblico nella zona senza incidere in modo gravemente negativo sui meccanismi di controllo, in particolare per il consumo di alcolici, e senza ledere il diritto dei residenti alla vivibilità del territorio e alla normale mobilità.
Inoltre, per esercitare l'attività, il titolare o un suo delegato devono possedere requisiti professionali che implicano la frequenza di corsi, il superamento di esami, il possesso di titoli di studio o una determinata pratica professionale prolungatasi e mantenutasi nel corso di alcuni anni.
L'esercizio deve rispondere a precisi requisiti sanitari, quanto alle misure e alle dotazioni di locali e attrezzature, come previsto dai regolamenti locali d'igiene. In particolare, devono essere presenti bagni per gli addetti e per i clienti, divisi per sesso, nonché per portatori di handicap.
L'attività deve rispettare la legislazione comunitaria e nazionale sull'igiene degli alimenti e la nuova disciplina sull'informazione e sulla pubblicità dei prodotti alimentari, che contiene stringenti regole sulla comunicazione relativa alla presenza degli allergeni nei piatti somministrati.
Dal punto di vista lavoristico il personale deve essere ovviamente in regola con le norme relative alle assunzioni, ai contratti collettivi nazionali di lavoro, alla formazione professionale, alla contribuzione previdenziale.
Infine, l'esercizio dovrà corrispondere quanto previsto dalla legislazione nazionale e dai provvedimenti comunali ai fini delle imposte e tasse e dei tributi locali, che prevedono onerosi versamenti per lo smaltimento dei rifiuti speciali e l'occupazione del suolo pubblico. Per non dire dei diritti relativi alla diffusione di musica da corrispondere a SIAE e società di collecting.
Tutto ciò, va immediatamente evidenziato, non riguarda l'attività di un Home restaurant, che non conosce limiti all'accesso, non deve formalmente rispettare norme in tema di requisiti professionali, di dotazioni strutturali, né la disciplina in materia di alimenti, non è assoggettata ai controlli degli Ispettorati del lavoro, non versa contributi previdenziali per il lavoro autonomo né per i dipendenti, diffonde musica d'ambiente senza versare diritti ad alcun Ente.
E' chiaro come i mercati e le imprese sottoposte a un eccesso di carico regolatorio, quando un numero non esiguo di operatori riesce a eludere tali regole, finiscano per subire effetti avversi.
Nel caso che ci occupa, quello che per qualche tempo era un mero fenomeno di costume si è presto trasformato in un business, poiché gli incontri gastronomici non si realizzano con il semplice strumento dell'invito a cena privato e/o del passaparola, ma sono organizzati mediante la rete internet e l'intervento di soggetti terzi che intermediano la prestazione, su veri e propri siti dedicati.
Tecnicamente, gli host (padroni di casa) si iscrivono al sito e propongono la data, un menù e un prezzo. Gli ospiti (guest) attratti dalla proposta, inviano una richiesta di partecipazione alla serata, e pagano la cifra stabilita dal proprietario di casa direttamente sul sito, che applica al prezzo una commissione a carico degli ospiti e invia l'incasso all'host.
Finora tutto ciò si è svolto fuori da ogni regola di diritto, in un ambito totalmente libero da un punto di vista amministrativo e fiscale, ma è ovvio che, quanto più un'occasione di puro intrattenimento assume i contorni di una vera e propria attività economica, tanto più necessita di una disciplina.
Per tali motivi, il Ministero dello sviluppo economico, rispondendo al quesito posto da una Camera di commercio, che chiedeva informazioni inerenti l'apertura e la gestione di un'attività che si caratterizza per la preparazione di pranzi e cene presso un domicilio privato in giorni dedicati e per poche persone, trattate come ospiti personali ma paganti, ha emesso una Risoluzione (n. 50481, del 10 aprile 2015) che attualmente offre l'unica possibile chiave di lettura del fenomeno Home restaurant dal punto di vista del trattamento giuridico.
Il MISE ricorda anzitutto che la legge 25 agosto 1991, n. 287, sulla disciplina della somministrazione di alimenti e bevande, così come modificata dal D. Lgs. 26 marzo 2010, n. 59, distingue tra attività esercitate nei confronti del pubblico indistinto e attività riservate a particolari soggetti. Detta legge, all'art. 1, dispone in particolare che "per somministrazione si intende la vendita per il consumo sul posto" che si esplicita in "... tutti i casi in cui gli acquirenti consumano i prodotti nei locali dell'esercizio o in una superficie aperta al pubblico, all'uopo attrezzati".
Ad avviso del Ministero, l'attività in discorso, anche se esercitata solo in alcuni giorni dedicati e tenuto conto che i soggetti che usufruiscono delle prestazioni sono in numero limitato, non può che essere classificata come un'attività di somministrazione di alimenti e bevande, in quanto, sebbene i locali in cui i prodotti vengono preparati e serviti siano privati, sono comunque locali attrezzati aperti alla clientela.
Non si può infatti parlare che di clientela, dal momento che la fornitura delle prestazioni comporta il pagamento di un corrispettivo e, quindi, "anche con l'innovativa modalità, l'attività in discorso si esplica quale attività economica in senso proprio"; di conseguenza, essa "non può considerarsi un'attività libera e pertanto non assoggettabile ad alcuna previsione normativa tra quelle applicabili ai soggetti che esercitano un'attività di somministrazione di alimenti e bevande".
Pertanto, a parere del MISE, considerata la modalità con la quale i soggetti interessati intendono esercitare, devono applicarsi le disposizioni di cui all'art. 64, comma 7, del D. Lgs. n. 59/2010.
Ciò significa che, previo possesso dei requisiti soggettivi di cui all'art. 71 del D. Lgs. n. 59, detti soggetti sono tenuti a presentare la segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) o a richiedere l'autorizzazione, ove trattasi di attività svolte in zone tutelate.
In definitiva, in linea con quanto affermato dal Ministero, per avviare un'attività di Home restaurant gli interessati dovrebbero:
- presentare i requisiti di onorabilità per l'esercizio di un'attività di somministrazione di alimenti e bevande;
- acquisire i requisiti professionali per la somministrazione di alimenti e bevande;
- presentare una SCIA o, per le zone tutelate soggette a programmazione, una richiesta di autorizzazione.
Non solo, trattandosi di attività a tutti gli effetti disciplinata dalle norme in materia di somministrazione di alimenti e bevande, l'interessato dovrebbe anche rispettare la normativa urbanistico edilizia e quella igienico-sanitaria.
E ciò porta con sé anche che, fino ad un'eventuale diversa disciplina, l'attività andrebbe considerata attività d'impresa, con l'obbligo di iscrizione al Registro delle imprese e gli adempimenti di tipo fiscale e contributivo.
In mancanza, l'attività esercitata dovrebbe essere considerata abusiva, con l'applicazione delle consequenziali sanzioni.
Nella pedissequa applicazione di tale interpretazione, ovviamente, l'esercizio di un Home restaurant quale attività che sfugge alle norme di settore della somministrazione di alimenti e bevande sarebbe impossibile: ma la conseguenza è inevitabile, se chi intende svolgere l'attività in questione lo fa con caratteristiche che travalicano l'aspetto dell'occasionalità, realizzando piuttosto un business in diretta - e sleale - concorrenza con le imprese che tale attività svolgono professionalmente e nel rispetto di regole (come si è visto) stringenti e onerose.
Pertanto è necessario, a nostro avviso, che il legislatore intervenga, fissando i limiti oltre i quali un fenomeno di costume diventa attività d'impresa ed, in tal caso, prevedendo le regole che mettano sul piano di parità operatori professionali e soggetti che vogliono ritagliarsi un ruolo nuovo nel panorama della ristorazione ma che, se ciò intendono fare, devono farlo garantendo la sicurezza e la salute dei consumatori, competendo lealmente con chi organizza la propria attività secondo precisi dettami normativi, versando all'erario la propria parte di contribuzione, secondo canoni di proporzionalità, come vuole la Costituzione.

(Fonte: ufficio stampa Confesercenti Parma)

Martedì, 26 Gennaio 2016 10:48

Fondazione Cariparma: al via i Bandi 2016

Fondazione Cariparma apre la raccolta delle richieste di contributo per l'anno 2016. Dal 1° febbraio al 15 marzo sarà infatti possibile inviare proposte progettuali riferite ai seguenti settori di intervento: "Volontariato, Filantropia e Beneficenza", "Salute pubblica, medicina preventiva e riabilitativa", "Arte, attività e beni culturali" e "Educazione, istruzione e formazione".

Questi i Bandi specifici:

"VOLONTARIATO, FILANTROPIA E BENEFICENZA": iniziative volte al contrasto e al superamento delle condizioni di disagio, acuite dalla crisi economica, vissute da diverse fasce della popolazione; (il budget a disposizione ammonta a Euro 3.500.000).

"SALUTE PUBBLICA, MEDICINA PREVENTIVA E RIABILITATIVA": progetti volti a qualificare, diversificare ed integrare il sistema dei servizi sanitari, tenendo in particolare considerazione la capacità dei progetti di favorire maggiore efficienza, efficacia e qualità del servizio sanitario oltre che la fornitura di servizi innovativi non adeguatamente disponibili; (il budget a disposizione ammonta a Euro 1.000.000).

"RETI D'ARTE": prevede sia progetti per la realizzazione di manifestazioni culturali promossi da reti di enti ed organizzazioni del territorio sia progetti rivolti alla valorizzazione di gruppi di beni culturali, legati da un percorso storico, filologico o turistico coerente; (il budget a disposizione ammonta a Euro 500.000).

"INFRASTRUTTURE SCOLASTICHE": iniziative di riqualificazione degli edifici scolastici con particolare attenzione alla riqualificazione energetica; (il budget a disposizione ammonta a Euro 750.000).

Inoltre dal 16 marzo al 16 aprile 2016 sarà aperto il Bando "Innovazione Didattica", finalizzato ad iniziative rivolte alla promozione del successo scolastico ed al miglioramento del sistema educativo provinciale; tale bando è riservato esclusivamente agli Istituti Scolastici pubblici o paritari organizzati in rete, con sede nella provincia di Parma; (il budget a disposizione ammonta a Euro 750.000).

Si evidenzia che Fondazione Cariparma sosterrà progetti o iniziative il cui oggetto o i cui effetti ricadano nella provincia di Parma.

È importante sottolineare che la modalità di raccolta delle richieste di contributo avverrà esclusivamente per via telematica collegandosi al sito internet della Fondazione Cariparma ( www.fondazionecrp.it ), sezione in home page "Come richiedere un contributo"; sul sito sono già comunque presenti e consultabili tutte le informazioni riguardanti la procedura di richiesta contributo, unitamente al "Disciplinare per l'accesso agli interventi erogativi 2016"; si consiglia un'attenta lettura del suddetto "Disciplinare", nonché del documento, parimenti consultabile sul sito, "Metodi e obiettivi per l'efficace compilazione delle richieste di contributo 2016".

Si ricorda inoltre che è prevista l'apertura di una Sessione Erogativa Generale finalizzata alla raccolta di richieste di contributo di piccolo importo (massimo importo richiedibile ed erogabile Euro 10.000) riferite ad aree tematiche non rientranti in alcun Bando specifico; tali domande devono essere presentate sempre attraverso la modalità on line dal sito della Fondazione (date di apertura per l'anno 2016: prima sessione 1° febbraio -30 aprile e seconda sessione 1° maggio – 31 ottobre).

Gli Uffici della Fondazione sono a disposizione del pubblico per qualsiasi informazione o chiarimento, telefonicamente o previo appuntamento, nei giorni:

lunedì e mercoledì dalle ore 14.30 alle ore 16.30
martedì e giovedì dalle ore 9.00 alle ore 13.00

(Fonte: ufficio stampa Fondazione Cariparma)

Partnership strategica sul primo mercato per export (quasi 8.000 tonnellate) con l'Associazione "Jeunes Restaurenteurs", punto di riferimento per i consumatori tedeschi. L'Ente di tutela ha siglato in questi giorni una vera e propria "alleanza". -

Reggio Emilia, 26 gennaio 2016 -

Il Consorzio del Parmigiano Reggiano rafforza decisamente le proprie azioni sulla ristorazione di qualità tedesca.
Dopo alcuni anni di proficua collaborazione, infatti, l'Ente di tutela ha siglato in questi giorni una vera e propria "alleanza" con la sezione dell'Associazione "Jeunes Restaurenteurs" presente in Germania, Paese che si colloca ai vertici delle esportazioni di Parmigiano Reggiano, con un volume che si attesta attorno alle 8.000 tonnellate e un trend di crescita che dal 2012 ad oggi ha consentito di incrementare i flussi per quasi 1.000 tonnellate.

"La partnership con la sezione tedesca dell'Associazione - sottolinea il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai - rientra nell'ambito delle azioni sempre più intense e specifiche che abbiamo rivolto al mondo della ristorazione di qualità e alle associazioni che, in Italia e nel mondo, rappresentano cuochi e chef".
"L'alleanza con la JRE in Germania - spiega Alai - nasce poi, in specifico, dal fatto che in Germania i locali in cui operano gli chef dell'Associazione costituiscono punti di riferimento particolarmente considerati dai consumatori, che apprezzano anche il particolare dinamismo dell'organizzazione, la completezza delle sue guide (diffuse in 100.000 copie) e le sue importanti attività di formazione, che si sviluppano anche attraverso quella "Eliteklasse" che, in Germania, rappresenta l'unica scuola destinata a quanti rappresentano l'élite in fatto di ristorazione".

Un giovane chef di jRE nel corso di un evento realizzato in collaborazionen con il Parmigiano Reggiano rid

Un giovane chef di jRE nel corso di un evento realizzato in collaborazionen con il Parmigiano Reggiano

"La formalizzazione di questa partnership - sottolinea il direttore del Consorzio, Riccardo Deserti - rende innanzitutto più organico e stabile il lavoro di collaborazione iniziato in questi anni con l'Associazione Jeune Restaurenteurs, ma ci consentirà di sviluppare nuove e rilevanti iniziative finalizzate a far conoscere di più e meglio le caratteristiche del Parmigiano Reggiano, che sono innanzitutto legate all'assoluta naturalità del prodotto, ad un legame profondo con un territorio specifico e alle differenze che si determinano in funzione della durata della stagionatura".
"In tal senso - prosegue Deserti - sono previsti appuntamenti di formazione per i membri dell'Associazione, che vanno organicamente ad integrare una collaborazione che nel 2015 già ci ha visto fianco a fianco, ad esempio, in degustazioni nei ristoranti di diversi membri di JRE, in seminari tenuti nella "Eliteklasse" e in una "full immersion" nel mondo del Parmigiano Reggiano che per una settimana ha impegnato 25 chef dell'Associazione operanti nelle principali città tedesche".
Per l'Associazione "Jeunes Restaurenteurs", conosciuta in tutto il mondo, la Germania rappresenta una vera e propria roccaforte, così come per il Parmigiano Reggiano lo è quel mercato tedesco che in termini di esportazioni precede la Francia e gli Stati Uniti, dove pure i consumi continuano a crescere a due cifre.

(Fonte: Centro Stampa Comunicazione Integrata Consorzio del Parmigiano Reggiano)

La Città di Guastalla, il Teatro Ruggeri e l A.N.P.I. Guastalla propongono "Cronache di una inconfessabile vergogna", lettura scenica da I sommersi e i salvati di Primo Levi e L'istruttoria di Peter Weiss a cura di Antonella Panini ore 9,30 e 11,15 per le scuole, ore 21.00 per tutti.

Reggio Emilia, 25 gennaio 2016

In occasione della Giornata della Memoria Mercoledì 27 gennaio 2016, alle ore 9,30 e 11,15 per le scuole e alle ore 21 per tutti, la Città di guastalla, il Teatro Ruggeri e l A.N.P.I. Guastalla propongono "Cronache di una inconfessabile vergogna", lettura scenica da "I sommersi e i salvati" di Primo Levi e "L'Istruttoria" di Peter Weiss a cura di Antonella Panini.

Dall'ultimo Libro di Primo Levi arriva diretta una riflessione analitica e un monito all'umanità

Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte e oscurate: anche le nostre.
Primo Levi

Dall'aula del Tribunale di Francoforte sul Meno tra il 63 e il 65 si ascoltano testimoni e imputati, nel processo contro gli Ufficiali SS e i funzionari del Lager di Auschwitz.
L'istruttoria di Weiss racconta teatralmente quel processo in cui si giudica il più grande crimine commesso dall'umanità contro se stessa.

Per questa lettura scenica, Antonella Panini, orchestra brani da L'istruttoria con le parole di Primo Levi del suo I sommersi e i salvati che suonano a commento e riflessione degli atti processuali e rispondono a domande e temi contemporanei di urgente attualità. Si creano così in scena due piani della memoria e del tempo: quello del ricordo e quello dell'oblio, quello del passato e quello del presente. L'accento è posto non solo sulle atrocità testimoniate ma su ciò che ha generato una tal degenerazione umana, affinchè la memoria non sia ricordo ma responsabilità nell'agire quotidiano di ognuno e attenzione al presente.

in scena Marco Morellini e Laura Pazzaglia (Ars Ventuno Drama) Fiorello Tagliavini, Aldo Buti, Gianmarco Gradellini.

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La società di promozione del centro storico nella giornata di Sabato 23 gennaio ha staccato un assegno di 2.500 euro: il ricavato della raccolta fondi si è svolta in occasione del Trenino di Natale, che ha animato il centro storico di Modena fino al 6 gennaio. 

Modena 25 gennaio 2016

Sabato scorso Peter Zehentleitner, amministratore unico di Trenkwalder, insieme a Mauro Rossi e Maria Carafoli, rispettivamente Presidente e Direttore di Modenamoremio, hanno consegnato a Erio Bagni, Presidente dell'Associazione Sostegno Ematologia Oncologia Pediatrica Onlus (ASEOP), e al Vice Presidente Nelusco Maini, un assegno di 2.500,00 euro.

La somma è stata raccolta in occasione del Trenino di Natale che ha animato il centro storico di Modena fino al 6 gennaio 2016. La cifra corrisposta ad ASEOP contribuirà a realizzare la Casa di Accoglienza "La casa di Fausta" per i bambini ricoverati presso il Dipartimento Materno Infantile, dell'Azienda Ospedaliero Sanitaria Policlinico di Modena, e loro famiglie.

Questo importante risultato deve essere motivo di orgoglio per Modenamoremio, per chi partecipa ormai da anni alla realizzazione dell'iniziativa, e per tutta la città.

(Fonte: ufficio stampa Modenamoremio)

Tredici, complessivamente, gli istituti superiori reggiani che hanno aderito all'iniziativa con quasi 400 studenti iscritti. Esperienze vissute fianco a fianco con imprenditori e professionisti. Negli interessi dei giovani prevalgono le professioni sanitarie, socio-assistenziali e le attività degli studi professionali. -

Reggio Emilia, 25 gennaio 2016

Sono le professioni sanitarie ad esercitare il maggior fascino sui quasi 400 studenti reggiani che hanno partecipato in queste settimane al "JobDay" della Camera di Commercio, l'originale esperienza di orientamento al lavoro che consente ai giovani che si avvicinano al diploma di maturità di entrare a diretto contatto con imprenditori e professionisti, vivendo al loro fianco l'esperienza di una giornata di lavoro.
Ben 100 dei quasi 400 partecipanti al "JobDay", infatti, sono stati protagonisti degli incontri che, grazie alla collaborazione del Servizio Formazione, Qualità, Rapporti con Università e Terzo Settore dell'Arcispedale "Santa Maria Nuova", hanno vissuto una testimonianza diretta sulle competenze richieste ogni giorno per lavorare come chirurgo, fisioterapista, logopedista, ostetrica, rianimatore, patologo, psicologo, oculista, bio-informatico e neuropsichiatra infantile.

Incontro all Arcispedale Santa Maria Nuova rid

Nelle scelte degli studenti hanno largamente prevalso, oltre al settore sanitario, anche il socio-assistenziale, della libera professione, di marketing e dei servizi turistico-commerciale, ambiti nei quali sviluppare il percorso di orientamento e tutoraggio. Numerosa inoltre la richiesta di affiancare figure istituzionali come quelle delle forze dell'ordine, di formazione e istruzione e culturali.

Un dato - sottolinea la Camera di Commercio - che si spiega alla luce di un quadro complessivo delle iniziative di orientamento attivate nella provincia di Reggio Emilia nel quale l'interesse per il lavoro nell'industria manifatturiera viene soddisfatto attraverso altri canali che chiamano in causa l'intenso lavoro sviluppato dalle associazioni imprenditoriali reggiane del comparto e dagli Istituti tecnici e/o professionali.
Tredici, complessivamente, gli istituti superiori reggiani che hanno aderito all'iniziativa con quasi 400 studenti iscritti - il dato più rilevante dall'avvio del "JobDay" (nel 2012) ad oggi - per la maggioranza dei quali è stato poi possibile realizzare questa esperienza diretta e coinvolgente (e alcune sono ancora in corso) nel mondo del lavoro.

Affiancamento con un imprenditore agricolo rid

Fra le richieste più singolari spicca l'esperienza - realizzata - di una giovane aspirante sceneggiatrice, insieme a quelle di fumettista, restauratore, designer di gioielli.
"Siamo molto grati – sottolinea il presidente della Camera di Commercio, Stefano Landi - agli enti, alle imprese e ai professionisti che si sono resi disponibili per ospitare i ragazzi, consentendo loro di allargare orizzonti di conoscenza e di verificare sul campo quali siano le possibilità concrete e gli impegni richiesti per un inserimento nel mondo del lavoro".
Sono già partite le operazioni preliminari per il JobDay 2016. Le aziende e i professionisti disponibili ad ospitare gli studenti, possono inviare una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

A fianco della Polizia di Stato rid

(Fonte: Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)

Serpagli: "A breve l'appalto del Ponte di Ragazzola. Dalla Regione in arrivo 6 milioni di euro per le strade di Montagna e 2 per quelle della Bassa." Il numero dei consiglieri si riduce da 13 a 12 per la mancata surroga di Censi, decaduto in quanto non più Sindaco di Zibello." -

Parma, 25 gennaio 2016 –

Si è aperto con due interrogazioni sulla viabilità il Consiglio provinciale di stamattina, la prima del Consigliere Giordani sull'andamento dei lavori sul Ponte Verdi di Ragazzola e la seconda del Consigliere Conti sullo stato delle strade di montagna.
Ha risposto ad entrambe il Delegato Serpagli. "A Ragazzola siamo intervenuti con somma urgenza per mettere in sicurezza la trave danneggiata, e ora siamo in attesa dell'annuncio ufficiale del finanziamento di 500 mila euro dalla Regione Emilia Romagna, che ci è stato già preannunciato – spiega Serpagli – Stiamo operando in stretta collaborazione con l'assessore Donini; a breve l'appalto dell'opera e l'inizio dei lavori. L'intervento in carico alla Regione Lombardia riguarda solo l'asfaltatura." Serpagli ha ribadito l'importanza del ponte per il traffico pesante e il grande impegno della Provincia. Tuttavia i tempi di realizzazione non saranno brevissimi, trattandosi di un'opera molto complicata, che all'epoca era stata realizzata in modo sperimentale. Si prevede comunque di riaprire le due corsie in primavera.
Circa le strade di montagna, Serpagli ha risposto che sono stati assegnati tutti i lavori entro il 31 dicembre scorso, condizione indispensabile per non perdere i finanziamenti regionali.
"Si tratta di quasi 6 milioni di euro in montagna e 2 milioni per la Bassa, tutti interventi molto importanti" afferma Serpagli, che ringrazia i dipendenti della Provincia per le "corse immani" fatte per arrivare in tempo all'appuntamento di fine anno. Ora si tratta di allestire i cantieri, che saranno operativi da febbraio.

Ancora Conti ha poi chiesto che tutti gli amministratori locali vengano informati dei risultati della Conferenza regionale sulla montagna svoltasi nei giorni scorsi a Castelnuovo Monti, a cui ha partecipato il Delegato Moretti in rappresentanza della Provincia.
Moretti ha assicurato che i materiali saranno pubblicati sul sito della Regione, ha spiegato che nei prossimi anni verranno messi a disposizione dei territori complessivamente 705 milioni di euro; la Commissione Montagna del Consiglio provinciale farà da trait d'union e da stimolo per raccogliere proposte e suggerimenti sul loro utilizzo.

Il Consiglio ha poi preso atto all'unanimità di un debito fuori bilancio a seguito di una sentenza sfavorevole su un danno causato una decina d'anni fa ad una proprietà privata.

Quindi il presidente Fritelli ha reso noti gli impegni istituzionali del 27 gennaio, Giornata della Memoria, che sarà celebrata con Comune e Prefettura di Parma, con un momento commemorativo alla Casa della Musica alle 10, e una seduta congiunta di Consiglio Provinciale e Consiglio Comunale alle 15,30 presso il Tribunale, nell'Aula della Corte d'Assise.

Infine, il Presidente Fritelli ha annunciato la riformulazione di alcune deleghe, quelle che dal 1° gennaio sono di competenza regionale, su cui il Consiglio avrà da ora in poi solo funzioni di coordinamento politico (Agricoltura, Caccia e Pesca, Ambiente, protezione Civile, Attività produttive, commercio e Turismo, Formazione professionale).

Provincia di Parma - Ufficio stampa
Tel. 0521 931 583
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(Fonte: ufficio stampa Provincia di Parma)

Prevenzione del tumore al seno: al Policlinico la prima tomosintesi 3D, grazie alla donazione di GA Operations. La donazione, del valore di oltre 170.000 euro, effettuata da GA Operations, importante azienda del nostro territorio che permette di scoprire lesioni che sfuggono alla mammografia tradizionale. -

Modena, 25 gennaio 2015

Attiva al Policlinico la prima tomosintesi mammaria tridimensionale, donata da GA Operations S.p.A. L'apparecchiatura, che sarà a disposizione della rete provinciale per la lotta al tumore al seno, è stata consegnata alla Struttura Complessa di Radiologia del Policlinico di Modena, diretta dal prof. Pietro Torricelli. Si tratta del modello Selenia Dimensions© Avia Tomo Ready della Hologic, uno strumento di ultima generazione che permette una estrema accuratezza diagnostica nello scoprire e localizzare le lesioni mammarie e di evidenziare quelle che possono sfuggire alla mammografia tradizionale bidimensionale, grazie alla combinazione di immagini acquisite a due dimensioni, a tre dimensioni e con tomosintesi tridimensionale multi-strato. La tomosintesi verrà utilizzata come diagnostica di secondo livello alla quale si accederà sulla base della valutazione di ogni singolo caso, effettuata dal Radiologo Senologo.

L'apparecchiatura è stata consegnata nei giorni scorsi al Policlinico, nel corso di un incontro informale, dai rappresentanti di GA Operations: Stefano Omer Orsi, Direttore Polo Industriale di Modena, Paola Gobbi, Responsabile Servizi Generali ed Antonella Sghedoni, Responsabile Controllo di Gestione. I donatori sono stati accolti dal Direttore Generale del Policlinico Ivan Trenti, da Pietro Torricelli, Direttore del Dipartimento Interaziendale Integrato Diagnostica per Immagini (D.I.I.D.I.) e da Rachele Battista, radiologo del Policlinico.

«Grazie a questa ulteriore acquisizione tecnologica – commenta il Direttore generale Ivan Trenti – il Policlinico è in grado di offrire alle proprie pazienti e alla rete provinciale un decisivo strumento di diagnosi del tumore al seno, che affianca e potenzia lo Screening di primo livello e le indagini di secondo livello svolte nel nostro ospedale. Siamo quindi grati alla GA Operations per la sensibilità dimostrata verso il nostro Policlinico in un settore strategico, quello della lotta al cancro della mammella. A questo proposito vorrei anticipare che il Percorso Diagnostico Terapeutico del Policlinico ha avviato l'iter di certificazione dell'European Society of Breast Cancer Specialist (EUSOMA), il massimo organismo scientifico europeo che si occupa del tumore al seno. Una volta concluso, il percorso attesterà gli elevati standard sia dal punto di vista organizzativo, sia dal punto di vista della casistica e delle terapie raggiunti dal Policlinico».
«Un grande Grazie va ai nostri colleghi – commenta Stefano Omer Orsi, Direttore Polo Industriale di Modena - La realizzazione di questo importante progetto, infatti, è stata possibile grazie anche al contributo delle oltre 400 persone di GA Operations Sede di Modena. Conosciamo la sensibilità dei nostri dipendenti verso i progetti benefici, ma la loro risposta ha stupito anche noi». Nelle prossime settimane i radiologi senologi del Policlinico visiteranno lo stabilimento di GA Operations per sensibilizzare sulla prevenzione le dipendenti dell'Azienda e ringraziare della donazione.

La mammografia tradizionale

La mammografia bidimensionale (2D) rappresenta l'esame gold-standard di diagnostica senologica, in quanto consente di effettuare diagnosi precoce di tumore al seno, riducendo sia il numero di tumori diagnosticati in fase avanzata che il tasso di mortalità. Tuttavia, una percentuale significativa di tumori (fino al 40%) può non essere identificabile, in quanto caratterizzata da segni minimi e non sempre riconoscibili all'esame mammografico iniziale. «Il problema – spiega Pietro Torricelli, Direttore del Dipartimento Interaziendale Integrato Diagnostica per Immagini - è legato al più importante limite della mammografia 2D, ovvero la densità mammografica; infatti, la valutazione di strutture tridimensionali, quali i corpi mammari, mediante un esame bidimensionale come la mammografia 2D, comporta la sovrapposizione delle diverse componenti del tessuto fibro-ghiandolare mammario denso, che può limitare la visibilità di lesioni neoplastiche. Le conseguenze sono, da un lato la difficoltà a riconoscere le lesioni più piccole, dall'altro il rischio di avere "false immagini" e reperti sospetti, che rendono incerta l'interpretazione dell'esame mammografico 2D».

La tomosintesi 3D

La Tomosintesi Digitale della mammella (Digital Breast Tomosynthesis, DBT) rappresenta un'ottima soluzione a questo problema. La DBT è una tecnica di imaging tridimensionale che elabora diverse proiezioni bidimensionali, ottenute mediante la rotazione del tubo radiogeno intorno alla mammella in esame, ricostruendo poi immagini volumetriche tridimensionali della mammella stessa. «La DBT permette di visualizzare la quasi totalità di quelle lesioni che possono sfuggire alla mammografia tradizionale - conclude il prof. Torricelli – Dal momento però che la DBT si basa su esposizioni multiple, va attentamente valutato il rischio di accrescere la dose di radiazioni, rischio che si può minimizzare effettuando esposizioni a basse dosi, in modo che ogni acquisizione con DBT corrisponda a circa il 5-10% di dose di una singola proiezione mammografica. E' importante, infatti, ricordare che le radiazioni vanno sempre limitate allo stretto necessario, secondo un criterio di ottimizzazione basato sulla valutazione del rapporto costi-benefici».

Gli utilizzi

La DBT ha importanti applicazioni sia nel campo dello Screening, dove permette la riduzione dei richiami, cui consegue un aumento della sensibilità e della specificità del programma di Screening e la riduzione dell'intervallo di tempo tra esame e diagnosi definitiva. Poiché la DBT consente di superare il limite della densità mammaria, appare più agevole l'identificazione delle lesioni espansive, con migliore caratterizzazione della loro forma e contorni, nonché dell'ampiezza e dell'architettura delle distorsioni parenchimali. Anche nei seni a prevalente componente adiposa, l'apporto migliorativo della DBT è rappresentato da una maggior capacità di individuazione di lesioni di piccole dimensioni, che possono talvolta sfuggire alla mammografia 2D. È inoltre possibile effettuare un eventuale campionamento bioptico della lesione utilizzando le coordinate generate dalla DBT. Nel campo della mammografia clinica la maggiore accuratezza della DBT permette una riduzione degli esami di II e III livello (ago-aspirati, biopsie, mammo-RM), che impattano sensibilmente sul carico di ansia e apprensione delle pazienti oltre che sulla spesa sanitaria.

La DBT trova pertanto ampie prospettive di applicazione nella valutazione delle mammelle ad elevata densità radiografica, tipiche della donna giovane, sia nella fascia di età pre-screening (40-44 anni), sia nelle pazienti che presentano rischio elevato di sviluppo di carcinoma mammario su base genetico-familiare che vengono sottoposte a specifici programmi di sorveglianza clinico-strumentale. La DBT può essere inoltre utilizzata come metodica di rivalutazione di reperti evidenziati dalla sola RM, in quanto permette una migliore localizzazione spaziale della lesione. «La DBT installata al Policlinico – spiega la dottoressa Rachele Battista – verrà utilizzata principalmente come diagnostica di secondo livello. Si tratta infatti di un'apparecchiatura molto sofisticata che deve essere dedicata a casi selezionati sulla base delle esigenze diagnostiche. In futuro potrà essere utile per indagini mirate su particolari settori della popolazione sulla base di progetti specifici».

Il Policlinico e la lotta al tumore mammario

Il Policlinico di Modena è la struttura di riferimento a livello provinciale per la cura del carcinoma mammario, il cui percorso diagnostico si sviluppa all'interno del Dipartimento Interaziendale ad attività integrata di Diagnostica per Immagini, sia attraverso l'attività di Screening mammografico, sia attraverso le indagini della mammografia clinica. Al Policlinico vengono attualmente svolte più di 6.000 mammografie cliniche, circa 7.000 tra ecografie e RM mammarie e circa 750 indagini di tipo bioptico. In caso di riscontro di patologia tumorale le pazienti vengono inserite nel percorso terapeutico e inviate al PUNTO Amico Senologico, dove un team multidisciplinare, composto da chirurghi senologi, chirurghi plastici, oncologi, radioterapisti, anatomopatologi, fisiatri, psicologi, in stretto legame con i radiologi senologi, prendono in carico la paziente in ogni fase del percorso. Ogni anno sono circa 500 le donne che si rivolgono al PUNTO per una patologia neoplastica al seno e gli interventi chirurgici eseguiti annualmente sono circa 600, con almeno 450 linfonodi sentinella valutati.

SCHEDA - La TOMOSINTESI 3D della Hologic, Modello Selenia Dimensions© Avia Tomo ready

Il mammografo digitale Selenia Dimensions© offre la possibilità di rivoluzionare la mammografia, innovando in modo significativo i paradigmi dell'imaging mammografico e del precoce rilevamento del tumore alla mammella. Questo grazie alla combinazione di immagini acquisite a due dimensioni, a tre dimensioni e tomosintesi tridimensionale multi-strato. Il Dimensions è progettato per fornire eccezionali immagini 2-D e 3-D alla dose più bassa possibile di radiazioni. La ricostruzione stratificata ottenibile con la tomosintesi riduce o elimina del tutto i problemi causati dalla sovrapposizione dei tessuti ed il rumore strutturale, che si possono avere in una immagine 2-D, offrendo un'ottimizzata capacità diagnostica ed una superiore attenzione alla paziente.

(Fonte: ufficio stampa Usl MO)

Risparmio privato sotto attacco. Cereali resistono alla tempesta finanziaria. Inarrestabile Parmigiano Reggiano. A Bologna si parla del dopo EXPO. Bonifiche, Tonello non ci sta... Minori produzioni di mais. NAS, nel 2015 risultati irregolari quasi 1 su 3 dei prodotti oggetto di ispezione.

SOMMARIO Anno 15 - n° 03 24 gennaio 2016 (Allegato il file in pdf da scaricare)
1.1 editoriale Risparmio privato sotto attacco.
3.1 cereali Cereali, le commodities resistono alla tempesta
4.1 cereali Cereali, stabili nonostante la tempesta finanziaria.
5.1 Lattiero Caseario Inarrestabile Parmigiano Reggiano
6.1 eventi L'eredità di Expo per il futuro dell'agricoltura regionale
6.2 eventi Lambrusco nel mondo
7.1 Bonifiche Bonifiche, Tonello: "La lista guidata da Franceschini è la vera danneggiata"
7.2 export agroalimentare Agroalimentare motore dell'export
8.1 nomine Emilia Romagna. I nuovi direttori generali
9.1 imprese Conserve Italia Food Service in primo piano al RHEX 2016
10.1 MAIS e Soia Minori produzioni di Mais e Soia previste in Sud Africa e USA.
11.1 sicurezza consumatori NAS, nel 2015 risultati irregolari quasi 1 su 3 dei prodotti oggetto di ispezione.
12.1 promozioni "vino" e partners

Cibus3 24gen2016

L'incontro si terrà lunedì 25 gennaio nella Sala "XX maggio 2012" della sede regionale "Terza Torre" di Viale della fiera n. 8 a Bologna. Bologna 11 gennaio 2016 -

di Redazione, Parma 19 gennaio 2016 - "L'Eredità di Expo per l'agricoltura dell'Emilia-Romagna – Un futuro di innovazione e internazionalizzazione" sarà l'occasione per presentare i risultati conseguiti con la partecipazione regionale a Expo Milano 2015 e illustrare, con relazioni e testimonianze degli operatori, le iniziative di sviluppo verso i nuovi mercati.

L'occasione di Expo e l'intenso lavoro di relazione con i tanti paesi presenti, una vera diplomazia agroalimentare, che ha permesso di incontrare capi di governo, ministri e responsabili delle attività commerciali, rende ora più agevole il contatto e la cooperazione con molti Paesi. Assieme all'innovazione è l'internazionalizzazione dei mercati la spinta propulsiva della futura agricoltura regionale, l'incontro in programma vuole presentare e discutere le prime proposte.
Nella mattinata del 25 gennaio, ai saluti del Presidente Bonaccini e l'intervento introduttivo dell'assessore Caselli, seguiranno le relazioni dedicate ai diversi strumenti di internazionalizzazione già operativi a livello: regionale, nazionale e comunitario. Dopo l'intervento dell'assessore Costi, spazio per un breve video di testimonianze da Expo Milano 2015 e tavola rotonda con la partecipazione di alcune grandi imprese emiliano-romagnole che già sviluppano azioni sui principali mercati internazionali.

Se il made in Italy gode di grande reputazione, nel campo del cibo e della gastronomia il made in Emilia-Romagna ha una forza ancora maggiore. Dall'eredità di Expo occorre ora valorizzare tutti insieme, in primo luogo con l'incontro del 25 gennaio, le relazioni avviate, il nostro "saper fare", l'innovazione e la ricerca, per costruire un futuro di nuove opportunità, crescita e lavoro.

La partecipazione all'incontro è gratuita, ma per una migliore organizzazione è gradita la preiscrizione on-line.

Il Programma:
9,15 accredito dei partecipanti
9,30 Apertura dei lavori - Stefano Bonaccini, Presidente Regione Emilia Romagna
9,45 Relazione introduttiva - Simona Caselli, Assessore Agricoltra Regione Emilia Romagna

10,00 Opportunità e strumenti per l'internazionalizzazione:
- Maurizio Torregiani, presidente Unioncamere Emilia Romagna
- Paolo de Castro, Europarlamentare
- Alessandra Spinelli, Financial Instruments International Aid Officer - Commissione Europea
- Fabrizio Grillo, Segretario Generale di Padiglione Italia
11,00 L'azione regionale per le imprese - Palma Costi, Assessore attività produttive Regione Emilia Romagna
11,15 testimonianze video di protagonisti dell'EXPO

11,30 Tavola Rotonda con imprese emiliano romagnole: Esperienze in corso e prospettive per il futuro
- Giovanni Beccari, Cefa
- Gianpiero Calzolari, Granarolo
- Lucio Cavazzoni, Alce Nero
- Maurizio Gardini, Conserve Italia
- Claudio Guidetti, Mulino Alimentare
- Tommaso Lo Russo, Romagna Coop Food

- Sara Roversi, Future Food Intitute
- Luigi Scordamiglia, Inalca

12,30 Conclusioni - Andrea Oliverio, (in attesa di conferma) Vice Ministro dell'Agroalimentare

Moderatore: Roberto Righetti, direttore Ervet

RER dopo expo

Domenica, 24 Gennaio 2016 08:46

Lambrusco nel mondo

Lambrusco nel Mondo - Ad Arceto di Scandiano (RE) il prossimo 30 gennaio, alla presenza, tra gli altri, del Ministro Maurizio Martina, dell'assessore regionale Simona Caselli e dell'eurodeputato Paolo De Castro, i sindaci Alessio Mammi (Scandiano) e Alberto Borghi (Bomporto).

L'incontro è stato promosso anche alla luce della richiesta di alcuni paesi comunitari di liberalizzare il nome del vitigno.

Lambrusco nel Mondo

Domenica, 24 Gennaio 2016 09:46

Emilia Romagna. I nuovi direttori generali

Regione, la Giunta comunica i nuovi Direttori generali. Le direzioni passano da 10 a 5. A Kyriakoula Petropulacos, che prosegue nell'incarico conferito lo scorso anno, si aggiungono Francesco Raphael Frieri e i confermati Paolo Ferrecchi, Valtiero Mazzotti e Morena Diazzi. Bonaccini: "Un altro importante tassello nella nostra riorganizzazione: auguro loro buon lavoro e ringrazio i direttori uscenti".

Bologna – Saranno nominati la prossima settimana dalla Giunta regionale quattro Direttori generali che, assieme al nuovo Capo di Gabinetto Andrea Orlando, già al lavoro dai primi di gennaio, saranno a capo delle Direzioni generali della Regione Emilia-Romagna, passate da 10 a 5 per effetto della riorganizzazione interna già approvata lo scorso mese di dicembre.
Le proposte che saranno sottoposte al vaglio della Giunta sono state illustrate stamani dall'assessore alle Risorse umane Emma Petitti, nell'ambito della Commissione consiliare Bilancio, Affari generale e istituzionali riunitasi nella sede della Regione, a Bologna.

Secondo la proposta, a capo della Direzione Gestione, sviluppo e istituzioni sarà Francesco Raphael Frieri, Paolo Ferrecchi guiderà la Direzione Cura del territorio e dell'ambiente, Morena Diazzi sarà a capo della Direzione Economia della conoscenza, del lavoro e dell'impresa, Valtiero Mazzotti guiderà la Direzione Agricoltura.
Per quanto riguarda la Direzione generale Salute e welfare, il contenuto coincide pienamente con quello dell'attuale Direzione generale Sanità e politiche sociali e integrazione, alla cui direzione è Kyriakoula Petropulacos, che sarà confermata nell'incarico assegnatole dalla Giunta regionale nel febbraio del 2015.

"Con la nomina dei Direttori generali – afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini – mettiamo un altro importante tassello nel complesso mosaico del processo di riorganizzazione della struttura organizzativa della Regione, improntata sulla razionalizzazione delle risorse coerentemente con gli obiettivi che ci siamo prefissi. Voglio ringraziare chi, fino ad oggi, ha saputo dare qualità e concretezza alle Direzioni di cui è stato a capo: sto parlando di professionisti di alto profilo, il cui apporto è stato imprescindibile per garantire a questa Regione di essere ai primi posti per qualità in un contesto europeo, la cui professionalità sarà valorizzata nel processo di riorganizzazione, ancora in corso".

"Ai nuovi responsabili delle Direzioni – ha proseguito il presidente – auguro buon lavoro e sono certo sapranno interpretare al meglio il mandato che abbiamo loro affidato garantendo allo stesso tempo innovazione e continuità: fare sempre più dell'Emilia-Romagna una delle locomotive per lo sviluppo del Paese, coniugando efficienza amministrativa e controllo dei costi, massima trasparenza e semplificazione delle procedure".
I direttori, esterni e assunti a tempo determinato (con scadenza il 30 giugno 2020) per chiamata diretta nel rispetto dei requisiti culturali e professionali stabiliti dalla legge, sono stati selezionati in base a una comprovata esperienza professionale nella pubblica amministrazione, in enti di diritto pubblico o aziende pubbliche o private, nelle libere professioni o in altre attività professionali di particolare qualificazione. L'esperienza specialistica e le competenze sono maturate in ambiti e settori strettamente correlati con le materie di competenza delle Direzioni di riferimento.

Secondo il modello organizzativo già approvato dalla Giunta, l'attività delle Direzioni troverà un punto di sintesi nel Comitato di direzione, organismo che sarà coordinato dal Capo di gabinetto Andrea Orlando e che avrà il compito di rendere sinergiche tutte le attività messe in campo dalla Regione.

I nuovi Direttori, rispetto ai predecessori, avranno una retribuzione più bassa: dai 154 mila euro che percepivano (compresa l'indennità di risultato) si passa a 130 mila euro, che potranno aumentare fino ad un massimo del 5% come indennità di risultato.

I NUOVI DIRETTORI

Francesco Raphael Frieri, nato a Urbino nel 1973, laureato in Scienze politiche è Direttore generale dell'Unione dei Comuni della Bassa Romagna (Ravenna), una delle più grandi d'Italia con 103.000 abitanti. E' consulente e formatore di FonSer per conto della Regione autonoma del Friuli-Vanezia-Giulia e attualmente project manager della costituzione dell'Unione del Friuli Centrale (comprendente il Comune di Udine). E' stato assessore al Bilancio nel Comune di Modena. E' autore di numerose pubblicazioni in riviste scientifiche, libri e interventi in convegni, in Italia e all'estero, quotidiani, visibili su www.frieri.nfo.

Paolo Ferrecchi, 51 anni, laureato in ingegneria, è a capo della Direzione generale Reti Infrastrutturali, Logistica e Sistemi di mobilità della Regione Emilia-Romagna dal 2007. Precedentemente, è stato Direttore del settore mobilità urbana del Comune di Bologna dal 2002 al 2007. E' tra l'altro stato componente del Cda dell'Aeroporto di Forlì e dell'aeroporto di Bologna. E' autore di studi e pubblicazioni.

Valtiero Mazzotti, 53 anni, laureato in Scienze agrarie, è dal 2007 Direttore generale agricoltura, economia ittica, attività faunistico venatorie della Regione Emilia-Romagna. E' stato fino al 2006 direttore responsabile del Centro servizi ortofrutticoli di Ferrara, ha tra l'altro collaborato con l'Ersa (Ente regionale di sviluppo agricolo) e con il Cnr.

Morena Diazzi, nata a Modena nel 1961, è Direttore generale alle Attività produttive Commercio e Turismo della Regione dal 2006. Ha il Coordinamento dell'Area "Industria, Artigianato, Servizi, Commercio e Turismo" per la gestione delle attività legate agli eventi sismici del maggio 2012 ed è componente effettivo del Comitato del Punto di Contatto nazionale per l'attuazione delle Linee Guida Ocse su nomina della Conferenza delle Regioni. E' componente del Consiglio di Consultazione Industriale e Scientifico di Aster su nomina della Regione Emilia Romagna. E' stata Presidente dell'Osservatorio per il Sistema Fieristico Italiano della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome. Nel 1999/2005 è stata assessore agli Interventi economici, Rapporti con l'Università e la Ricerca, Infrastrutture telematiche e Pari opportunità della Provincia di Modena. E' laureata in Economia e Commercio e ha seguito corsi presso la London School of Economics.

L'inchiesta con tutti i risultati presentata stamattina in Piazza della Pace dal Presidente Fritelli e dal Sindaco Massari. "La Provincia aveva ragione su tutta la linea. Entro fine mese Enel dovrà dimostrare di aver risolto i problemi". 

Parma, 22 gennaio 2015 

"La Provincia di Parma ha avuto ragione: dopo il nostro esposto insieme alla Provincia di Reggio Emilia, l'Autorità per l'Energia Elettrica, il Gas e il Sistema Idrico ha chiuso l'indagine sul super blackout del febbraio 2015 certificando una gestione carente di Enel e prescrivendo adeguamenti stringenti che dovranno essere adottati da Enel entro la fine di questo mese" ha dichiarato stamattina il Presidente della Provincia, Filippo Fritelli nel corso di una conferenza stampa convocata insieme al Sindaco di Fidenza Andrea Massari, delegato della Provincia per tutti i passaggi istituzionali legati al post emergenza.

L'emergenza nel Parmense aveva coinvolto 24 Comuni serviti dalla rete Enel e aveva visto quasi 24.000 utenti senza corrente elettrica per più di 8 ore (il picco si è registrato il 6 febbraio). Ad oggi ammontano ad oltre 2,2 milioni di euro gli indennizzi calcolati per i consumatori di tutto il territorio. Numeri che collocano il parmense tra le realtà più colpite dai disagi del blackout su scala regionale. Decisamente più contenuto il fenomeno nel Capoluogo, servito da un operatore diverso (Aem Torino Distribuzione Spa) con 2.100 utenze rimaste senza energia per più di 8 ore e 84.000 euro di indennizzi calcolati.

"POCHE INFORMAZIONI, NON VENNE DICHIARATO LO STATO DI CRISI"

Il corposo studio redatto (poco meno di 100 pagine) è stato trasmesso dall'Autorità per l'Energia elettrica alla Direzione Sanzioni e Impegni e contiene parole molto chiare.
"Lo avevamo più volte denunciato, come Sindaci ci siamo trovati per troppo tempo senza informazioni – commenta Massari – I cittadini e le imprese chiamavano i Comuni ma i Comuni non riuscivano ad avere dati sul black out e men che meno previsioni di interventi. Oggi ne abbiamo la prova. Cito cosa scrive l'Autorità: abbiamo lottato con l'indisponibilità di informazioni sul numero di utenti disalimentati e sui tempi previsti di ripristino e con l'incompletezza dell'attività di monitoraggio delle interruzioni".

Inoltre, l'Autorità evidenzia che "si sono registrate azioni delle imprese distributrici non pienamente conformi ai propri piani di emergenza". Ad Enel Distribuzione per l'Emilia-Romagna sono state imputate la "incompleta dichiarazione dello stato di emergenza" e la "mancata dichiarazione dello stato di crisi" come invece avrebbe dovuto fare "secondo quanto previsto dai propri piani operativi di gestione delle emergenze".
A completare il quadro, l'Autorità rileva che "nell'area di competenza della direzione Emilia-Romagna si sono verificati mancati funzionamenti dei sistemi di telecontrollo e dei sistemi telefonici, che sarebbero di per sé un motivo di dichiarazione dello stato di crisi".

"CONTINUIAMO A VIGILARE PERCHÉ CHI HA DIRITTO SIA RIMBORSATO"

Per il Sindaco e Delegato Massari "adesso è importante non fermarci: la Provincia di Parma vigilerà affinché Enel Distribuzione completi il piano di emergenza e costruisca un sistema davvero efficiente per comunicare con i Sindaci e le altre Istituzioni del territorio. Nel 2016 non possono più essere tollerate criticità così gravi da mettere in ginocchio un servizio di pubblica utilità che è fondamentale per i cittadini e le imprese. Così come prosegue il lavoro attivo della Provincia per la vigilanza sui rimborsi e al tavolo regionale coordinato dall'Assessore Paola Gazzolo, d'intesa con il Presidente Bonaccini. Uno strumento che ha permesso rapidità d'azione e un ottimo circuito delle informazioni".

IL PRESIDENTE FRITELLI: "MOLTO SODDISFATTO, UN RISULTATO NATO DALLA COLLABORAZIONE"

"Ringrazio l'Autorità per il lavoro minuzioso che ha svolto. Un lavoro importante prima ancora che per i risultati, per il suo significato: le Istituzioni in questo Paese funzionano e quando i territori sanno lavorare fianco a fianco, riescono a far valere le loro sacrosante ragioni – afferma il Presidente Fritelli – Nello specifico, sono davvero molto soddisfatto per il risultato dell'inchiesta condotta dall'Autorità. Ricordo che un anno fa, quando ci muovemmo per l'esposto, qualcuno ci accusava di essere dei visionari o dei cacciatori di pubblicità. Dodici mesi dopo, con grande trasparenza, abbiamo portato a galla problemi e soprattutto soluzioni per rendere più sicuro e moderno un servizio vitale come quello elettrico. La Provincia di Parma ha fatto la sua parte e ringrazio il Sindaco Massari per aver dedicato giornate intere tra Fidenza e Bologna per mandare avanti questo importante lavoro d'equipe".

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Parma)

Mutti spa, azienda leader nel settore dell'industria conserviera, svela come essere azienda amica del territorio grazie allo sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche ed impiantistiche.
 Caldaie Melgari partner dell'impresa per lo sviluppo di soluzioni tecnologiche e impiantistiche. 

Parma, 22 gennaio 2016

Le Radici dei nostri prodotti affondano nella cultura del territorio. Da sempre Mutti spa.
Rispettare un territorio non significa solo preservarlo, ma contribuire attivamente al suo sviluppo. Con questa convinzione Mutti instaura da sempre relazioni attive con la società, le istituzioni, le università delle zone dove opera, dando così il proprio contributo a una visione del futuro condivisa. Sono numerosi i programmi di ricerca volti a controllare i consumi delle risorse e sviluppare metodi di coltivazione efficienti e di basso impatto ambientale.
 Quali tra questi?

L'ultimo progetto in ordine di tempo è quella realizzato con Horta, uno spin off dell'Università Cattolica di Piacenza specializzato nello sviluppo di sistemi per il supporto alle decisioni: i DSS (Decision Support System). Mutti, grazie alla collaborazione con l'Università, sta sviluppando "Pomodoro.net": un sistema in grado di simulare la crescita del pomodoro in funzione del clima, nonché di monitorare e prevedere in parallelo lo sviluppo di eventuali malattie o insetti dannosi e di individuare i fabbisogni idrici e nutrizionali. È dunque la forma più avanzata di assistenza tecnica in agricoltura. 
Grazie a questo DSS, di cui nel 2017 verrà rilasciato un primo modulo per peronospora (malattia delle piante) e irrigazione, sarà possibile intervenire in modo più tempestivo ed efficace, con un risparmio di mezzi tecnici ed il conseguente miglioramento delle performance quanti-qualitative, nonché, di quelle ambientali.

Mutti è, inoltre, coinvolto in un'altra importante collaborazione che interessa il Dipartimento Ingegneria Industriale dell'Università di Parma, con l'obiettivo di sviluppare soluzioni tecnologiche/impiantistiche in grado di risolvere problemi tecnico-produttivi. 
Grazie a questa collaborazione, è già stato realizzato in laboratorio uno strumento capace di misurare la difettosità qualitativa di una categoria di prodotto finito.

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Caldai Melgari ha fornito a Mutti spa un nuovo impianto, un generatore di vapore da 20 ton/h dotato di economizzatore e sistemi di controllo dei fumi. Si tratta di una soluzione che consente di ridurre il consumo di combustibile e comporta risparmi uniti alla riduzione delle emissioni. Come azienda rappresentate un'eccellenza del territorio in grado anche di investire per preservarlo. Che tipo di risparmi avete avuto? Quanta riduzione di emissioni?

La nuova caldaia Melgari, a differenza delle altre caldaie esistenti, è stata dotata di alcuni accessori di notevole importanza ai fini della riduzione dei consumi energetici e del contenimento delle emissioni. Nello specifico, la caldaia è dotata:
Di un economizzatore, ossia di uno scambiatore di calore che, installato sul camino, è in grado di recuperare il calore residuo ancora presente nei fumi che vengono rilasciati in ambiente e di trasferirlo all'acqua che alimenta la caldaia stessa. Tale soluzione consente di ridurre la temperatura dei fumi, che scende dagli oltre 200°C fino a circa 110°C, permettendo al contempo di pre-riscaldare l'acqua che andrà ad alimentarla. Il risparmio di gas, associato a questo recupero, è notevole e si può stimare in circa 160.000 mc di gas annui. Tale riduzione ha dei benefici sia economici che ambientali. Infatti, oltre a garantirci un risparmio in termini economici, ci permette di ridurre le emissioni di CO2 di circa 192 ton/anno.
Di un sistema di analisi dei fumi, che ne rileva ad ogni istante temperatura ed il contenuto di ossigeno e CO2. Grazie a queste misurazioni, il sistema di gestione elettronico, che controlla il bruciatore, è in grado di correggere continuamente i parametri che ne regolano la combustione. In questo modo, diventa quindi possibile avere sempre il rapporto ottimale tra aria e gas, riducendo ulteriormente i consumi di metano con una riduzione dell'impiego di combustibile di circa l'1%.
Di un inverter - presente nella pompa che alimenta la caldaia - in grado di regolare la velocità, e quindi la portata, in funzione della reale necessità di acqua del generatore di vapore. Un meccanismo di regolazione di questo tipo, al contrario del sistema tradizionale (pompa a portata fissa con valvola di regolazione), consente un risparmio di energia elettrica necessaria al suo funzionamento dell'ordine del 30%.

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Climate Counts è l'associazione no profit che classifica le aziende mondiali sulla base della lotta ai cambiamenti climatici, pubblica sempre un report annuale. Da questo scopriamo con piacere che le aziende con migliori performance ambientali sono anche quelle i cui fatturati crescono di anno in anno. Possiamo dire la stessa cosa per Mutti grazie all'intervento di Caldaie Melgari?

L'intervento realizzato con Caldaie Melgari nasce dalla necessità di adeguare la capacità della nostra centrale termica, in seguito alla crescita dei volumi richiesti dallo sviluppo delle nostre vendite. La caldaia è stata scelta in base a precise specifiche legate all'efficienza energetica.

Oltre a questo intervento, ci sono altre azioni che avete fatto per risultare "impresa green"?

A partire dal 2010, Mutti si è volontariamente impegnata, a fianco del WWF, in un progetto di riduzione dell'impronta idrica attraverso misure per migliorare l'efficienza e l'efficacia dell'irrigazione nei campi e per ridurre l'uso di fertilizzanti. Grazie a strumenti di monitoraggio dell'umidità del terreno, è stato possibile valutare le esatte esigenze di irrigazione del pomodoro, con un risparmio sui volumi di acqua usati in irrigazione e una conseguente riduzione dell'impronta idrica totale. 
Grazie ad un monitoraggio annuale, il calcolo viene inoltre aggiornato tenendo conto del regime climatico e delle pratiche agricole. L'esperienza di Mutti dimostra come attraverso tali azioni sia possibile ridurre l'impatto di un settore strategico come quello agricolo, rendendo la filiera produttiva sempre più coerente con obiettivi ambientali misurabili e tangibili.
Un virtuosismo ambientale che ogni anno si arricchisce di pratiche sostenibili e di nuovi sistemi.
Un impegno che si trasforma in una responsabilità di business ma, soprattutto, in una promessa nei confronti dei consumatori e, nel suo piccolo, del pianeta.
Ulteriori interventi di riduzione dei consumi energetici si sono focalizzati su:
la centrale termica, con l'installazione sia di economizzatori sia del sistema di analisi in continuo dei fumi su altre caldaie;
l'installazione sul tetto dello stabilimento di un impianto fotovoltaico di 1 MW di potenza;
l'installazione di nuovi impianti di concentrazione del pomodoro dotati di un sistema di recupero e di ricompressione meccanica dei vapori di acqua estratti dagli stessi succhi di pomodoro, in luogo di quelli tradizionali e più energivori che funzionavano con vapore di caldaia;
la sostituzione progressiva di tutte le lampade e le plafoniere con i più efficienti sistemi di illuminazione a LED;
l'installazione progressiva di motori con classe di efficienza più alta (IE3) e dotati di regolatori di giri (inverter);
l'installazione di nuovi compressori per l'aria compressa più efficienti e anch'essi dotati di inverter per la regolazione della portata di aria in funzione delle reali necessità del sito.

(Fonte: ufficio stampa Binario Immagine e Comunicazione)

Conserve Italia FoodService si conferma grande protagonista alla 4a edizione di "RHEX– RiminiHorecaExpo". A RiminiFiere dal 23 al 27 gennaio insieme al Sigep. Cirio Alta Cucina e Valfrutta Granchef protagonisti di degustazioni e numerosi show cooking.

Bologna, 22 gennaio 2016 –

Conserve Italia FoodService si conferma grande protagonista alla 4a edizione di "RHEX– RiminiHorecaExpo" che dal 23 al 27 gennaio 2016 riunisce a Rimini il mondo della ristorazione professionale nel più completo appuntamento sulle tendenze e i consumi del "fuori casa", e che si svolge in contemporanea alla 37ma edizione di Sigep.
Nell'area espositiva di Conserve Italia (stand C021-Pad. D7) verranno illustrate con degustazioni e show cooking le ultime novità dedicate ai professionisti dell'Horeca, a conferma del suo carattere innovativo e sempre propositivo.
Cirio Alta Cucina, marchio sinonimo del miglior made in Italy alimentare in tutto il mondo e che quest'anno celebra il 160° anniversario della fondazione, partecipa all'appuntamento presentando l'ultima grande novità, Cuor di Pelato.
Dedicata agli amanti del pomodoro lungo per eccellenza, Cuor di Pelato Cirio Alta Cucina è l'esclusiva polpa già pronta, dalla consistenza densa e cremosa, che racchiude tutta la fresca e dolce bontà tipica del vero pomodoro pelato 100% italiano, selezionato e lavorato con estrema cura. Eccellente come il pelato e pratico come la polpa, Cuor di Pelato assicura una resa impeccabile in ogni preparazione ed un notevole risparmio di tempo.
Fiore all'occhiello di Valfrutta Granchef – marca da sempre protagonista della ristorazione e linea top del FoodService Conserve Italia – è la gamma di vegetali Cotti a Vapore, ottenuta attraverso un processo delicato e tecnologicamente avanzato, in grado di preservarne tutto il gusto autentico, il colore naturale ed il profumo intenso. Buoni, genuini e subito pronti senza bisogno di scolarli, i Cotti a Vapore offrono una qualità incomparabile e benefici ineguagliabili per la massima riuscita in cucina. Al Rhex i Cotti a Vapore presentano l'ultima novità della gamma, i Fagioli Red Kidney, dal caratteristico colore rosso intenso, il gusto dolce ed una consistenza tenera e compatta.
I prodotti di Cirio Alta Cucina e Valfrutta Granchef saranno utilizzati anche per l'evento Food Factor Cost (Pad. D7) "Il costo del menu: come costruirlo, come comunicarlo, i grandi chef si confrontano", con la partecipazione di stelle di prima grandezza della cucina italiana, organizzato da Rimini Fiera in collaborazione con La Madia Travelfood.
Inoltre la gamma di Cirio Alta Cucina sarà al fianco di NIP food (Sigep - stand 141 – PAD. D3) nell'ambito di numerosi eventi in programma, tra cui il primo World Pizza Contest and Innovative Cuisine, un campionato che nelle giornate del 25 e 26 gennaio vedrà concorrenti pizzaioli provenienti da tutta Italia cimentarsi in vari contest, come Pizza Classica e Gourmet, Pizza Kamut, DietPizza e Pizza Senza Glutine, Vegan Pizza e il Campionato Italiano Nuovi Pizzaioli, anche questo con tematica vegan.

(Fonte: ufficio stampa Conserve Italia)

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