Pomposa di Codigoro (Fe), 30 aprile 2020 – Spunta il tricolore sullo stabilimento di Conserve Italia a Pomposa di Codigoro (Fe) dove si realizzano polpe e passate di pomodoro, vegetali e frutta in scatola con i marchi Valfrutta, Cirio e Jolly Colombani. Già da alcune notti il verde, il bianco e il rosso della bandiera italiana illuminano la facciata principale dedicata all’area di produzione, ben visibile dalla statale 309.

“È una delle modalità che abbiamo scelto per ringraziare chi è impegnato tutti i giorni ad affrontare questa emergenza sanitaria, dai medici e gli infermieri negli ospedali, fino ai nostri collaboratori che continuano a lavorare per produrre alimenti per la popolazione. Ed è anche l’occasione per ricordarci che siamo un grande Paese e che solo insieme e uniti potremo uscire da questa situazione e ripartire” dichiara il direttore generale di Conserve Italia, Pier Paolo Rosetti.

“Porteremo avanti questa iniziativa fino alla conclusione dell’emergenza sanitaria – aggiunge Rosetti – per dare un segnale di partecipazione, solidarietà e speranza alla comunità locale, in un simbolico abbraccio a tutti coloro che sono in difficoltà. Siamo inoltre impegnati ad aiutare le persone bisognose del territorio con donazioni straordinarie di prodotti alimentari”.
Il Gruppo cooperativo ha intensificato il sostegno alla Fondazione Banco Alimentare Emilia-Romagna Onlus effettuando nelle settimane scorse, proprio dallo stabilimento di Pomposa, una donazione straordinaria di 52 tonnellate di conserve di pomodoro, legumi e succhi di frutta. Sono stati poi messi a disposizione dell’Emporio Solidale “Il Mantello” di Pomposa oltre 4.000 prodotti alimentari per le famiglie indigenti.

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Conserve Italia è un Gruppo cooperativo con sede a San Lazzaro di Savena (Bo), leader in Italia nel settore della trasformazione alimentare, che associa 14.000 produttori agricoli e lavora 600.000 tonnellate di frutta, pomodoro e vegetali in 12 stabilimenti produttivi, di cui 9 in Italia, 2 in Francia e uno in Spagna. Il fatturato del Gruppo Conserve Italia è di circa 900 milioni di euro. Conserve Italia dà lavoro in Italia a oltre 3.000 persone tra lavoratori fissi e stagionali e detiene marchi storici del made in Italy alimentare come Cirio, Valfrutta, Yoga, Derby Blue e Jolly Colombani.

LA REPLICA DEL SINDACATO A SANDRO BORDONI - 

Reggio Emilia 30 aprile 2020 – Giorgio Uriti, segretario generale dei metalmeccanici della Fim Cisl Emilia Centrale, replica alle perplessità del presidente del gruppo metalmeccanico di Unindustria Sandro Bordoni, sullo sciopero nazionale unitario dei metalmeccanici indetto in Italia per il 14 giugno da Fiom, Fim e Uilm. 

“Come sindacato – afferma Uriti – ci impegniamo da sempre nel lavoro per la crescita dei dipendenti assieme alle rispettive imprese perché, è evidente, lo stato di salute delle aziende non è slegato dal benessere dei lavoratori”.
“Ci sono, però, temi sui quali – aggiunge il segretario dei metalmeccanici di Reggio e Modena – dobbiamo manifestare con forza la nostra insoddisfazione: il rispetto degli impegni assunti da parte degli imprenditori nell’ultimo contratto nazionale di categoria è uno di questi. Così come l’obbligo formativo sancito nel contratto e la contrattazione di secondo livello per redistribuire la ricchezza prodotta dalle aziende, sono due chiari esempi, rispettati a parole, ma elusi ma nei fatti”.

Prosegue Giorgio Uriti: “I diritti e le tutele delle lavoratrici e dei lavoratori, diventano esigibili se c’è il rispetto del contratto nazionale. Prima di chiedere impegni agli altri, è necessario rispettare i propri. Riteniamo pertanto inopportuno che gli imprenditori chiedano di non scioperare e non manifestare a chi, invece, gli impegni li onora da sempre: i lavoratori metalmeccanici, 40.000 solo a Reggio Emilia”.

“Il sindacato – aggiunge il sindacalista - è pronto a fare scelte coraggiose e condivise con gli imprenditori che scommettono sulla crescita dei propri dipendenti in termini di formazione, professionalità, innovazione, occupazione di qualità e non certamente con chi rappresenta il vecchio stereotipo dell’imprenditore ‘col cappello in mano’ che chiede facilitazioni a questo o a quel governo”.

“Le motivazioni per cui è quanto mai necessario scioperare e manifestare venerdì 14 giugno – conclude il segretario dei metalmeccanici cislini -, sono strutturali ed esigono risposte urgenti ed approfondite. Si chiamano rilancio degli investimenti, politiche strutturali di sostegno al lavoro, lotta all’evasione fiscale, maggiore attenzione alla salute ed alla sicurezza del lavoro, contrasto a politiche elettoralistiche di breve periodo, reale riduzione della pressione fiscale su redditi e pensioni mantenendo la progressività della tassazione, superamento della Riforma Fornero, rilancio degli ammortizzatori sociali. Sono sicuro che a Firenze, Napoli e Milano il 14 saremo in migliaia e molto motivati”.

E’ bello sapere che ci sono persone che non si tirano indietro quando si tratta di aiutare gli altri. Soprattutto chi ha bisogno perché in difficoltà. Gesti semplici, impegno, solidarietà che apprezziamo, ma che sono segno anche di una comunità coesa e solida. In particolare in momenti di bisogno come quello attuale dovuto alle difficoltà indotte dal Coronavirus.” Con poche e semplici parole il Sindaco di Mirandola Alberto Greco, ha voluto ringraziare la società F. C. Scigghiese – società sportiva mirandolese, dedita al volontariato – che tra le proprie file annovera molti operatori delle forze dell’ordine.

La società Scigghiese, data l’emergenza epidemiologia in corso - e le ripercussioni che questa sta avendo anche in termini economici per tante persone e nuclei famigliari che si sono trovati con un reddito ridotto se non in taluni casi privati del reddito medesimo – ha donato al Comune di Mirandola 68 buoni spesa del valore di 25 euro l’uno per un totale di 1700 euro.

Donazione da destinare a quelle persone non abbienti, individuate dall’Amministrazione che per varie ragioni non possono usufruire dei buoni spesi messi a disposizione dalla Protezione Civile e distribuiti in questi giorni dal Comune.

Nel ringraziare nuovamente chi si è prodigato al tal senso e cioè la società Scigghiese - conclude il sindaco Greco - quanto è stato messo a disposizione rappresenta un contributo importante che ci permette di guardare anche oltre l’assegnazione dei buoni spesa e di aiutare anche altri. L’Amministrazione è già al lavoro al fine di contattare ed elargire al più presto quanti effettivamente abbisognano di questo sostegno.

Il Consorzio comunica i dati di una filiera in salute che si appresta ad affrontare il post Covid19 con timore per le ricadute sulle esportazioni ed i consumi interni. 

Il Parmigiano Reggiano si conferma il primo prodotto Dop in Italia con un giro di affari di 1,56 miliardi alla produzione e 2,6 miliardi di euro al consumo, una quota export che supera il 41% (+4,3% crescita a volume rispetto al 2018) e 3,75 milioni di forme prodotte (+1,47% vs 2018) 

Reggio Emilia, 29 aprile 2020 - Il 2019 è stato un anno record per la produzione della DOP Parmigiano Reggiano che cresce complessivamente dell'1,47% rispetto all’anno precedente. I 3,75 milioni di forme (circa 150 mila tonnellate) prodotte nel 2019 rappresentano il livello più elevato nella storia del Parmigiano Reggiano. Un giro d’affari al consumo pari a 2,6 miliardi di euro per la denominazione di origine protetta che si proietta sempre più verso l’estero: una valvola di sfogo per una produzione in continua espansione che ha bisogno di nuovi spazi di mercato.

Negli ultimi tre anni, la produzione è infatti aumentata da 3,47 milioni di forme a 3,75 milioni di forme, registrando una crescita pari all’8,1%.

Il Parmigiano Reggiano ha vissuto un momento felice anche per quanto riguarda le quotazioni. Se, nel 2016, il costo al kg era pari a 8,60 euro, nel 2019 la quotazione media annua si è attestata a 10,75 euro con un incremento del 25% (prezzo medio alla produzione Parmigiano Reggiano 12 mesi da caseificio produttore, fonte: bollettini Borsa Comprensoriale Parma).

In realtà, il 2019 è stato un anno a due facce, perché a partire dal mese di ottobre – nel periodo dei dazi di Trump – le quotazioni sono scese bruscamente sotto i 10 euro e, contemporaneamente, si è registrata una crescita produttiva di latte e conseguentemente di formaggio prodotto.

Il mercato del Parmigiano Reggiano è un mercato che sta diventando sempre più internazionale.

L’Italia rappresenta oggi poco meno del 60% del totale, contro una quota export del 41% (+4,3% di crescita a volume rispetto all’anno precedente). La Francia è il primo mercato (21% dell’export totale), seguito da USA (20,9%), Germania (17,8%), Regno Unito (12,3%) e Canada (3,9%).

Se Francia (+2,2%) e Regno Unito tengono (+2,7%), la Germania cresce (+6,7%%) dopo la flessione registrata nel 2018, così come la Svizzera (+16,3%) e gli Stati Uniti (+12,9%), questi ultimi per effetto della paura dei dazi. Crescono anche i nuovi mercati come Australia (+21,3%), Cina (+36,4%) e Paesi Arabi (+2,9%). Rallenta invece il Canada (-26,5%) a causa degli adattamenti del CETA.

Per quanto concerne i primi due mesi del 2020 (pre-Covid), le vendite Parmigiano Reggiano hanno già registrato un aumento di volumi di vendita, in particolare nella GDO dove la crescita ha sfiorato il +20%.

Meno felice al contrario l’andamento delle quotazioni, considerando che il prezzo all’ingrosso (prezzo medio alla produzione Parmigiano Reggiano 12 mesi da caseificio produttore) ad aprile si attesta poco sopra gli 8 euro al kg contro i 10,75 euro del 2019.

Il Consorzio sta inoltre monitorando l’impatto del Covid19 sul mercato del Parmigiano Reggiano. Da una recentissima ricerca - promossa dal Consorzio Parmigiano Reggiano sulle principali aziende di commercializzazione del prodotto - emerge che il 53% del campione analizzato dichiara di essere molto soddisfatto degli ordini complessivi ricevuti nei primi mesi del 2020, in particolare per quanto riguarda il mercato Italia. Meno entusiasmo invece per gli ordini che riguardano l’Unione Europea e grande preoccupazione per il Nord America e il Canada. Le aziende del Consorzio prevedono un calo complessivo degli ordini nei prossimi mesi in particolare sulle medie e piccole superfici e nel canale horeca.

“La situazione di crisi che stiamo affrontando a causa della pandemia – afferma Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano – non ha interrotto le attività del Consorzio che si è da subito attrezzato per portare avanti i controlli qualità a tutela e garanzia del consumatore. Continuano anche le attività di vigilanza nei mercati con un’attenzione particolare alla tutela internazionale. Dopo i successi in Nuova Zelanda e in Cina del 2019, abbiamo sconfitto il gigante Campbell che dovrà ora rimuovere i riferimenti alla Dop dalle etichette dei sui prodotti”.

“Il nostro lavoro continua – aggiunge Bertinelli – abbiamo provveduto ad una rivisitazione del piano marketing 2020 alla luce di tutte le limitazioni che stiamo subendo a causa del lockdown e a quelle che saranno le prossime fasi di questo lento ritorno alla normalità. Serviranno inoltre misure per calmierare la produzione, oggi in aumento eccessivo, così come azioni sul canale horeca per consentire una ripartenza in un segmento di mercato che si è completamente fermato”.

VIDEO:  https://youtu.be/62wuH1usQlo 

Da Meccagri.it 29 aprile 2020 -  Il mercato italiano dell’Agricoltura 4.0 (l’utilizzo di diverse tecnologie interconnesse per migliorare resa e sostenibilità delle coltivazioni, qualità produttiva e di trasformazione, nonché condizioni di lavoro) continua a crescere e ha raggiunto nel 2019  un fatturato di circa 450 milioni di euro (+22% rispetto al 2018) equivalente al  5 per cento del mercato globale, generato per l’86 per cento da operatori affermati nel settore, come i fornitori di macchine e attrezzature agricole, e per il restante 14% da startup e altri attori emergenti, provenienti da altri settori di business.

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È quanto è emerso dalla ricerca dell’Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio RISE (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia presentata lo scorso 27 aprile al convegno online “Il digitale è servito! Dal campo allo scaffale, la filiera agroalimentare è sempre più smart!”.
 
SISTEMI DI MONITORAGGIO DEI MACCHINARI E SOFTWARE GESTIONALI TRAINANO IL MERCATO
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La spesa si concentra soprattutto in sistemi di monitoraggio e controllo di mezzi e attrezzature agricole (39%), software gestionali (20%) e macchinari connessi (14%), seguiti da sistemi di monitoraggio da remoto di terreni e colture (10%), sistemi per mappare i terreni e le coltivazioni (9%) e strumenti di supporto alle decisioni (5%).
 
OLTRE 400 SOLUZIONI GIÀ DISPONIBILI

Sono 415 le soluzioni di Agricoltura 4.0 offerte in Italia da più di 160 aziende strutturate (77%) e startup (23%), oltre 100 in più rispetto alle proposte mappate nel 2018.
Oltre metà di queste è applicabile in diversi settori agricoli (56%), mentre fra le soluzioni indirizzate a settori specifici prevalgono quelle rivolte al comparto ortofrutticolo (21%), cerealicolo (20%), vitivinicolo (16%).
Ancora poco presente lo Smart Farming (applicazione del digitale anche ai processi “non di campo” delle aziende agricole), su cui si concentra solo il 13 per cento delle soluzioni.
L’attività agricola più interessata dalle proposte di Agricoltura 4.0 è la coltivazione (79% delle soluzioni), seguita da semina (41%), raccolta (36%), pianificazione (11%), magazzino (4%) e logistica (4%).
 
LA GESTIONE DEI DATI ESIGENZA PRIORITARIA
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Dall’analisi delle tecnologie utilizzate emerge la crescente importanza della gestione dei dati: il 72 per cento delle soluzioni è legato a software per l’analisi avanzata dei dati, il 61 per cento è costituito da piattaforme software capaci di ospitare dati provenienti da diverse fonti e il 50 per cento riguarda strumenti che sfruttano l’Internet of Things (+6% sul 2018).
Le altre tecnologie più adottate sono dispositivi di ultima generazione (45%), mobilità e geolocalizzazione (35%), veicoli e attrezzature connesse (20%) e sistemi ICT on Cloud (9%).

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Secondo un sondaggio condotto dall’Osservatorio su 288 imprese agricole, le aziende del settore investono in soluzioni 4.0 principalmente per migliorare la sostenibilità ambientale delle proprie coltivazioni, aumentare la consapevolezza delle dinamiche in atto all’interno della propria azienda, ridurre i costi e semplificare il lavoro intellettuale.
 
ANCORA POCO DIFFUSI ROBOT E DRONI

Questi obiettivi influenzano la scelta delle soluzioni tecnologiche, con i software gestionali in cima alle preferenze delle imprese (66%), seguiti da sistemi di mappatura di coltivazioni e terreni (40%), strumenti per monitorare le macchine agricole (39%) e sistemi di supporto alle decisioni (31%), mentre sono ancora poco diffusi robot e droni.
Le aziende di medie dimensioni adottano più soluzioni, le più piccole investono in una sola nel 70% dei casi.
La mancata interoperabilità dei sistemi aziendali è la barriera principale, insieme alla mancanza di competenze e alla (ridotta) connettività, mentre non preoccupa il rientro dall’investimento.
 
LA BLOCKCHAIN LA TECNOLOGIA PIÙ UTILIZZATA NELLE SOLUZIONI DIGITALI INNOVATIVE
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Fra le soluzioni digitali innovative per la tracciabilità alimentare offerte sul mercato italiano si assiste al boom della Blockchain (il significato letterale è “catena di blocchi”,  consiste in un grande registro digitale in cui le voci sono raggruppate in blocchi concatenati in ordine cronologico) lacui presenza è più che raddoppiata in un anno e che caratterizza il 43 per cento delle soluzioni disponibili, seguita da QR Code (41%), mobile app (36%), data analytics (34%), e l’Internet of Things (30%).

In generale, dopo la finanza e la PA, l’Agrifood rappresenta nel 2019 il terzo settore per progetti operativi Blockchain, avviati dalle imprese soprattutto per incontrare opportunità commerciali, per rendere più efficienti i processi di supply chain e raggiungere obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale.
 
SONO 737 LE STARTUP AGRIFOOD NEL MONDO, ATTIVE PER UN 20 PER CENTO NELL’AGRICOLTURA 4.0

In crescita il numero di nuovi attori che propongono soluzioni digitali al settore agricolo. Sono 737 le startup agrifood a livello internazionale, per un totale di 13,5 miliardi di dollari di finanziamenti raccolti (in crescita di oltre il 400% rispetto al 2018), attive per il 70 per cento nell’ambito eCommerce (70%)
L’Agricoltura 4.0 è il secondo ambito più esplorato dalle nuove imprese innovative, con il 20 per cento delle startup e il 5 per cento del finanziamento complessivo.

Il 70 per cento di queste offre servizi di analisi e integrazione dati; il 51 per cento offre strumenti, soprattuttto Internet of Things, per il monitoraggio da remoto di terreni, coltivazioni e macchine; il 30 per cento propone servizi di mappatura di terreni e coltivazioni con droni o satelliti; minoritarie la zootecnia di precisione (4% delle startup, 1% dei finanziamenti), la qualità alimentare (4% delle startup), la sostenibilità (2%) e la tracciabilità (2%).
Le startup italiane attirano solo lo 0,3% dei finanziamenti complessivi.
 
STRUMENTI DI ANALYTICS E IOT IN TESTA ALLE TECNOLOGIE UTILIZZATE

Le principali tecnologie utilizzate dalle startup agrifood sono gli strumenti di analytics per raccogliere, trasmettere e rielaborare i dati (74%), l’Internet of Things (48%) e le mobile app (25%).
Cresce l’attenzione per tecnologie come i robot (7%) e l’intelligenza artificiale (7%), con robot in grado di monitorare e valutare in tempo reale lo stato della coltura e intervenire automaticamente e robot che controllano il benessere degli animali nella stalla, mentre tecniche di AI vengono impiegate per elaborare dati sulle colture.
«Il settore agrolimentare italiano risulta in fermento, con molte giovani aziende emergenti in grado di sviluppare soluzioni innovative in diversi comparti della filiera, e una grande attenzione alla sostenibilità e alla trasparenza delle attività agricole – ha commentato Andrea Bacchetti, direttore dell’Osservatorio Smart Agrifood –. Tra queste spiccano le applicazioni IoT, l’elaborazione dei Big Data, l’impiego della Blockchain; si conferma il forte interesse per l’Agricoltura di Precisione, ma stenta ancora a decollare lo Smart Farming. Emerge infatti un evidente divario tra l’abbondanza delle soluzioni offerte a supporto delle attività prettamente agricole (semina, coltivazione e raccolta), rispetto a quelle che guardano alla pianificazione delle attività, alla gestione della logistica e agli altri processi aziendali di supporto».
 
DAL DIGITALE UN AIUTO PER AFFRONTARE L’EMERGENZA COVID-19

Un altro aspetto emerso nel corso del convegno è come in questo momento delicato, caratterizzato dall’emergenza sanitaria Covid-19, il digitale possa aiutare il settore agroalimentare a garantire sicurezza – rispetto al cibo prodotto, ma anche alle persone impiegate – ed efficienza a tutti gli attori della filiera.
Lo confermano i brillanti risultati ottenuti nelle imprese agricole che avevano già iniziato a digitalizzarsi: il monitoraggio da remoto delle coltivazioni attraverso droni e sensori IoT in campo, ad esempio, permette di disporre di informazioni oggettive in tempo reale e riduce la necessità di recarsi sul posto.
Un altro esempio sono i robot in stalla per la mungitura, che consentono di proseguire le attività anche in questo momento e possono essere inoltre utilizzati assieme ai droni per ridurre gli attacchi e i danni da parte degli animali selvatici.
Ampliando lo sguardo all’intero settore, infine, il digitale permette di avere piena visibilità delle giacenze per riadattare le forniture ed evitare gli sprechi, raccogliere dati lungo tutte le fasi della filiera e condividere informazioni per rispondere alla richiesta da parte di consumatori e distributori di maggiori garanzie sul prodotto.
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Fonte testo e infografica: Osservatori.net Digital Innovation
Fonti immagini: Dreamstime, DJI-Agras da Pixabay, Naïo Technologies.

 

 

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Mercoledì, 29 Aprile 2020 20:23

Prezzo mascherine, un'offesa per le imprese

0,50 centesimi: un prezzo che favorisce solo le produzioni straniere, alla faccia di chi si pavoneggia con il Made in Italy e delle aziende che si sono impegnate, anche economicamente, per il Paese.

Sarebbe una vicenda comica, se non fosse tragica: si chiede alle imprese di riqualificarsi nella produzione di mascherine, per compensare una importante carenza. Imprese che investono tempo e denaro per inventarsi un nuovo prodotto, certificarlo ed avviarlo alla produzione. Ti pavoneggi dell’importanza del Made in Italy. Poi imponi un prezzo, ben al di sotto del costo del mercato, che di fatto favorisce le produzioni straniere, quelle cinesi in particolare.

Siamo arrivati al paradosso - osserva Marco Gasparini, Presidente CNA Federmoda Modena - fin dalle prime fasi dell’emergenza sanitaria, CNA Federmoda insieme ad altri partner, ha lavorato per costruire attraverso le imprese una filiera italiana che potesse riportare nel nostro Paese una produzione ormai pressoché totalmente delocalizzata. Una iniziativa che raccolse i ringraziamenti del Presidente del Consiglio e del Commissario straordinario per l’emergenza Covid. Pensavamo che chi guida il Paese avesse contezza del costo del lavoro italiano e quanto di questo sia legato e utile al sostegno del welfare nazionale. Invece l’imposizione del prezzo fissata dal Commissario Arcuri è lì a dimostrare che non si sa di cosa si stia parlando. Il prezzo delle mascherine alla produzione, fissato a 0,50 centesimi è uno schiaffo, se non un’offesa, alle imprese che si sono impegnate in questa direzione”.

Non è difficile fare i calcoli: soltanto il costo della certificazione si aggira attorno ai 10.000 euro (e per fortuna che il Comune di Carpi, attraverso Carpi Fashion System, ha deliberato contributi sino a 7.000 euro per sostenete le imprese in questo ambito). Poi ci sono i dipendenti, il costo di produzione (in gran parte, in assenza di macchinari, queste mascherine debbono essere fatte a mano, i costi fissi. “in altre parole, il prezzo imposto non si avvicina nemmeno ai costi di produzione. Peraltro, facendo passare da usuraie imprese che, cercando di riqualificarsi hanno evitato di ricorrere alla cassa integrazione e di pesare sulle spalle della comunità”.

Se si vuole che le imprese nazionali continuino a produrre mascherine, evitando le prevedibili difficoltà di approvvigionamenti, ci aspettiamo che il differenziale tra il prezzo imposto, 0,50 cent, e quello effettivo di produzione “Made in Italy” venga messo a disposizione delle imprese”, afferma Gasparini.

Senza dimenticare il problema di coloro che hanno acquistato mascherine a prezzi superiori, in molti casi molto superiore, e che ora non li possono rivendere. A questi ultimi si pensi ad un credito d’imposta tra il prezzo imposto e quello effettivamente pagato.

CNA è assolutamente consapevole della necessità di andare incontro alle esigenze della popolazione e di trovare modalità per non gravare eccessivamente sui bilanci familiari così come su quelli delle imprese che dovranno acquistare mascherine per i loro dipendenti. Vi sono diverse modalità per raggiungere questo risultato, oltre all’abbattimento dell’IVA, si possono prevedere crediti d’imposta per il costo del personale e gli investimenti dedicati dalle imprese per realizzare le mascherine.

Mirandola: sabato 2 maggio mercato in Piazza Costituente con i soli banchi di prodotti alimentari. giovedì 30 aprile sempre in piazza, di fronte al teatro, il banco del pesce fresco, ma ambulanti presenti anche a Quarantoli e Cividale.

Col ritorno, un paio di settimane fa del mercato settimanale – solo però con i banchi di generi alimentari - in piazza Costituente, è ripresa l’attività mercatale anche nelle frazioni di Mirandola.

Nelle giornate di lunedì 27 e martedì 28 aprile, operatori ambulanti, dediti alla vendita di soli prodotti alimentari sono stati presenti a San Martino Spino e a Tramuschio. Domani, 30 aprile, si rinnoveranno anche gli appuntamenti a:
- Mirandola, in piazza Costituente di fronte al Teatro prenderà posto il banco del pesce, con un giorno d’anticipo rispetto a quello abituale del venerdì, data la festività dell’1 maggio;
- Quarantoli, col banco dell’ortofrutta che al mattino sarà presente su piazzale Grana;
- Cividale sempre con un banco di prodotti ortofrutticoli, collocato in piazzale Bering per tutto il giorno.

Sabato 2 maggio invece è confermata la presenza dei soli operatori del commercio ambulante oltre che dei produttori agricoli con vendita esclusiva per tutte le attività di prodotti alimentari, in piazza Costituente. Come nelle precedenti occasioni verrà riproposta una dislocazione dei banchi opportunamente distanziati tra loro, mentre l'area sarà appositamente delimitata nei punti di accesso. A presidiare il marcato, per tutta la sua durata ed ai fini della sicurezza, come del rispetto dei regolamenti in materia di distanza tra le persone previsti nelle misure di contenimento del Coronavirus, ci saranno oltre agli agenti della Polizia Locale, i volontari ai varchi.

Da ultimo ma non meno importante, data la presenza degli ambulanti in piazza Costituente sabato 2 maggio, è confermato il divieto di sosta con rimozione per l'intera area in cui si tiene il mercato (piazza Costituente), ad eccezione del parcheggio posto all'altezza del pubblico esercizio "La Degusteria" e di quelli di piazza Castello e piazza Marconi.

Data la festività dell’1 maggio, gli appuntamenti mercatali nelle frazioni di Mortizzuolo – che si tiene solitamente al venerdì – e Gavello – sabato pomeriggio – riprenderanno dalla prossima settimana (8, 9 maggio).

Coronavirus, l'aggiornamento: 25.177 i casi positivi in Emilia-Romagna, 263 in più rispetto a ieri. 364 nuove guarigioni, per un totale di 9.803. Continua la discesa dei casi attivi: -141. Quelli lievi in isolamento a domicilio sono 8.288 (-96)

Salgono a 176.865 i tamponi effettuati: 4.276 in più rispetto a ieri. In diminuzione sia i ricoverati nei reparti Covid (-47) che quelli in terapia intensiva (-2). I nuovi decessi sono 40. Arrivate 560mila mascherine alla Protezione civile regionale

Bologna 29 aprile 2020 - In Emilia-Romagna, dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus si sono registrati 25.177 casi di positività, 263 in più rispetto a ieri. Le nuove guarigioni sono 364 (9.803 in totale) mentre i test effettuati hanno raggiunto quota 176.865 (+4.276). In netto calo i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi a oggi: -141 rispetto a ieri (11.862 contro 12.003).

Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, arrivano complessivamente a 8.288, 96 in meno rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 226 (-2). Diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-47).

Le persone complessivamente guarite salgono a 9.803 (+364): 2.762 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 7.041 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Purtroppo, si registrano 40 nuovi decessi: 19 uomini e 21 donne. Complessivamente, in Emilia-Romagna sono arrivati a 3.512.

I nuovi decessi riguardano 8 residenti nella provincia di Piacenza, 8 in quella di Parma, 4 in quella di Reggio Emilia, 3 in quella di Modena, 7 in quella di Bologna (uno nell’imolese), 1 inquella di Ferrara, 2 ciascuno in quelle di Ravenna e Forlì-Cesena (i 2 nuovi decessi nel cesenate), 5 nel riminese. Nessun nuovo decesso da fuori regione.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ,ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 3.993 a Piacenza (75 in più rispetto a ieri), 3.144 a Parma (22 in più), 4.613 a Reggio Emilia (20 in più), 3.630 a Modena (21 in più), 3.977 a Bologna (80 in più), 375 le positività registrate a Imola (9 in più), 918 a Ferrara (9 in più). In Romagna sono complessivamente 4.527 (27 in più), di cui 981 a Ravenna (3 in più), 880 a Forlì (3 in più), 676 a Cesena (4 in più), 1.990 a Rimini (17 in più).

La rete ospedaliera: 4.403 i posti letto aggiuntivi destinati ai pazienti Covid-19

Da Piacenza a Rimini, il piano di rafforzamento messo a punto dalla Regione ha portato complessivamente ad oggi a 4.403 posti letto attivati per i pazienti Covid-19: 3.944 ordinari (36 meno di ieri) e 459 di terapia intensiva (19 in meno). Nel dettaglio: 534 posti letto a Piacenza (di cui 34 di terapia intensiva), 894 Parma (50 di terapia intensiva), 501 a Reggio Emilia (45 di terapia intensiva), 502 a Modena (70 di terapia intensiva), 1.045 tra Bologna e Imola, e dunque nell’area metropolitana (138 terapia intensiva, di cui 8 a Imola), 322 a Ferrara (38 di terapia intensiva), 605 in Romagna, di cui 84 per terapia intensiva. Nel dettaglio: 178 a Rimini (di cui 39 per la terapia intensiva), 104 a Ravenna (di cui 14 per la terapia intensiva), 97 a Lugo (di cui 10 per la terapia intensiva), 24 a Faenza, al San Pier Damiano Hospital; 89 a Forlì (di cui 10 per la terapia intensiva), 73 a Cesena (di cui 11 per la terapia intensiva) e 40 posti letto a Villa Serena.

L’attività dell’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile

Dispositivi di protezione individuale

Dal Dipartimento nazionale della protezione civile, sono pervenuti oggi ai magazzini dell’Agenzia 560.000 mascherine chirurgiche, di cui 40.000 provenienti da donazioni, 80.080 mascherine ffp2 e 100.000 mascherine monovelo Montrasio.Il materiale verrà distribuito secondo le necessità del sistema sanitario regionale.

Sul sito del Dipartimento e del Ministero della Salute, sono aggiornati i dati complessivi dei DPI e delle apparecchiature elettromedicali distribuiti dalla Protezione Civile a Regioni e Province autonome, attraverso il sistema informatico ADA (Analisi Distribuzione Aiuti): https://bit.ly/3cSrAci

Personale sanitario volontario da altre Regioni

Dall’inizio dell’emergenza, sono pervenuti in Emilia-Romagna quattro contingenti di infermieri (totale 69) e quattro di medici (totale 56).

Volontariato

Martedì 28 aprile sono stati 948 i volontari di protezione civile dell’Emilia-Romagna impegnati nell’emergenza; dall’inizio delle attivazioni del volontariato, si sono accumulate 35.171 giornate complessive. Ecco le attività più rilevanti: supporto ai Comuni per l’assistenza alla popolazione (comprese le funzioni di segreteria e logistica presso i Coc dei Comuni), estesa su tutto il territorio regionale, questa attività ha coinvolto circa 600 volontari (fra cui 54 scout Agesci); supporto alle Ausl nel trasporto degenti con ambulanze, nel trasporto campioni sanitari e tamponi, nella consegna di farmaci (Cri e Anpas): 255 volontari; funzioni di segreteria e supporto logistico presso i Coc dei vari Comuni o presso le sedi dei Coordinamenti provinciali; sanificazione dei mezzi di soccorso nel Parmense, in Val di Taro.

Si segnala che volontari Anpas sono stati impegnati tra l'altro nel trasporto di una struttura prefabbricata ad uso sanitario davanti al PalaPanini di Modena per rafforzare i presidi già presenti (punto per prelievi sierologici) in previsione dell’intensificarsi dell’afflusso di persone nei prossimi giorni, a cui dare riparo anche in vista del previsto brutto tempo. Volontari del Coordinamento provinciale di Rimini sono invece stati impiegati nel montaggio della tenda davanti alla casa di cura “Villa Maria”.

Drive Through e Pre-Triage

Sono 13 le strutture per effettuare i tamponi di verifica a chi è in via di guarigione, approntate con il concorso dell’Agenzia e dei coordinamenti provinciali del volontariato di protezione civile: da tempo sono attive postazioni a Parma (2, l’ultima presso il Campus universitario), Castelnovo ne’ Monti (RE), Guastalla (RE), due a Modena (di cui una davanti al PalaPanini svolge gli screening sierologici sulla popolazione), Bologna e Imola (BO), Cesena (FC), Forlì (FC), Bagno di Romagna (FC), Rimini (RN) e Faenza (RA). Strutture che si aggiungono a tutte la altre presenti sul territorio regionale allestite dalle Aziende sanitarie.

Sono 34 i punti-di pre-triage attivi in E-R (11 davanti alle carceri, 23 per ospedali e cliniche): 3 in provincia di Piacenza (Piacenza città, Fiorenzuola d’Arda e Castel San Giovanni); 3 in provincia di Parma (Parma città, Vaio di Fidenza e Borgotaro); 3 in provincia di Reggio Emilia (Reggio Emilia città, Montecchio e Guastalla); 5 in provincia di Modena (Sassuolo, Vignola, Mirandola, Pavullo e Modena città); 3 nella città metropolitana di Bologna (Sant’Orsola e Maggiore, e a Imola); 2 in provincia di Ferrara (Argenta e Cento); 1 in provincia di Forlì-Cesena (Meldola); 2 in provincia di Rimini (Rimini città, di cui una montata oggi davanti alla Casa di cura “Villa Maria”); 1 nella Repubblica di San Marino (la postazione davanti all’Ospedale di Stato è composta dal pre-triage per i pazienti in ingresso e dalla nuova tenda per gli screening sierologici alla popolazione).

Dopo l’allestimento, lunedì 27 aprile, di una seconda tenda davanti all’Ospedale di Stato di San Marino dove viene effettuato il servizio di screening sierologico sulla popolazione, questa mattina, i volontari del Coordinamento provinciale di Rimini, in collaborazione con il personale dell’unità Protezione civile del Servizio Area Romagna, hanno installato una tenda pre-triage presso la Casa di cura “Villa Maria” di Rimini, struttura convenzionata con l’Ausl della Romagna. La tenda è stata messa a disposizione dall’Agenzia per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile.

Donazioni

I versamenti vanno effettuati sul seguente Iban: IT69G0200802435000104428964

Causale – Insieme si può Emilia Romagna contro il Coronavirus

A seguito del protocollo di collaborazione siglato con Sace per sostenere la liquidità delle imprese italiane colpite dall'emergenza Covid-19, UniCredit comunica di aver deliberato un finanziamento da 10 milioni di euro a favore del Pastificio Di Martino, prima operazione nell’ambito del programma GARANZIA ITALIA di SACE. La procedura per l’emissione della garanzia è stata completata digitalmente.

L’operazione odierna conferma la completa operatività di UniCredit su tutte le possibili soluzioni previste dal Decreto Liquidità.

“Questa operazione di finanziamento – ha affermato Francesco Giordano, CO-CEO Commercial Banking Western Europe di UniCredit – testimonia l’impegno di UniCredit nel supportare le imprese del territorio. Oggi sentiamo ancor di più la responsabilità di continuare a garantire tutto il nostro sostegno all’economia del Paese e di rafforzare l’impegno a favore delle eccellenze italiane. Il Pastificio Di Martino è una impresa dinamica e innovativa basata al Sud e rappresenta un esempio di azienda locale che ha saputo conquistare una posizione di leadership nel suo segmento di mercato, il food & beverage, che è strategico per il rilancio e la crescita del Paese”.

“Ringrazio UniCredit e Sace per questo finanziamento e per la celerità dell’operazione che ci permetterà di continuare ad implementare i nostri piani di sviluppo e di crescita – ha affermato Giuseppe Di Martino, titolare del Pastificio Di Martino – E’ anche un bel segnale per il Paese che il primo finanziamento della banca con garanzia Sace nell’ambito del Decreto Liquidità vada ad una impresa del Sud. Grazie a questa operazione potremo assorbire al meglio lo shock subito dalla filiera produttiva a seguito della diffusione del Covid-19 e far fronte con maggiore tranquillità alle esigenze di capitale circolante, garantendo quindi la continuità operativa e la fornitura dei nostri prodotti”.

Come previsto dal decreto liquidità, Sace concederà fino al 31 dicembre 2020 garanzie in favore di banche, di istituzioni finanziarie e degli altri soggetti abilitati all’esercizio del credito in Italia, per finanziamenti alle imprese.

Milano, 27 aprile 2020

Coronavirus, nuova ordinanza del presidente Bonaccini. Da domani, mercoledì 29 aprile, possibile spostarsi (individualmente, nel territorio provinciale e rientrando in giornata) per la manutenzione di imbarcazioni e velivoli di proprietà. Edilizia: al via i lavori necessari alla riapertura dei cantieri in stabilimenti balneari, strutture ricettive, parchi tematici e all'interno di pubblici esercizi ed esercizi commerciali

Le nuove disposizioni si applicano a tutto il territorio regionale, compresa la provincia di Piacenza. Riflessione in corso sulle seconde case, in via di definizione probabilmente già domani

Bologna 28 aprile 2020 - Da domani, 29 aprile, in Emilia-Romagna sarà possibile spostarsi per fare manutenzione alle imbarcazioni e ai velivoli di proprietà. Lo si potrà però fare nell’ambito della stessa provincia, individualmente e rientrando in giornata alla propria abituale abitazione.

Inoltre, nel settore edilizio sono consentite alle imprese le attività propedeutiche alla riapertura dei cantieri negli stabilimenti balneari, sia su demanio pubblico che su proprietà private, nelle strutture ricettive, negli impianti termali, nei parchi tematici e all’interno dei pubblici esercizi e degli esercizi commerciali. Questo nel pieno rispetto di quanto stabilito dal protocollo di sicurezza nei cantieri sottoscritto dal Governo e dalle parti sociali.

E’ quanto stabilisce una nuova ordinanza firmata dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, le cui disposizioni si applicano a tutto il territorio regionale, compresa la provincia di Piacenza.

In particolare, le imbarcazioni potranno essere portate ai cantieri navali “per avviare le attività propedeutiche alla riapertura dei cantieri stessi”.

Si sta inoltre approfondendo il tema delle seconde case, che verrà definito con molta probabilità già domani. /PF

Allegato 1: Testo ordinanza 28 aprile ore.docx

Coronavirus, l'aggiornamento: 24.914 i casi positivi in Emilia-Romagna, 252 in più rispetto a ieri. Sono 433 le nuove guarigioni per un totale di 9.439. In netto calo i casi attivi: -222. Quelli lievi in isolamento a domicilio sono 8.384 (-114)

Record di tamponi effettuati: 7.610 in più rispetto a ieri (172.589 in totale). In diminuzione sia i ricoverati nei reparti Covid (-66) che quelli in terapia intensiva (-19). I nuovi decessi sono 41. Arrivate 100mila mascherine alla Protezione civile regionale

Bologna 28 aprile 2020 - In Emilia-Romagna, dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, si sono registrati 24.914 casi di positività, 252 in più rispetto a ieri. Le nuove guarigioni sono 433 (9.439 in totale) mentre i test effettuati hanno raggiunto quota 172.589, 7.610 in un solo giorno.

In netto calo i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi a oggi: -222 rispetto a ieri (12.003 contro 12.225).

Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, arrivano complessivamente a 8.384, -114 rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 228 (-19 rispetto a ieri). Diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-66).

Le persone complessivamente guarite salgono a 9.439 (+433): 2.687 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 6.752 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Purtroppo, si registrano 41 nuovi decessi: 17 uomini e 24 donne. Complessivamente, in Emilia-Romagna sono arrivati a 3.472.

I nuovi decessi riguardano 10 residenti nella provincia di Piacenza, 3 in quella di Parma, 10 in quella di Reggio Emilia, 3 in quella di Modena, 8 in quella di Bologna (nessuno nell’imolese), 2 nella provincia di Forlì-Cesena (i 2 nuovi decessi nel forlivese), 5 nel riminese. Nessun nuovo decesso nelle provincie di Ferrara, Ravenna e da fuori regione.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 3.918 a Piacenza (92 in più rispetto a ieri), 3.122 a Parma (10 in più), 4.593 a Reggio Emilia (8 in più), 3.609 a Modena (31 in più), 3.897 a Bologna (70 in più), 366 le positività registrate a Imola (2 in più), 909 a Ferrara (4 in più). In Romagna sono complessivamente 4500 (35 in più), di cui 978 a Ravenna (8 in più), 877 a Forlì (nessun caso in più rispetto a ieri), 672 a Cesena (7 in più), 1.973 a Rimini (20 in più).

La rete ospedaliera: 4.458 i posti letto aggiuntivi destinati ai pazienti Covid-19

Da Piacenza a Rimini, il piano di rafforzamento messo a punto dalla Regione ha portato complessivamente ad oggi a 4.458 posti letto attivati per i pazienti Covid-19: 3.980 ordinari (82 meno di ieri) e 478 di terapia intensiva, come ieri. Nel dettaglio: 514 posti letto a Piacenza (di cui 34 di terapia intensiva), 904 Parma (50 di terapia intensiva), 501 a Reggio Emilia (45 di terapia intensiva), 502 a Modena (70 di terapia intensiva), 1.049 tra Bologna e Imola, e dunque nell’area metropolitana (142 terapia intensiva, di cui 8 a Imola), 322 a Ferrara (38 di terapia intensiva), 666 in Romagna, di cui 99 per terapia intensiva. Nel dettaglio: 178 a Rimini (di cui 39 per la terapia intensiva), 136 a Ravenna (di cui 14 per la terapia intensiva), 97 a Lugo (di cui 10 per la terapia intensiva), 24 a Faenza, al San Pier Damiano Hospital; 89 a Forlì (di cui 10 per la terapia intensiva), 102 a Cesena (di cui 26 per la terapia intensiva) e 40 posti letto a Villa Serena.

L’attività dell’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile

Dispositivi di protezione individuale

Dal Dipartimento nazionale della Protezione civile sono arrivate oggi ai magazzini dell’Agenzia regionale 100.000 mascherine FFP2 e 7 ventilatori polmonari per le terapie intensive.Il materiale verrà distribuito in base alle necessità del sistema sanitario regionale.

Sul sito del Dipartimento e del Ministero della Salute, sono aggiornati i dati complessivi dei Dpi e delle apparecchiature elettromedicali distribuiti dalla Protezione Civile a Regioni e Province autonome, attraverso il sistema informatico Ada (Analisi Distribuzione Aiuti): https://bit.ly/2Yal5h5

Personale sanitario volontario da altre Regioni: 15 nuovi infermieri per l’Emilia-Romagna

Dall’inizio dell’emergenza sono arrivati in Emilia-Romagna quattro contingenti di infermieri (totale 69, di cui 15 ieri) e quattro di medici (totale 56).

Volontariato

Lunedì 27 aprile sono stati 878 i volontari di protezione civile dell’Emilia-Romagna impegnati su più fronti; dall’inizio dell’emergenza, si sono accumulate 34.223 giornate complessive. Tra le attività più rilevanti, c’è il supporto ai Comuni per l’assistenza alla popolazione: esteso su tutto il territorio regionale, quest’impegno ha coinvolto 540 volontari (fra cui 150 scout Agesci). C’è poi il supporto alle Ausl nel trasporto degenti con ambulanze, nel trasporto di campioni sanitari e tamponi, nella consegna di farmaci (Cri e Anpas): 309 i volontari coinvolti. Le altre attività riguardano le funzioni di segreteria e il supporto logistico presso i COC (Centri operativi comunali) dei vari Comuni o le sedi dei Coordinamenti provinciali, e la sanificazione dei mezzi di soccorso nel parmense, in Val di Taro.

Prosegue l’attività di sorveglianza dei passeggeri in transito all’aeroporto Marconi di Bologna: questi ultimi sono volontari attivati a livello nazionale, direttamente dal Dipartimento Protezione civile.

Drive Through e Pre-Triage

Sono 13 le strutture per effettuare i tamponi di verifica a chi è in via di guarigione, approntate con il concorso dell’Agenzia e dei coordinamenti provinciali del volontariato di protezione civile: da tempo sono attive postazioni a Parma (2, l’ultima presso il Campus universitario), Castelnovo ne’ Monti (RE), Guastalla (RE), due a Modena (di cui una davanti al PalaPanini svolge gli screening sierologici sulla popolazione), Bologna, Imola (BO), Cesena (FC), Forlì (FC), Bagno di Romagna (FC), Rimini (RN) e Faenza (RA). Strutture che si aggiungono a tutte la altre presenti sul territorio regionale allestite dalle Aziende sanitarie.

Sono 33 i punti di pre-triage attivi in Emilia-Romagna (11 davanti alle carceri, 23 per ospedali e cliniche): 3 in provincia di Piacenza (Piacenza città, Fiorenzuola d’Arda e Castel San Giovanni); 3 in provincia di Parma (Parma città, Vaio di Fidenza e Borgotaro); 3 in provincia di Reggio Emilia (Reggio Emilia città, Montecchio e Guastalla); 5 in provincia di Modena (Sassuolo, Vignola, Mirandola, Pavullo e Modena città); 3 nella città metropolitana di Bologna (Sant’Orsola e Maggiore, e Imola); 2 in provincia di Ferrara (Argenta e Cento); 1 in provincia di Forlì-Cesena (Meldola); 1 in provincia di Rimini (Rimini città) e 1 nella Repubblica di San Marino (la postazione davanti all’Ospedale di Stato è composta dal pre-triage per i pazienti in ingresso e dalla nuova tenda per gli screening sierologici alla popolazione).

Una nuova tenda pre-triage verrà montata domani a Rimini, presso la Casa di cura “Villa Maria”, struttura convenzionata con l’Ausl della Romagna.

Ieri, lunedì 27 aprile, nell’area esterna dell’Ospedale di Stato di San Marino è stata installata una seconda tenda in modo da implementare il servizio di screening sierologico per il Covid-19 su un’ampia fascia della popolazione, anche in vista dell’apertura delle attività economiche. Si tratta di una tenda pneumatica a 4 archi, recuperata al CREMM (Centro regionale emergenza, mezzi e materiali) di Bologna e montata dai volontari del Coordinamento riminese, grazie alla stretta collaborazione tra il Servizio Area Romagna dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile e il Servizio Protezione civile della Repubblica di San Marino. La tenda è stata allestita in prossimità della precedente, già operativa dallo scorso marzo.

Donazioni

I versamenti vanno effettuati sul conto corrente IT69G0200802435000104428964, causale: Insieme si può Emilia Romagna contro il Coronavirus. /CV

 

 

Calano i decessi rispetto al 2019 

A Modena, tra il centro e la periferia, ci sono due RSA Anni Azzurri che “resistono”: sono le residenze Ducale 1 in via del Pozzo e Ducale 2 - 3 in via Dell’Ariete. Qui la tempesta COVID19 non si è abbattuta mentre, dati alla mano, diminuiscono i decessi rispetto al 2019. Infatti tra il 21 febbraio e il 18 aprile 2020 la RSA Ducale 2-3 registra 4 decessi contro i 9 del 2019 (decremento pari al 53%). Stabile invece il numero dei decessi nella Ducale 1 con 5 decessi sia nel 2019 che quest’anno.

Se la fase critica oggi può dirsi superata nelle due strutture modenesi del Gruppo KOS Care, le disposizioni e i protocolli di sicurezza continueranno ad essere in vigore nei prossimi mesi a tutela degli ospiti e degli operatori. La fornitura tempestiva dei DPI e la blindatura delle RSA, nei primi di marzo, sono stati fattori fondamentali oltre che deterrenti allo scoppio di una potenziale emergenza.

Questa nuova normalità - spiega la direttrice della RSA Ducale 1 Claudia Guandalini - non ci ha tolto entusiasmo e grinta, consapevoli che nei prossimi mesi ci attendono sfide difficili. Gli operatori mantengono per quanto possibile in attività i nostri ospiti così come l’animatrice al mattino con il suo microfono fa il giro dei piani per sincerarsi dello stato di salute e dell’umore degli ospiti, dando il buongiorno con il caffè ed un sorriso. Con il supporto di tutti facciamo fino alle 20-30 videochiamate al giorno per dare la possibilità agli ospiti di vedere/sentire i loro cari e viceversa. Per andare avanti bene credo sia vincente mantenere un rapporto di fiducia con l’Azienda da una parte e dall’altra è importante un dialogo trasparente con lo staff, gli ospiti e le famiglie. La sicurezza e la prevenzione vengono prima di ogni cosa e non sono mai abbastanza”.

Un ruolo centrale spetta tutti i giorni al team che commenta così:
Dai nostri anziani - dice l’animatrice Elena Sitti - traiamo grandi insegnamenti, loro sanno cosa è la rinuncia e il sacrificio per il bene dell’altro. Dignità, compostezza e coraggio sono in antitesi con la fragilità che tanto si nomina parlando di anziani”.

Matteo Rebecchi e Davide Trabucco sono invece terapisti occupazionali: “Abbiamo visto negli occhi degli ospiti e dei loro familiari un’espressione di gratitudine e di affetto, questo ci spinge a dare sempre il massimo”.
In pieno fermento per qualità e quantità di iniziative è Anni Azzurri Ducale 2 - 3 dove prosegue l’applicazione di regole e dispositivi per la sicurezza della comunità.

Abbiamo diviso la struttura per nuclei e ridisegnato gli spazi comuni - spiega la direttrice Elisabetta Barbolini. Ad esempio la fisioterapia con le pedaliere è stata “trasferita” ai piani. Questa emergenza di certo ci ha uniti e gli anziani ci hanno dato il coraggio di chi ha vissuto sulla propria pelle il dramma della guerra. Costruiamo ogni giorno una normalità fatta anche di canali virtuali, ma che hanno effetti più che reali. I sorrisi, le lacrime di gioia o tristezza, gli sguardi di nostalgia e di speranza sono quanto di più vero ci si possa immaginare. Ad oggi abbiamo resistito ma siamo consapevoli dei rischi che si corrono quotidianamente e ci prepariamo a tempi più duri pur sperando di non averne”.

Tra i progetti più innovativi ce ne sono due avviati in via sperimentale in collaborazione con l’azienda Aura srl. Gli obiettivi sono di carattere ludico ricreativo e di rilassamento. Il primo progetto consiste nell’utilizzo di visori professionali per la realtà virtuale, per far “viaggiare” con la fantasia i nostri ospiti.

Con il loro supporto, l’animatrice Catia Malavasi e la terapista occupazionale Laura Saetti stimolano le capacità cognitive, la curiosità, la memoria dell’ospite portandolo in luoghi di sua conoscenza o di fantasia rimanendo tutti al sicuro.

Il secondo progetto nasce da un’idea dalla ricercatrice Ilaria VilKelis per contrastare la solitudine e generare benessere nella persona fragile. Si chiama Racconta! il gioco interattivo istallato su un tablet che attraverso domande suddivise in aree tematiche porta gli ospiti a mettere in condivisioni esperienze di vissuto e diffonde la conoscenza su buone pratiche di vita quotidiana. La progettualità va avanti e mette al centro gli anziani con i loro bisogni.

Martedì, 28 Aprile 2020 12:03

Non è un paese per donne

Nell’emergenza vengono a galla tante problematiche familiari, a partire dalla gestione dei bambini, che rischiano di penalizzare le lavoratrici. Nasce #facciamopresto,  un hashtag per una rapida ripresa. Anche all’insegna delle donne. Lo strumento proposto: l’outdoor education

Giliana_Gavioli.jpgModena, 28 aprile 2020. “Occorre aprire in fretta, ma farlo senza tenere in considerazione le necessità delle famiglie, dai figli agli anziani e ai disabili, significa non considerare il ruolo femminile nel lavoro, e di conseguenza aggiungere un nuovo problema ad una situazione di per sé complicatissima. E a pagare il prezzo sociale, ed anche economico, alla pandemia, saranno soprattutto le donne, come spesso capita nelle crisi”. È amareggiata, ed anche un po’ arrabbiata, Giliana Gavioli, presidente di CNA Impresa Donna, di fronte ad una situazione sottovalutata. “Il rischio – continua Gavioli – è che si torni indietro nel tempo, che sia la donna a perdere il lavoro, o a lasciarlo per privilegiare la famiglia. E questo sarebbe inaccettabile”.

Il problema principale è rappresentato dai bambini e dai ragazzi, “che hanno bisogno di socialità. Non ci si può affidare, per compensare la mancanza di contatti, solo alle videochiamate. Le esperienze degli altri Paesi confermano che qualcosa in questa direzione può essere fatto. In Italia, poi, abbiamo la fortuna di poter contare su una grande rete di comunità in questo senso: polisportive, circoli, fattorie didattiche, le stesse scuole. In tutti questi luoghi, almeno nei mesi estivi, possono essere organizzate attività di supporto alle famiglie per piccoli gruppi di ragazzi, eventualmente coinvolgendo anche operatori culturali, peraltro sino ad oggi dimenticati nelle questioni economiche riguardanti l’emergenza”.

Sono a decine le associazioni e le insegnanti che premono per riaprire i luoghi dell’educazione. In questi mesi la scuola ha fatto passi da gigante nella didattica a distanza, magari è possibile fare la stessa cosa nella outdoor education, nella sperimentazione di laboratori a piccoli gruppi, nell’assistenza educativa domiciliare per i minori con disabilità. Vale la pena provare, per rimettere ogni cosa al suo posto. Senza capovolgimenti. Ed aiutando le famiglie al di là dei baby voucher o dei congedi, largamente insufficienti, sia dal punto di vista economico che temporale)
Secondo la presidente delle donne imprenditrici di CNA, “Stanno venendo al pettine i ritardi di decenni. E la sottovalutazione della figura femminile, che magari questi problemi li ha più presenti degli uomini: basti pensare, e non sono certo la prima a rilevarlo, come nella famosa, direi famigerata task force, non ci sia nemmeno una donna”.

“Siamo state proprio noi donne di CNA ad individuare un hashtag, #facciamopresto, che vuole accompagnare tutte le iniziative e le sollecitazioni che l’Associazione sta rivolgendo alle diverse istituzioni per accelerare, in sicurezza, la ripresa delle attività produttive. Ma questa ripresa passa anche per una tutela delle famiglie, e delle donne. Per la salvaguardia del loro ruolo di imprenditrici, lavoratrici, mamme.

 

Coronavirus, l'aggiornamento: 24.662 i casi positivi in Emilia-Romagna, 212 in più rispetto a ieri. Sono 283 le nuove guarigioni per un totale di 9.006. Ancora in calo i casi attivi: -116. Quelli lievi in isolamento a domicilio sono 8.498 (-79)

Sono 3.051 i tamponi in più rispetto a ieri (164.979 in totale). In diminuzione i ricoverati nei reparti Covid (-55), due in più in terapia intensiva. I nuovi decessi sono 45. Arrivate quasi 700 mila mascherine alla Protezione civile regionale

Bologna 27 aprile 2020 – In Emilia-Romagna dall’inizio della crisi sanitaria si sono registrati2 4.662 casi di positività al Coronavirus, 212 in più rispetto a ieri, ancora uno degli aumenti fra i più bassi registrati ultimamente. Le nuove guarigioni sono 283 (9.006 in totale). I test effettuati hanno raggiunto quota 164.979 (+3.051)

Ancora in calo i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi a oggi: -116 rispetto a ieri (12.225 contro 12.341).

Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi complessivamente arrivano a 8.498, -79 rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 247 (+ 2 rispetto a ieri). Diminuiscono quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-55).

Le persone complessivamente guarite salgono a 9.006 (+283): 2.575 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 6.431 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Si registrano 45 nuovi decessi: 26 uomini e 19 donne. Complessivamente, in Emilia-Romagna sono arrivati a 3.431.

I nuovi decessi riguardano 10 residenti nella provincia di Piacenza, 7 in quella di Parma, 4 in quella di Reggio Emilia, 2 in quella di Modena, 12 in quella di Bologna (nessuno nell’imolese), 5in quella di Ferrara, 5 nella provincia di Forlì-Cesena (due decessi nel forlivese). Nessun nuovo decesso nella provincia di Rimini, in quella di Ravenna e da fuori regione.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 3.826 a Piacenza (75 in più rispetto a ieri), 3.112 a Parma (39 in più), 4.585 a Reggio Emilia (8 in più), 3.578 a Modena (16 in più), 3.827 a Bologna (34 in più), 364 le positività registrate a Imola (1 in più), 905a Ferrara (4 in più). In Romagna sono complessivamente 4.465 (35 in più), di cui 970 a Ravenna (1 in più), 877 a Forlì (9 in più), 665 a Cesena (9 in più), 1.953 a Rimini (16 in più).

La rete ospedaliera: 4.540 i posti letto aggiuntivi destinati ai pazienti Covid-19

Da Piacenza a Rimini, il piano di rafforzamento messo a punto dalla Regione ha portato complessivamente, oggi, a 4.540 posti letto aggiuntivi destinati ai pazienti Covid 19: 4.062 ordinari (30 meno di ieri perché riconvertiti ad attività no-Covid) e 478 di terapia intensiva come ieri. Nel dettaglio: 560 posti letto a Piacenza (di cui 34 per terapia intensiva), 908 Parma (50 quelli di terapia intensiva), 501 a Reggio Emilia (45 terapia intensiva), 502 a Modena (70 terapia intensiva), 1.081 nell’area metropolitana di Bologna e Imola (142 terapia intensiva, di cui 8 a Imola), 322 Ferrara (38 terapia intensiva), 666 in Romagna, di cui 99 per terapia intensiva (nel dettaglio: 178 Rimini, di cui 39 per terapia intensiva; nessuno a Riccione; 136 Ravenna, di cui 14 per terapia intensiva; 24 a Faenza, al San Pier Damiano Hospital; 97 Lugo, di cui 10 per terapia intensiva; 89 Forlì, di cui 10 per terapia intensiva, a cui si aggiungono 40 letti ordinari nella struttura privata Villa Serena; 102 a Cesena, di cui 26 per terapia intensiva).

L’ attività dell’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile

Dispositivi di protezione individuale

Dal Dipartimento nazionale della protezione civile, sono pervenuti oggi ai magazzini dell’Agenzia 520.200 mascherine chirurgiche, 100.000 mascherine ffp2, 64.000 mascherine monovelo Montrasio. Tramite donazioni sono state destinate all’Agenzia altre 20.000 mascherine chirurgiche.Il materiale verrà distribuito secondo le necessità del sistema sanitario regionale.

Sul sito del Dipartimento e del Ministero della Salute, sono aggiornati i dati complessivi dei Dpi e delle apparecchiature elettromedicali distribuiti dalla Protezione Civile a Regioni e Province autonome, attraverso il sistema informatico Ada (Analisi Distribuzione Aiuti): https://bit.ly/2Yal5h5

Personale sanitario volontario da altre Regioni

Dall’inizio dell’emergenza, sono pervenuti in Emilia-Romagna quattro contingenti di infermieri per un totale di 69 - di cui 15 arrivati ieri -e quattro di medici per complessivi 56.

Volontariato

Domenica 26 aprile sono stati 472 i volontari di protezione civile dell’Emilia-Romagna impegnati nell’emergenza; dall’inizio delle attivazioni del volontariato, si sono accumulate 33.345 giornate complessive. Ecco attività più rilevanti: supporto ai Comuni per l’assistenza alla popolazione: estesa su tutto il territorio regionale, questa attività ha coinvolto circa 280 volontari (fra cui un centinaio di scout Agesci); attività di segreteria e logistica presso i Coc dei vari Comuni (una ventina di volontari); supporto alle Ausl nel trasporto degenti con ambulanze, nel trasporto campioni sanitari e tamponi, nella consegna di farmaci (Cri e Anpas): 198 volontari; attività di sanificazione dei mezzi di soccorso nel Parmense, in Val di Taro .

Prosegue l’attività di sorveglianza dei passeggeri in transito all’aeroporto Marconi di Bologna: questi ultimi sono volontari attivati a livello nazionale, direttamente dal Dipartimento Protezione civile.

Drive Through e Pre Triage

Sono 13 le strutture per effettuare i tamponi di verifica a chi è in via di guarigione, approntate con il concorso dell’Agenzia e dei coordinamenti provinciali del volontariato di protezione civile: da tempo sono attive postazioni a Parma (2, l’ultima presso il Campus universitario), Castelnovo ne’ Monti (RE), Guastalla (RE), due a Modena, Bologna, Imola (BO), Cesena (FC), Forlì (FC), Bagno di Romagna (FC), Rimini (RN) e Faenza (RA). Strutture che si aggiungono a tutte la altre presenti sul territorio regionale allestite dalle Aziende sanitarie.

Restano 33 i punti di pre-triage attivi in Emilia-Romagna (11 davanti alle carceri, 22 per ospedali e cliniche): 3 in provincia di PC (Piacenza città, Fiorenzuola d’Arda e Castel San Giovanni); 3 in provincia di PR (Parma città, Vaio di Fidenza e Borgotaro); 3 in provincia di RE (Reggio Emilia città, Montecchio e Guastalla); 5 in provincia di MO (Sassuolo, Vignola, Mirandola, Pavullo e Modena città); 3 nella città metropolitana di BO (Sant’Orsola e Maggiore, e a Imola); 2 in provincia di FE (Argenta e Cento); 1 in provincia di FC (Meldola); 1 in provincia di RN (Rimini città) e 1 nella Repubblica di San Marino.

Presso il punto di pre-triage allestito all’ospedale di Mirandola (MO) è stata sostituita una tenda ad uso magazzino con un container. Questa mattina è stata installata una seconda tenda davanti all’Ospedale di San Marino per rafforzare lo spazio dedicato a realizzare il servizio di screening sierologico sulla popolazione. La struttura è stata fornita dall’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile e montata dai volontari del Coordinamento di Rimini, in collaborazione con i funzionari del Servizio territoriale Area Romagna (sede di Rimini) dell’Agenzia regionale.

Donazioni

I versamenti vanno effettuati sul seguente Iban: IT69G0200802435000104428964
Causale – Insieme si può Emilia Romagna contro il Coronavirus. /PF

 

Immatricolazioni aperte dal 16 luglio. É possibile registrarsi fin da ora sul sito web di Ateneo.

Dal 1° luglio al 31 ottobre ritorna il Welcome Point Matricole.

Si aprono il 16 luglio le immatricolazioni all'Università di Parma, che per l'Anno Accademico 2020-21 presenta un'offerta formativa ulteriormente valorizzata, che arriva a 91 corsi complessivi.

Anche in questo periodo di emergenza sanitaria, l'Ateneo ha profuso uno sforzo ulteriore per rispondere al meglio alle esigenze formative volte alla acquisizione di conoscenze e competenze da parte di tutti coloro che sono intenzionati a intraprendere un percorso universitario, mettendo a punto adeguate soluzioni per consentire lo svolgimento delle attività didattiche non solo nella fase più critica dell'emergenza sanitaria, ma anche implementando i servizi necessari per la ripresa delle attività del prossimo Anno Accademico.

Infatti, le competenze e le infrastrutture tecnologiche a disposizione dell'Ateneo, unitamente all'esperienza maturata, consentono di garantire sia il pieno e regolare svolgimento del prossimo Anno Accademico, sia la continuità di tutti i servizi offerti agli Studenti.

La nuova offerta formativa è stata approvata nei giorni scorsi dagli Organi accademici confermando il massimo sforzo in relazione al numero di studenti accoglibili. Al debutto quattro nuovi Corsi (uno triennale e tre magistrali) in ambito food, ingegneria e delle scienze informatiche:

Costruzioni, Infrastrutture e Territorio (LT - Corso di Laurea sperimentale a orientamento professionale);
Electric Vehicle Engineering (LM interateneo, interamente in inglese, con sede amministrativa all'Università di Bologna);
Scienze della Nutrizione Umana (LM);
Scienze Informatiche (LM).

Questa l'articolazione della nuova offerta formativa, che copre tutti gli ambiti di studio presenti nei 9 Dipartimenti dell'Ateneo:

• 39 Corsi di Laurea – 3 anni;
• 6 Corsi di Laurea Magistrale a ciclo unico – 5 o 6 anni;
• 46 Corsi di Laurea Magistrale – 2 anni.

IL VIA ALLE IMMATRICOLAZIONI IL 16 LUGLIO, MA CONVIENE REGISTRARSI FIN DA ORA.

Le immatricolazioni all'Università di Parma per l'Anno Accademico 2020-21 si apriranno giovedì 16 luglio.

Si consiglia di registrarsi fin da ora sul sito web www.unipr.it/registrazione per ottenere le proprie credenziali individuali (username e password) allo scopo di agevolare così la fase successiva, che prenderà avvio il 16 luglio con orari scaglionati durante la giornata per i diversi Corsi di Studio.

Per accedere alla procedura è sufficiente andare sul sito web di Ateneo alla pagina https://www.unipr.it/iscrizioni

DIVERSE TIPOLOGIE DI ACCESSO: CORSI LIBERI, CON TEST NAZIONALE O LOCALE, IN ORDINE CRONOLOGICO CON VALORIZZAZIONE DEL MERITO.

I 91 Corsi offerti dall'Università di Parma presentano diverse tipologie di accesso:

59 Corsi a libero accesso: accettazione delle domande dal 16 luglio fino alla scadenza del periodo d'immatricolazione;
14 Corsi a numero programmato nazionale con test d'ingresso: per Architettura Rigenerazione Sostenibilità, Medicina e Chirurgia, Medicina Veterinaria, Odontoiatria e Protesi Dentaria e per i 10 Corsi delle Professioni sanitarie sono disponibili le date delle prove di ammissione, ma non è ancora stato pubblicato il Decreto Ministeriale con le indicazioni dei numeri di posti disponibili e le modalità e scadenze per le iscrizioni ai test;
1 Corso a numero programmato locale con test d'ingresso: Corso di Laurea Magistrale in Trade e Consumer Marketing (in attesa del bando);
9 Corsi a numero programmato locale con selezione effettuata in base all'ordine cronologico di prenotazione con valorizzazione del merito attraverso il voto di maturità: Biologia, Biotecnologie, Chimica, Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, Costruzioni Infrastrutture e Territorio, Farmacia, Scienze e Tecnologie Alimentari, Scienze Motorie, Sport e Salute, Scienze Zootecniche e Tecnologie delle Produzioni Animali;
2 Corsi a numero programmato locale con selezione effettuata in base all'ordine cronologico di prenotazione con verifica del voto medio conseguito in un paniere di settori scientifico-disciplinari: Biotecnologie Mediche, Veterinarie e Farmaceutiche e Scienze e Tecnologie Alimentari;
6 Corsi interateneo con sedi amministrative presso altre università, alcuni a libero accesso e alcuni a numero programmato locale (è necessario consultare i siti web degli atenei di riferimento per tutte le informazioni amministrative aggiornate): Advanced Automotive Electronic Engineering, Advanced Automotive Engineering, Electric Vehicle Engineering, Food Sciences for Innovation and Authenticity, Lingue Culture Comunicazione, Scienze e Tecniche Psicologiche.

RITORNA DAL 1° LUGLIO IL WELCOME POINT MATRICOLE

Dopo l'altissimo gradimento registrato lo scorso anno, dal 1° luglio al 31 ottobre riapre, nel Sottopasso del Ponte Romano, il Welcome Point Matricole, il servizio di informazione sull'Ateneo e sui servizi offerti dalla città rivolto a tutti gli Studenti (future matricole, neo-iscritti e Studenti già iscritti) e alle loro famiglie organizzato dall'Ateneo con la collaborazione di ER.GO e dell'Informagiovani del Comune di Parma.

Tutte le attività di informazione e orientamento saranno fruibili anche mediante incontri "da remoto" per favorire la possibilità di incontro anche alle persone che non potessero fisicamente recarsi presso la nostra struttura.

Grazie all’altissima adesione alla raccolta straordinaria per l’ospedale, il GRADE ora punta all’acquisto di un nuovo, avanzato strumento da 700 mila euro.

Single Photon Emission Computed Tomography / Computed Tomography: è questo il nome per esteso del nuovo strumento tecnologico, abbreviato comunemente in SPECT/CT, che Fondazione GRADE Onlus in accordo con la direzione dell’AUSL- IRCCS di Reggio Emilia e in collaborazione con la Fondazione Giulia Maramotti si è posta come prossimo, ambizioso traguardo per la raccolta fondi straordinaria a favore dell’Ospedale Santa Maria Nuova.

Una raccolta che, iniziata nel mese di marzo, ha avuto l’obiettivo di donare all’AUSL-IRCCS di Reggio dotazioni per affrontare l’emergenza coronavirus, così da mettere il personale dei reparti dedicati ad assistere i pazienti positivi al COVID nelle migliori condizioni per affrontare la pandemia. Ma ovviamente le ricadute di questa azione andranno anche oltre questa fase.

E proprio in questa direzione va il nuovo progetto attivato da GRADE, come spiega il Presidente della Fondazione dottor Francesco Merli: “Grazie alla raccolta “GRADE: emergenza coronavirusabbiamo avuto modo di acquistare nuovi strumenti per un ammontare di oltre 500 mila euro, come abbiamo rendicontato nei giorni scorsi, che sono già operativi nei vari reparti del Santa Maria Nuova. Ora abbiamo scelto di attivarci per riuscire ad acquistare, nell’arco dei prossimi mesi ed entro la fine dell’anno, una nuova SPECT/CT per la Medicina Nucleare, uno strumento che andrà a sostituire quello attualmente in funzione da parecchi anni con uno molto più performante”.

La Tomografia ad emissione di fotone singolo/CT è un’apparecchiatura di grande importanza per la Medicina Nucleare: viene impiegata per tutti i tipi di scintigrafia (dinamica, planare, Total-body), con possibilità di approfondimento Tomoscintigrafico (SPECT) e di fusione con l’immagine TAC per migliorare la definizione morfologica.

I risultati attesi da questo nuovo investimento - spiega il dott. Annibale Versari, Direttore della Medicina Nucleare del Santa Maria - saranno una riduzione della lista d’attesa per la Scintigrafia ossea nella stadiazione e valutazione di recidiva in pazienti neoplastici (prevalentemente Carcinoma della prostata) e di mobilizzazione di artroprotesi, soprattutto d’anca, in pazienti ortopedici; esami più approfonditi e precisi nei pazienti da sottoporre a ricerca del linfonodo sentinella per carcinoma della mammella o per melanoma; la riduzione della lista d’attesa per la diagnosi del Morbo di Parkinson, la riduzione della dose di radiofarmaco e quindi dell’irradiazione dei pazienti pediatrici sottoposti a scintigrafia renale e diversi altri esami specifici per ulteriori patologie”.

In queste settimane da parte della comunità reggiana, e non solo, sono arrivate testimonianze straordinarie di vicinanza al personale sanitario della nostra AUSL - precisa il dottor Merli - tantissime persone e realtà economiche hanno voluto sostenere la raccolta del GRADE per l’emergenza coronavirus, evidenziando il legame fortissimo verso il territorio e le sue strutture ospedaliere. Ora lanciamo questa nuova sfida, nella certezza che potrà essere vinta grazie a questo stesso sostegno”.

Il dottor Fausto Nicolini, direttore generale dell’AUSL di Reggio ha espresso la sua soddisfazione per la raccolta fondi promossa da GRADE : “Anche in questo contesto emergenziale così complicato e impegnativo per tutto il sistema, la Fondazione GRADE Onlus si è schierata al fianco della sanità pubblica reggiana per sostenerla e supportarla, con la raccolta fondi per la donazione di tecnologia e strumentazioni non solo per l’Ematologia, ma per tutte le diverse discipline ospedaliere e in particolare per quei settori che hanno sostenuto l’impatto principale con l’epidemia in corso. GRADE però vuole giustamente guardare al dopo, ad un investimento anche per il futuro, per potenziare e migliorare i percorsi diagnostici e clinico-assistenziali di pazienti affetti da diverse patologie. Al GRADE, ai suoi volontari e a tutti coloro che hanno contribuito con le loro donazioni un grande grazie a nome dell’Azienda e della collettività reggiana”.

Sostenere la raccolta è possibile tramite bonifico bancario, Banca Credem – IBAN IT 31 S 03032 12804 010000012000, intestato a Fondazione GRADE Onlus, indicando come causale SPECT/CT.

Modena, 27 aprile 2020 - «Orari scolastici spalmati tra mattino e pomeriggio, ingressi scaglionati, alternanza tra lezioni frontali in presenza e didattica a distanza. Tutti, dai docenti ai ragazzi ai genitori, dovremo adattarci a un nuovo modello di scuola».

Lo afferma la Cisl Scuola Emilia Centrale, per la quale la ripresa delle attività scolastiche in presenza, da tutti attesa perché ricondurrà la scuola alla sua dimensione più autentica di comunità fondata sul valore della relazione interpersonale diretta, non può essere comunque immaginata come un semplice ripristino delle consuete modalità operative.

«Se è vero che il passaggio alla fase 2 dell’emergenza va adeguatamente preparato e governato attraverso la definizione di regole che garantiscano una ripresa delle attività in un quadro di garanzie e tutele per la collettività, ciò è ancor più vero per il settore dell’istruzione, che coinvolge milioni di persone tra studenti e personale scolastico, con un impatto enorme in termini di mobilità, servizi, contatti sociali – dichiara la segreteria generale della Cisl Scuola Emilia Centrale Antonietta Cozzo – Per un periodo di tempo che è difficile stimare, le attività scolastiche dovranno subire adattamenti di non poco conto, date le precauzioni e regole imprescindibili cui ci si dovrà ovunque attenere. Possiamo già da adesso immaginare orari scolastici spalmati tra mattino e pomeriggio, ingressi scaglionati, alternanza tra lezioni frontali in presenza e didattica a distanza. Tutti, dai docenti ai discenti ai genitori, dovremo adattarci a un nuovo modello di scuola».

In questa prospettiva la Cisl sollecita l’avvio di un confronto che, coinvolgendo amministrazione scolastica, sindacati e famiglie, prepari adeguatamente il ritorno all’attività scolastica, mettendo a fuoco tutte le problematiche su cui è necessario porre l’attenzione e individuare soluzioni operative.

«Il confronto deve aprirsi il più presto possibile, perché le questioni da affrontare sono tantissime – sottolinea Cozzo - e il tempo a disposizione non è molto, anche nel caso in cui la riapertura delle scuole avvenisse non prima di settembre».

A livello nazionale la Cisl Scuola ha redatto un documento con la definizione condivisa di un sistema articolato di indicazioni e regole, assunte a livelli diversi, necessarie per orientare le scelte e i comportamenti delle singole scuole alla ripresa delle attività. Per la Cisl è fondamentale la stipula di un protocollo nazionale, da declinare poi a livello di singola scuola in specifici protocolli di sicurezza anti-contagio, in parallelo con quanto disposto dal protocollo condiviso del 14 marzo fra Governo e parti sociali, assunto come modello di riferimento anche per quanto riguarda le modalità della sua definizione.

 

UNIONE APPENNINO REGGIANO – Dal Tavolo del turismo dell’Unione indicazioni per la fase di ripartenza del comparto

CASTELNOVO MONTI 27 aprile 2020 - – Ne giorni scorsi si è riunito il Tavolo del turismo dell’Unione Montana, convocato dall’Assessore al Turismo Antonio Manari e che ha visto la partecipazione del Presidente dell’Unione Enrico Bini, degli Assessori al turismo e dei Sindaci dei sette Comuni dell’Unione, insieme al Parco Nazionale e alla Camera di Commercio di Reggio Emilia, quali firmatari del progetto Parco Appennino Turismo.

“L’incontro – spiega Manari – è stato motivato dalla necessità di testimoniare attenzione agli operatori di questo settore, che rappresenta una voce importante dell’economia dell’Appennino e che sta soffrendo una profonda crisi legata al coronavirus e alla cessazione di tutte le attività. Con una ulteriore incognita riguardante le modalità ed i tempi di ripartenza effettiva del comparto turistico, della ricettività e della ristorazione. È opinione condivisa che il turismo di prossimità, di cui si sta parlando con insistenza in questo periodo prevedendo le basi della famosa “Fase 2”, possa rappresentare per il nostro territorio un importante elemento di novità, al pari della riapertura e frequentazione delle seconde case, molto diffuse sul nostro Appennino”.

Dai pareri emersi nel corso del tavolo, i partecipanti spiegano che “dovrà essere ripensata l’offerta turistica per famiglie e scuole, nei centri didattici e non solo, costruendo proposte che coniughino la necessità che si prospetta di rispettare norme prudenziali di ordine sanitario con la possibilità di svolgere eventi di svago per bambini e famiglie. Parimenti dovranno essere ripensate le modalità, laddove sarà possibile, dell’organizzazione delle fiere e sagre, e degli eventi che tradizionalmente rappresentano elementi caratterizzanti delle estati in Appennino”.

Un tema trattato nella videoconferenza è stato proprio il ruolo degli amministratori pubblici nel mettere in campo proposte e risorse per essere al fianco degli operatori di settore.

A partire dalle linee guida per la riapertura delle attività – concludono i componenti del Tavolo – nel rispetto delle norme di sicurezza imposte dalla contingenza sanitaria attuale, e che prevedranno risorse economiche aggiuntive. Su questo tema la Regione Emilia-Romagna ha già programmato uno stanziamento economico per andare incontro alle necessità degli operatori per sanificazioni ambientali e dispositivi di protezione individuale. Un altro aspetto concreto riguarda la TARI a carico degli esercizi commerciali turistici, tra cui alberghi, campeggi, bar, ristoranti e negozi. È evidente che i periodi di chiusura forzata di tutte queste attività dovranno vedere un sistema di ristoro economico per gli esercenti che, oltre a non avere prodotto rifiuti, debbono scontare anche i mancati introiti. Un punto importante riguarda poi le modalità di promozione territoriale, che dovranno essere rimodulate. Il nostro territorio ben si presta infatti alle attività all’aperto che “naturalmente” comportano un distanziamento interpersonale, quali ad esempio l’escursionismo, e in genere il turismo outdoor unitamente all’importante offerta dei parchi di divertimento e tematici all’aperto. L’offerta e l’attrattività dell’Appennino potranno trarre giovamento da questo, e delle altre attività che Parco Nazionale e riserva MAB Unesco potranno mettere in campo. Di tutti questi aspetti gli amministratori dell’Appennino e del Parco Nazionale dell’Appenino Tosco-Emiliano vogliono farsi attori al fianco degli operatori del settore al fine di rimettere in moto questa importante area economica, che non verrà lasciata sola nella fase di ripartenza”.

Parma, 27 Aprile 2020 - Sta iniziando in questi giorni, nei quartieri residenziali della città compresi fra la circonvallazione interna e l'anello delle tangenziali, la distribuzione dei sacchi per la raccolta differenziata che terminerà entro Luglio, mentre nella zona forese, in Centro Storico e in Oltretorrente la medesima è prevista per Novembre/Dicembre. Che ci azzecca con Fido? Semplice: ai possessori di cani iscritti alla anagrafe canina del Comune di Parma, assieme ai sacchi per la raccolta differenziata verrà consegnata una dotazione di sacchetti per le deiezioni canine.

"La raccolta delle deiezioni canine è un passo di civiltà come quello della raccolta differenziata, sono rifiuti che vanno correttamente smaltiti. Questa dotazione vuole essere un incentivo per tutti i possessori di cani a prestare attenzione al decoro e alla pulizia della nostra città" dichiarano l' Assessora al Benessere Animale Nicoletta Paci e l'Assessora all'Ambiente Tiziana Benassi

Nel caso che l'utente risulti assente, la dotazione verrà lasciata presso la residenza dell'utente insieme ai sacchetti per la raccolta differenziata.

 

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Plastic Free significa letteralmente “libero dalla plastica”. La plastica ha rivoluzionato le nostre vite, tanto che il suo inventore, l’italiano Giulio Natta, ha ricevuto il premio Nobel per la chimica nel 1963 per il “moplen”, la plastica ancora oggi utilizzata per vasche e vaschette anche per uso alimentare.

Di Coopservice 22 Aprile 2020 - Il successo della plastica è dovuto alla sua leggerezza, malleabilità, facilità di lavorazione, indistruttibilità e, soprattutto, economicità rispetto ad altri materiali come cartone, vetro o alluminio. Inoltre è praticamente indistruttibile e pertanto può durare all’infinito ed essere riutilizzata più e più volte.

Per certi prodotti, la plastica rappresenta tutt’oggi la soluzione più adatta e conveniente. Preserva igienicamente gli alimenti, resiste all’usura, protegge il contenuto adattandosi a qualsiasi forma. Qual è quindi il vero problema?

È l’utilizzo intensivo di questo materiale per il suo basso costo, a discapito di materiali alternativi in molti casi decisamente superiori per qualità, ma purtroppo anche per prezzo. Ma soprattutto, la sua caratteristica principale di essere indistruttibile è stata associata ai prodotti usa e getta che per loro stessa definizione esauriscono la loro funzione con un solo utilizzo e diventano subito rifiuti.

Il vero problema non è quindi la plastica in sé ma il rifiuto di plastica che, se non viene avviato correttamente al riciclo, diventa un inquinante estremamente pericoloso.

Uno studio della Commissione Europea ha rivelato che più dell’80% dei rifiuti marini è costituito da plastica, in particolare da oggetti monouso: sacchetti, bottiglie, flaconi, stoviglie, bastoncini per le orecchie. Per alcuni di questi oggetti sono state emanate delle disposizioni che vietano l’uso della plastica nella loro fabbricazione, ma per altri (come ad esempio le bottiglie per acqua e bibite) i produttori continuano a preferire la plastica ad altri materiali più ecologici e solo per una questione di costi.

Per quanto la plastica non biodegradabile sia indistruttibile, la gravità dei suoi effetti inquinanti è la sua deteriorabilità. Infatti, l’oggetto di plastica si degrada e si rompe in pezzi sempre più piccoli, trasformandosi in microplastica ed entrando nella catena alimentare di animali, come i pesci e gli uccelli, che la scambiano per cibo. Nutrendosi di plastica, questi animali finiscono per morire di indigestione o soffocamento. Un impatto devastante sull’intero ecosistema e sull’uomo, che a sua volta può cibarsene.

Il devastante impatto ambientale della plastica spinge le nostre coscienze ad assumere comportamenti più rispettosi dell’ambiente e a ridurre i rifiuti in plastica, attraverso scelte di acquisto che premiano le aziende che confezionano i propri prodotti con materiali alternativi.

La plastica non va demonizzata ma va abolita ogni qualvolta esiste una valida alternativa ad essa. Possiamo modificare le nostre abitudini quotidiane e adottare piccoli accorgimenti:

- Utilizzare shopper e borse di tessuti naturali.
- Preferire le bevande in bottiglie di vetro o in lattina di alluminio alle bottiglie di plastica.
- Fare uso di borracce di acciaio o alluminio da riempire.
- Acquistare i prodotti alla spina, riutilizzando i contenitori presso gli appositi distributori.
- Scegliere spazzolini biodegradabili in bamboo o altri materiali ecologici.
- Non acquistare prodotti cosmetici o dentifrici contenenti microplastiche (microgranuli).
- Evitare tessuti sintetici che rilasciano fibre (microplastiche) e preferire tessuti naturali.
- Per le macchine per il caffè, preferire le capsule compostabili.
- In generale, prediligere prodotti in materiale vegetale o comunque biodegradabili.

I progetti delle principali associazioni ambientaliste

WWF in agosto 2019 ha pubblicato il report “Fermiamo l’inquinamento da plastica: come i Paesi del Mediterraneo possono salvare il proprio male”. Sono stati esaminati i sistemi di gestione della plastica di tutti i Paese per far emergere i principali fallimenti e le responsabilità nel sistema di gestione da parte dei produttori, delle autorità pubbliche e dei consumatori. Il report definisce poi un piano di azioni politiche e iniziative che l’area mediterranea e i singoli Paesi devono sviluppare per raggiungere un’economia sostenibile e circolare che riduca a zero la produzione di rifiuti dal sistema di gestione della plastica. Sulla pagina del sito #stopplasticpollution è possibile anche firmare la petizione per chiedere un accordo globale che ponga fine alla dispersione di plastica in natura entro il 2030.

Legambiente a fine 2019 ha avviato il progetto “Zero plastica in mare” per liberare il mare e i fiumi italiani dalla plastica. L’obiettivo che si stima di raggiungere entro il 2021 è la raccolta di almeno 15 tonnellate di plastica, l’equivalente di oltre 340mila bottiglie e contenitori.

Greenpeace che da sempre si batte per proteggere l’ambiente, promuovere la pace e incoraggiare le persone a cambiare abitudini, ha attivato Plastic Radar, un servizio per segnalare via whatsapp la presenza di rifiuti di plastica che inquinano spiagge, mari e fondali, ma anche fiumi e laghi. Anche Greenpeace ha lanciato una petizione “Basta plastica usa-e-getta” per chiedere alle grandi multinazionali di ridurre drasticamente l’utilizzo di contenitori e imballaggi in plastica monouso.

Il progetto “Plastic Free” di Coopservice

Le aziende possono contribuire alla diminuzione dei rifiuti in plastica, mettendo a disposizione dei propri dipendenti soluzioni sostenibili e rispettose dell’ambiente.

Coopservice ha accolto la campagna del Ministero dell’Ambiente #IoSonoAMBIENTE e ha lavorato in questi mesi per adottare una serie di misure per eliminare la plastica ove possibile.

Purtroppo l’emergenza Covid-19 ha causato un’interruzione forzata delle attività legate al progetto, ma appena si tornerà alla normalità procederemo a completare il processo che vede coinvolte 15 siti sul territorio nazionale, tra cui la sede centrale di Reggio Emilia e altre 14 filiali (quelle con il maggior numero di dipendenti in loco).

L’azione più importante e significativa è l’eliminazione delle bottiglie di plastica dai distributori automatici e la sostituzione di tutti i contenitori di plastica, come bicchierini per le bevande calde, con prodotti in materiale biodegradabile. Per l’approvvigionamento dell’acqua, verranno installati dei distributori di acqua filtrata, collegati alla rete idrica, mentre ai dipendenti, che non potranno più rifornirsi di acqua in bottiglia di plastica, verrà regalata una borraccia di acciaio inox personalizzata. L’acciaio, pur essendo più costoso rispetto ad altri materiali, garantisce una maggiore sicurezza di pulizia e igiene considerato che può essere lavato in lavastoviglie, oltre a mantenere, grazie alla doppia camera, la temperatura più adatta alla bevanda (caldo per una tè o una tisana, freddo per acqua o bibite). Le sale riunioni, dove spesso vengono accolti ospiti esterni, verranno rifornite con bottiglie di acqua in vetro sigillate e bicchieri ecologici.

Nella scelta dei prodotti (snack, merendine, bevande) da introdurre nei distributori automatici verranno privilegiati i fornitori che limitano l’uso di plastica nella confezione e che scelgono soluzioni per il packaging ecologiche e a basso impatto, come ad esempio l’alluminio, il tetrapak oppure i nuovi materiali biodegradabili.

Il progetto Plastic Free si inserisce in un percorso che come Coopservice abbiamo avviato diversi mesi fa per ridurre la nostra impronta ambientale e che ci vede impegnati nella ricerca di soluzioni in linea con le 3 R: Ridurre, Riutilizzare, Riciclare.

È parte di questo percorso anche la strategia di raccolta differenziata dei rifiuti che abbiamo intensificato a partire dal II semestre del 2019 con l’introduzione in tutti gli uffici delle principali sedi, oltre al cestino per l’indifferenziata, di appositi contenitori per la raccolta di carta e plastica, mentre in tutte le sale comuni sono stati predisposti anche i contenitori per il vetro/alluminio e per l’organico.

La differenziazione dei rifiuti condotta a livello dei singoli uffici, solo nella sede centrale ha consentito di conferire ad ENIA il 58% in meno di rifiuti indifferenziati. Un risultato davvero sorprendente di cui spetta il merito al senso di responsabilità di tutti i colleghi. La riduzione dell’indifferenziato ha comportato il conferimento di circa 2.700 kg di organico e 200 kg di vetro/alluminio, oltre ad un aumento del 54% della raccolta della plastica. Queste differenti tipologie di materiali possono ora essere smaltiti correttamente ed entrare nella catena del riciclo, con conseguenze positive sull’ambiente.

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Coronavirus, l'aggiornamento: 24.450 i casi positivi in Emilia-Romagna, 241 in più rispetto a ieri. 208 le nuove guarigioni (8.723 in totale) e calano i casi positivi attivi. Quelli lievi in isolamento a domicilio sono 8.577 (+19)

Sono 5.045 i tamponi in più rispetto a ieri (161.928 in totale). Sempre in diminuzione i ricoverati nei reparti Covid (-1). I nuovi decessi sono 39. Ieri arrivato da Roma un nuovo contingente di 15 infermieri volontari assegnati all'Emilia-Romagna

Bologna  26 aprile 2020 – In Emilia-Romagna dall’inizio della crisi sanitaria da coronavirus si sono registrati24.450 casi di positività al Coronavirus, 241 in più rispetto a ieri, in linea quindi con aumenti fra i più bassi registrati più volte negli ultimi giorni. Le nuove guarigioni sono 208 (8.723 in totale).I test effettuati hanno raggiunto quota 146.146 (+5.045).

Ancora in calo icasi positivi attivi, e cioè il numero di malati effettivi a oggi:-6 rispetto a ieri (12.341 contro i 12.347).

Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi complessivamente arrivano a 8.577, +19 rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 245 (-1 rispetto a ieri). E diminuiscono quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-23).

Le persone complessivamente guarite salgono a 8.723 (+208): 2.463 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 6.260 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Si registrano 39 nuovi decessi: 17 uomini e 22 donne. Complessivamente, in Emilia-Romagna sono arrivati a 3.386.

I nuovi decessi riguardano 5 residenti nella provincia di Piacenza, 6 in quella di Parma, 8 in quella di Reggio Emilia, 2 in quella di Modena, 10 in quella di Bologna (nessuno nell’imolese), 3in quella di Ferrara, 1 in provincia di Ravenna, 2nella provincia di Forlì-Cesena (tutti nel forlivese), 1 nella provincia di Rimini; 1 decesso di fuori regione.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 3.751 a Piacenza (56 in più rispetto a ieri), 3.073 a Parma (39 in più), 4.577 a Reggio Emilia (25 in più), 3.562 a Modena (24 in più), 3.793 a Bologna (51 in più), 363 le positività registrate a Imola (3 in più),901a Ferrara (16 in più). In Romagna sono complessivamente 4.430 (27 in più), di cui 969 a Ravenna (come ieri), 868 a Forlì (11 in più), 656 a Cesena (13 in più), 1.937 a Rimini (3 in più).

 

La rete ospedaliera: 4.570 i posti letto aggiuntivi destinati ai pazienti Covid-19

Da Piacenza a Rimini, il piano di rafforzamento messo a punto dalla Regione ha portato complessivamente, oggi, a 4.570 posti letto aggiuntivi destinati ai pazienti Covid 19: 4.092 ordinari (112 meno di ieri perché riconvertiti ad attività no-Covid) e 478 di terapia intensiva come ieri. Nel dettaglio: 560 posti letto a Piacenza (di cui 34 per terapia intensiva), 904 Parma (50 quelli di terapia intensiva), 515 a Reggio Emilia (45 terapia intensiva), 502 a Modena (70 terapia intensiva), 1.101 nell’area metropolitana di Bologna e Imola (142 terapia intensiva, di cui 8 a Imola), 322 Ferrara (38 terapia intensiva), 666 in Romagna, di cui 99 per terapia intensiva (nel dettaglio: 178 Rimini, di cui 39 per terapia intensiva; nessuno a Riccione; 136 Ravenna, di cui 14 per terapia intensiva; 24 a Faenza, al San Pier Damiano Hospital; 97 Lugo, di cui 10 per terapia intensiva; 89 Forlì, di cui 10 per terapia intensiva, a cui si aggiungono 40 letti ordinari nella struttura privata Villa Serena; 102 a Cesena, di cui 26 per terapia intensiva).

 

Attività dell’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

Dal Dipartimento nazionale della protezione civile sono pervenuti ai magazzini dell’Agenzia 120.000 mascherine chirurgiche, 94.000 mascherine ffp2, 2.925 mascherine ffp3, 100.000 mascherine monovelo Montrasio, 21 tamponi per campioni rinofaringei ed altrettante provette, e tramite donazioni 500 occhiali protettivi. Il materiale verrà distribuito secondo le necessità del sistema sanitario regionale.

Sul sito del Dipartimento e del Ministero della Salute, sono aggiornati i dati complessivi dei DPI e delle apparecchiature elettromedicali distribuiti dalla Protezione Civile a Regioni e Province autonome, attraverso il sistema informatico ADA (Analisi Distribuzione Aiuti): https://bit.ly/2x9jqNw

 

PERSONALE SANITARIO VOLONTARIO DA ALTRE REGIONI: arrivati 15 nuovi infermieri per l’Emilia-Romagna

Con un Boeing 767 dell’Aeronautica militare decollato da Pratica di Mare, è arrivato ieri all’aeroporto di Milano Lainate un nuovo gruppo di infermieri della task force del Dipartimento nazionale della Protezione civile, destinati alle aree più colpite dall’emergenza. Del contingente complessivo – il quarto per il personale infermieristico – di 71 unità, 15 sono gli infermieri assegnati all’Emilia-Romagna, alle strutture individuate dalla sanità regionale: 4 a Bologna, 4 a Piacenza, 3 a Parma, 3 a Reggio Emilia, 1 a Ferrara. Le altre regioni dove si sono recati gli infermieri del nuovo contingente sono: Liguria (17), Lombardia (19), Provincia autonoma di Bolzano (10), Provincia autonoma di Trento (10).

Dall’inizio dell’emergenza, sono pervenuti in Emilia-Romagna quattro contingenti di infermieri (totale 69) e quattro di medici (totale 56).

VOLONTARIATO

Sabato 25 aprile sono stati 641 i volontari di protezione civile dell’Emilia-Romagna impegnati nell’emergenza; dall’inizio delle attivazioni del volontariato si sono accumulate 32.873 giornate complessive.

Fra le attività più rilevanti il supporto ai Comuni per l’assistenza alla popolazione: estesa su tutto il territorio regionale, questa attività ha coinvolto circa 350 volontari (fra cui un centinaio di scout AGESCI). Poi attività di segreteria e logistica presso i COC dei vari Comuni (una quarantina di volontari). Ancora: il sostegno alle Ausl nel trasporto degenti con ambulanze, nel trasporto campioni sanitari e tamponi, nella consegna di farmaci (CRI e ANPAS) con 174 volontari. Infine, attività di sanificazione dei mezzi di soccorso nel Parmense, in Val di Taro

Si segnala che ieri la gran parte dei volontari aderenti al Coordinamento provinciale di Piacenza sono stati impegnati nella distribuzione delle mascherine alla popolazione (68 volontari dei 99 attivi ieri nella provincia). Si è concluso ieri il turno del contingente degli Alpini (ANA–RER, 32 volontari) presso l’ospedale da campo di Bergamo. I volontari sono rientrati in Emilia-Romagna, in attesa del prossimo turno previsto a maggio. Da Bologna un paio di volontari hanno accompagnato la colonna mobile dei sei mezzi che hanno recuperato gli infermieri in arrivo a Milano. Proseguono sia l’attività di supporto alla mensa Caritas di Reggio Emilia che la sorveglianza dei passeggeri in transito all’aeroporto Marconi di Bologna: questi ultimi sono volontari attivati a livello nazionale, direttamente dal Dipartimento Protezione civile.

DRIVE THROUGH E PRE-TRIAGE

Sono 13 le strutture per effettuare i tamponi di verifica a chi è in via di guarigione, approntate con il concorso dell’Agenzia e dei coordinamenti provinciali del volontariato di protezione civile: da tempo sono attive postazioni a Parma (2, l’ultima presso il Campus universitario), Castelnovo ne’ Monti (Re), Guastalla (Re), due a Modena, Bologna, Imola (Be), Cesena (FC), Forlì (FC), Bagno di Romagna (FC), Rimini (Rn) e Faenza (Ra).

Sono 33 i punti-di pre-triage attivi in Emilia-Romagna (11 davanti alle carceri, 22 per ospedali e cliniche): 3 in provincia di PC (Piacenza città, Fiorenzuola d’Arda e Castel San Giovanni); 3 in provincia di Parma (Parma città, Vaio di Fidenza e Borgotaro); 3 in provincia di Reggio Emilia (Reggio Emilia città, Montecchio e Guastalla); 5 in provincia di Modena (Sassuolo, Vignola, Mirandola, Pavullo e Modena città); 3 nella città metropolitana di Bologna (Sant’Orsola e Maggiore, e a Imola); 2 in provincia di Ferrara (Argenta e Cento); 1 in provincia di F-orlì-Cesena (Meldola); 1 in provincia di Rimini (Rimini città); 1 nella Repubblica di San Marino.

DONAZIONI

I versamenti vanno effettuati sul seguente Iban: IT69G0200802435000104428964, causale: Insieme si può Emilia Romagna contro il Coronavirus

 

 

 

 

 

Editoriale:  - L'Unità, fallita! -Lattiero caseario. Precipita il burro.  - Cereali e dintorni. Tra incertezza e volatilità. - Assistenza diretta alla gestione aziendale durante e dopo l’emergenza sanitaria - FederUnacoma: l’agricoltura rischia la crisi per le mancate risposte del Governo - Davide contro Golia: il Consorzio Parmigiano Reggiano costringe il colosso americano Campbell’s a cambiare le sue etichette. -  

SOMMARIO Anno 19 - n° 17 26 aprile 2020
1.1 editoriale
L'Unità, fallita! 
3.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Precipita il burro.   
4.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Tra incertezza e volatilità.
6.1 cereali e dintorni tendenze.
7.1 cereali e dintorni Cereali
8.1 imprese e crisi  Assistenza diretta alla gestione aziendale durante e dopo l’emergenza sanitaria
9.1 parmigiano reggiano  Davide contro Golia: il Consorzio Parmigiano Reggiano costringe il colosso americano Campbell’s a cambiare le sue etichette. 
8.1 clima e rischio idrogeologico  Coldiretti, rischio idrogeologico su terreni aridi. In regione piogge regolari, a tratti intense, ma non dureranno.
9.1 macchine agricole FederUnacoma: l’agricoltura rischia la crisi per le mancate risposte del Governo
10.1promozioni “vino” e partners
11.1 promozioni “birra” e partners

(per seguire gli argomenti correlati clicca QUI)

(Scarica il PDF alla sezione allegati)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Coronavirus. Ultima ordinanza su vendita cibo da asporto e toelettatura animali: solo la provincia di Rimini e Medicina escono dal regime restrittivo, allineandosi al resto delle disposizioni in vigore in Emilia-Romagna. Per Piacenza nulla cambia: le restrizioni non mutano e tali attività restano sospese

Per Piacenza è stata ritenuta opportuna una maggiore prudenza, per consolidare i dati sul contagio, in miglioramento. Da un nuovo confronto, anche con gli esperti, si potrà valutare già nei prossimi giorni se allentare le restrizioni

Bologna 25 aprile 2020 – Nulla cambia per Piacenza, dopo l’ultima ordinanza regionale di ieri sera, che ha stabilito lo stop alle misure ulteriormente restrittive solo per la provincia di Rimini e per Medicina.

Se il comune di Medicina e la provincia di Rimini escono quindi dal precedente regime restrittivo stabilito dalla Regione, allineandosi al resto delle disposizioni in vigore in Emilia-Romagna, per Piacenza e provincia questo non vale.

Qui, pertanto, da lunedì 27 aprile non potranno riprendere, ad esempio, le due attività per cui è stato stabilito il via libera con l’ordinanza di ieri per il resto della regione. In particolare, quella degli esercizi di toelettatura degli animali da compagnia, purchè solo per appuntamento, utilizzando i mezzi di protezione personale e garantendo il distanziamento sociale; e la vendita da asporto da parte degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande e da parte di attività artigianali (ad esempio rosticcerie, friggitorie, gelaterie, pasticcerie, pizzerie al taglio), ma solo dietro ordinazione on-line o telefonica e quindi in maniera contingentata, per evitare assembramenti fuori e la presenza di non più di un cliente dentro il locale.

Tanto le nuove disposizioni per Rimini e Medicina quanto quelle precedenti per Piacenza sono state assunte nel corso delle settimane di concerto con i Comuni, le Province e le Prefetture interessate, e anche relativamente all’ordinanza di ieri, si è deciso di stabilire un percorso differenziato per le due province di Rimini e Piacenza, in considerazione della oggettiva differenza delle condizioni relative al contagio, nonché della richiesta pervenuta dal territorio di Rimini e Piacenza di modificare le precedenti restrizioni alla luce delle mutate condizioni epidemiologiche.

Anche se a Piacenza la situazione è progressivamente migliorata nel corso degli ultimi giorni, infatti, in questa fase si è valutato di non allentare ancora le limitazioni in essere, proprio per consolidare la tendenza positiva di una provincia che resta la più colpita dal Covid-19.

Naturalmente, dopo un più attento esame con gli esperti e un nuovo confronto con gli amministratori locali, si potrà valutare già nei prossimi giorni la possibilità di allentare le restrizioni anche per Piacenza. Per ora, unicamente a tutela della salute dei cittadini, tali restrizioni non mutano. /EC

 

Domenica, 26 Aprile 2020 09:12

"Sorridi sempre a chi ti vuole bene"

Un nuovo mezzo di soccorso per il SEIRS Croce Gialla di Parma. Un mezzo all'avanguardia per assistere i pazienti da coronavirus che tra le priorità avrà l'intervento su bambini.

di LGC e Francesca Bocchia Parma 26 aprile 2020 – Una nuova ambulanza è stata consegnata al SEIRS Croce Gialla di Parma. Quale miglior ricorrenza della giornata dedicata alla Liberazione per i taglio del nastro del nuovo mezzo attrezzato per il soccorso.

"Una ambulanza che ha questo titolo "sorridi sempre a chi ti vuole bene" - sottolinea Luigi Iannaccone - in memoria di una persona che si chiama Maurizio Gentilucci che peraltro è stato un professore di fisiologia del nostro Ateneo, racchiude tutta l'essenza anche del nostro intervento."

In questo momento nel quale coesistono diverse problematiche umane, sociali e sanitarie della popolazione, più che mai occorre "avere questo tipo di mentalità, di affettività, prosegue il presidente Seirs."

L'ambulanza, che ha visto il taglio del nastro ieri 25 aprile 2020, è destinata al trasporto e assistenza di pazienti colpiti da coronavirus.

"Il progetto è stato adattato all'emergenza attuale per dare una risposta a questo tipo di necessità". E' sempre Luigi Iannaccone a illustrare le caratteristiche del mezzo che entra nella flotta in dotazione del SEIRS Croce Gialla di Parma. "E' stata potenziata dal punto di vista della assistenza respiratoria – prosegue Iannaccone – e ovviamente della assistenza cardio circolatoria con delle attrezzature particolari che prevedono un approccio tipico di una sala urgenza di terapia intensiva, quindi con ventilatore polmonare, monitor multi parametrici, monitor da trasporto, una riserva di ossigeno che consente di assistere i pazienti con insufficienza respiratoria acuta come sono quelli colpiti da cornavirus. Possiamo così garantire al paziente dei forti flussi di ossigeno e di assistenza e di controllo. Diversi nostri volontari sono infermieri che si sono specializzati in reparti di emergenza."

Il nuovo automezzo sarà destinato con priorità ai bambini ed è il frutto di donazioni di una persona che intende restare anonima e di Gualerzi Salumi di Pilastro che ha donato le attrezzature di monitoraggio e assistenza e la Ditta STEM Technology di Medesano che ha regalato il dispositivo di trasporto, ammortizzamento della barella che è un elemento fondamentale per ridurre i rischi durante il trasporto del paziente.

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Coronavirus, l'aggiornamento: 24.209 i casi positivi in Emilia-Romagna dall'inizio della crisi, 239 in più rispetto a ieri. 357 nuove guarigioni (8.515 in totale) e calano ancora i casi attivi (-162). 8.558 (-18) quelli lievi in isolamento a domicilio

Sono oltre 5.378 i tamponi in più rispetto a ieri (156.883 complessivi). Sempre in diminuzione i ricoverati nei reparti Covid (-89). Calo anche dei pazienti in terapia intensiva (-18). I nuovi decessi sono 44.

Bologna 25 aprile 2020 – In Emilia-Romagna dall’inizio della crisi sanitaria da Coronavirus si sono registrati 24.209 casi di positività, 239 in più rispetto a ieri, di nuovo uno degli incrementi più bassi registrati.Continuano a calare sensibilmente i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi a oggi:-162 rispetto a ieri (12.347 contro i 12.509).

Le nuove guarigioni sono 357 (8.515 in totale). I test effettuati hanno raggiunto quota 156.883, +5.378.

Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Calano anche le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi: complessivamente arrivano a 8.558, 18 in meno rispetto a ieri.

I pazienti in terapia intensiva sono 246 (-18 rispetto a ieri). E diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-89).
Le persone complessivamente guarite salgono a 8.515 (+357): 2.557 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 5.958 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Purtroppo, si registrano 44 nuovi decessi: 18 uomini e 26 donne. Complessivamente, in Emilia-Romagna i decessi sono arrivati a 3.347.
I nuovi decessi riguardano 9 residenti nella provincia di Piacenza, 9 in quella di Parma, 4 in quella di Reggio Emilia, 3 in quella di Modena, 11 in quella di Bologna, nessuno nell’imolese), 3 in quella di Ferrara, 1 in provincia di Ravenna, 3 nella provincia di Forlì-Cesena (nessuno nel forlivese), 1 nella provincia di Rimini.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 3.695 a Piacenza (60 in più rispetto a ieri), 3.034 a Parma (23 in più), 4.552 a Reggio Emilia (32 in più), 3.538 a Modena (19 in più), 3.742 a Bologna (68 in più), 360 le positività registrate a Imola (1 in più di ieri), 885a Ferrara (8 in più). In Romagna sono complessivamente 4.403 (28 in più), di cui 969 a Ravenna (6 in più), 857 a Forlì (7 in più), 643 a Cesena (8 in più), 1.934 a Rimini (7 in più).

La rete ospedaliera: 4.582 i posti letto aggiuntivi destinati ai pazienti Covid-19

Da Piacenza a Rimini, il piano di rafforzamento messo a punto dalla Regione ha portato complessivamente, oggi, a 4.582 posti letto aggiuntivi destinati ai pazienti Covid 19: 4.104 ordinari (stesso dato di ieri) e 478 di terapia intensiva (14 meno di ieri). Nel dettaglio: 572 posti letto a Piacenza (di cui 34 per terapia intensiva), 904 a Parma (50 quelli di terapia intensiva), 515 a Reggio Emilia (45 terapia intensiva), 502 a Modena (70 terapia intensiva), 1.101 nell’area metropolitana di Bologna e Imola (142 terapia intensiva, di cui 8 a Imola), 322 a Ferrara (38 terapia intensiva), 666 in Romagna, di cui 99 per terapia intensiva (nel dettaglio: 178 a Rimini, di cui 39 per terapia intensiva; 136 a Ravenna, di cui 14 per terapia intensiva; 24 a Faenza, al San Pier Damiano Hospital; 97 a Lugo, di cui 10 per terapia intensiva; 89 a Forlì, di cui 10 per terapia intensiva, a cui si aggiungono 40 letti ordinari nella struttura privata Villa Serena; 102 a Cesena, di cui 26 per terapia intensiva).

Attività dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile

Dispositivi di protezione individuale e materiale sanitario

Dal Dipartimento nazionale, sono pervenuti ai magazzini dell’Agenzia regionale 100.000 mascherine chirurgiche, 88.000 mascherine ffp2, 100.000 mascherine monovelo Montrasio e, grazie a donazioni, 20.000 guanti in vinile, 120 guanti protettivi e 60 visiere di protezione. Il materiale verrà distribuito secondo le necessità del sistema sanitario regionale. Da oggi, anche i materiali consegnati dal Dipartimento nazionale possono essere provenienti da donazioni. Sul sito web del Dipartimento e del Ministero della Salute, sono aggiornati i dati complessivi dei DPI e delle apparecchiature elettromedicali distribuiti dalla Protezione Civile a Regioni e Province autonome, attraverso il sistema informatico ADA (Analisi Distribuzione Aiuti): https://bit.ly/2RWTOdR

Volontariato

Venerdì 24 aprile sono stati 1.005 i volontari di protezione civile dell’Emilia-Romagna impegnati nell’emergenza; dall’inizio delle attivazioni del volontariato, sono salite a 32.232 le giornate complessive.

Come di consueto, le due attività più rilevanti sono il supporto ai Comuni per l’assistenza alla popolazione (comprensiva delle funzioni di segreteria e logistica presso i COC), attività che ieri ha coinvolto circa 650 volontari, di cui oltre 100 scout Agesci, e il supporto alle Ausl nel trasporto dei degenti con ambulanze, nel trasporto dei campioni sanitari, nella consegna di farmaci (CRI e ANPAS), grazie al coinvolgimento di 359 volontari. Proseguono le attività di disinfezione e sanificazione dei mezzi di soccorso a Parma (10 volontari) e l’attività presso il porto di Ravenna dove un turno di volontari è preposto alla misurazione della temperatura agli autotrasportatori in transito.

Ai numeri precedenti, vanno aggiunti i 31 volontari operativi dell’Associazione nazionale alpini (Ana) dell’Emilia-Romagna che stanno coprendo il turno 18-25 aprile - oggi ultimo giorno - presso il campo soccorritori allestito in prossimità dell’ospedale di Bergamo, le attività del coordinamento di Rimini che allestisce una tenda in prossimità della struttura già montata presso l’ospedale di San Marino; l’adeguamento di una strutture nell’area adibita a sanificazione presso la sede ANPAS di Vignola; e l’attività di FederGEv di movimentazione di un modulo già posizionato presso l’Ospedale Maggiore di Bologna.

Personale sanitario volontario proveniente da altre regioni

Dall’inizio dell’emergenza, sono giunti in Emilia-Romagna tre contingenti di infermieri per un totale di 54 operatori e quattro di medici (totale 56).

Punti Pre-triage

Sono 33 i punti-di pre-triage attivi in E-R(11 davanti alle carceri, 22 per ospedali e cliniche). Una nuova postazione drive through è in allestimento presso il Campus universitario di Parma. Sono così, 13 le strutture approntate con il concorso dell’Agenzia e dei coordinamenti provinciali del volontariato di protezione civile per effettuare i tamponi di verifica a chi è in via di guarigione: da tempo sono attive postazioni a Parma, Castelnovo ne’ Monti (RE), Guastalla (RE), due a Modena, Bologna, Imola (BO), Cesena (FC), Forlì (FC), Bagno di Romagna (FC), Rimini (RN) e Faenza (RA). Strutture che si aggiungono a tutte le altre presenti sul territorio regionale allestite dalle Aziende sanitarie.

Donazioni

I versamenti vanno effettuati sul seguente Iban: IT69G0200802435000104428964
Causale: Insieme si può Emilia Romagna contro il Coronavirus

 

 

 

 

Sabato, 25 Aprile 2020 15:52

La "liberazione" a Vaio

Da circa 40 giorni all'Ospedale di Vaio stanno arrivando 100 pasti al dì, che ormai montano a circa 4.000, offerti da "Gustincanto" , il nuovo spazio gastronomico di Fidenza, inaugurato lo scorso 15 febbraio con lo chef Daniele Persegani alla presenza di Antonella Clerici.

Con l'occasione della importante ricorrenza nazionale del 25 aprile, i pasti sono arrivati grazie alle "truppe di liberazione" delle associazioni Tracce di Storia e Rover Joe che peraltro hanno voluto lasciare un messaggio positivo:

"Quest’anno il 25 Aprile, siamo costretti a passarlo in quarantena come del resto gli altri giorni da un mese a questa parte.
Stiamo lottando tutti e speriamo di poter festeggiare presto la liberazione da questo maledetto virus e far tornare a splendere la nostra meravigliosa ITALIA.

Tracce di Storia e Rover Joe hanno voluto oggi rievocare la liberazione consegnandovi il pranzo con i mezzi che hanno fatto la nostra storia, sperando che sia di buon auspicio nella lotta contro il virus.

Buon 25 Aprile.

Tracce di Storia & Rover Joe"

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Da Meccagri.it 23 aprile 2020 - «Un mese di lavoro in agricoltura è un tempo enorme e il Governo non riesce a capirlo». Così il presidente di FederUnacoma torna sul problema relativo al blocco delle forniture di macchine agricole, che da settimane è all’attenzione dell’Esecutivo e che non ha ancora trovato risposta.

«Alla fine di marzo, insieme con le organizzazioni professionali agricole, abbiamo investito il Governo di una questione molto concreta e molto urgente – spiega Alessandro Malavolti – perché le lavorazioni primaverili erano iniziate e gli agricoltori non potevano acquistare i mezzi meccanici necessari a causa del blocco della produzione; ma a distanza di un mese ancora nulla è cambiato».

IL CALENDARIO DEL GOVERNO INCOMPATIBILE CON IL LAVORO NEI CAMPI
La preparazione del terreno, la semina, i trattamenti antiparassitari e le prime irrigazioni – ripetono gli agronomi e i tecnici della meccanica agricola – hanno un preciso calendario, imposto dal clima e dal ciclo vegetativo delle piante. Anche due o tre settimane di ritardo nella semina, per la mancanza delle macchine e delle attrezzature necessarie, compromettono la quantità e la qualità del raccolto, e un ritardo di dieci giorni nei trattamenti può comportare l’attacco dei parassiti con danni irreparabili alla qualità dei prodotti e con il crollo del loro prezzo sul mercato.

«È paradossale – conclude Malavolti – che, oltre a disporre aiuti economici per l’industria e per il terziario, il Governo debba fronteggiare i danni all’agricoltura, unico settore che avrebbe potuto continuare la propria attività senza limitazioni e che rischia di uscire anch’esso gravemente segnato da questa emergenza»

Fonte: FederUnacoma
 

 

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Reggio Emilia, 24 aprile 2020 – Prosegue senza sosta la battaglia del Consorzio del Parmigiano Reggiano per la tutela del consumatore contro inganni e frodi.

Dopo una lunga querelle, il colosso americano delle zuppe Campbell’s – che produce un fatturato di 8 miliardi l’anno – ha comunicato di accettare le richieste del Consorzio di tutela di eliminare dalle etichette dei suoi prodotti qualsiasi riferimento al Re dei Formaggi.
Sulla linea di sughi “Prego” erano infatti visibili foto di porzioni di formaggio con i noti puntini che vengono impressi all’origine su ogni forma di Parmigiano Reggiano.

I sughi Campbell’s riportano in etichetta l’ingrediente parmesan che nulla ha a che vedere con l’originale prodotto Dop italiano.
Per questo motivo, il Consorzio - con il supporto dello studio legale Shepherd, Finkelman, Miller & Shah, LLP - si è opposto ed ha richiesto all’industria conserviera statunitense di rimuovere le immagini in quanto ingannevoli per gli acquirenti.

Ricordiamo che il Parmigiano Reggiano è una Dop e che, come tale, può essere prodotta solo in zona tipica: nelle province di Parma, Reggio Emilia, Modena, parte di Bologna e di Mantova e che l’utilizzo del marchio di origine (i famosi puntini riportanti la denominazione: “Parmigiano Reggiano”) possono essere riferiti solo all’autentico prodotto italiano.

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Non è la prima battaglia che il Consorzio affronta contro multinazionali dalle risorse economiche pressoché illimitate.

Risale a qualche mese fa il ricorso depositato contro la Kraft Foods Group Brands LLC che sta tentando di ottenere la registrazione del ‘KRAFT PARMESAN CHEESE’ come marchio ufficiale in Nuova Zelanda, dove il Consorzio da oltre 20 anni ha registrato il marchio Parmigiano Reggiano. E ci sono altre cause contro Kraft in diversi paesi: Australia, Uruguay, Paraguay, Cile, Thailandia, Ecuador.

“Il Consorzio Parmigiano Reggiano è attento e pronto a combattere ogni frode - ha evidenziato il presidente Nicola Bertinelli - questo successo alimenta la nostra fiducia nella battaglia per la difesa del ‘parmesan’ che stiamo conducendo da decenni, prima in Europa e ora nel Mondo. Se una multinazionale come Campbell usa le immagini del Parmigiano Reggiano su un prodotto contenente parmesan, questa è la prova evidente che per i consumatori di Campbell il nome ‘parmesan’ non è generico, e viene legato alla DOP Parmigiano Reggiano”.

 

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COVID 19, una dolcissima donazione ai reparti dell’Arcispedale di Reggio Emilia arriva dagli scolari della Scuola Materna parrocchiale “San Giovanni Bosco” di Borzano di Albinea che grazie all’aiuto del Forno “Antica Bontà” ha fatto consegnare come segno di riconoscenza, vassoi di erbazzone, torta, pizza, gnocco e tramezzini vari agli operatori del Pronto Soccorso e della Rianimazione.

In momenti forti dell’anno come il Natale o la Pasqua – spiegano dalla scuola - la Materna parrocchiale di Borzano condivide, attraverso forme visibili di solidarietà, la convinzione che “la vita è un dono che si riceve donandosi” e che questo avviene se ci si ritiene parte di una “casa comune”.

Questo per rinforzare legami già presenti o per rispondere a bisogni emergenti. Quest’anno a scuola chiusa per il Coronavirus, i legami non si sono interrotti, anzi si sono rafforzati, e perciò, su richiesta dei genitori, si è ritenuto significativo fare arrivare dei piccoli doni di speranza, buoni anche da mangiare, ai reparti dell’Arcispedale come segno di amore e gratitudine a chi, in prima linea, vive il rapporto tra paura e speranza.

Il Forno Antica Bontà si è reso partecipe sia per la consegna che per omaggiare a sua volta, con i suoi prodotti, i reparti.

In questo momento di emergenza – scrivono dalla scuola - spesso il personale, dopo lunghissime ore di lavoro, stremato dalla fatica e dallo sconforto, è richiamato a ulteriori ore straordinarie per garantire la copertura dei turni, senza possibilità di riposo e ripresa. Abbiamo così pensato di unire la qualità dei prodotti del forno Antica Bontà alla dolcezza degli elaborati pittorici e fotografici dei nostri bambini, confidando che questi piccoli doni rendano questi momenti più sereni e luminosi”.

La Direzione dell’Azienda Usl IRCCS di Reggio Emilia ringrazia di cuore per l’affettuoso pensiero i bambini, le famiglie, gli insegnanti e il forno Antica Bontà. “Un gesto di vicinanza che è stato di certo gradito ai molti operatori sanitari e non impegnati nell’emergenza”.

L’ONG Parma per gli Altri ha raddoppiato la solidarietà estendendo le proprie forze dall’Etiopia a Parma.

L’ONG ha voluto contribuire alla straordinaria lotta all’emergenza che ha colpito il paese, donando due elettrocardiografi all’Azienda Sanitaria Locale di Parma. Un gesto di grande importanza a sostegno della sanità di Parma, reso possibile dai preziosi contributi dei volontari, soci e amici che da 30 anni sostengono l’ONG nei progetti di cooperazione internazionale in Africa nell'ambito di istruzione, sanità, progetti di comunità, con particolare attenzione alla condizione femminile.

"In un grave momento come quello che stiamo vivendo, ci sembra un’opportunità destinare parte delle nostre forze non solo in Etiopia, ma anche qui per la nostra città e siamo orgogliosi di poter offrire un aiuto concreto nella lotta contro il Coronavirus" - spiega Paola Salvini, Presidente di Parma Per gli Altri. Un piccolo contributo che sottolinea ancora una volta il nostro modo di lavorare: “a piccoli passi ma insieme alla comunità!".

I due elettrocardiografi saranno impiegati nel Distretto di Parma ed utilizzati adesso per la diagnosi e cura di tutti i pazienti affetti da coronavirus e, in futuro nelle attività cliniche ambulatori e domiciliari.

"Rivolgo un grande grazie, anche a nome di tutti gli operatori del Distretto di Parma, a tutti i volontari dell’Associazione Parma Per gli Altri per la generosità dimostrata in questo momento di emergenza sanitaria legata alla pandemia COVID-19 - annovera la Dott.ssa Giuseppina Ciotti, Direttore del Distretto Ausl di Parma. I due elettrocardiografi donati sono un ulteriore supporto all'attività diagnostica dei Servizi del Distretto di Parma e verranno utilizzati in modo prioritario per fronteggiare l’attuale situazione a favore dei pazienti cronici, che stiamo seguendo con ancora più attenzione al loro domicilio, ma rappresentano anche un potenziamento della dotazione tecnologica per l’attività domiciliare quando in futuro la situazione ci consentirà di tornare ad una gestione normale dell’attività".

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