Una proposta davvero nuova, che mancava nel panorama agricolo. Arianna Alberici, coordinatrice provinciale AGIA: "Oggi è impensabile condurre un'attività agricola senza le più complete e adeguate conoscenze di Marketing, gestione amministrativa e aziendale." -
Reggio Emilia, 6 novembre 2014 -
"Proponiamo ai giovani che sono interessati a diventare imprenditori agricoli un "Master in Apertura e Gestione di Start-Up Agricole" per fornire agli aspiranti imprenditori del settore tutti gli strumenti tecnici e pratici necessari a ridurre al minimo i rischi connessi con l'apertura di una nuova impresa". Lo segnala ai giovani reggiani Arianna Alberici, coordinatrice provinciale AGIA (Associazione dei giovani aderente alla CIA): "Ogni giorno in Italia nascono 15 nuove aziende agroalimentari, ma spesso non superano i primi due anni di attività, che sono i più difficili e quelli in cui è maggiormente necessario un supporto solido e affidabile. Da qui l'idea dell'Agro-Business Start Academy, cui invitiamo un primo nucleo di giovani interessati all'attività agricola".
Conoscere le leggi e la fiscalità dell'agricoltura e delle imprese consente di utilizzare al meglio le possibilità offerte da Regioni e Comunità Europea. Elaborare un buon business plan permette di accedere a finanziamenti e fondi, riducendo il capitale da investire e insieme riducendo i rischi di gestione. Gestire il marketing con efficacia permette di farsi conoscere dai clienti e vedere subito i frutti del proprio impegno. Coinvolgere efficacemente le risorse umane permette di creare un team affiatato e teso al risultato.
Per rispondere a queste esigenze di formazione e innovazione, Agricoltura è Vita Associazione, ente di Formazione e Ricerca promosso dalla CIA-Confederazione Italiana Agricoltori, propone, insieme alla stessa CIA ed AGIA- Associazione Giovani Imprenditori Agricoli il Master in Apertura e Gestione di Start-Up Agricole. Il percorso di studi, che prevede una durata di 240 ore, di cui 120 in aula e 120 di stage presso un'impresa agricola Cia, è aperto ad un massimo di 20 partecipanti. Il Master si terrà a Roma ed è rivolto a coloro che intendono aprire un'impresa nel settore agricolo.
"Il Master in Apertura e Gestione di Start up agricole (Agrobusiness Start Academy- cerca la pagina su FB!) che la Cia e il gruppo giovani di Agia promuove, rappresenta una risposta efficace e fattiva alle tante problematiche che si possono incontrare nel momento in cui si decide di investire il proprio futuro nella Terra" -spiega Arianna Alberici -. "Oggi è impensabile condurre un'attività agricola senza le più complete e adeguate conoscenze di Marketing, gestione amministrativa e aziendale. Ecco perché nasce e sosteniamo con convinzione l'utilità di questo Master, che si presta benissimo a complemento di una formazione più accademica (ricordiamo infatti con piacere il boom di iscrizioni alle facoltà di Agraria) e che speriamo possa contribuire a invertire la tendenza tuttora in atto che vede sempre più le nostre campagne svuotarsi causando cosi uno scarso ricambio generazionale in agricoltura".
La domanda di ammissione, scaricabile on line dai siti internet delle suddette Associazioni raggiungibili dal sito della CIA oppure dal sito della CIA reggiana www.reggioemilia.cia.it, dovrà pervenire ad Agricoltura è Vita Associazione entro il 30 novembre 2014.
(Fonte: Uff. stampa e comunicazione Cia di Reggio Emilia)
Leggera crescita del latte spot quotato alla borsa lodigiana e della crema di centrifuga a uso alimentare quotata a Verona.
di Virgilio, Parma 5 novembre 2014 -
LATTE SPOT Nessuna nuova sul fronte del latte spot. 37,63€/100 litri di latte è il valore minimo contrattato a Verona per il latte crudo spot nazionale e 38,66€/100 litri di latte il prezzo massimo. Invariato anche il listino, per la terza settimana consecutiva, del latte intero pastorizzato di provenienza estera (37,60 - 37,63€/100 litri). Diversa invece la tendenza registrata a Lodi (quotazioni quindicinali) dove a una costante discesa, avviata sin dallo scorso 26 agosto, nella seconda quindicina di ottobre si è rilevata una leggera ripresa (+0,41%) che ha portato i valori minimo e massimo a 36,60 e 38,66€/100 litri rispettivamente.
BURRO E PANNA Calma piatta sul fronte del burro e della panna. Unica eccezione una ripresa della quotazione della crema di centrifuga a uso alimentare quotata a Verona. Un +3,08% utile a quotare il listino minimo a 1,65€/kg e il massimo a 1,70€/kg
Invariati da otto settimane i listini del burro alle borse di Milano, Parma e Reggio Emilia.
GRANA PADANO Nessuna nuova anche relativamente al Grana Padano. Listini fermi sia a Mantova sia a Milano.
Tra 7,00 e 7,65/kg. il prezzo del Padano di 15 mesi e oltre registrato sulla piazza borsistica milanese mentre è confermato il listino compreso tra 6,35 e 6,45€/kg relativamente al 9 mesi e oltre di stagionatura.
PARMIGIANO REGGIANO Listini al palo anche per quanto riguarda il Parmigiano Reggiano su tutte le piazze prese a riferimento. 7,30 e 7,70€/kg i listini relativi al valore minimo e massimo del 12 mesi quotati a Parma che salgono tra 9,10 e 9,85 per il 24 mesi.
Ismea, prosegue il calo dei prezzi per i lattiero caseari
Il mercato dei lattiero-caseari mantiene in Italia un andamento negativo. Lo rileva l'Ismea nel rapporto di analisi "Tendenze Lattiero-caseari" del terzo trimestre 2014, segnalando in generale una caduta dei prezzi del 3,7% rispetto ai tre mesi precedenti e dello 0,7% su base annua.
La dinamica negativa ha coinvolto diverse produzioni: dai formaggi duri (-3,8% su base trimestrale) al burro (-5,2%) al latte crudo alla stalla (-4,3%).
Per il latte, in particolare, Ismea rileva, nei mesi di luglio e agosto, un prezzo medio di 40,88 euro/100 litri, contro i 42,32 euro registrati mediamente nella prima metà di quest'anno. La pressione dell'offerta, sia in Italia che nel resto d'Europa, è il principale fattore che spiega la tendenza al ribasso prezzi, in un mercato ancora sbilanciato. Una conferma viene anche dalle quotazioni del latte spot, il latte crudo commercializzato fuori dagli accordi regionali, che in un anno cedono il 25%.
Riguardo ai formaggi, il Parmigiano Reggiano a 12 mesi di stagionatura è sceso, nel terzo trimestre 2014, su una media di 7,91 euro/kg, toccando il minimo da un quinquennio e perdendo il 9% su base annua.
In calo, seppure in maniera meno marcata, anche i prezzi del Grana Padano, prodotto che più di altri sta risentendo dell'embargo sulle importazioni di lattiero-caseari imposto dalla Russia.
(fonte ismea servizi 23 ottobre 2014)
Seminario della Camera di Commercio mercoledì 5 novembre in Sala Grasselli su made in Italy e tutela dei prodotti agroalimentari -
Reggio Emilia, 4 novembre 2014 -
Si parlerà di made in Italy e di tutela dei prodotti agroalimentari nell'incontro organizzato dalla Camera di Commercio per mercoledì 5 novembre alle ore 15,00 in Sala Grasselli (piazza della Vittoria, 3).
Un confronto che propone alle aziende dell'agroalimentare una serie di approfondimenti che vanno dalla tutela dei marchi alle azioni di vigilanza e repressioni messe in atto sul versante delle frodi e delle contraffazioni.
Il seminario si aprirà proprio con la presentazione delle attività e dei servizi della Camera di Commercio nel campo della tutela della proprietà intellettuale nell'ambito dell'innovazione e del "made in", per poi spostarsi sulla normativa di riferimento per la definizione dell'origine, sull'uso del marchio collettivo geografico come indicatore di provenienza, sul packaging dei prodotti alimentari.
Due interventi, inoltre, saranno specificatamente dedicati al ruolo dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli nella lotta alle contraffazioni dei prodotti alimentari e all'azione antifrode e a tutela della legalità in campo agroalimentare a cura del Nucleo Antifrodi dei Carabinieri di Parma.
(Fonte: Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 44 novembre 14
SOMMARIO
Anno 13 - n° 44 03 Novembre 2014 (in allegato il formato pdf scaricabile)
SOMMARIO Anno 13 - n° 44 3 novembre 14
1.1 editoriale Generosi con l'UE, sadici con i cittadini.
2.1 cereali In crescita i prezzi di frumento duro e della semola
3.1 Lattiero caseario Nuovo scivolone per le due principali DOP
4.1 ambiente Invito a salvare il "Casino dei Boschi di Carrega"
5.1 November porc "I Sapori del Maiale" 20 anni e non sentirli
5.1 eventi Ecomondo, a Rimini gli stati generali della Green Economy
7.1 pubblicita' "L'uomo è Cacciatore"
7.2 eventi Formaggio, nuovo magazzino "Cavazza" inaugurato a Toano
7.3 Vino Lambrusco, cantine cooperative ottimiste sulla commercializzazione
8.1 turismo e tradizioni Un PO di burro,
13.1 in Breve - Direttiva Nitrati: divieti in vigore dall'11 novembre
- November food tour: Parmigiano e Culatello di Zibello DOP
Ismea pubblica "Tendenze" frumento e mangimistica. Lieve progressione del frumento tenero e una netta contrazione dell'offerta del frumento duro. Particolarmente elevate le quotazioni del "duro".
Roma, 29 ottobre 2014 -
Le più recenti indicazioni sull'evoluzione dell'offerta mondiale di frumento nel 2014 evidenziano una lieve progressione della produzione di frumento tenero a fronte di un netto calo di quella del frumento duro. In Italia, si evince dal report Ismea Tendenze relativo al terzo trimestre dell'anno, le stime dell'Istituto indicano invece per entrambe le tipologie raccolti in aumento. Di riflesso alla contrazione dell'offerta mondiale, il trimestre si è chiuso con le prime tensioni al rialzo per i prezzi del frumento duro nel mercato italiano (+5% su base congiunturale). Solo nelle ultime settimane del corrente mese, tuttavia, il frumento duro ha raggiunto delle quotazione particolarmente alte (328,14 €/t la quotazione media nella settimana dal 20 al 26 ottobre) portandosi di circa il 40% sopra i livelli dello scorso anno.
Per quanto riguarda i consumi delle famiglie italiane, nei primi nove mesi dell'anno si è osservata una ripresa tendenziale degli acquisti domestici di pasta di semola (+1,8%) Sul lato degli scambi con l'estero, gli ultimi dati disponibili aggiornati a luglio evidenziano un peggioramento del deficit strutturale della bilancia commerciale della granella di frumento rispetto ai primi sette mesi del 2013, da imputare al consistente incremento dei volumi importati, seppure a valori medi unitari più bassi. Nello stesso periodo, l'attivo di bilancio del settore pastario ha evidenziato solo una lieve erosione in ragione della contrazione dei prezzi all'export. Migliora infine in maniera significativa, nel trimestre di osservazione, il clima di fiducia sia dell'industria molitoria che nell'industria pastaria.
Per il mais e la soia Ismea stima un incremento produttivo rispettivamente di circa il 14% circa e 33%. Le rilevazioni dell'istituto, indicano per entrambi i prodotti, quotazioni all'origine in calo su base trimestrale e annua, sulla scia delle dinamiche internazionali. Migliora sia per il mais che per la soia il deficit strutturale della bilancia commerciale grazie a minori esborsi per l'import.
(fonte Ismea 29 ottobre 2014)
20 anni e non sentirli. E' il claim dell'edizione inaugurale del circuito November Porc 2014 che prenderà vita il prossimo 5 Novembre a Sissa. Tante le novità a partire dalla nuova amministrazione a seguito della fusione con Trecasali.
di Lamberto Colla - Sissa 01 Novembre 2014 --
Il modulo o meglio la spina dorsale della manifestazione è sempre la stessa, una nutrita schiera di volontari che presta, con rinnovato entusiasmo, la propria opera per garantire la migliore ospitalità alle migliaia di appassionati che ogni anno, da vent'anni, calpestano il suolo sissese per un'immersione totale nei gusti, aromi e colori che l'autunno, in queste terre della bassa parmense, riesce a donare.
Accantonato per un anno la storica frase "Speriamo che ci sia la nebbia" evocatrice dell'ambiente, il "marcatore culturale del Culatello di Zibello DOP", che ha generato il prezioso salume insaccato, a favore della ricorrenza ventennale della manifestazione coincidente con il trentennale del corso di formazione dedicato alla lavorazione delle carni che inaugurò questa splendida manifestazione.
"20 anni e non sentirli, spiega l'assessore alle attività produttive Igino Zanichelli, nella speranza di replicare i successi delle edizioni precedenti. I presupposti ci sono tutti a partire dal record di espositori. 300 bancarelle, un terzo delle quali offriranno prodotti gastronomici, e un allungamento delle giornate dedicate agli intrattenimenti. Si partirà mercoledì 5 novembre alle 21,00 con l'incontro con il professor G.F. Marchesi e la partecipazione di Mauro Adorni alla sala Cinema dal tema "I bei paesaggi fanno bene al cervello ... anche all'umorismo" per proseguire la sera successiva 6 novembre con lo spettacolo umoristico "Andom a redar in la basa" organizzato dalle 5 compagnie dialettali di Parma (5 euro ingresso - ndr)." Dal 5 al 9 novembre un intenso calendario di appuntamenti consentirà di dare soddisfazione a giovani e meno giovani, con musica e intrattenimenti vari tra i quali il 5° Palio della Spalla Cruda di Palasone di Sissa pur senza tralasciare la parte di educational. "Oltre alla tradizionale dimostrazione di come vengono confezionati i vari salumi da parte degli operatori di Agriform, l'ente di formazione professionale per l'agricoltura, quest'anno, in collaborazione con la Università degli Studi di Parma, verranno organizzate delle divulgazioni, a opera di "Gastro Parma" coadiuvati da una cinquantina tra medici e infermieri, sulla gastroenterologia spiegata con parole semplici, attraverso un percorso guidato negli apparati gastrici "gonfiabili". Infine, da quest'anno, avviamo un rapporto stretto con le scuole che proseguirà anche nelle altre manifestazioni, come ad esempio la fiera Agricola di Trecasali, partendo dall'Istituto Galileo Galilei di San Secondo che illustrerà il percorso di studi di agraria".
Speriamo quindi che ci sia la nebbia e buon divertimento. E dopo Sissa Trecasali sarà la volta di Polesine Parmense il 15-16 novembre.
In allegato il volantino scaricabile in pdf
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Par il programma completo della manifestazione: www.comune.sissatrecasali.pr.it
November porc: www.novemberporc.it
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In tempi di crisi c'è chi ancora decide di investire in montagna.
Toano (RE) 28 ottobre 2014 --
Si è inaugurato nel tardo pomeriggio di sabato 25 ottobre a Toano il "Magazzino di stagionatura Cavazza", alla presenza dell'assessore alle attività produttive, del personale e dei tributi Massimo Albertini, con la benedizione dei parroci di Toano e Monzone, Don Graziano e Don Alpino.
Il proprietario Maurizio Cavazza, espertizzatore e commerciante di formaggio, ha deciso questo investimento in previsione della realizzazione, a breve, del nuovo "Marchio di Montagna".
La struttura è stata ricavata dal vecchio caseificio chiuso sette anni fa. Gli interni sono stati resi completamente antisismici e adeguati alle severe norme igieniche e di sicurezza. Il magazzino è stato dotato dei migliori impianti di antifurto sul mercato, e delle più moderne attrezzature per la gestione delle forme. La capienza della struttura è di 4350 forme.
Vendemmia, - 5,5 per cento rispetto a 2013, ma uva di buona qualità
Modena 28 ottobre 2014 --
Diminuisce la raccolta di uva nella nostra provincia, mentre si conferma buona la qualità. Lo afferma Confcooperative Modena, che ha analizzato i dati sulla vendemmia delle quattro cooperative vitivinicole aderenti, le quali lavorano il 60 per cento dell'uva coltivata in provincia di Modena. Ricordiamo che il movimento cooperativo nel suo complesso produce il 90 per cento dei Lambruschi modenesi. Quest'anno il prodotto conferito negli stabilimenti delle Cantine di Carpi e Sorbara, S. Croce di Carpi, Settecani di Castelvetro e Formigine Pedemontana ammonta a 672.312 quintali. «Rispetto all'anno scorso registriamo un calo del 5 e mezzo per cento - dichiara Alberto Vaccari, presidente della Cantina Formigine Pedemontana e coordinatore del settore vitivinicolo di Confcooperative Modena – Si temeva che le abbondanti piogge estive potessero compromettere la raccolta, invece l'andamento climatico di settembre, e soprattutto della prima metà di ottobre, unito a un maggior impegno richiesto ai viticoltori, ha consentito un risultato soddisfacente. Dal punto di vista qualitativo, nelle zone del Grasparossa grazie alla maturazione tardiva rileviamo un minore calo del contenuto zuccherino, mentre la zona del Sorbara ha risentito di un calo quantitativo a causa delle grandinate di aprile. Nel complesso, quindi, l'uva raccolta dalle nostre cantine si presenta in buone condizioni». Vaccari si dichiara ottimista anche sull'andamento delle vendite. «Gli operatori del settore credono nel prodotto e speriamo condividano sempre più il lavoro che si sta facendo tra Modena e Reggio Emilia per valorizzare il Lambrusco. Avremo un vino fresco, dalle belle tonalità e di buona personalità in grado – conclude il presidente della Cantina Formigine Pedemontana e coordinatore del settore vitivinicolo di Confcooperative Modena – di raccontare le eccellenze del nostro territorio».
Ci voleva proprio il "Time" per riabilitare il burro?
di Lamberto Colla - Parma, 31 ottobre 2014 -
Nella culla del "parmigiano", in quelle terre a scavalco del PO che comprendono le province di Parma, Reggio nell'Emilia, Modena e una parte di Mantova e un'altra di Bologna, il burro è sempre stato, come il famoso formaggio DOP "parmigiano Reggiano" un componente importante della dieta alimentare.
Sciolto sui "tortelli d'erbetta" piuttosto che sulle paste in "bianco" o usato per cucinare la carne, il "burro", per lo più prodotto dalla panna di affioramento residuale della lavorazione del "Parmigiano Reggiano", magari accompagnato da un velo di zucchero o di marmellata spalmato sulla fetta di pane è stato il quotidiano compagno di merende dei bambini di campagna e di città. Chi non ha nostalgia di quegli anni, quando la mamma ci rincorreva per farci fare la sacrosanta merenda. Estate - inverno sempre a giocare, nelle periferie delle città, tutte uguali. In quelle disordinate terre di nessuno a fare da interdizione tra la campagna e la città che da lì a poco sarebbero divenute territori di conquista delle gru, simbolo della rinascita dell'Italia negli anni '60.
Cresciuti tutti bene e sani a differenza degli americani, coloro i quali iniziarono la guerra contro il nostro burro, proprio loro, mangiatori a "sbafo" di margarina. Già la margarina, il surrogato del "burro". Quel prodotto "inventato" per soddisfare i soldati napoleonici durante le lunghe campagne di guerra. Parente solo per il colore e la spalmabilità al più prezioso e nutriente burro, la margarina è il risultato dall'idrogenazione dei grassi vegetali, venne "spacciata" per alimento "leggero" quando invece era nota, almeno a tutte le comunità scientifiche, l'indigeribilità dei grassi trasformati nel processo di idrogenazione.
E gli effetti negativi sulla salute degli statunitensi non hanno tardato a manifestarsi con una obesità diffusa e oggi finalmente contrastata dalla First Lady Michelle Obama.
Forse, anche in forza di questa spinta politica, è per questa ragione che molte delle tradizioni mediterranee stanno per essere riabilitate dalla cultura scientifica d'oltreoceano.
Ed è proprio dell'estate scorsa che, attraverso il "Time", è stata data una spallata al comune pregiudizio sulla pericolosità del burro.
"La sua riabilitazione, scrive adnkronos lo scorso 21 giugno commentando la copertina di TIME, sembra dunque annunciare una vera e propria rivoluzione negli Usa. La rivista cita uno studio dell'Università di Cambridge (Uk), pubblicato su 'Annals of internal medicine', che ha passato in rassegna circa 80 ricerche su oltre 500 mila persone. I ricercatori sono giunti alla conclusione che i grassi saturi non aumentano il rischio di incorrere in patologie cardiovascolari.
Secondo lo studio, inoltre, anche i cosiddetti grassi 'buoni' sembrano non avere effetti protettivi rispetto al rischio".
Una notizia che può avere sorpreso molti ma non sicuramente il Dr., Dr. H.C., Prof. Giovanni Ballarini, illustre scienziato ma anche appassionato di culinaria tant'è che dal 2008 è stato chiamato a presiedere la prestigiosa Accademia Italiana della Cucina, il quale scrisse, circa una decina d'anni fa, addirittura l'Elogio del Burro, "Butter is Better".
Uno scritto che è sempre un piacere leggere per la preziosità dei contenuti narrati da mano appassionata e capace.
Per questa ragione, credo conveniente, riportare alcuni stralci che, ne sono sicuro, gradirete.
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CENNI STORICI SUL BURRO
Il rapporto che l'uomo ha con gli alimenti non è mai stato unicamente ed esclusivamente di tipo nutrizionale o, come oggi si dice, fisiologico, e neppure di tipo soltanto economico. La scelta degli alimenti e di conseguenza anche il loro valore è dipeso e continua a dipendere anche dal soddisfacimento d'altre esigenze, di tipo psicologico interno spesso inconscio, ma anche di riferimento e legittimazione di valori e significati culturali. Questi potevano anche essere il frutto di condizionamenti spirituali e religiosi, poi tradotti in regole di vita od in rituali, quando non erano la fonte di pregiudizi culturali, che spesso vediamo ancora persistere od assumere nuove forme nelle attuali "religioni laiche". In quest'ambito, soprattutto per lo storico dell'alimentazione e del costume, ma anche dell'economia e della salute, una particolare importanza assumono i condimenti sia come fondi di cottura, sale ed aceto, spezie, ma soprattutto le sostanze grasse, che sono una componente irrinunciabile ad ogni sistema alimentare, definendone caratteri, specificità ed identità, tanto da poter essere inquadrati tra i marcatori culinari. In quest'ultimo ambito il burro non può essere considerato da solo, ma in rapporto anche ad altri grassi.
Lunga è la storia del burro, anzi la sua preistoria, in quanto si fa risalire all'inizio della domesticazione degli animali da latte, anche se con una contrapposizione ai latti fermentati. In modo molto schematico si ritiene che la vasta area della domesticazione degli animali produttori di latte, fin dai primordi sia stata inizialmente divisa in due sottoaree: a meridione ed in ambito della fertile mezzaluna
la temperatura elevata ha favorito lo sviluppo dei latti acidi; a settentrione il clima freddo ha favorito la produzione e l'utilizzo dei burro.
Nella Naturalis Historia (libro XXVIII) Plinio il Vecchio scrive che dal latte si ricava il burro e che questo è l'alimento più raffinato, e non soltanto un condimento, dei popoli barbari: un prodotto alimentare il cui consumo distingue i ricchi dai poveri (E lacte fit et butyrum, barbararum gentium lautissimus cibus et qui divites a plebe discernat). Il burro, condimento di lusso e grasso di élite dei popoli settentrionali, definiti "barbari", si contrappone all'olio d'oliva in uso presso i romani ed i greci, popoli "civili".
Oltre questa contrapposizione tra barbari e civili s'inseriscono già gli usi non nutrizionali del burro. Sempre Plinio ricorda che il burro ha attività protettive dai raggi solari e dall'umidità, per molti versi peraltro simili a quelle dell'olio. Se i barbari hanno l'abitudine di spalmarlo sulla pelle, Plinio ricorda che "anche noi lo facciamo con i nostri bambini". A Roma, infatti, il burro era reperibile, ma per usi diversi da quelli alimentari. Per questo Caio Giulio Cesare si stupisce quando, nella Gallia Cisalpina, gli sono offerti asparagi cotti nel burro. In tempi precedenti, in Grecia Ippocrate ricordava che il burro era importato dall'Asia per essere usato come unguento.
Nell'antichità la contrapposizione olio/burro era costantemente rappresentativa di un contrasto tra civiltà e barbarie. Riferendosi ai montanari dei Pirenei, Strabone con disprezzo afferma che "il burro serve loro da olio".
Passando al Medioevo JeanLouis Flandrin individua il burro come alimento popolare e provinciale, in contrapposizione anche all'olio. E' soprattutto nel medioevo che però si stabilizza la gran divisione dell'Europa in due parti. Nell'area mediterranea domina incontrastato l'olio d'oliva e successivamente d'altri vegetali, mentre nell'area continentale dominano i grassi animali, da quello di maiale (lardo e strutto od oleum lardinum) al più prezioso e raffinato burro. Una bipartizione tra grassi vegetali ed animali che comporta anche pregiudizi: se il burro nei paesi nordici era ritenuto ricco di virtù terapeutiche, e capace di alleviare la fame e la sete, oltre che imprimere energia, nell'Italia meridionale era considerato pericoloso, e causa di terribili malattie, quali la lebbra. Una concezione razzista quest'ultima che vediamo ripetersi per ogni alimento esotico: tipica è l'accusa, ancora nel settecento, alla patata di causare la lebbra.
Nell'ora accennata bipartizione s'inserirono anche valutazioni d'ordine religioso e soprattutto quelle relative ai concetti di "magro" e "grasso" e dell'astinenza dalle "carni". Termini questi che devono essere virgolettati in quanto di valore religioso che non coincide con quello odierno di tipo "botanico" o "zoologico". Infatti, già durante il Medioevo, il burro fu ammesso come alternativa all'olio per i giorni di magro, dapprima sporadicamente e, poi, in maniera sempre più generale. Negli ultimi secoli del Medioevo le autorità ecclesiastiche di diverse comunità dell'Europa settentrionale concessero il burro come condimento "magro" e nel capitolare de villis di Carlo Magno il butirum è elencato fra i prodotti quaresimali. In questo modo il burro viene a collocarsi vicino all'olio nella cucina "magra", mentre il lardo rimane sempre nella cucina "grassa".
Anche se non strettamente necessario, è utile accennare a quello che sembra sia stato il criterio religioso per discriminare tra "magro" e "grasso", qui di nuovo virgolettati. Con riferimento prima alla quaresima, poi per estensione alle vigilie ed a tutte le altre occasioni d'astinenza, sembra sia il criterio preso come riferimento sia stata l'arca di Noè che durante quaranta giorni (la stessa durata della quaresima) portò in salvo anche gli animali che, ovviamente non furono mangiati. Ciò che era fuori dell'arca poteva essere mangiato da Noè e dalla sua famiglia: dal pesce alle rane fino ad alcuni uccelli acquatici come le folaghe. Quest'ultima, almeno, era, infatti, l'interpretazione data dai monaci dell'abbazia di Pomposa. Inoltre tutto quello che era dentro all'arca era definito come "grasso" e quello che era fuori, invece, era giudicato "magro". La regola poteva tuttavia essere interpretata ed è ovvio che se sull'arca vi era una mucca, Noè e la sua famiglia si sarà cibato del latte e dei suoi derivati, ad iniziare dal burro. Per questo il burro poteva essere definito "magro".
Con il procedere dei tempi e soprattutto con il diminuire della forza delle concezioni religiose, pur interpretate come facevano i monaci dell'abbazia di Pomposa... assumono maggiore importanza le componenti economiche e da non trascurare quelle gastronomiche. Infatti, i caratteristici punti di fusione dei diversi grassi li indirizza ad usi specifici: gli oli per condire, i grassi per cucinare, ecc. In questa situazione il burro non ha un posto di rilevo. Da una parte è confinato tra gli Alimenti "magri" e dall'altro è ritenuto un alimento per poveri, come sopra già indicato. Nel XV secolo in Italia vi è ancora una certa ambivalenza di significazioni.
Il Platina nel suo famoso trattato De honesta voluptate et valetudine composto a circa la metà del XV secolo afferma che il burro si può usare "in luogo del grasso e dell'olio per cucinare qualsiasi vivanda", ma nello stesso periodo il padovano Michele Savonarola sostiene che "molti (il burro) l'usano in loco de olio ( ... ) ma el buthiero nuoce allo stomaco e ai soi villi, quelli relaxendo, e a chi non l'ha usato, ge turba el stomaco".
Nell'etá moderna il burro assume un ruolo di èlite. Già a metà del secolo XVII Vincenzo Tanara nella sua opera L'economia del cittadino in villa non solo riconosce la particolare vocazione nei paesi settentrionali di quest'alimento, ma anche il suo utilizzo da parte dei ceti abbienti. Presso gli antichi, riferisce Tanara, il burro era la separazione della nobiltà dalla plebe, del ricco dal povero, perché il plebeo povero non poteva usare il burro per il suo prezzo elevato. Oltre alla possibilità di usare il burro al posto dell'olio e d'altri grassi, molte proprietà medicinali gli sono ascritte: dalle malattie respiratorie da raffreddamento al catarro ed alla tosse; dalle scottature alla cura dei foruncoli; dall'azione benefica sulle gengive e di rendere più fermi i denti alle screpolature delle labbra ed infiammazioni della bocca; dalla capacità di far sputare, fino all'attività contro il veleno di vipere ed aspidi, senza dimenticare le benefiche attività quando è spalmato sul corpo. Nell'alimentazione è sottolineata la sua capacità di sostituirsi all'olio, ma anche di essere utilizzato nelle decorazioni dei piatti e come medicamento.
Poco tempo dopo, il cardinale Alberoni, proponendo al re di Spagna, per le seconde nozze avvenute nel 1714, Elisabetta Farnese la descriveva "impastata di butirro e di formaggio piacentino" e cioè nutrita con quanto di meglio vi era, il che doveva far immaginare una pelle liscia e vellutata. Un rapporto tra burro e pelle d'altronde ben radicato anche negli allevatori che dalla sottigliezza ed untuosità della pelle dicevano di poter individuare la vitella o la vacca che avrebbe dato un latte ricco di grasso.
Come si vede il burro ha sempre avuto ma duplice valutazione: positiva e negativa, ma sempre per motivi estranei alla sua composizione. Una lunghissima preistoria ed un'ampia e diversificata storia ha comunque spesso celebrato gli aspetti positivi del burro, nelle sue molteplici applicazioni, ma soprattutto in quelle alimentari, sia nutrizionali sia gastronomiche, senza dimenticare le applicazioni cosmetiche e le utilizzazioni medicinali. Aspetti positivi che sono ampiamente documentati dalla tradizione, ma anche dal suo valore simbolico e, non da ultimo, anche dal suo valore commerciale, quando ad esempio in pianura padana il burro aveva un prezzo almeno pari a quello del formaggio grana.
Negli ultimi anni e per una non sempre limpida serie di motivi vi è stata un'inversione di valutazione e dall'amore sembra che si sia passati ad un odio, fino ad un'ingiusta criminalizzazione del burro che, nel quadro di una religione salutistica "laica", non è molto diversa dalla concezione che derivava da una religione "fideista" che lo inseriva tra i cibi "magri", in quanto prodotto da un animale portato da Noè sull'arca.
Il recente sviluppo della ricerca sulle attività non soltanto nutrizionali, ma anche sulle attività extranutrizionali e sulle caratteristiche salutistiche degli alimenti, non solo sta dimostrando che la tradizione aveva ragione, ma che il burro è dotato di particolari attività salutari, forse più d'altri alimenti oggi di moda
"Recenti indagini indicano come i grassi del burro hanno rilevanti attività salutistiche, in particolare di tipo extranutrizionale: attività immunostimolanti ed antinfettive, ormonali, psicodietetiche, anticancerogene, protettive cardiovascolari, antiartritica ed antiosteoporotica che rivalutano un alimento ingiustamente criminalizzato.
Inoltre il burro ha inimitabili doti che lo rendono insostituibile in cucina."
(Diritti del professor Giovanni Ballarini)
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- Informazioni sul burro -
Attività nutrizionali
Il nuovo orientamento nutrizionale e la rivalutazione del burro è una rivoluzione dovuta essenzialmente al nuovo posizionamento che i grassi hanno assunto nel fabbisogno giornaliero procapite:
il 30% delle calorie deve necessariamente derivare dai grassi.
In una normale dieta si dovrebbe consumare una quantità di grassi pari a 60-90 grammi al giorno: se si compie una discreta attività fisica o se si è in fase di accrescimento la quantità di grassi giornaliera dovrebbe arrivare a 100 grammi o più.
Ai grassi oggi sono collegate una serie di attività cosiddette extranutrizionali: i grassi sono importanti non solo quali apportatori di energia ma quanto apportatori di altri elementi che sono necessari per una vita sana e per un buon livello di salute.
Parlare di burro significa evocare il fantasma di un'altra parola ben più temuta: colesterolo.
Oggi le nuove conoscenze hanno stabilito che non è tanto importante la quantità: ma il rapporto tra colesterolo e lecitina.
Se infatti al colesterolo viene affiancata una discreta quantità di lecitina esso si trasforma in "colesterolo buono".
Nel burro ci sono circa 15 parti di lecitina per una sola parte di colesterolo.
Nel grasso del latte sono presenti inoltre degli acidi grassi che sviluppano un'ottima azione anti-tumorale, le vitamine A ed E che hanno proprietà antiossidanti ed il selenio.
Le attività salutistiche dei grassi del latte e del burro sono molteplici: dalla protezione dalle malattie cardiovascolari, ad una attività immunostimolante e di regolazione contro le allergie, ad una attività protettiva contro l'osteoporosi.
Senza dimenticare che i grassi del latte svolgono anche un'attività, più difficilmente dimostrabile, di natura psicodietetica ovvero di controllo psichico del senso di fame.
Il Burro in Cucina
Le caratteristiche gastronomiche del burro sono essenzialmente due:
la prima è quella che permette una cottura dolce legata al fatto che il burro contiene una discreta quantità d'acqua e proteine; l'altro aspetto è caratterizzato dalla presenza di lecitina che conferisce alle preparazioni gastronomiche particolare fragranza e morbidezza.
Pensare di produrre pasticceria di qualità senza l'apporto del burro è praticamente impossibile.
Vi è anche un altro aspetto importante da valutare: non esiste infatti un solo tipo di burro ma tanti tipi di burro così come esistono tanti tipi di vini e di oli di oliva.
L'originalità e la tipicità del burro dipende dal tipo di alimentazione della vacca da latte.
Un tempo la caratteristica di un burro era determinata esclusivamente dalla stagionalità. Le mucche partorivano in primavera, si cibavano di foraggio fresco, il periodo estivo era quello della lattazione che si protraeva fino agli inizi di novembre, quindi il risultato era un burro di colore giallo, molto fluido e spalmabile per la presenza di acidi grassi corti.
Oggi la situazione è ben diversa. Il latte viene prodotto tutto l'anno e la sua produzione, legata tendenzialmente alla creazione di formaggi di tipo industriale, punta molto sulla quantità di latte prodotto.
Nella nostra regione, precisamente nella zona di produzione del Parmigiano-Reggiano, i produttori di latte hanno voluto continuare nel solco della tradizione alimentando le vacche da latte esclusivamente con foraggio fresco e con alimenti rigorosamente approvati dal Consorzio del Parmigiano-Reggiano.
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A segnalarlo la Cia di Reggio Emilia: in precedenza era prevista la decorrenza dal 1° novembre.
Reggio Emilia, 31 ottobre 2014 --
Il settore Ambiente della CIA di Reggio Emilia segnala che - grazie anche all'intervento attuato presso le autorità regionali - è stata emesse una determina del direttore generale dell'assessorato Ambiente della Regione Emilia-Romagna con la quale viene ufficializzato che il periodo di divieto allo spandimento in ZVN (Zone vulnerabili ai nitrati) inizierà l'11 Novembre e durerà fino all'8 Febbraio 2015, invece che decorrere dal 1° novembre. A maggior ragione la norma vale anche per Zone non vulnerabili.
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