Tali lacune - spiega Defranceschi - sono state confermate dal censimento comunale fatto dal Comune di Parma sotto la nuova amministrazione, che ha individuato 11 edifici scolastici contaminati da amianto a fronte dei soli 3 riportati dalla mappatura regionale.
Per eseguire il censimento – ricorda l'esponente del Movimento 5 stelle - la Regione inviò 4.133 comunicazioni, ottenendo solo 1.533 risposte, poco più del 37%. La presenza di amianto venne segnalata in 1.020 casi, ora ridotti a 487 (dato aggiornamento al 31 marzo 2013).
Nella risoluzione si impegna pertanto la Giunta regionale ad attivarsi per formulare un nuovo censimento che consenta una più precisa e puntuale rilevazione oggettiva della presenza di amianto negli edifici pubblici, attraverso i mezzi che ritenga più opportuni, che ottenga il 100% di risposte da parte degli Enti interpellati.
Altra richiesta all'esecutivo regionale, quella di "sollecitare, anche attraverso il proprio ruolo attivo nei Consigli di amministrazione e nella composizione societaria delle aziende che gestiscono la distribuzione dell'acqua, una rilevazione delle tubature in cemento-amianto e una loro pronta sostituzione con altre non pericolose per la salute".
"Il Comune di Reggio Emilia – ricorda in proposito Defranceschi - ha votato nel 2010 una risoluzione in cui invita il provider Hera a sostituire progressivamente tutte le tubature in cemento-amianto con altre non pericolose. In questi giorni, il Consiglio comunale di Bologna ha riscoperto la pericolosità dell'acqua contaminata da amianto, proprio mediante le parole di un esponente della maggioranza".
(is)
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)