Mercoledì, 06 Novembre 2013 15:13

Decreto cultura: la preoccupazione di Confesercenti

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Bologna, 6 novembre 2013

Decreto cultura: preoccupazione di Confesercenti E.R., Fiepet e Anva per le gravi ricadute sui pubblici esercizi e sulle attività su suolo pubblico -

L'articolo 4-bis contenuto nel Decreto cultura, relativo al "decoro dei complessi monumentali ed altri immobili", potrebbe rivelarsi una vera e propria mannaia per bar, ristoranti, mercati della nostra regione che finora, oltre a fornire servizi ai cittadini, hanno svolto un importante richiamo per i numerosi turisti che visitano le nostre città. La norma contenuta nel decreto, infatti, demanda alle Direzioni regionali per i beni culturali e alle soprintendenze di "contrastare l'esercizio di attività commerciali e artigianali" che occupano il suolo pubblico, anche se con regolare licenza.

Le ricadute sull'economia regionale e, conseguentemente, sull'occupazione, è veramente allarmante, come dimostra la tabella:

Settore di attività

Imprese

Posti di lavoro

Attività commerciali su suolo pubblico

-2.500

- 3.700

Pubblici esercizi

-2.500

-7.500

Totale

-5.000

-11.200

Fonte: stima Confesercenti Emilia Romagna

Come sottolinea il direttore di Confesercenti Emilia Romagna, Stefano Bollettinari "Con questa norma le imprese interessate vedrebbero un consistente calo dei fatturati, già duramente provati dalla crisi e nella sola nostra regione sarebbero a rischio circa 2.500 attività commerciali su suolo pubblico e altrettante per quanto riguarda i pubblici esercizi, con ricadute allarmanti sull'occupazione. Senza nulla togliere naturalmente, alla legittima e quanto mai sacrosanta tutela ai beni architettonici e culturali delle nostre città, è incredibile che proprio in un momento di difficoltà economica come quello che stiamo attraversando, si pensino norme come questa invece di contrastare l'abusivismo e l'illegalità. Occorre rivedere al più presto la legge in questione e riportare le competenze ai Comuni, che hanno il polso della situazione e meglio conoscono il valore delle attività commerciali delle nostre città".

Per Andrea Cavallina, Presidente della Federazione Esercizi Pubblici e Turistici, Fiepet–Confesercenti Emilia Romagna, "in questo modo si penalizzano soprattutto il lavoro degli imprenditori turistici e dei pubblici esercizi già messi a dura prova dal crollo dei consumi e da tasse eccessive, ma anche tutti quei turisti che apprezzano l'offerta emiliano romagnola ricca di caffè all'aperto, di ristoranti, attività indispensabili per il rilancio del turismo nella nostra regione".

Anche il presidente Regionale di ANVA–Confesercenti Dario Domenichini si unisce al coro di proteste: "E' assurdo- spiega Domenichini- che proprio le attività che rendono vive e attraenti le nostre città debbano essere messe sotto accusa; le attività ambulanti, presenti dal periodo dei Comuni, forniscono utili servizi ai cittadini,contribuiscono alla sicurezza dei centri storici rendendoli più vivibili, e danno quel colore e quel folclore che attira tanti turisti nel nostro territorio".

(Fonte: Confesercenti Regionale)

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